Ritorno al bosco dei 100 acri, la recensione tranquilla (muori male, Winnie the Pooh)
Quando un sabato devi decidere tra l'ultimo Mission Impossible e il film malinconico su Winnie Pooh, ti butti su quest'ultimo ingannato con effetto sotomayor sine vasella dalla sinossi, appunto, malinconica. E te ne penti. Tanto. Tantissimo. Perché di malinconico alla fine c'è poco o nulla, in Ritorno al bosco dei 100 acri. Favoletta per bambini in cui dopo dieci secondi vorresti affogare quel fottuto orsetto mangiamiele di peluche con quella sua vocina insopportabile e dar fuoco a tutto il cazzo di bosco, teh, brucia, Pimpi, ché ci facciamo l'arrosto. L'hai presa bene, insomma [...]
Ritorno al bosco dei 100 acri non è alla fine minimamente malinconico come la sua grigia Londra, si diceva, e di sicuro lo è molto meno di un Toy Story a caso. Assuefatti a decine di pellicole identiche, ci si abbuffa facile e veloce la uallera, ma è un prodotto per bambini e magari loro si divertono, che ne sai, boh. Il personaggio di Christopher Robin era ispirato a quello di Christopher Robin Milne, il figlio di A. A. Milne e protagonista dei libri su Winnie e i suoi amici con problemi seri. Nella versione Disney il ragazzino era scivolato sullo sfondo, piazzando il dannato orsetto al centro della scena,
Ora, non è che il personaggio di Winnie the Pooh ti abbia mai fatto impazzire, anche da rEgazzino, probabilmente in quanto non robot guerriero con rockettopunchi e lame boomerang. Ma la sua versione nel film l'hai trovata di un non reggibile che e è difficile da spiegare a parole. Ogni volta che quella vocetta ripeteva "Christopher Robin" (almeno 290 volte) sprofondavi un po' di più in poltrona e alla fine ti sei ritrovato praticamente steso a terra.
Lo ripeti, prima che qualche scappato di casa dell'Internet venga a fare il professorino della ceppa, visto che in Rete si porta: magari ai ragazzini può pure piacere, non sei un ragazzino, non ne hai idea, il voto qui sotto ha senso per i tuoi di gusti. Ammesso sempre che i voti abbiano mai un senso. A un adulto, a meno che non sia un superfan del mondo creato da Milne e della sua versione animata in salsa Disney (in grado cioè di apprezzare le varie citazioni, come Tigro che canta Ricordati sempre dei Tigri), o sia rimasto chiuso in una caverna per gli ultimi trent'anni e si sia perso così gli altri duecento film con lo stesso messaggio parrocchiale sulle cose importanti e il gusto vero della vita già insegnate dall'amaro averna, la vedi difficile. Ma tutto può essere e (ih)oh, alla fine sai che ti frega.
Non è che vuoi fare lo sgarbato per forza, oggi, ma sì, ecco, winniecoso affogatici con quel miele. Bastardo.
Ritorno al bosco dei 100 acri si intitola in originale Cristopher Robin ed è quindi, giustamente, un film in cui il nome "Christopher Robin" viene ripetuto almeno 300 volte. Almeno. Il bambino che giocava con Winnie, Tigro, Ih-oh e gli altri è cresciuto, è diventato Ewan McGregor, ha fatto la guerra ed è oggi, nella Londra degli anni 40, un manager aziendale triste e ingrigito. Anche se s'è sposato con l'agente Carter. Segue storia su un uomo adulto in crisi perché ha perso la fantasia e rinnegato gli amici che la popolavano (fischiettate il tema di Hook), rivolta a un pubblico di bambini ma con una tirata d'orecchie da parroco per gli spettatori adulti che trascorrono troppo tempo al lavoro, lontano dalla famiglia (Hook). Con una fiacca corsa nominalmente rocambolesca dei pupazzi per salvare il posto a Christopher sul finale (Toy Story), e abbraccione circolare volemose bene e smerdacattivo, come in praticamente tutti i film per famiglie degli anni 80.
Ma io avevo sposato un ragazzo allegro e con la spada laser. |
Ritorno al bosco dei 100 acri non è alla fine minimamente malinconico come la sua grigia Londra, si diceva, e di sicuro lo è molto meno di un Toy Story a caso. Assuefatti a decine di pellicole identiche, ci si abbuffa facile e veloce la uallera, ma è un prodotto per bambini e magari loro si divertono, che ne sai, boh. Il personaggio di Christopher Robin era ispirato a quello di Christopher Robin Milne, il figlio di A. A. Milne e protagonista dei libri su Winnie e i suoi amici con problemi seri. Nella versione Disney il ragazzino era scivolato sullo sfondo, piazzando il dannato orsetto al centro della scena,
perciò ha senso costruire una storia sul come crescendo si diventa stronzi e si dimentica questo e quello, ma poi lo riscopri e sei felice e tu lo sai batti le mani.Solo che, appunto, ne viene fuori Hook con i pupazzi in CGI. I pupazzi insopportabili in CGI.
