Ha senso parlare ancora oggi di NERD?
Ieri stavi guardando questo documentario su retepellicole dedicato alla Funko. Più che all'azienda in sé e alla sua storia, ai suoi fan, i Funatic, esagitatissimi e innocui, pure quando un filo inquietanti, fan dei Funko Pop! e di quegli altri pupazzini con la testa gigante. A un certo punto, in una carrellata di celebrità ed ex celebrità e regine del celebrità che parlavano del loro amore per i Pop!, tra un Robert Englund, un'Elvira la strega e il Jones di Flash Gordon, salta fuori il Ranger Nero dei Power Rangers e dice una cosa sull'essere nerd. Una frase che ti ha aiutato a mettere a fuoco una roba che ti girava nella testa da tempo. Chi sono i nerd, oggi? E prima di ogni altra cosa, esistono ancora? [...]
Vent'anni fa era tutto più semplice, la linea di demarcazione era netta come la linea d'ombra di Conrad. Se eri un fan di fumetti, videogiochi, fantasy, fantascienza, etc, eri un nerd. Ti capivano solo i tuoi simili, la gente normale ti guardava in genere con disprezzo. Ma leggi ancora quelle cose lì, ma ancora i videogiochi, ma ancora questo e quell'altro. Che detto da un'edicolante di mezza età che leggeva cronaca vera faceva sempre il suo effetto. Oggi quegli hobby sono stati fagocitati dalla cultura pop, SONO la cultura pop di questi anni Dieci, e sono gli hobby di tutti.
Oggi Tokyo è piena di ragazzini con il logo Marvel su felpe e magliette; ragazzini che non hanno probabilmente mai letto un fumetto Marvel in vita loro. È il fenomeno della maglietta di Lanterna Verde di cui si parlava qui. La indosso perché ce l'aveva su Sheldon Cooper, che mi frega del resto. Non è ovviamente nulla di nuovo. Nei primi anni 80 si portavano le t-shirt con i Peanuts, e non bisognava conoscere i fumetti di Schulz per apprezzarne il design. Dove sta la differenza? Nel fatto che se togli ai nerd l'esclusiva sulla loro liturgia di magliettine di super-eroi, Star Wars e manga, sulle parate di action figure sulla scrivania, sulle citazioni, tramutando tutto in carburante da social, cosa resta? Resta qualcosa?
È per questo che sostieni da tempo che l'aggettivo nerd non ha più molto senso, in molti dei contesti nei quali viene comunemente usato oggi. D'accordo, è un modo semplice e veloce per riassumere una gamma d'interessi (sono in fondo solo quattro lettere), ma non esiste più una specifica cultura nerd da difendere, da rivendicare, da proteggere. Che piaccia o meno, che lo si comprenda o no, è patrimonio di tutti, lì fuori. È terreno comune di persone di ogni età, in ogni continente. La nicchia, il circolo privato dei diversi, sono oggi film della Disney che incassano miliardi di dollari e va a vederli pure tua nonna.
Il mondo nerd, in buona sostanza, probabilmente non esiste più. È una convenzione, un escamotage linguistico per risparmiare parole nel definire un pool di argomenti, in uno dei sette milioni di siti tutti uguali che riciclano le stesse news, fruiti da persone che, per la maggior parte, nerd non lo sono neanche lontanamente. Perché sì, i nerd esistono comunque. Anche se è cambiato il mondo che li circonda. E se sono una specie in via d'estinzione.
Nerd è il super-impallinato. Quello che l'interesse per quel certo argomento, ora di massa, lo ha sempre portato a un livello superiore. C'è chi segue i film Marvel e chi ha migliaia di fumetti Marvel. C'è chi guarda il Trono di Spade e chi ha letto i libri di Ciccio Martin tre volte. Chi colleziona doll e robot che gli riempiono casa. Chi gioca ai GdR il mercoledì sera con gli amici fino all'una. Chi, soprattutto, investe in quelle passioni la cosa più preziosa che abbiamo oggi dopo i farloccocoin: il tempo.
Ma non è soltanto quello, chiaro. Chi gioca per 23,5 ore al giorno a uno di quei titoli ammucchia scrigni e succhiavita su smartphone è un nerd? Chi guarda telefilm tutto il giorno in streaming perché non ha altro da fare è un nerd? No. Senza la passione vera di fondo, il tempo è come la potenza delle gomme di Ronaldo senza controllo: nulla. Ma i nerd, per quanto possa sembrare strano, si riproducono: allora perché non siamo a cavallo? Perché dici che andranno ad estinguersi?
Perché non credi sia facile passare alle nuove generazioni questo tipo di testimone. Gli interessi? Sicuro. Quel grado di passione, che duri nel tempo? Mhh. Pochi anni di massificazione di quella sottocultura, di trasformazione della stessa in cultura pop di massa, hanno scompigliato a tal punto le carte sul tablet che siamo qui a parlare di cosa e chi sia nerd. Figuratevi tra dieci anni. O venti. Il mondo di chi vien su ora, immerso in questo brodo primordiale di citazioni di Ghostbusters, videogame, super-eroi e finti anni 80 cristallizzati nelle capuzzelle di plastica, sarà tutto nerd. E quindi per nulla nerd. E far finta di niente, rifugiarsi in una perpetua Sindrome di Alamo in cui ci si continua a sentire diversi e incompresi e attaccati, non solo non ha senso, ma è anacronistico quanto presentarsi al giro d'Italia con un velocipede. Non sono più gli anni 90.
