Narcos: Messico, di bello c'è rimasta solo la sigla?
El castillo, la torre yo soy... no, tranquilli, il titolo di questo post era una trollata. Sei arrivato a metà di Narcos: Messico (Narcos: Mexico) e [...]
Narcos: Messico non è la quarta stagione di Narcos. È uno spin-off con ambientazione, personaggi e storie completamente diversi. No, cioè, la storia è sempre ed evidentemente quella di poliziotti che cercano di fregare dei narcotrafficanti che sguazzano in mezzo ad altri poliziotti corrotti, chiaro, ma non siamo più in Colombia e non c'è più in giro l'agente Peña (Pedro Pascal).
Un impero della maria fumabile in mano a un ex poliziotto, because Mexico. Gallardo è il Diego Luna di Rogue One, il volitivo poliziotto che gli dà la caccia, appunto, Michael Peña. Ormai famoso come l'amico di tutti e simpa della cumpa negli Ant-Man o in The Martian, ma che ha in curriculum anche film drammatici come Crash o Million Dollar Baby.
Eppure è proprio il contrasto con le serie precedenti a rendere la visione piacevole. Il Camarena di Peña è completamente diverso dall'Agente Peña di Pascal e da quel biondino stronzo di Murphy. Allo stesso modo in cui il boss calcolatore interpretato da Luna non assomiglia per niente al colossale Escobar di Wagner Moura o ai tizi rancorosi e pieni di eccessi di Cali.
C'è però un altro Peña, quello con la voce da Paperino.Dopo aver raccontato la storia del cartello di Medellin e di quello di Cali, si passa a una versione romanzata di quella del cartello di Guadalajara, Messico, guidato da Miguel Ángel Félix Gallardo. Detto El Padrino o U Carcamagnu.
Un impero della maria fumabile in mano a un ex poliziotto, because Mexico. Gallardo è il Diego Luna di Rogue One, il volitivo poliziotto che gli dà la caccia, appunto, Michael Peña. Ormai famoso come l'amico di tutti e simpa della cumpa negli Ant-Man o in The Martian, ma che ha in curriculum anche film drammatici come Crash o Million Dollar Baby.
Ed ecco, farsi andare bene il suo personaggio è al contempo non facilissimo ma necessario.Perché il suo Kiki Camarena ha troppo la faccia da compagnone per sembrare da principio una minaccia credibile per il padrino di Sinaloa. Quando i colleghi lo prendono per il culo, e succede all'inizio di continuo, non puoi fare a meno di pensare che sia normale. Con quella voce di chi ha tirato cinque palloncini di elio, poi.
Eppure è proprio il contrasto con le serie precedenti a rendere la visione piacevole. Il Camarena di Peña è completamente diverso dall'Agente Peña di Pascal e da quel biondino stronzo di Murphy. Allo stesso modo in cui il boss calcolatore interpretato da Luna non assomiglia per niente al colossale Escobar di Wagner Moura o ai tizi rancorosi e pieni di eccessi di Cali.
Tutto è evidentemente giocato sulle vite parallele dei due protagonisti, spesso mostrati nella stessa posa nel salto da un'ambientazione all'altra. Se loro ti piacciono, la serie, nonostante una partenza un po' lenta nel primissimo episodio, decolla. Sei alla settima puntata e, soprattutto dopo la quinta, di certo vuoi vedere come va avanti. Anche se sai già come va avanti.
Sei nella stessa situazione in cui ti trovavi con le tre stagioni di Narcos: conosci la cronaca, sai dove condurranno questi eventi, perciò vuoi vedere più che altro come si snoderanno, come verrà raccontato il percorso. Come guardare un biopic, ma dell'ennesimo magnate della droga circondato da cadaveri.
Ti riservi di arrivare a fine corsa prima di esprimere un giudizio vero e proprio - questa non è per forza di cose una recensione - ma quanto a sensazioni immediate, ci sono solo un paio di cose molto buffe in Narcos: Messico. La faccia da coglione sorridente del fratello di Gallardo e soprattutto i due gemelli del parrucchino anni 60 nella prima puntata, che quando te li ritrovi davanti ti parte un WTF olimpionico.
Ma oh, magari erano davvero così. Dei Francesco Mandelli con il caschetto della Caselli.
In compenso, è bello ritrovarci dentro il who's who degli attori messicani o di origini messicane, come un tipo di Apocalypto o il Jesus di The Lone Ranger. O il fatto che tutti, ma tutti, per dire sì se ne escono con un Ehhhhh(i) trascinatissimo. Un po' Fonzie, molto De Filippo.
E ok, deboscia: apriamo il circolino. Voialtri cosa ne pensate? E cos'altro state vedendo in questo periodo?
Narcos è stata una di quelle poche serie che siamo riusciti a guardare insieme io e mia Moglie, dall'inizio alla fine. Questa serie vorremmo tanto vederla ma se la nostra principessa non va a letto non possiamo certo metterci a vedere una serie di questo tipo quindi siamo fermi.
RispondiEliminaI know your pain.
EliminaE' di conforto non essere il solo.
