Rampage, L'isola dei cani, Made in Italy (3 film in cinque minuti)
C'era qualcosa che dovevi ricordarti di fare, e quel qualcosa era spendere due-parole-due sui tre film che ti sei sciroppato in aereo durante il viaggio di ritorno da Tokyo, mercoledì scorso. Tre pellicole che più eterogenee non si può: i mostroni di The Rock in Rampage, la meraviglia de L'isola dei cani di Wes Anderson, la crisi emiliana di Made in Italy di Ligabue. Ce la fai davvero in cinque minuti? Boh, proviamoci [...]
Il coin-op Midway dell'86 diventa così trentadue anni dopo un film di mostri da 120 milioni di dollari, a base di esperimenti DNAlollo, cattivi scemi (una è Spettro di Seta II di Watchmen) e gag di quelle che fanno ridere solo gli americani per una questione di colesterolo molto alto. Detto questo, vedere George, una versione punkabbestia di Lizzie e soprattutto il vecchio Ralph menarsi sullo schermo è moderatamente divertente. Soprattutto se ti piacciono le pellicole fracassone in cui mostri sfondano città. E a te piacciono. Però.
Però avrebbe potuto essere infinitamente più divertente con il materiale a disposizione, questo sì. E, soprattutto, avrebbe fatto benissimo a meno di quelle gag per persone diversamente presenti a se stesse e soprattutto del finale volemosebene alla The Rock, nel senso che ce l'ha voluto proprio lui. Quelli in cui, dopo un cataclisma da milioni di morti, sembra tutto ok, tutto tranqui, la vecchia già all'angolo sta benone. Sorrisi e canzoni. 'Nnamose a fa du spaghi, George.
Ah, non se ne può più di Jeffrey Dean Morgan che fa il sorridente pirla carismatico ciondolante come un bagnino di Riccione in ogni, cacchio, di ruolo che gli affidano, Grazie.
Presidentesse: 2.5/5
Un film alla Kurosawa in stop motion, con la follia consapevole di una produzione animata e con cani parlanti, ma tetra e non rivolta a un pubblico di bambini (PG13 negli USA). Strano, intelligente, con tanto fascino, un gioco e del cioccolato.
E pace all'anima del Beagle che Anderson aveva fatto arrotare ne I Tenenbaum.
Presidentesse: 5/5
E l'impegno c'è, la materia prima anche, ma in un modo o nell'altro quando il Luciano prova a dire la sua su un tema importante, si finisce per sfociare sempre nel didascalico spinto. Quella roba delle vittime della strage di Bologna in Da zero a dieci, la descrizione del disoccupato che cade in depressione qui e quello che ne viene dopo. Una sorta di ineluttabile sindrome da Speakers' Corner. L'espressione e il tono immutabili di Accorsi, in qualunque contesto, non aiutano, il che spiega l'onirica e felliniana sequenza iniziale, con il protagonista che balla davanti a una mortadella gigantesca. Fatti l'uno per l'altra.
Il volto di pietra dell'inventore dell'anno 1992 stona peraltro in un quadro di attori nel complesso bravi, da Kasia Smutniak a Fausto Maria Sciarappa, un irriconoscibile Zeta di Romanzo Criminale. L'idea del film legato a filo doppio al concept disc omonimo non è malvagia, a patto di digerire la musica del cantautore di Correggio, e ti piace come Ligabue scrive i suoi dialoghi, davvero, ma il film gira troppo in tondo. Sempre lì, alla fine, fuori e dentro il borgo.