I nerd esisteranno fino a quando resteranno in vita quelli attuali, insomma. Credi, temi. E qui siete autorizzati a fare tutti gli scongiuri del caso. Ma oggi, nella marmellata di cui sopra, nella febbre da feticcio pop, come li riconosci? Il nerd è quello che quando trova un suo simile, una persona con cui parlare liberamente delle cose che gli piacciono, non si sente solo a suo agio. È felice. Lo vedi, che gli brillano gli occhi, perché lascia parlare il ragazzino che si porta dentro.
Perché a volte ci si stupisce comunque del vedere che tutti sanno chi diavolo sono i Guardiani della Galassia, ok, ma incontrare chi leggeva Marvel o manga quasi trent'anni fa è un'altra cosa. Perché gli ex casual gamer di un tempo ora giocano infinitamente più di ogni vecchio videgiocatore, ma l'amore per i videogiochi è un'altra cosa, e non si ferma alle mode del mercato, alla poltrona da gamer o alle tazze di gamestop. Perché certe passioni non è neanche necessario mostrarle sempre su una maglietta, te le porti dentro. Fintanto che dura, serenamente, senza sentirsi volpi inseguite da un branco di foxhound del mainstream.
Il micromondo dei nerd è morto, viva i nerd.
(Però solo quelli che si lavano, eh).
Vent'anni fa era tutto più semplice, la linea di demarcazione era netta come la linea d'ombra di Conrad. Se eri un fan di fumetti, videogiochi, fantasy, fantascienza, etc, eri un nerd. Ti capivano solo i tuoi simili, la gente normale ti guardava in genere con disprezzo. Ma leggi ancora quelle cose lì, ma ancora i videogiochi, ma ancora questo e quell'altro. Che detto da un'edicolante di mezza età che leggeva cronaca vera faceva sempre il suo effetto. Oggi quegli hobby sono stati fagocitati dalla cultura pop, SONO la cultura pop di questi anni Dieci, e sono gli hobby di tutti.
Tutti sanno chi sono i super-eroi Marvel. Tutti guardano una serie TV fantasy. Tutti smanettano con i videogiochi dalla mattina alla sera, su uno smartphone. Come dice il tizio che faceva il Ranger Nero, oggi sei strano se certe cose non ti interessano. "Non guardi Game of Thrones? Davvero? E perché?".È tutto nerd, in alcuni contesti devi giustificarti se non segui il flusso, se quella serie di fantascienza che hanno visto tutti su Netflix ancora non hai trovato il tempo di guardarla. È quello che ogni nerd ha sognato a lungo, se ci pensi, Out of the Ghetto come dei moderni Isaac Hayes, ma come in un vecchio episodio di Ai confini della realtà, è la versione leggermente distopica di quel sogno. È la grande marmellata nerd, l'immaginario collettivo che ha saccheggiato quelli che un tempo erano argomenti di nicchia, trasformandoli in intrattenimento di massa. In simboli di massa. In marchi e brand che fanno figo, e adesso, e oggi, e subito, anche per chi ne sa poco o nulla. Ed è tutto lecito, ed è tutto vero.
Oggi Tokyo è piena di ragazzini con il logo Marvel su felpe e magliette; ragazzini che non hanno probabilmente mai letto un fumetto Marvel in vita loro. È il fenomeno della maglietta di Lanterna Verde di cui si parlava qui. La indosso perché ce l'aveva su Sheldon Cooper, che mi frega del resto. Non è ovviamente nulla di nuovo. Nei primi anni 80 si portavano le t-shirt con i Peanuts, e non bisognava conoscere i fumetti di Schulz per apprezzarne il design. Dove sta la differenza? Nel fatto che se togli ai nerd l'esclusiva sulla loro liturgia di magliettine di super-eroi, Star Wars e manga, sulle parate di action figure sulla scrivania, sulle citazioni, tramutando tutto in carburante da social, cosa resta? Resta qualcosa?
È per questo che sostieni da tempo che l'aggettivo nerd non ha più molto senso, in molti dei contesti nei quali viene comunemente usato oggi. D'accordo, è un modo semplice e veloce per riassumere una gamma d'interessi (sono in fondo solo quattro lettere), ma non esiste più una specifica cultura nerd da difendere, da rivendicare, da proteggere. Che piaccia o meno, che lo si comprenda o no, è patrimonio di tutti, lì fuori. È terreno comune di persone di ogni età, in ogni continente. La nicchia, il circolo privato dei diversi, sono oggi film della Disney che incassano miliardi di dollari e va a vederli pure tua nonna.
Il mondo nerd, in buona sostanza, probabilmente non esiste più. È una convenzione, un escamotage linguistico per risparmiare parole nel definire un pool di argomenti, in uno dei sette milioni di siti tutti uguali che riciclano le stesse news, fruiti da persone che, per la maggior parte, nerd non lo sono neanche lontanamente. Perché sì, i nerd esistono comunque. Anche se è cambiato il mondo che li circonda. E se sono una specie in via d'estinzione.