EliminaSiamo in tanti, mal comune mezzo gaudio :-/
EliminaMi aggiungo alla lista...noi siamo fermi da 7 mesi a metà della terza stagione di Gotham...
EliminaOoh, finalmente il circolino!
RispondiEliminaAvevo una necessità impellente di dire a qualcuno quanto sia bello Freaks and Geeks. Mamma mia quanto spacca Freaks and Geeks!
È del 2000, è solo una stagione, ci sono un frappo di attori che sarebbero diventati famosi di lì a un paio di anni, gioca sui cliché dei film di high school americani con gli armadietti ma è scritto alla grande e ogni personaggio ha un suo arco coerente.
Guardatevi Freaks and Geeks.
Plus: è ambientato nel 1980 (prima che la nostalgia degli anni '80 diventasse cool), con tutti i riferimenti del caso: bmx, Star Wars, hard rock/disco sucks, Steve Martin col banjo, you name it...
Eliminasopravvalutatissimo...
EliminaVisto qualche anno fa, molto carino. Io ora sto recuperando The Inhumans (si lo so, è pessima...)
EliminaColonna sonora composta anche dal grande Gustavo Santaolalla....
RispondiEliminaNarcos Mexico è in lista per i prossimi giorni, in questo momento mi permetto di segnalare SMOKING - Drama psicologico sulla Yakuza - dal tono potente, Bad Guys vice City - dalla Corea con Furore - e GOLIATH con un billy Thorton da antologia.
RispondiEliminaNon guardo telefilm dai tempi di Columbo e Kojak e Quincy, ma se fossi nella stanza dei bottoni in cui si decide come debba essere una serie sul narcotraffico sceglierei di girarla come fosse un poliziesco inglese anni settanta con fotografia inglese anni settanta e Noel Gallagher sarebbe un pulotto anti droga che cerca di arrestare Liam Gallagher, boss del narcotraffico che canta nei pubs come lo Zingaro di Jeeg. Liam sarebbe solo lo zampino del gatto ed il gatto sarebbe Emily Watson, genio criminale che vede nello specchio la defunta madre e genio del crimine Marianne Sägebrecht ( mi spiace per Vince, ma dopo di questo nessuno ricorderà il suo Kingpin ). Prima stagione di non più di dieci episodi. Ritmo sincopato. No violenza esplicita e sangue. Tra la parola ai giurati ed In Treatment sotto acido.
RispondiEliminaDico che presentata così la serie sembra interessante. Narcos (di cui ho visto per ora solo la prima stagione) non mi ha preso molto, però l'ambientazione messicana mi intriga un po' di più... Quindi ecco, lo metto in lista ma dopo la serie principale, quando finirò finalmente di vederla.
RispondiEliminaIn sto periodo a telefilm sto a zero, l'ultimo che ho visto, almeno un mese fa, è stato Luke Cage (s02), che mi è piaciuto davvero molto, specie sul finale, infatti ero scimmiatissimo per la terza stagione...e l'hanno cancellato. Sì, mi rode ancora
Il grosso punto interrogativo, a proposito di Narcos, era proprio questo.
RispondiEliminaDopo UN ESCOBAR COSI', cosa volevi fare?
Cosa POTEVI FARE?
E ne approfitto per dire che ho mal digerito i recenti film su di lui. Con tutto il rispetto per Bardem e company...ma dopo quello di Moura nessuno potra' mai far meglio di cosi'.
La serie dopo ha retto il passo grazie al fatto che i tizi di Cali, pur non avendo la stessa presenza scenica, tenevano botta dal punto di vista della crudelta' e della ferocia. E Pena faceva comunque la sua porca figura.
Forse l'idea vincente di questa quarta serie (ok, non e' la quarta serie) e' stata di evitare confronti impossibili e di puntare su due personaggi NORMALI.
Per quanto si possano definire normali due persone alle prese coi lavori piu' infami del mondo, su versanti opposti.
Da una parte il boss pieno di soldi ma che vive col terrore che chiunque voglia farlo fuori (ed e' quello, che ti trasforma in una belva), e che non si fida neanche dei suoi piu' vicini collaboratori. E a ragione, visto che dono i primi a volerti fare la scarpe.
Dall'altra parte...un tizio che guadagna una miseria di stipendio per affrontare tizi piu' ricchi di lui. Una goccia in un mare di gente corrotta. In un mondo dove tutti si comprano o si vendono, e di solito i primi traffichini intrallazzati in affari sporchi sono proprio gli sbirri. Perche' a loro e' permesso tutto, e sono intoccabili.
Con premesse cosi'...l'aspettativa di vita e' arrivare a fine giornata.
consiglio spassionato a tout le monde: un recuperone di Channel Zero, la migliore serie horror antologica di... bè di SEMPRE. Ottima prima stagione, buona la seconda, ottima la terza, per la quarta le faremo sapere. Un po' da poverinos la messa in scena (è pur sempre SyFy, mica la HBO con tutti i suoi paperdollari) ma attori mediamente molto bravi.
RispondiEliminaInteressante!
EliminaIo di recente ho iniziato Kidding e Midnight, Texas.
RispondiEliminaEntrambe mi hanno stupito molto in positivo.