Presidentesse: 3/5
RAMPAGE - FURIA ANIMALE (di Brad Peyton, 2018)
C'è questa regola non scritta per cui su ogni volo lungo guardi un film di The Rock. E no, non hai ancora ben capito perché. Dopo San Andreas e Jumanji, eccoti Rampage - Furia Animale, diretto dallo stesso tizio di San Andreas ed ennesima trasposizione videoludica improbabile a Hollywoo. Dove del resto sono stati in grado di fare un film sulla Battaglia Navale, ricordiamolo, e allora vale tutto. Che vuoi che sia.Il coin-op Midway dell'86 diventa così trentadue anni dopo un film di mostri da 120 milioni di dollari, a base di esperimenti DNAlollo, cattivi scemi (una è Spettro di Seta II di Watchmen) e gag di quelle che fanno ridere solo gli americani per una questione di colesterolo molto alto. Detto questo, vedere George, una versione punkabbestia di Lizzie e soprattutto il vecchio Ralph menarsi sullo schermo è moderatamente divertente. Soprattutto se ti piacciono le pellicole fracassone in cui mostri sfondano città. E a te piacciono. Però.
Però avrebbe potuto essere infinitamente più divertente con il materiale a disposizione, questo sì. E, soprattutto, avrebbe fatto benissimo a meno di quelle gag per persone diversamente presenti a se stesse e soprattutto del finale volemosebene alla The Rock, nel senso che ce l'ha voluto proprio lui. Quelli in cui, dopo un cataclisma da milioni di morti, sembra tutto ok, tutto tranqui, la vecchia già all'angolo sta benone. Sorrisi e canzoni. 'Nnamose a fa du spaghi, George.
Ah, non se ne può più di Jeffrey Dean Morgan che fa il sorridente pirla carismatico ciondolante come un bagnino di Riccione in ogni, cacchio, di ruolo che gli affidano, Grazie.
Presidentesse: 2.5/5
L'ISOLA DEI CANI (di Wes Anderson, 2018)
Come tu abbia fatto a perdertelo resta un grosso mistero poco gaudioso. È un film in stop motion, L'isola dei cani, c'è dietro quel geniaccio di Wes Anderson e il cast di doppiatori include Bill Murray, Bryan Cranston, Edward Norton e un sacco di altra bella gente. Il Giappone, un futuro distopico tipo gialloverde, un'isola su cui vengono spediti tutti i cani per frenare un virus canino, un ingegnoso rEgazzino chiamato Atari. Come diavolo fai a non innamorartene?Un film alla Kurosawa in stop motion, con la follia consapevole di una produzione animata e con cani parlanti, ma tetra e non rivolta a un pubblico di bambini (PG13 negli USA). Strano, intelligente, con tanto fascino, un gioco e del cioccolato.
E pace all'anima del Beagle che Anderson aveva fatto arrotare ne I Tenenbaum.
Presidentesse: 5/5
MADE IN ITALY (di Luciano Ligabue, 2018)
Ci prova, Ligabue. Ancora. A dare un senso più profondo alle sue storie di gente che tira tardi la notte nei dintorni di Reggio Emilia, ai suoi ventenni di Radiofreccia che passando per i quarantenni di Da zero a dieci sono diventati i cinquantenni di Made in Italy. Alle prese con la Crisi, quella grande, e le crisi, quelle altrettanto grandi, in famiglia, nelle amicizie, più in generale nelle proprie vite. Quando non puoi più fare finta di nulla, mettere una camicia orribile da tamarro e andare a pheega, tra cosce e zanzare e nebbia e locali in cui dai del tu e ti rispondono cazzo ti conosce scusa.E l'impegno c'è, la materia prima anche, ma in un modo o nell'altro quando il Luciano prova a dire la sua su un tema importante, si finisce per sfociare sempre nel didascalico spinto. Quella roba delle vittime della strage di Bologna in Da zero a dieci, la descrizione del disoccupato che cade in depressione qui e quello che ne viene dopo. Una sorta di ineluttabile sindrome da Speakers' Corner. L'espressione e il tono immutabili di Accorsi, in qualunque contesto, non aiutano, il che spiega l'onirica e felliniana sequenza iniziale, con il protagonista che balla davanti a una mortadella gigantesca. Fatti l'uno per l'altra.