Nerd è il super-impallinato. Quello che l'interesse per quel certo argomento, ora di massa, lo ha sempre portato a un livello superiore. C'è chi segue i film Marvel e chi ha migliaia di fumetti Marvel. C'è chi guarda il Trono di Spade e chi ha letto i libri di Ciccio Martin tre volte. Chi colleziona doll e robot che gli riempiono casa. Chi gioca ai GdR il mercoledì sera con gli amici fino all'una. Chi, soprattutto, investe in quelle passioni la cosa più preziosa che abbiamo oggi dopo i farloccocoin: il tempo.
Ma non è soltanto quello, chiaro. Chi gioca per 23,5 ore al giorno a uno di quei titoli ammucchia scrigni e succhiavita su smartphone è un nerd? Chi guarda telefilm tutto il giorno in streaming perché non ha altro da fare è un nerd? No. Senza la passione vera di fondo, il tempo è come la potenza delle gomme di Ronaldo senza controllo: nulla. Ma i nerd, per quanto possa sembrare strano, si riproducono: allora perché non siamo a cavallo? Perché dici che andranno ad estinguersi?
Perché non credi sia facile passare alle nuove generazioni questo tipo di testimone. Gli interessi? Sicuro. Quel grado di passione, che duri nel tempo? Mhh. Pochi anni di massificazione di quella sottocultura, di trasformazione della stessa in cultura pop di massa, hanno scompigliato a tal punto le carte sul tablet che siamo qui a parlare di cosa e chi sia nerd. Figuratevi tra dieci anni. O venti. Il mondo di chi vien su ora, immerso in questo brodo primordiale di citazioni di Ghostbusters, videogame, super-eroi e finti anni 80 cristallizzati nelle capuzzelle di plastica, sarà tutto nerd. E quindi per nulla nerd. E far finta di niente, rifugiarsi in una perpetua Sindrome di Alamo in cui ci si continua a sentire diversi e incompresi e attaccati, non solo non ha senso, ma è anacronistico quanto presentarsi al giro d'Italia con un velocipede. Non sono più gli anni 90.
I nerd esisteranno fino a quando resteranno in vita quelli attuali, insomma. Credi, temi. E qui siete autorizzati a fare tutti gli scongiuri del caso. Ma oggi, nella marmellata di cui sopra, nella febbre da feticcio pop, come li riconosci? Il nerd è quello che quando trova un suo simile, una persona con cui parlare liberamente delle cose che gli piacciono, non si sente solo a suo agio. È felice. Lo vedi, che gli brillano gli occhi, perché lascia parlare il ragazzino che si porta dentro.
Perché a volte ci si stupisce comunque del vedere che tutti sanno chi diavolo sono i Guardiani della Galassia, ok, ma incontrare chi leggeva Marvel o manga quasi trent'anni fa è un'altra cosa. Perché gli ex casual gamer di un tempo ora giocano infinitamente più di ogni vecchio videgiocatore, ma l'amore per i videogiochi è un'altra cosa, e non si ferma alle mode del mercato, alla poltrona da gamer o alle tazze di gamestop. Perché certe passioni non è neanche necessario mostrarle sempre su una maglietta, te le porti dentro. Fintanto che dura, serenamente, senza sentirsi volpi inseguite da un branco di foxhound del mainstream.
Il micromondo dei nerd è morto, viva i nerd.
(Però solo quelli che si lavano, eh).
No, non ha senso. O perlomeno ci vorrebbe un un nuovo nome. Mi spiego. Prima eravamo nerd per le ragioni che tutti conosciamo e non venivamo capiti. Oggi lo siamo uguale, perché una serie di bimbiminkia si atteggia a quello che eravamo e se glielo fai notare ti considera allo stesso modo una merda come un tempo. C'è solo una differenza: che se li becchi oggi dal vero, li puoi strangolare con solo 2 dita della mano sinistra...
RispondiEliminaCon certi ragazzini di oggi meglio il colpo della morte in tre giorni di Raoul, dà più soddisfazione!
EliminaAnch'io ho visto La rivincita dei nerd al cinema e fino a poco fa (prima che mia madre facesse piazza pulita) avevo persino il miniquiz sul livello di nerdosità che mi dettero all'uscita dalla sala!
Con Massimo Perrone abbiamo già disquisito del fatto che non ci sono più i nerd di una volta e quelli di oggi, che però si fanno chiamare geek, sono solo un prodotto della massificazione dei gusti e delle mode, visto che non hanno la vera passione che alimentava noi. Molti di loro (ne voglio salvare qualcuno, ho ancora speranza per l'umanità, anche perchè ne sto crescendo uno, di vero nerd) andrebbero sottoposti a presa vulcaniana, essendo dei bimbi minkia atteggiati che non capiscono il valore della nerditudine e delle lotte fatte a suo tempo per cercare di affermarsi. La grande differenza col passato, era che si viveva in un'epoca pre-internet, quindi le informazioni le desumevi dalle riviste specializzate, spesso da testate straniere, dovevi, in poche parole, "sbatterti" per stare dietro le tue passioni. Mi ricordo sempre quando andavo all'edicola di Porta Nuova per comprarmi EDGE inglese e passavo interi pomeriggi a rileggermi le news, a vedermi le foto e le pagine patinate, con gli occhi sognanti, non potendo permettermi quasi nulla ma mi bastava per immaginarmi in mille mondi fantastici e mi serviva anche per imparare l'inglese (anzi, devo dire che l'ho imparato proprio grazie a questa passione). Oggi non c'è più quell'attesa palpitante, quel desiderio di scoprire ogni volta cose nuove, di conoscere realtà che nemmeno ti immaginavi. Tutto è immediato, pronto, spoilerato mesi prima e la fantasia si perde...
