Non sapevi di essere Zerocalcare (Scavare fossati - nutrire coccodrilli)

Mostra Zerocalcare MAXXI Roma

Ieri sei andato al MAXXI di Roma per vedere la mostra dedicata a Zerocalcare, Scavare fossati - nutrire coccodrilli. E c'era anche lui (ed è molto più figo di Pollock, diciamocelo) [...]


Nel martedì più piovoso della storia della capitale e in quanto tale di tutto il mondo, uno di quelli in cui le buche si trasformano in piccoli laghi e puoi attraversare la strada solo se in gioventude fosti campionissimo di Frogger, ti trovi a Roma per l'ennesimo ciclo di cyberinnesti dal tuo tecnostregone di fiducia 2.

Per alleggerire la sofferenza dell'animo, ma soprattutto del fisico, decidi di consacrare il resto della giornata all'arte, e così vai a vedere con Effe al Vittoriano la doppia mostra dedicata a Warhol e Pollock. La prima è interessante, anche se ovviamente identica ad altre mostre dell'Andy con parrucca viste in passato (e lo spirito è, ovvio, proprio quello);

la seconda - "Pollock e la scuola di New York" - una sòla, perché ci sono pochi quadri di Pollock e tante, tante opere di quegli altri lì, che a parte un paio di lavori di Willem De Kooning e Mark Rothko, a) non li conoscevi e b) non avevano molto da comunicarti. Eh, oh.


Delusi dal tasso inadeguato di Pollock nella mostra di Pollock, ve la fate a piedi fino al MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, saltando fossati e coccodrilli, per vedere appunto Scavare fossati - nutrire coccodrilli, una (bella bella bella) mostra su Zerocalcare.



Si parte da una lunga timeline che copre, lungo la rampa di scale che conduce al primo piano, la vita artistica e privata di Michele. La cosa divertente è che come tanti altri elementi della mostra, queste schede sono munite di note realizzate a pennarello da Zero, nel suo stile.

Il che stempera con la consueta ironia anche i passaggi più delicati. Perché sì, ce ne sono.



La sala al piano di sopra si sviluppa in diverse aree tematiche (Pop, Tribù, Lotte e Resistenze, Non-Reportage) e le linee curve dell'allestimento richiamano la corazza dell'Armadillo. La parete colma di poster e locandine realizzate nel corso degli anni è importante per diverse ragioni.

Chiarisce non solo da dove viene, ma come Zerocalcare sia rimasto fedele al suo mondo e alle sue idee. Come l'animo da punk straight edge non l'abbia abbandonato solo perché non porta più da anni una cresta rossa. La lotta per gli ideali in cui crede, per la famiglia allargata di cui si sente parte, contro le "persone" che disprezza, è sempre lì.

Ci sono alcune locandine effettivamente forti, violente nel messaggio e in alcuni casi anche nella forma, frutto di un misto di ardore giovanile e true spirito civico applicato, perché davanti a certi scempi non puoi far finta di niente. Ma sono lì, nella mostra, non sono state messe da parte perché scomode. C'è chi si vergogna del suo passato e chi ne è fiero, perché l'ha portato dov'è, guadagnandosi ogni metro.

Uno solo dei due atteggiamenti, chiaro, è non solo maturo, ma da essere umano.




Così l'impegno politico e sociale è lì accanto allo Zerocalcare pop, quello diventato fenomeno della Rete, icona e mercato editoriale a sé all'inizio di questo decennio. Ci sono gli originali di alcune delle strisce più famose pubblicate da Michele sul suo sito, e i visitatori presenti si tenevano la pancia nel rileggere i precetti della pedagogia affidati a Ken il Guerriero e l'Uomo Tigre (Pedagogia, 2012), il concetto del quando muore uno famoso spiegato attraverso il sacrificio del pupazzo Uan, le mille citazioni dei Cavalieri dello Zodiaco


(con tanto di video che sovrappone a una celebre tavola la prima sigla dei Cavalieri)

Ma fai una curva, giri una delle spire del carapace dell'Armadillo, e ti ritrovi in un altro spicchio del cuore pulsante dello Zerocalcareworld. Ché qui presente e passato sono un tutto unico, dicevi: non esiste davvero un prima e un dopo la notorietà, perché le note pop c'erano già prima e il cuore non è venuto meno dopo. Ha, anzi, arricchito con quel tipo di sensibilità, di uno che pensa e prova le cose, le esperienze, il vissuto, il racconto generazionale ironico.