Il volto di pietra dell'inventore dell'anno 1992 stona peraltro in un quadro di attori nel complesso bravi, da Kasia Smutniak a Fausto Maria Sciarappa, un irriconoscibile Zeta di Romanzo Criminale. L'idea del film legato a filo doppio al concept disc omonimo non è malvagia, a patto di digerire la musica del cantautore di Correggio, e ti piace come Ligabue scrive i suoi dialoghi, davvero, ma il film gira troppo in tondo. Sempre lì, alla fine, fuori e dentro il borgo.
Presidentesse: 3/5
Perche' mettono i film di The Rock?
RispondiEliminaPerche' ti tengono il cervello spento, almeno.
Su Rampage...classica baracconata all'insegna del disimpegno. Idem Skyscraper. Ed e' un peccato, perche' i presupposti per fare un buon film, visto il soggetto, c'erano.
Su L' Isola dei cani...a vederlo sembra una di quelle robe da Fuori Orario.
Ci mancava solo l'intro di Ghezzi.
Che ci volete fare...va bene l'animazione in computer grafica, ma ADORO LA PLASTILINA.
E Wes Anderson ha uno stile tutto particolare. Me n'ero gia' accorto con Fantastic Mr. Fox e Grand Hotel Budapest.
C'e' un umorismo surreale, distorto, quasi alla Monty Python (quanto mi mancano...).
E ogni tanto ti butta dentro la scena ad effetto che ti fa rimanere muto.
Tipo il cucciolo di cane che guaisce con la voce di neonato.
Inquietante.
E no, non e' affatto un film per bambini. Anche se qui, come al solito, lo hanno spacciato per tale.
Mi ha ricordato molto il vecchissimo Plague Dogs, dagli autori de La Collina dei Conigli.
A questo punto spero fortissimamente in un film sui Twisted Toyfare, prima o poi.
Su Made in Italy...niente, certi film italiani non riescono a superare o meglio, a rinunciare ad una certa dose di provincialismo.
Fortunatamente, si sta assistendo ad un inversione di tendenza.
Film come Mine o Ride hanno dimostrato che e' possibile un certo tipo di cinema anche qui da noi (e lo e' sempre stato, basterebbe solo ricordarsene. Ogni tanto, almeno. Tipo i western o i poliziotteschi).
Occhio perche' film come quelli hanno segnato il punto di non ritorno. O si comincia a capirlo, o i prossimi film che possono andar bene in prima serata su Rai Uno saranno destinati a finire nel dimenticatoio.
Del Liga alla fine mi e' piaciuto Radiofreccia, e basta.
E parlando di film che mi hanno colpito...ci metto anche LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT.
Finalmente l'ho visto, qualche settimana fa.
Che mi ero perso, ragazzi.
Bello. Ma bello bello.
Lo ammetto: la storia di Jeeg e' una paracoolata pazzesca. Senza QUEL TITOLO, non mi sarebbe fregato nulla di vederlo.
Ma...il regista ha dimostrato di saperne. Temevo ce l'avesse messo cosi' tanto per metterlo, e invece...ha un suo perche'.
A me ha ricordato molto Leon, per certi versi. Anche se Enzo e' un po' piu' rattuso. Ma anche qui abbiamo un tizio a cui non importa nulla degli altri (lui, quando non ruba, sta in casa a spararsi pornazzi e mangiare danette. Leon, quando non uccideva, badava alla piantina. Oppure trangugiava latte o si sfondava di addominali) che, all'improvviso, scopre cosa significa avere la responsabilita' di un'altra persona.
E che grazie al suo sacrificio, diventa davvero un uomo migliore.
Lo zingaro e' grandioso.
Una vera sorpresa, questo film.