EliminaA mio avviso tutto è cominciato con l'avvento della prima PlayStation, è stato quello il momento che ha segnato il cambiamento.
Ho visto ieri lo stesso documentario e mi sono fatto le stesse domande.
RispondiEliminaOggi sono tutti nerd, ergo, non lo è nessuno: tutta quella cultura nerd adesso è cultura pop, popolare, di tutti.
Ma se nessuno ti ha mai apostrofato dicendoti "non ti vergogni alla tua età a leggere ancora quelle fesserie?" negli anni 90, mentre sfogliavi un albo di uomo ragno 2099, non potrai mai fregiarti del titolo di nerd.
Io, lo porto come una medaglia e posso dire a qualsiasi pischello "sono stato nerd prima di te!" (parafrasando un vecchio brano di Enrico Ruggeri)
Ne ho quasi 45 e negli anni '90 mi apostrofavano di continuo, perchè ero un fedele lettore dell'Uomo Ragno, perchè leggevo Japan Magazine, perchè andavo a Milano alla Yamato Video (che allora era un buco) per comprarmi le VHS di Venus Wars e Ken e poi perchè ero e sono tutt'ora un appossionato di VG. Quando racconto queste cose ad amici e colleghi 20enni cerco di fargli capire che noi eravamo come dei pionieri "senza l'internet" e di come era difficile procacciarsi le materie prime. Chi di loro conosce LA RIVINCITA DEI NERD eh?! Chi?!
Elimina@Ryoma, fratello di Japan Magazine! :D
Elimina@Ryoma: bravo! Con internet son tutti bravi! Noi facevamo ricerca! :D
EliminaIo di solito dico "Io ero già nerd quando ancora era un'offesa, ho visto il film al cinema. AL CINEMA"
Elimina@il cicali: verissimo! Ora è di moda essere nerd!
EliminaIl mitico Japan Magazine senza uno straccio di licenza ufficiale e che spacciava artwork originali per disegni dei lettori XD
Elimina@Ryoma Probabilmente ci siamo incrociati alla Yamato Video, quando era un buco con una sola vetrina in via Lecco.
EliminaMi viene da dire bei tempi, sto diventando vecchio... ma un vecchio nerd!
Nerd, Geek, bambinone... nel tempo mi hanno chiamato in tanti modi.
RispondiEliminaResta il fatto che a quasi 53 anni, sono contento e fiero di esserlo.
Ho tre figli ormai maggiorenni e ho insegnato al più grande a giocare a Magic quando era piccolo.
Ora mi batte costantemente e non posso che essere felice della cosa.
Tra lui e le altre due, non sanno più dove mettere i Funko.
Tutto questo con buona pace della moglie (che gestirne quattro, di Nerd/Geek, non è facile per niente).
Il resto du mundo non capisce ?
Chissene. :-)
È abbastanza vero tutto quello che dici, ma è l'inevitabile prodotto della cultura di massa. Pensate anche al rock e al metal: vediamo ragazzini girare con magliette degli Iron Maiden, dei Metallica e dei Nirvana che non hanno mai ascoltato una loro canzone, ragazzette di quattordici anni col chiodo perché è di moda. Ogni fenomeno culturale (e il nerdismo è un fenomeno culturale come lo sono il punk o l'heavy metal) prima o poi viene inglobato e scompare come fenomeno indipendente (si pensi al rock'n'roll delle origini, scandaloso e dissacrante, divenuto cultura di massa negli anni sessanta-settanta; o, vent'anni dopo, all'hip-hop) oppure viene superato e scompare proprio del tutto o si rifugia in nicchie minimali (si pensi al progressive rock o al jazz).
RispondiEliminaNon c'è un meglio o peggio in questo senso; forse il problema è che non si vedono fenomeni culturali pop che possano lasciare una eredità di tale portata nel futuro. Le novità interessanti, i movimenti culturali, le scuole artistiche, nella musica, nel cinema, nella letteratura, sembrano inesistenti o confinate a gruppuscoli ancora più irrilevanti di quanto non fossero i nerd prima. Forse qualcosa di nuovo prima o poi verrà, ma il citazionismo selvaggio, la nostalgia e la pavidità delle grandi multinazionali dell'intrattenimento, oltre all'impoverimento delle classi medie e all'indebolimento continuo della scuola e l'abbandono della formazione di capacità critiche negli studenti, lascia pessimisti quantomeno sul futuro prossimo. Siamo in un'epoca manierista, accontentiamoci del fatto che le nostre passioni siano state sdoganate e abbiano un momento di gloria seppur mainstream.
Potrebbe non durare a lungo. E sicuramente non nelle forme che abbiamo conosciuto.
la Volpe
Ma questa non è la definizione di geek? Per nerd non si intende il secchione ad alto QI che preferisce gli studi scientifici a big bang theory (ed anche alle ragazze) che poi in età adulta ha successo, carriera.. ?
Elimina(scusate, commento doppio, non voleva essere una risposta al commento de la volpe..)
