Al Tokyo Game Show le cosplayer hanno le tette finte
Torni al TGS dopo, boh, otto anni. Torni e lo trovi vivo e vegeto, come l'ora e quaranta di fila all'ingresso, falange compatta di otaku, infiltrati americani, turisti smarriti, calabresi. C'è frenesia, c'è euforia, c'è un filo di stress. Ma lì, a pochi metri, dentro ai padiglioni c'è ancora del futuro per il videogiuoco giapponese. Ci sono luci, gadget, ciccikojì, sogni di jrock and roll. Basta cercarli in mezzo alle cosplayer con le tette finte [...]
A tre quarti della fila ai cancelli, resa una colonna dothraki di migliaia di teste dai capelli neri dai controlli superflui ma molto coreografati e nipponici degli zainetti, prende a piovere e si aprono gli ombrelli. Urli "Restare uniti!", come un rasscrò supplente, e si forma una testuggine pronta ad affrontare l'urto di una pioggia pure di frecce o di qualsiasi altra cosa, tranne magari di parole pesanti.
Dentro, nei padiglioni del Makuhari Messe, le file monster sono ovunque. Vuoi provare un gioco importante, una tripla A qualechesia? Due ore. Vuoi comprare qualcosa allo stand della CiccioKojì Productions? Due ore. Mingere? Due or... no, per fortuna almeno quello no. E sempre per fortuna, non è proprio tutto tutto così, ché tipo a spendere soldi allo stand SNK non ci si mette nulla e devono anzi tirarti via e picchiarti con un giornale arrotolato, gli altri, per non farti comprare il giubbetto tamarrobellissimo di Metal Slug. Avresti dominato il quartiere, con quello. Peccato.
Scatti foto agli stand e alle standiste, ma è lavoro, oh. No, sul serio. E fotografi anche i cosplayer, che al 99,9% sono delle cosplayer. O dei cosplayer vestiti da donne. Le regole d'ingaggio per poter scattare una foto sono molto severe e ci sono gli sbirri della vigilanza della fiera che ti agitano un cartello davanti allo smartphone se non le rispetti. Nei casi più gravi, chiamano i leucociti armati di manganello di quel loro nuovo Siamo fatti così anime per farti picchiare.
E sì, molte cosplayer hanno le tette finte. Ma non nel senso che si sono rifatte: indossano protesi esterne in gomma color carne a simulare lo spessore minneo del personaggio. Cettolaqualunque ha vinto, il sudore pure.
Incroci un po' di italiani e di vecchie conoscenze, compresa quella vecchia sagoma di Toshihiro Nagoshi ormai sempre più mickeyrourke marrone. Mangi onigiri e brioscine buffe, annaffiate dalla cocacola plus che fa dimagrire e fa pure schifo. Pensi che gli anni passano e le band si sciolgono, ma non tutto va necessariamente a distruggersi e sbragare e a rotoli. Anni fa il Tokyo Game Show sembrava finito in mano alla cricca dei giochi per cellulare, oggi è di nuovo, in gran parte, una fiera di giochi per console, piena di novità e con un afflusso mostruoso.
A questo pensi, e ne sei felice, mentre vieni travolto dalla folla come un jack uomo della, solo perché ti sei avvicinato troppo allo stand Sony. Provi a urlare che qualunque cosa esca da quei cancelli, avrete maggiori possibilità di sopravvivere se combatterete uniti. "Avete capito?"
Ma nessuno parla calabrese, non hanno capito. E vieni travolto.
Ti risvegli su un treno che si allontana veloce dal Makuhari Messe. Hai in spalla una bustona piena di adesivi, cazzatine, spillette, perché la fiera, come sfornatutto, non fa solo toast, pizzette. Guardi il tramonto sul mare e ti senti stranamente euforico. Sarà che hai visto tante cose, sarà la grandeur da stand nipponici. Sarà che quando ci venivi per lavoro, un tempo, dovevi star lì a provare controvoglia dei giochi dimmerda e ora invece hai affrontato una massacrante giornata tutta in piedi da uomo libero e rilassato.
Era uno di Cosenza, mi pare, onoratelo!, dice una tizia della ferrovia accanto alla tua salma, mezzo minuto dopo, quando crolli a terra esanime.