Chi starnazza sull'Internet in questi giorni per l'illustrazione No Tav, lo fa perché non sa niente. Si è fermato alle strisce sul web.

Senza capire a quanto pare neanche quelle.




Cammini così in un tutto unico fatto di cover di dischi con una caramella rossana in primo piano. Della genesi di quello che sarebbe diventato, tolta ogni minima sponda trumpiana, il titolo della mostra (condiviso dal catalogo della stessa, edito da Bao). Delle tavole in cui si racconta l'ammirazione scontata per Joe Strummer e quella molto meno scontata per Gaetano Bresci. Delle sue prime storie pubblicate in giro.



Ti fermi, colpito, davanti alle tavole di Kobane Calling. Guardi le linee di matita ancora visibili su questi fogli enormi, quando ti accorgi che lì vicino, in una teca, c'è una moleskine con gli appunti di viaggio presi sul posto. E non sai esattamente perché, ma la cosa ti centra come un maglio (perforante).

Per tutto quello che quella storia ti ha detto, credi. E perché quello era un pezzo del durante, o meglio del prima. Tracce di quello - il capolavoro giornalistico, chiamiamolo con il suo nome - che sarebbe stato. Una sensazione strana che hai provato poche volte in vita tua visitando una mostra, e mai per artisti del presente.

Talmente presente, che Zero te lo ritrovi davanti due minuti dopo.


Terminata una lunga contemplazione in posa da umarell di questa mappa, che spiega finalmente l'unico, vero criterio di ripartizione della capitale (soprattutto il famigerato fatto dei calabresi a piazza Bologna), giri l'angolo e Michele è lì. Lo saluti, iniziate a parlare della mostra e un istante dopo accade quanto raccontato nel titolo di questo post.

Un ragazzo si avvicina con una copia del catalogo per farsi fare una dedica, per conto terzi.

E lo porge a te.

Gli dici che no, l'autore è la persona che entrambi avete di fronte, ma il tipo ribatte, poco convinto, con un Oh, mi hanno detto che stava qui! 




Alla fine Michele gli realizza al volo, con la consueta uber-gentilezza di sempre, un disegnetto con dedica. E quel giovine non sa che s'è perso un COSENZAREGNA, firmato Ajejebrazorf, apocrifo ma comunque di un certo livello.

Riassumendo: gran bella mostra, con un sacco - ma un sacco - di cose da vedere e da leggere e rileggere. Una di quelle mostre che ti fanno entrare non solo nella testa, ma anche nel cuore di un autore. Basta dribblare fossati e coccodrilli. E, nel caso, pozzanghere giganti.

Finale dall'olimpico, Zerocalcare batte Pollock con gol in rovesciata sotto il diluvio.

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Commenti

  1. Promesso, ora leggo il post, però prima fammi lagnare:
    E se ce lo dicevi organizzavamo un puntello romano, che c'avevo voglia di andarci ma ancora non sapevo quando e neanche che c'era Calcare presente!
    Ok, a dopo... :D

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    1. Ok, rieccomi.
      E si, lo so pure io che il visitare mostre è una cosa personale e che uno vuole viversi anche da solo i propri pensieri, sensazioni, emozioni, e che una ciurma di seguaci, per quanto adoranti e fedeli, distrae da suddetti pensieri, sensazioni, emozioni. Come detto era una lagna, uno sfogo. :)

      Finito il pistolotto di calcariana fattezza, m'hai fatto solo venì ancora più voglia di farci un salto (il catalogo lo prendo questa settimana in fumetteria così studio prima xD) a cercare i miei di pensieri, sensazioni, emozioni. E chissà, magari ce lo becco pure io Zero che fa dediche. Ma se me lo chiedono a me l'autografo, un FESSOCHILEGGE da Cero Zalcare se lo prendono tutto, che va bene quarantun'anni, ma nessuno esce illeso dalla propria adolescenza (o una cosa così, mo' nun me ricordo, poi controllo).