EliminaAssolutamente vero, analisi ben inquadrata. Ma non credo che "non si vedono fenomeni culturali pop che possano lasciare un'eredità di tale portata", o perlomeno è troppo azzardato o prematuro individuarlo adesso, serve il "senno del poi" e voktarsi indietro tra 10 o 20 anni. Faccio un esempio su scala "italica" e non mondiale: l'hip hop italiano. Fino a Fabri Fibra eri uno sfigato che scimmiottava gli americani e "come ti vesti? Yo! Yo!" se ascoltavi rap in Italia o peggio ancora rap italiano. Adesso l'hip hop italiano è il mainstream, in classifica dischi nei primi 10 posti 7-8 sono hip hop e i ragazzini ascoltano solo quello. A livello globale, questo succedeva a fine anni novanta (ci siamo arrivati con quei 20 anni di ritardo...).Quindi basta guardare in profondità che esempi se ne trovano!
EliminaMa questa non è la definizione di geek? Per nerd non si intende il secchione ad alto QI che preferisce gli studi scientifici a big bang theory (ed anche alle ragazze) che poi in età adulta ha successo, carriera.. ?
RispondiEliminamah le due cose si confondono, ma in generale nello slange moderno credo che il geek è il soggettone appassionato alla matematica, il nerd quello appassionato di "robe" d'altronde si usa il neologismo nerdate, non geekate
Eliminasì capisco il tuo punto di vista e c'è del vero nelle tue parole,ma non sono così pessimista,i pochi 20enni che conosco videogiocano con entusiasmo,e amano vedere film,i fumetti invece ...vabbè lì la crisi è pesante e si sente,quello che manca,sì è vero ,è la magia che noi percepivamo,ma credo fosse la meraviglia di vedere nascere un mondo davanti ai tuoi occhi,un mondo luccicante ,totalmente slegato da quello che vivevi quotidianamente ,totalmente fittizio ma che parlava a quella parte di te che già allora soffriva di nostalgia,di non si sa bene cosa, ma era,è!! indubbiamente nostalgia.
RispondiEliminaé indubbio,tutto questo non c'è più , è subentrata oramai l'abitudine e i mondi fantastici che abitiamo oramai hanno il loro spazio ben codificato da cui non conviene debordino ,perché potrebbero disturbare, ma in realtà è ,come si dice in giro,che non c'è più il futuro di una volta e nell' orizzonte limitato che viviamo conviene avere la testa bassa e i piedi per terra
come è vero! ricordo molto bene i viaggi spaziotemporali nella capsula-astronave-chiamata-cinema! tutto lì lucciava e faceva sognare, e quando si tornava a 'veder le stelle', facevo fatica a posare i piedi a terra, come una sandra bullock riprecipitata dentro il pozzo della gravity. Mi ha colpito molto quando parli di nostalgia di non si sa bene cosa, ma era ed è nostalgia. Un sentimento che provo spesso, anche di luoghi, pensa un po'. Leggevo da qualche parte che questa nostalgia incongrua coglie i viaggiatori - e forse i nerd viaggiano con l'immaginazione e la passione. Esiste una parola tedesca, intraducibile, per questo concetto di 'nostalgia per un luogo dove non si è mai stati': FERNWEH. :)
EliminaNon so, Doc. Forse invece i nerd resteranno, ma saranno "nerd" su altre cose. Nel senso, una volta si era nerd (ma poi perché usare il passato?) per quelle cose che dici tu: fumetti, videogiochi, fantasy, fantascienza, etc. Ma ora che quelle cose sono improvvisamente pop (domanda: sono forse pop perché i nerd di allora nel frattempo sono cresciuti e sono diventati i Bill Gates o Mark Zuckerberg di oggi, ovvero gli influencer definitivi? ;) ), immagino ce ne siano altre tuttora snobbate da tutti e che fanno tanto "sfigato" se te ne occupi. Chessò, lo studio del turcmeno...
RispondiEliminaEcco, quelli che oggi, nel marasma di ex-nerdate-ora-pop, riveste ancora il ruolo di quello fuori dal mondo perché lui è impallinato per qualcosa di cui non frega niente a nessuno e, anzi, lo fa passare da bamboccione o da alieno... bene, lui sarà il nerd di domani.
Perché io non credo che a fare il nerd sia il "cosa", ma il "come" :)
[Per parte mia, io sto in una posizione tutta particolare. Ché indubbiamente sono fra quelle che, negli anni '90 - ma pure prima - veniva sfottuta o almeno guardata strana perché sempre con la testa su un libro (non di scuola) o impallinata per gli anime/manga giapponesi. Che, quando poi li ha trovati, ha sempre bazzicato i luoghi di ritrovo dei nerd, perché comunque si sentiva fra i suoi simili. E che però si è sempre disinteressata - per gusti personali - di intere fette di cultura nerd, tipo il fantasy, i videogiochi, i gdr, la fantascienza letteraria, ecc.
E oggi, sono fra quelli che descrivi tu, quelli che Non guardi Game of Thrones? Davvero? E perché?. E non solo, non ho un abbonamento Netflix, non guardo le serie tv di grido, per me i videogiochi son fermi a Bejeweled, aspetto che i tf li passi Rai2 e al massimo sto in pari con i polizieschi da "vecchietti". Di contro, continuo a leggere fumetti, a guardare cartoni - mai quelli che piacciono ai più XD - e a disinteressarmi di tutto il resto. Lo rispetto, eh, che tra nerd bisogna essere solidali, ma non mi ci dedico.