Si stava meglio a Bayside School. |
Ora, non è che il personaggio di Winnie the Pooh ti abbia mai fatto impazzire, anche da rEgazzino, probabilmente in quanto non robot guerriero con rockettopunchi e lame boomerang. Ma la sua versione nel film l'hai trovata di un non reggibile che e è difficile da spiegare a parole. Ogni volta che quella vocetta ripeteva "Christopher Robin" (almeno 290 volte) sprofondavi un po' di più in poltrona e alla fine ti sei ritrovato praticamente steso a terra.
L'unica cosa a tuo gusto piacevole e vagamente divertente in tutto il film sono state le frasi da depresso di Ih-Oh.Ricordiamo, per chi non lo sapesse, che una lunga e fondatissima teoria suffragata dai canadesi vuole che ciascuna di queste bestie di peluche rappresenti un diverso disturbo mentale: depressione (grave) per l'asino, bulimia per l'orso mangiamiele, sindrome da deficit di attenzione per Tigro, disturbo ossessivo compulsivo per Tappo il coniglio, etc. E l'asino di pezza depresso (e grazie, gli hanno inchiodato una coda al culo) ti è sempre stato simpatico. Quando stavi male ne hai regalato un pupazzetto a tua figlia e va' cosa ti dice la testa, va'.
Tranquillo, zi', sotto la giacca c'ho il coccolino come un testimonial vintage. |
Lo ripeti, prima che qualche scappato di casa dell'Internet venga a fare il professorino della ceppa, visto che in Rete si porta: magari ai ragazzini può pure piacere, non sei un ragazzino, non ne hai idea, il voto qui sotto ha senso per i tuoi di gusti. Ammesso sempre che i voti abbiano mai un senso. A un adulto, a meno che non sia un superfan del mondo creato da Milne e della sua versione animata in salsa Disney (in grado cioè di apprezzare le varie citazioni, come Tigro che canta Ricordati sempre dei Tigri), o sia rimasto chiuso in una caverna per gli ultimi trent'anni e si sia perso così gli altri duecento film con lo stesso messaggio parrocchiale sulle cose importanti e il gusto vero della vita già insegnate dall'amaro averna, la vedi difficile. Ma tutto può essere e (ih)oh, alla fine sai che ti frega.
Non è che vuoi fare lo sgarbato per forza, oggi, ma sì, ecco, winniecoso affogatici con quel miele. Bastardo.
Doc effettivamente la tua acrimonia lascia un poco perplessi... non c'è nemmeno una battuta sarcastica (del tipo "BUUUUHHH non razzisti). Forse la resa è stata più fedele paradossalmente, Pooh e company non hanno movenze scanzonate e buffonesche come tante altre controparti disneyane, e il disturbo mentale rende bene tanti loro comportamenti ossessivi (per esempio la ricerca continua di Cristopher Robin) . Hi Ho è sempre stato il mio preferito (adoro gli outsiders).
RispondiEliminaSuvvia, è l'acredine stessa la battuta. Credevo si capisse (sin dal titolo :D).
EliminaPossibile che il doppiaggio non abbia aiutato?
RispondiElimina"L'unica cosa a tuo gusto piacevole e vagamente divertente in tutto il film sono state le frasi da depresso di Ih-Oh."
RispondiEliminaChe poi è anche l'unica cosa che abbia mai apprezzato del cartone a suo tempo. Cazzo c'hai da saltare, Tigro, che sei circondato da disadattati.
Ook, Doc.
RispondiEliminaDavvero tempestiva, come rece.
Perche' avevamo una mezza idea di portare la piccola a vederlo questo week-end, dato che al mare aveva visto la locandina e aveva cominciato a menarla.
Ma poi non ha piu' detto nulla e poi, leggendo il tuo parere...preferisco glissare.
Magari ci giochiamo la carta cinema a fine mese con GLI INCREDIBILI 2 (anche se ho paura, con i sequel...ho visto il trailer di RALPH 2 e mi butta MALISSIMO)...
sarà che a me i pooh sono sempre piaciuti, sarà che rho è una cittadina dell'interland un sacco diventente quando cerca di essere un tigro, sarà che tappo è l'unico sano di mente ma uqando ho visto il trailer e winnie ha detto al ewan mcgregor che era al parco a cercare del fumo :<> io mi sono sciolto.
Eliminaavendo una figlia piccola ormai vado solo ogni morte di papa (troppo piccola per portare anche lei) ma questo lo voglio vedere non in streaming
Volevo portarci la figlia perché ama molto Paddington e qui una ricetta sumile: Orso + Londra. Dopo aver letto ma mi ha smontato abbastanza.
RispondiEliminaVedremo.