A tre quarti della fila ai cancelli, resa una colonna dothraki di migliaia di teste dai capelli neri dai controlli superflui ma molto coreografati e nipponici degli zainetti, prende a piovere e si aprono gli ombrelli. Urli "Restare uniti!", come un rasscrò supplente, e si forma una testuggine pronta ad affrontare l'urto di una pioggia pure di frecce o di qualsiasi altra cosa, tranne magari di parole pesanti.
Dentro, nei padiglioni del Makuhari Messe, le file monster sono ovunque. Vuoi provare un gioco importante, una tripla A qualechesia? Due ore. Vuoi comprare qualcosa allo stand della CiccioKojì Productions? Due ore. Mingere? Due or... no, per fortuna almeno quello no. E sempre per fortuna, non è proprio tutto tutto così, ché tipo a spendere soldi allo stand SNK non ci si mette nulla e devono anzi tirarti via e picchiarti con un giornale arrotolato, gli altri, per non farti comprare il giubbetto tamarrobellissimo di Metal Slug. Avresti dominato il quartiere, con quello. Peccato.
Scatti foto agli stand e alle standiste, ma è lavoro, oh. No, sul serio. E fotografi anche i cosplayer, che al 99,9% sono delle cosplayer. O dei cosplayer vestiti da donne. Le regole d'ingaggio per poter scattare una foto sono molto severe e ci sono gli sbirri della vigilanza della fiera che ti agitano un cartello davanti allo smartphone se non le rispetti. Nei casi più gravi, chiamano i leucociti armati di manganello di quel loro nuovo Siamo fatti così anime per farti picchiare.
E sì, molte cosplayer hanno le tette finte. Ma non nel senso che si sono rifatte: indossano protesi esterne in gomma color carne a simulare lo spessore minneo del personaggio. Cettolaqualunque ha vinto, il sudore pure.
Incroci un po' di italiani e di vecchie conoscenze, compresa quella vecchia sagoma di Toshihiro Nagoshi ormai sempre più mickeyrourke marrone. Mangi onigiri e brioscine buffe, annaffiate dalla cocacola plus che fa dimagrire e fa pure schifo. Pensi che gli anni passano e le band si sciolgono, ma non tutto va necessariamente a distruggersi e sbragare e a rotoli. Anni fa il Tokyo Game Show sembrava finito in mano alla cricca dei giochi per cellulare, oggi è di nuovo, in gran parte, una fiera di giochi per console, piena di novità e con un afflusso mostruoso.
A questo pensi, e ne sei felice, mentre vieni travolto dalla folla come un jack uomo della, solo perché ti sei avvicinato troppo allo stand Sony. Provi a urlare che qualunque cosa esca da quei cancelli, avrete maggiori possibilità di sopravvivere se combatterete uniti. "Avete capito?"
Ma nessuno parla calabrese, non hanno capito. E vieni travolto.
Ti risvegli su un treno che si allontana veloce dal Makuhari Messe. Hai in spalla una bustona piena di adesivi, cazzatine, spillette, perché la fiera, come sfornatutto, non fa solo toast, pizzette. Guardi il tramonto sul mare e ti senti stranamente euforico. Sarà che hai visto tante cose, sarà la grandeur da stand nipponici. Sarà che quando ci venivi per lavoro, un tempo, dovevi star lì a provare controvoglia dei giochi dimmerda e ora invece hai affrontato una massacrante giornata tutta in piedi da uomo libero e rilassato.
Era uno di Cosenza, mi pare, onoratelo!, dice una tizia della ferrovia accanto alla tua salma, mezzo minuto dopo, quando crolli a terra esanime.
Si sa che i gaijin calabresi hanno la scorza dura e possono sopportare un TGS così duro senza gravi conseguenze psicologiche. Io, onestamente, non ce la farei, anche con l'appeal fornito dalle cosplayer poppute, seppur fintamente. Il mio problema è che non sopporto più la calca, nonostante quella educata dei nipponici, figuriamoci quella nostrana fatta di cafonazzi che soffrono della sindrome di Corona. Comunque grazie, come sempre, per questi spaccati di vita che ci uniscono nell'Antro-cumpa.