Ecco, alla fine, come sempre da 40 anni, io sono io. Se sono nerd, se lo sono mai stata, non lo so con certezza. L'unica cosa che ho fatto, da sempre, è seguire ciò che piaceva a me e fregarmene di ciò che piaceva a tutti gli altri, se non mi sconfinferava XD ]
Se ti può rassicurare mi ha sempre abbastanza schifato il fantasy, salvo rari casi, e non guardo GoT.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaForse il punto essenziale è la passione vera. Non ti fermi al nozionismo o alla modo delle magliette fumettose ma è l'entusiasmo di incontrare un tuo "simile" e trovare qualche attimo di serenità nel discutere di quello o di questo.
RispondiEliminaOnestamente quando metto in orine la mia cantina piena di fumetti e action figure mi auguro che mia figlia, un domani quando sarà tutta roba sua, capisca che molti di quei fumetti e dei personaggi ivi raffigurati rappresentano, o meglio rappresentavano, una parte del mio modo di essere e forse potrebbe essere il mio modo di starle ancora un po' vicino. Niente di morboso da parte mia e se vorrà disfarsene amen perché lei deve essere se stessa.
Detto questo trovo comunque ridicolo chi per esempio si impunta e infuria su delle cose nerd offendendosi se tale opera o tale personaggio non viene compreso nello stesso modo in cui lo comprende lui (vedi gente su Star Wars o su Gundam). I puristi che in realtà sono solo dei gran #cagacaxxo.
Altro discorso è la massificazione della "cultura nerd". Per anni chi leggeva fumetti o era appassionato di anime oppure amava alcuni generi letterari è stato visto dagli altri come una persona, almeno in parte, infantile perché legato ad un qualcosa ritenuto prettamente per bambini e ragazzi. Da parte loro gli appassionati hanno cercato di far notare che il fumetto e il cartone animato sono solo uno strumento comunicativo e come può esserlo un libro o un film ed alcuni generi letterari sono uno sfondo per raccontare l'uomo. Nel fumetto e nei cartoni esiste "Natale da Chef" e "4° Potere" quindi sono il contenuto e non il mezzo a qualificare la qualità dell'opera.
Adesso la considerazione delle predette opere è migliorata grazie all'industria dell'intrattenimento che, avendo forse meno voglia di sperimentare, ha incominciato a pescare a piene mani da quel mondo semplificandolo per renderlo fruibile ad un pubblico il più vasto possibile, spesso con risultati non troppo esaltanti. Basta vedere come hanno massacrato Star Wars con Ep.8 (e pure 7 imho) per far ridere i bimbi in sala e far capire tutto al redneck di turno. Magari un domani la moda passerà o si affievolirà e rimarranno solo i veri appassionati, vedremo.
Poi un conto è essere nerd oggi a 15-20 anni (facile), un conto è rimanere nerd a 43 anni come me, cioè continuare a leggere fumetti, andare a vedere gli Avengers o Star Wars al cinema il primo giorno d'uscita, seguire GOT.. ti assicuro che con quasi tutti i miei colleghi di lavoro posso parlare invece solo di calcio, di gnocca o di politica :D Gli interessi "nerd" non sono ancora così diffusi nella provincia italiana
RispondiEliminaTi capisco. Posso affermare che in provincia (almeno qui da me) è possibile vivere ancora il brivido di essere ritenuti dei nerdaccioni solo perché in casa hai un paio di action figure e qualche fumetto. Se volete un tuffo nel passato...
EliminaA me fa un po' paura questo mondo in cui tutti vogliono essere nerd... perché in fondo lo sapevamo anche noi che leggere certa roba era in parte una perdita di tempo. Coltivavamo queste passioni con un po' di senso di colpa, mentre il resto dell'umanità era impegnato a fare altro.
RispondiEliminaOra vedere certa gente che mi chiede di spiegargli bene la storia di Visione mi sembra completamente sbagliato...
mah, nel momento in cui diventano mainstream tutte quelle cose di nicchia che facevano di un nerd un nerd è finita... probabilmente rimangono nerd quelli duri e puri che tra l'andare a farsi una passeggiata o il prendere un gelato con gli amici scelgono di rimanere a casa in solitaria e farsi l'ennesima maratona di GOT o similari. di base la categoria ha perso di significato.
RispondiElimina"come li riconosci? Il nerd è quello a cui brillano gli occhi".
RispondiEliminaPenso che la vera differenza tra nerd e non nerd sia la passione, quello che distingue un atteggiamento passivo riguardo ad un interesse o uno attivo. La persona normale prende ciò che viene offerto, ciò che ha davanti al naso, mentre il nerd spulcia, cerca. Il nerd non si ferma al mainstream, non perché è mainstream ma perché il nerd sa che c'è di più oltre quello a portata di mano, ed sono la CURIOSITA' e la passione che lo spingono. Il nerd SPULCIA. Lo vedo con mia nipote di 17 anni che si definisce un'amante della musica ("la musica è la mia vita!") e di questo o quel genere ma che non fa nessuno sforzo per realmente esplorare un genere. Quello che le passano gli amici o i brani di tendenza di youtube vanno più che bene, lei si mette là e aspetta che il mondo le dica cosa ascoltare. Quando ero adolescente vivevo per le piccole perle sconosciute.