Peccato, perché con un'idea come questa si poteva fare molto, ma veramente molto, sul discorso di cosa sia la fantasia per un bambino e cosa invece diventa quando sei adulto. Ma ci sarebbe voluto coraggio, e coraggio fa rima con rischio, cosa che in casa Disney ( e non solo) fa raccapriccio ( che vabbè, magari lo faceva pure a me se i soldi dovevo metterceli io, eh). Ah, se solo Watterson uscisse dal limbo di paesaggi ad acquerello in cui si è rinchiuso e ci proponesse un fumetto in cui Calvin adulto incontra nuovamente Hobbes... ma si sa, i sogni son desideri di felicità...
RispondiEliminaD'accordo con Drakkan.
RispondiEliminaC'e' gia' Paddington e a quanto pare sembra fatto molto meglio.
Ci starebbe troppi un film su Calvin e Hobbes (li adoravo, su Snoopy).
Basta che non me lo trasformino in una roba alla Ted...
Mi pareva book brutto coi peluche, non ci sono andato lontano
RispondiEliminaHook
EliminaMa davvero ti cacano così tanto la uallera da dover mettere il disclaimer per i voti ad ogni recensione? Sarà che son vecchietto ma questa cosa mi basisce assai.
RispondiEliminaTu non hai idea. Le paranoie per mezzo voto sono ovunque. Ma ho scritto recensioni di videogiochi per una vita, mi rimbalzano come Tigro.
EliminaLe discussioni sotto il post sul remake di Robocop sono qualcosa di meraviglioso, se lette con lo spirito giusto. Ricordiamoci tutti che "non puoi guardarlo con l'occhio del paragone".
EliminaSono andato a leggermi i commenti al post di Robocop, giusto per capire, mi ci è voluto un po'...
EliminaVeramente, non mi capacito...
Li ho letti anche io... Una sola parola: agghicciande!! Anzi, due parole: comblotto agghiacciande!! Poi la questione dei soldi del Doc e di come li spende mi sembra appartenere al teatro dell'assurdo, tipo Aspettando Godot...
EliminaNon credo chela Disney sia interessata a rendere un film live con il suo marchio sulla locandina profondo, il.suo target sono sempre stati i ragazzini e la sua mission è quella di vendere pupazzetti fatti in Cina nei suoi store, poi ovviamente puoi sempre trovare il bravo regista che malgrado tutte le limitazioni riesca a fare un film godibile, ma questa è una cosa quasi accidentale.
RispondiEliminaPiccolo OT, su Netflix hanno caricato Paradise P.D . , praticamente un Family Guy (per l'umorismo un po triviale) scritto meglio, se.non lo hai fatto dagli in occhiata.
Già in lista da tempo, ma grazie per il pensiero. Lo comincio tra poco.
EliminaI libri originali di AA Milne sono, a mio parere, molto belli. Il finale di Winnie the Pooh è davvero un toccante addio all'infanzia.
RispondiEliminaIl trattamento perpetrato dalla Disney nei confronti di quest'opera è sempre stato invece terribile. Questo film, in particolare, mi lascia un po' perplesso, visto il livello di mistificazione raggiunto nei confronti della vera storia di Christopher Robin Milne, se pensiamo al rapporto conflittuale che esisteva in realtà tra questi e l'opera del padre.
Tutto questo per dire: date una chance ai libri originali e lasciate perdere il drogato di miele con la maglietta da Baywatch della Disney.
Questo mi fa ben sperare alla recensione di Ralph spacatutto 2, dove mezzo mondo è impazzito nel vedere quelle cazzo di principesse di Disney e io scemo che mi chiedo "ma perché fanno una copia di Emoji Movie solo con Ralph?"
RispondiEliminaSì, Ih-OH vince facile sul resto del gruppo di disagiati.
RispondiEliminaNon salvi nemmeno quella topolona di Hayley Atwell?!
RispondiElimina"Triste e ingrigito. Anche se s'è sposato con l'agente Carter".
EliminaAaaaaaah, ma allora è un film di fantascienza!?
EliminaMeno male, poteva andarmi peggio, ieri eravamo indecisi tra Mission Impossible Fallout e Resta Con Me (che un calcio rotante al di sotto della cintura sarebbe stato più allegro).
RispondiEliminaAlla fine per fortuna l'ha spuntata Ethan Hunt; due ore e mezza d'azione e leggi della fisica e del tempo che vanno a farsi benedire, con coundown di 15 minuti che su schermo ne durano 46, e gare di burronesimo tali che a un certo punto si vede anche Pegasus!
La sensazione che fosse una storia portata avanti alla Hook l'avevo avuta anche io dal trailer, non amo particolarmente Pooh e company ma probabilmente ci porterò i bambini a vederlo.
RispondiEliminaSempre odiato questo orso (caso più unico che raro) e tutto il suo corollario di casi umani
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