Mah, francamente a me quella somiglianza che si coglie al volo con Leon ha dato un po' di fastidio. Se si esclude il fattore super poteri, metà del film era un po' la fotocopia del film di Besson, con gli spacciatori veri al posto degli spacciatori poliziotti. Carino, fuori dai classici generi italiani, ma ancora un po' troppo dentro a quel filone borgataro-underground che ormai da diversi anni sta facendo capolino nel cinema italiano con i Manetti Bros e simili. ma francamente sarebbe potuto venire fuori qualcosa di decisamente migliore cercando di affondare il colpo più sull'azione ( che qui mancava abbastanza) e meno sui personaggi, ch comunque risultano lo stesso piuttosto superficiali e mal spiegati. Il cattivo rimane il classico esaltato fuori di testa, l'eroe il tipico antieroe che non si sa da dove venga e dove voglia andare, la ragazzina non si capisce bene fino a che punto stia fuori di testa o meno, e alla fine non viene spiegata con chiarezza quale sia la causa della sua tragedia o il perchè del suo attaccamento ad un cartone animato che oggettivamente non manda in onda più nessuno da dieci anni prima che lei nascesse... Boh!
EliminaNon li ho visti,ma così a pelle mi attira quello del Liga
RispondiEliminaDoc, Veloce Come il Vento l'hai visto? Lì Accorsi è bravo davvero. Ma al di là di questo lo consiglio perché è un bel film.
RispondiEliminaSì. Non è la pellicola salvacinemaitaliano di cui si legge in giro, ma è un bel film.
EliminaConcordo. Le lodi eccessive credo derivassero in parte dalla penuria di film d'azione italiani (motivo tutto sommato legittimo per cui anche Lo Chiamavano Jeeg Robot e Smetto Quando Voglio, pur molto belli, sono stati esaltati forse oltre misura) e in parte dalla ben nota tendenza dell'internet a polarizzare tutti i giudizi.
EliminaVeloce Come il Vento e Lo Chiamavano Jeeg Robot hanno il pregio di aver fatto qualcosa di diverso. Non sono il solito film italiano dove i personaggi parlano tra di loro chiusi tra quattro mura.
EliminaSmetto Quando Voglio, il primo ed il secondo, sono bellini come film. Il terzo completa il secondo e funziona meno bene degli altri due anche se la genesi del Murena è carina.
oh a me Rampage è piaciuto, nonostante certe scenette sceme evitabili che vabbè...
RispondiElimina"Ah certo, il lupo vola"
ricordo che quattro anni fa sul volo Roma New York mi hanno propiranto Spiderman il potere di Elektro e mancava la scena iniziale dell'incidente aereo...vabbè, lì ci poteva stare, ma la deluzione maggiore è stata nel volo di ritorno. Mi sono sparato The Wolf of Wallstreet e avevano tagliato tutte le scene osé (compreso il nudo integrale di Margot Robbie) e quelle in cui si vedeva la droga...sembrava di vedere un vecchio gioco in laserdisk del 1981....ogni tre per due c'era un'interruzione con schermo nero e poi il film riprendeva da un non melgio precisato punto! Na schifezza che non vi dico (volavo con Lufthansa).
RispondiElimina"Questo film è stato editato". ROTFL.
EliminaL'Isola dei Cani devo recuperarlo ma l'accoppiata ACCORSI+LIGABUE non la reggo. in nessuna maniera. Davvero. Ora aspetto che Hollywoo metta in cantiere la mia opera prima : Un Remake del Piccolo Principe con The Rock nella parte del Piccolo Principe, Vim Diesel nella parte della Volpe, Stallone nella parte dell'Aviatore e sopratutto Jenna Jameson nella parte dei pianeti. Alla Regia Mr " il silenzio dei sentimenti il fragore delle esplosioni " Bay.
RispondiEliminaLo voglio, subito!
EliminaLo avrai!
EliminaCampanilisticamente parlando non potrei mai andare a vedere un film di Ligabue da Correggio. Cinematograficamente parlando invece...no, niente. Uguale. Interessantissima invece l'imbeccata su: "L'Isola dei cani". Sicuramente da vedere.
RispondiEliminaRampage è stato il mio film Nerd dell'anno... forse più di Fallen Kingdom... quante ore spese (in tutti i sensi) su quel videogioco!
RispondiEliminaPer un film in cui la trama è costituita da mostroni che sfasciano grattacieli non avrei saputo chiedere di meglio... non si potevano certo pretendere dialoghi shakespeariani!