Il nerd sono io, che a quasi mezzo secolo di vita sulle spalle, "sto qui che sfuggo al Mercato componendo una musica su Commodore 16 per un videogioco da pubblicare commercialmente".
RispondiEliminaAnalizziamo il virgolettato:
- STO QUI: non son cambiato negli anni, provo la stesas gioia con la stessa cacchiata;
- CHE SFUGGO AL MERCATO: non compro per essere nerd (come i tipi di TBBT per dire...), ma produco entro un non-mercato tutto mio/nostro elitario; qui è un videogioco...ma potrebbe essere una campagna di AD&D, il modellismo da zero (quello in cui i modellini te li fai da te), e via andare;
- SU COMMODORE 16: non sul Nintendo, non sull'Amiga, non sul C64, ma su una piattaforma che già era da nerd un anno dopo la sua produzione...perché ai nerd piacciono i fottuti perdenti, lo volete capi'? :)
- PER UN VIDEOGIOCO: vabbè, per un videogioco...;
- DA PUBBLICARE COMMERCIALMENTE: se sei quasi a metà secolo, non è che cambi gusti, piuttosto li amplifichi; pubblicare commercialmente un gioco per C16 vuol dire metterci tanta fatica per un mercato piucchepparalleloaltutto, solo per il piacere di dire "volevo farlo a 15 anni, lo faccio adesso".
Il post che avrei voluto scrivere io.
RispondiEliminaForse l'errore è fare una distinzione netta quando invece c'è una gamma di infinite sfumature in cui ognuno fa specie a sé: a un estremo il rarissimo ultra nerd che ha tutti gli stereotipi (brufoli/occhiali/timidezza/D&D/fumetti/hardsci-fi), all'altro estremo l'altrettanto raro individuo che non ha mai visto neanche un cinefumetto. Lo spazio in mezzo una volta era quasi terra di nessuno, ora si è riempito di ogni possibile gradazione.
RispondiEliminaPiù ti addentri in una materia più riconosci le sfumature. È lo stesso per i vegetariani, per la politica e un po' per tutto.
Fra l'altro Doc, senza farlo apposta hai aperto un vaso di Pandora.
EliminaIn un misto di orgoglio e vecchiettismo (e, scusate, anche un po' hipsteria) qui è tutto un: "io sì che sono nerd puro, non questi giovinastri d'oggi! Ai miei tempi..."
Il nerd è diventato mainstream. E' finita?
RispondiEliminaNo. Perché, di base, il nerd resta tale per atteggiamento e non per diffusione dell'oggetto di devozione (anche se, vedendo il lato positivo, ora trovo dovunque roba che ai miei tempi di 15-20enne era solo argomento da sogni bagnati).
No, non lo guardo GOT. Mi fa ca*are, meglio il libro, tu l'hai letto? Anzi, a dirla tutta Martin ha pure stracciato i cosiddetti, posso consigliarti Jack Vance, Robert Zelazny o Terry Pratchett?
Ecco, si fa in fretta a ristabilire le distanze.
Che poi, è proprio necessario mantenere le distanze? Il godere segretamente della propria autoemarginazione è componente necessaria all'essenza nerd? Se è così, basta aspettare qualche anno che la moda si sgonfi e poter scivolare tranquillamente ai margini della considerazione sociale di nuovo, stavolta come "vecchio rottame". Ma oh, c'è chi si accontenta.
Cosa resta? Resta, come dici tu, quel senso di malcelata soddisfazione quando dall'altra parte trovi un interlocutore che capisce, apprezza e contribuisce.
Il passagio su l'essere felici di poterne parlare con tuo simile, ha totalmente colto il centro, mi ha quasi emozionato per quanto è preciso. La monomania illimitata, che ti fa pensare a quella specifica passione mentre sei al supermercato a prendere la frutta, mentre bestemmi nel traffico. Il nerd, per come la vedo io, non è quel tipo che ama robe appartenti a quel mondo, ma è quel tipo che in quel mondo ci vive.
RispondiEliminaPrima di Dylan Dog sembrava che i fumetti non esistessero, mi ricordo che un po' mi aveva fatto piacere e un po' odiavo quel boom di notorietà della mia passione
RispondiEliminaIn realtà per me il termine "nerd" ha sempre evidenziato un calderone parecchio eterogeneo di interessi diversi. Posso trovarmi d'accordo nel trovare la definizione di "nerd" obsoleta, ma quella distinzione sostanziale che hai fatto tu alla fine, quella dell'appassionato vero di un certo argomento... ecco, quello credo che resterà.
RispondiEliminaOpera lirica is the new Atari VCS.
RispondiEliminaE forse anche tutto il giro delle sessualità alternative oggi è paragonabile alla nerditudine di quando volevamo giocare a "allora io sono Wolverine" e tutti gli amichetti rispondevano in coro "chiii?": non so se li avete mai frequentati, ma sono gente impallinata di brutto.
Comunque io faccio le stesse trollate di una volta buttando lì crossover inesistenti che fanno impazzire i non-nerd. Vi è piaciuto il cameo di Doctor Who in Deadpool 2? Proprio come nella saga delle AI Wars di Iron Man vs. i Dalek!