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    2. Edit: Nessuno guarisce dalla propria infanzia. Ci sta, dai.

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    3. Eh, lo so. Avevo detto che un miniraduno romano l'avremmo messo su, questa volta. Ma il poco tempo a disposizione, il meteo avverso e le mie condizioni altalenanti come una Heidi della sigla hanno costretto all'ennersimo forfè con rinvio. Ma prima o poi ci riusciamo. Promesso.

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    4. Ma figurati, tranquì Ventura. xD
      Come dicevo, era solo una lagnetta buttata li di getto, ci mancherebbe che non ti puoi godere un giretto in mostra per cavoli tuoi, in semi-convalescenza per di più :)

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  2. Cavolo sembra davvero interessante,peccato che ho in mezzo quei 500km... Per le altre mostre non mi esprimo perchè io sono appasionato del Rinascimento e quindi non riesco ad apprezzare Pollock,Warhol ecc ecc.
    In bocca al lupo per i tuoi innesti bionici

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  3. Mi perdoni Michele che LO SO che non centra niente e glie rode pure, ma QUESTO è un lavoro fatto come si deve e con la mano dell'artista consultato e ben presente.
    Non quella roba che hanno spacciato per "il firme de zerocalcare" che sarebbe dovuto essere approcciato con la stessa sensibilità.

    Il succo: non vi fate scoraggiare dal film, leggete Zero e andate a questa mostra. Altro livello!

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  4. Ma che zerocalcare è pure un antrista? dicci la verità!

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    1. Qui trovi l'intervista del Doc a Zero fatta nel 2012, quindi al momento dell'uscita del primo libro.. in pratica è antrista ad honorem! :)

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  5. Alcune opere di Pollock sono andato a vederle a Palazzo Reale a Milano qualche anno fa (Doc ero conte con mia Moglie? non mi ricordo). Ammetto che non è un pittore che mi piaccia particolarmente, soprattutto perché non mi convince il dripping come metodo pittorico.

    In un post precedente scrivevo che da un po' di tempo mi sono allontanato da Zerocalcare, non riesce più tanto a coinvolgermi. Detto questo, sia ben in chiaro, Kobane Calling è un capolavoro e non si discute; un libro che meriterebbe di diventare un libro di testo scolastico per capire un momento storico e le aspirazioni di un popolo a cui non frega un well loved a nessuno.
    E' tanto che vorrei venire giù a Roma, se non altro per autoinvitarmi a mangiare a casa si Wargarv (fa tanto il purista sulla cucina romana che bisogna metterlo alla prova), e passare qualche giorno nella capitale. Potrei dire a mia Moglie se gli va come alternativa al fine settimana al mare, così mi vedo anche la mostra.

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    1. Va beh ma che ne voi sapè che come piatto tipico c'hai la cotoletta fritta :D
      Quelle frittate che spacciate per carbonara fuori il raccordo non me le fa manco dì dai :D

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  6. Grande che ha messo pure la famigerata vignetta antifa, è vero la tirano fuori di continuo..così li ha anticipati :)

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. Io avrei voluto il cosenza regna xD
    A parte le battute, vidi la mostra che allestirono a Lucca Comics un paio di anni fa e non mi era dispiaciuta.... questa è molto diversa? mi sembra molto più emozionale (il che è positivo)

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    1. Sì, molto più vasta, e sì, decisamente più emozionale. Dentro la testa, e il cuore, dell'autore.

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  9. Grazie per il bel post / reportage, mi ha fatto molto piacere leggere anche la parte legata alle "altre" mostre. Su Warhol sono abbastanza d'accordo, la ripetibilità era una cifra della sua arte e ci sta che le rassegne si succedano secondo lo stesso criterio, una riproposizione ad infinitum. Penso che l'Andy ne sarebbe contento, almeno.

    In bocca al lupo per i tuoi altri impegni, di vero cuore.