Occhio a considerarlo un film "frivolo", le scene splatter abbondano, e chissà che non sia questa la causa degli incassi a malapena discreti negli States.
"Le scene splatter abbondano". E stanno un bigiù con il finale ringopeople voluto da Il Roccio. "Non m'ammazzate [OMISSIS] o me ne vado!".
EliminaIsola dei cani visto, molto interessante anche se MOLTO paraculo e un po telefonato :)
RispondiEliminaVisivamente bello.
Non ho visto nessuno dei tre film, detto questo:
RispondiEliminaRAMPAGE
Come scriveva qualcuno sopra i film di The Rock servono solo a spegnere il cervello. Potrebbero proiettarli e nel mentre diffondere del THC nell'aria così da rendere la visione tollerabile ed efficace per tutti i fruitori. Detto questo mi puzza di gran vaccata.
L'ISOLA DEI CANI
Il buon vecchio Wes per me è croce e delizia. Alcuni suoi film mi sono piaciuti molto altri non sono riuscito a finirli per eccesso di noia. Questo film per qualche recondito motivo non l'ho visto.
MADE IN ITALY
La retorica dietro i film di Ligabue non mi fa impazzire. Ho visto "Da Zero a Dieci" e non mi era dispiaciuto ma quel suo modo ripetitivo di mostrare un certo modo di vivere e di percepire la vita, se non ti appartiene e non ti è mai appartenuto come al sottoscritto, mi fa storcere il naso.
Accorsi mi aveva fatto impazzire in Veloce come il Vento, in quella parte era perfetto. In questi film mi trasmette l'idea di essere uno psicopatico.
Tornando a Jeeg Robot...il motivo per cui la ragazza e' ridotta a quel modo lo si intuisce eccome, secondo me.
RispondiEliminaE in effetti...ho trovato anch'io che la parte piu' debole sia quella dello scontro finale.
Ma mi e' piaciuto. E molto, anche.
Considerando che il cinema italiano lo ritengo pressoche' inesistente...direi che ha compiuto un mezzo miracolo.
Poi ha ragione chi ritiene che ci si debba levare di dosso quella sorta di provincialismo congenito che ammorba molti dei nostri film.
Film come Mine o Ride sono pensati per un pubblico internazionale, e all'estero funzionerebbero.
Su Jeeg...ho i miei dubbi.
Idem per Suburra. O per Veloce come il vento.
Ok la parlata tipica...ma questo per apprezzarlo appieno ho dovuto vederlo coi sottotitoli, fate un po' voi.
I poliziotteschi, gli spaghetti - western, gli horror...ci sara' un motivo per cui all'estero li apprezzavano cosi' tanto. Perche' al di la' della qualita' o meno, erano pensati per un pubblico internazionale.
Del resto il Liga sta lì, sempre lì, lì nel mezzo, finché ce n'ha sta lì...
RispondiEliminaBoiata a parte, mi sa che allora devo recuperare l'Isola dei cani, che a quanto pare avevo sottovalutato. We'll see...
Un'altra cosa che ho apprezzato in Jeeg e' che una volta tanto nonc'e' l'esaltazione e la spettacolarizzazione dei criminali.
RispondiEliminaCosa che ho sempre detestato, sia in Gomorra che in Romanzo Criminale.
Per non citare altr fiction.
Qui appaiono per cio' che sono: gente miserabile.
Lo Zingaro, a conti fatti...e' un idiota che ha fatto il passo piu' lungo della gamba ed ha finito per farle girare a gente veramente pericolosa.
Miserabile come e quanto lui e i suoi, ma pericolosa. E a un certo punto e' DAVVERO DISPERATO, perche' capisce di essere finito nei guai.
Ma GUAI GROSSI.
Per il viaggio in Giappone...lo ammetto: per il sottoscritto valgono entrambe le cose. Lavoro e pochi soldi. Mi si conceda lo sfogo.
Ma cosa ci guadagna uno a rosicare, me lo dite?