RispondiElimina"La calca educata dei nipponici". Vero, finché non appaiono ragazze vestite da lolita e si intravede la possibilità di fotografare le mutandine. In quel caso diventano peggio degli italiani davanti ad un buffet gratuito. xD Ero stato al Comiket ed ero rimasto sconvolto dalla loro trasformazione.
EliminaPer darti un idea: http://alonestar.egloos.com/m/4894366
Ma in quel caso sono giustificati!! Scherzo, ovviamente, purtroppo durante la mia unica e breve permanenza in suolo nipponico non ho mai sperimentato tale situazione.
EliminaGrande, Doc!!
RispondiEliminaA quanto pare...le console non sono morte. Non ancora.
E meno male. E se lo si puo' notare li' da Nippolandia...vuol dire che possiamo stare tranquilli.
Almeno per un po'.
In effetti le ultime edizioni non lasciavano ben sperare, per l'industria giapponese. Ma sembra si stiano risollevando alla grande, finalmente.
Beh, che altro dire...buona continuazione!!
È giunto infine per me il momento di fare il PDF... E niente, i leucociti del nuovo Siamo fatti così giappo (Cells at work, per noi occidentali) non hanno il manganello, no... Hanno dei fott*tipugnali con cui fanno a pezzi i germi!
RispondiEliminaPerdonatemi, dovevo dirlo, perché mi lasciano sempre un po' inquietato quando guardo l'anime.
Detto questo, i reportaggi dal giappone si riconfermano una delle cose migliori dell'Antro! Molto belle anche le foto sui social (quelle di IGN le devo ancora vedere), ma queste descrizioni scritte sono pure più evocative... Grazie per il tuo tenerci aggiornati, Doc! E buon proseguimento
Quelle fiere ti stroncano ma ti lasciano anche appagato, non avrai fatto tutto quello che volevi e non ti sei comprato questo o quello ma è sempre splendido andarci.
RispondiEliminaPer tornare come nuovi, più o meno, consiglio tazzone di ramen + birra + dormita, chip neurale permettendo.
Adesso ESIGO la foto del giubbetto di Metal Slug. Ma tipo prima di subito.
RispondiEliminaVista ora su IGN. Dopo questa figuremmè chiedo scudo e mi eclisso.
EliminaAdòòòro i tuoi reportage!
RispondiEliminaI tuoi compagni di viaggio sono stai bravo doc.
RispondiEliminaNeccuna forza in cielo e in terra avrebbe impedito a me di ottenere quel giubbotto.
L'importante è che ne sei uscito sano e salma.
RispondiEliminaPer fortuna che non hai reagito quando ti hanno preso a giornalate, tipo con una pedata mentre urlavi "Questa è Tokyo!!" ;)
RispondiEliminaDoveva caricare una shoryuken mentre cantava una canzone di Gigi D'Alessio. Una combo devastante!
EliminaCome fai a saperlo, le hai strizzate tutte?
RispondiEliminaE' uno sporco lavoro ma qualcuno lo doveva pur fare (cit.)!
EliminaDoc, mentre tu sei a Tokyo con la cricca dell'antro, io ieri sono andato al Castello Svevo al 'Le Strade Del Paesaggio' e ho conosciuto e mi sono fatto autografare V For Vendetta da David Lloyd. Se non fossi stato in Giappone saresti venuto?
RispondiEliminaSì! Mannaggia.
EliminaDai grandissimo!! Certo un giro nel merchandising di ciccioKoji dovevi farcelo anche solo per il povero Duffo :) Che dice Russel Crow magro de noantri di Death Strain?
RispondiEliminaSi professa freddino, stranamente.
EliminaNon le fanno più le groupie di CiccioKojì di una volta.
Ottimo racconto, Doc!
RispondiEliminaHai visto merchadising, modelli o roba varia di Ghost of Tsushima?
Nope.
EliminaDoc, sei un eroe! Ma non come Oronzo Canà, anche se ti lanceremmo in aria tutti (con molta attenzione!). Sei un eroe vero anche perché quando racconti ci sembra di essere lì a soffrire e gioire e ringere con te. Domo arigatou gozaimasu, come sempre.
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