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  10. Ho letto qualcosa di Zero Calcare ma non mi hai appassionato tantissimo (potete fustigarmi digitalmente). Lo trovo simpatico, un pò malinconico e anche con quella vena di solitudine data dalla sua diversità (intellettuale) rispetto ad un contesto di nascita (e di vita) degradato. Però mi piace il fatto che non rinneghi il suo passato, anzi lo promuova come una componente essenziale e imprescindibile del suo modo di essere. Io che vivo (troppo) nel mio passato e che ogni giorno ripenso alle scelte fatte (o no) trovo questo aspetto estremamente interessante e da solo mi fa venire voglia di vedere questa mostra. Peccato che anche per me la distanza geografica e gli impegni famigliari non mi permettano di andarci. Magari fosse prevista giù al Nord!!

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  11. c'è fino al 10 marzo 2019
    non ce la farò mai :-(

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  12. All'ammirazione per Bresci ho goduto come un riccio. (Ma sono anche caduto dalla sedia, c'è un ortopedico anarchico in sala?)

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  13. Non ho mai letto nulla di suo... lo so, mi mortifico e frusto da solo.
    Cosa mi consigliate come inizio?

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    1. Sul suo blog trovi le sue strisce (che una volta erano settimanali, poi quindicinali, adesso escono una volta ogni mille) e che ti danno un'idea dell'umorismo... i libri però sono altra cosa perché hanno temi e storie più lunghi e profondi e spesso non fanno "solo" ridere.
      Fossi in te partirei con "Un polpo alla gola" che è il primo e quindi quantomeno cronologicamente ha senso ... anche perché lo stile rimane quello.
      I suoi migliori sono per me Kobane Calling e i due "Macerie Prime" (è una storia divisa in due parti) , racconti molto maturi e in parte tristi.

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    2. Scusate l'intromissione, ma il primo in realtà è "la profezia dell'Armadillo", che per iniziare tra l'altro è perfetto. Non solo per la questione temporale, ma proprio perché è sicuramente più rappresentativo dello stile di Michele e della sua emotività.
      Se dovessi darti un secondo titolo invece, direi sicuramente "dimentica il mio nome".

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    3. Uh grazie, ragazzi. Più consigli fanno sempre bene :-)

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  14. Quindi ora ho un'ottima scusa per fare una gita a Roma, che non ci vado da un po' ....
    Devo solo fare circa 700 km A/R, praticamente posso fare in giornata :)

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  15. solo una cosa: capita tutto a Roma. e che caspita

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  16. Ecco lo sapevo che dovevo andarci ieri,in questa mini trasferta romana!

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  17. Bello! L'ho letto canticchiando "Pollock, Pollock combina guai..." fino al momento in cui il ragazzo scambia Doc per Zerocalcare e mi viene in mente la scena di Amici Miei Atto II: Metta la mano sulla spalla del catecumeno. Ma no sul CATECUMENO! Oh scusi mi pareva più catecumeno lui... XD

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    1. Figata Amici miei, cosa hai tirato fuori!! Mi ricordo benissimo quella scena. Peccato non ne facciano più così... Bisogna dire che erano anche degli attori pazzeschi.

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  18. grazie per il reportage, ero indeciso sul farmi un'altra parigi-roma ma penso che ne valga la pena che poi entro raccordo ci torno sempre volentieri... e Gaetano Bresci nota importante, se sei cresciuto a Monza e motivi per scrivere sui muri "monza regna" ce n'erano davvero pochi...

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  19. Segnalo - mi pare non sia stato detto nei commenti - che il catalogo della mostra esce sia in fumetteria (21 euro), sia in edicola con Repubblica, a 12,90, sempre cartonato, con qualche contenuto in meno.

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  20. Oggi all'edicola ho comprato il libro della mostra! Non l'ho neanche aperto ne sfogliato perchè non mi pareva vero di trovare un libro su Zerocalcare all'edicola! Spero di aver contribuito un po' all'idea di pubblicare più roba in edicola che in fumetteria che qui in paese le fumetterie non ci sono.

    Poi sono arrivato a casa, ho sfogliato di corsa e ho capito che non era un fumetto...ma sicuramente sarà un piacere dargli una letta lo stesso.

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