C'e' chi puo' e chi non puo'. Quando potro', e se potro', anch'io ci andro' (bella rima).
Amen.
"C'è questa regola non scritta per cui su ogni volo lungo guardi un film di The Rock."
RispondiEliminaVero, sono stato testimone della sonnolenta visione di Jumanji e non mi sorprende se non l'hai mai recensito sul blog. X)
:D
EliminaIl problema è che The Rock fa troppi film!! E' impossibile non vederne uno mentre si fanno dei voli lunghi, ormai è inflazionatissimo. Per quanto sia un simpatico umorista e mi sia anche piaciuto in un paio di titoli, tipo Il Tesoro dell'Amazzonia in cui Swarzy gli dà il suo beneplacito, lo trovo un pò noioso, alla lunga. Il problema è che con il fisico che ha deve per forza fare sempre il macho, (para)cool, indistruttibile della situazione, infilandoci anche le battutine cialtrone che fanno ridere i bambini americani. In poche parole interpreta sempre sé stesso che fa di volta in volta l'esploratore, l'etologo, il tassista, ecc. ecc. Dalla sua è che ispira naturale simpatia, ma da qui a spacciarlo come il nuovo Bruce Willis ne passa (per quanto quest'ultimo stia facendo anche lui una sequela di film tutti uguali per battere cassa, un pò alla De Niro).
EliminaVero, The Rock è dappertutto (30 film!), cambia il contesto ma il suo personaggio è sempre lo stesso, per quanto sia simpatico ora ha esagerato.
EliminaOrmai l'ho messo nella categoria "Anch'io c'ho un'affitto da pagare" assieme a capostipite Nicolas Cage.
Hai ragione, mi ero proprio dimenticato di Nic Cage. A proposito di questo, forse e dico forse, dopo tanti film fotocopia ne ha azzeccato uno, Mandy, ma gran merito va a quell'inpasticcato del regista!
EliminaSi fa e non si dovrebbe dire: sono entrato nei files del Doc ( cambia password perché Gonagai2018 è davvero prevedibile ) e ho scoperto che ha scritto un soggetto per un ipotetico low budget blockbuster della Casa delle idee in cui il Liga è Logan e la Presidentessa è Jean Grey e Stefano Accorsi, naturalmente, Scott Summers. Potrebbe essere il Lo Chiamavano Jeeg del prossimo futuro, se qualcuno dei ragazzi Marvel alza le antenne...
RispondiEliminaMAMMAMHANNOHACKERATOILCOMPUTER!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaA proposito di Accorsi vorrei spendere due parole.
RispondiEliminaDi solito un attore, come qualsiasi persona che lavora, man mano che procede negli anni matura delle esperienze, si arricchisce di un bagaglio culturale e professionale, acquisisce delle competenze. Questo lo porta a creare una base solida di know-how su cui poi imbastire nuove specializzazioni, una solida
esperienza che gli permette di essere padrone del suo e anche di sviluppare qualcosa di nuovo. Faccio l'esempio di Jim Carrey, seppur sparito dai radar per (gravi) motivi personali, partendo da una base di attorucolo per commedie da teen ager, con gli anni è diventato un attore drammatico a mio avviso molto più bravo di tanti altri conclamati. Certo, ci sono attori cani che rimangono tali per sempre, però uno che se la tira come Accorsi e che ha fatto tante pellicole come lui, proprio non mi capacito come faccia ad avere un registro di espressioni così monotono e identico in tutti i personaggi che interpreta. Come scrivevo poco sopra è vero che The Rock interpreta sempre sé stesso in tutti i film, però apprezzo il fatto che sembra almeno provare a dare qualche sfumatura in più, ad arricchire ciò che fa. Accorsi invece non mi sembra si sforzi troppo, in più non emana (imho) molta simpatia, né ha un carisma tale che mi porti a considerare un film con lui protagonista. Purtroppo questo fatto mi ha precluso la visione di alcuni film, però posso di poter sopravvivere alla cosa.