Attualmente stiamo vivendo il nostro sogno realizzato, ma si è trasformato in incubo. Chi di noi avrebbe mai sperato di vedere i film della Marvel al cinema, e che questi fossero collegati tra di loro in un universo coerente (parlo di quelly di MCU non della Sony). O che in TV avrebbero trasmesso serie come GOT o American Gods? Però come ho detto il sogno è diventato un incubo, tutti sono nerd wannabe, e la cosa peggiore credono di saperne più di te. Uno su tutti mio figlio, che ha discusso con me sulla Domino del film di Deadpool. Ci saranno altri nerd dopo di noi? O saremo costretti a essere rimpiazzati dai millenials? noi che abbiamo creato il mondo dove loro ora bivaccano. Se non ci saranno altri nerd, il mondo sarà un posto più triste.
RispondiEliminaQuando ho visto "Big hero 6" ho realizzato cosa intende la Disney con la parola "nerd":
RispondiElimina- Un rEgazzino nippoamericano col ciuffo Tokyohotello, che fa le scommesse clandestine alla Fast&furious ma coi robot. Però super intelligente
- Il fratello maggiore di quello sopra, fisico e cappellino da lanciatore di baseball. Però costruisce robot
- Una strapheega, sportiva, con un "lato B" decisamente notevole e lo scazzo da "bassista carismatica". Però giapponese
- Un'altra strapheega, fisico da modella, scarpe tacco 1000, sempre truccata e vestita "pret à porter". Però con gli occhiali
- Un culturista giamaicano alto 2 metri coi dreadlocks. Però maniaco dell'ordine
- Uno snowboarder sfaccendato ricco sfondato, sballato e festaiolo. Però collezionista di fumetti e figlio di Stan Lee
Ho pensato: "Ah, i nerd erano questo? Ma io dove cavolo ero?... Che me so' perso?..."
Quando una roba diventa di massa se ne appropriano i tamarri e poi non sembra più bella come prima.
RispondiEliminaGuarda la gente sempre connessa alla rete: quando ne parlava William Gibson sembrava una pheegata, adesso che si è realizzato questo sogno basta andare su Facebook a leggere i commenti dei no-vax...
Caro Doc, io di anni ne devo fare 42 e quindi appartengo alla categoria original nerd. Da piccolissima vedevo Star trek il pomeriggio d'estate su Italia uno, ho tutte le puntate di next generation, deep space nine e voyager, mi sono cucita l'uniforme da tenente comandante dell'enterprise D, giocavo con i miei fratelli a D&D, leggevo Fantasy, Watchmen e tutto ciò che mi portava il mio fratellone da Bari quando tornava dall'università . Mi hanno sempre un po' emarginata per questo ma non mi interessava. Le cose che mi piacevano 30 anni fa mi piacciono tutt'ora e ti dico la verità: vedere alle convention questi ragazzini tamarri che fanno i nerd mi fa veramente rabbia perché lo fanno senz'anima solo perché adesso fa figo. Tu pensa che a Dicembre al Taranto Comix dove abito io ho portato mia figlia vestita da Leila ed era sicuramente lei più nerd a 6 mesi che tutti quei cretinetti vestiti da vari personaggi mangia. Aaahhh che saudade!!!!
RispondiEliminamio figlio a 9 anni fa molte delle cose che definirebbero nerd ma manca dello spirito di sacrificio, non passerebbe mai settimane per risolvere un'enigma di monkey island...va duro su youtube e vede come fare. IMHO quella e' la linea di demarcazione
RispondiEliminaVolevo scrivere qualcosa, per dire come prendessero in giro anche me quando leggevo i fumetti granata press de "I cavalieri dello zodiaco", Quelli Star Comics de "L'uomo Ragno", ma avete già detto tutto.
RispondiEliminaMai portata una maglietta di un supereroe, e ancora mi chiedono i perchè e i percome dei film marvel, delle serie tv dc, salvo poi stufarsi dopo due minuti quando comincio a entrare nel vivo ( sono domande che richiedono sempre un sacco di premesse, tipo " Ma allora l'anti-flash è...?").
Con così tanta gente che "condivide " i miei passatempi, non sono mai stato così quasi-solo nel viverli (Quasi perchè la buonanima della mia compagna sopporta e supporta tutte le mie passioni, condividendole e alimentandole addirittura, che dio le renda grazie.)
Mi piace pensare che pur essendo classe '95 posso definirmi nerd anch'io. Ma zombie dice "etichette non fanno felice".
RispondiEliminaOh comunque a me hanno sempre fatto schifo i Funko Pop.
Siamo gli ultimi di una specie.
RispondiEliminaQuel brilluccichio negli occhi, quella gioia del bambino dentro di cui parli, col fatto che ora tanti sono "interessati" a quello che ci piace, ci fa credere di poterlo sperimentare ad ogni accenno di nerdismo nel prossimo. Ma purtroppo spesso è tutta fuffa, wannabeismo, una moda seguita ma non capita, non vissuta. E così la speranza di quel brilluccichio scema, e vai via dal confronto più triste di prima, rimproverandoti di esserti illuso.
Per fortuna gli amici di allora sono per sempre e, almeno con quella manciata di simili, la magia resta.
E poi ci sono i posti virtuali, aggregatori di quei bambini dentro. E poi c'è l'Antro (di nuovo e sempre grazie, Doc, per questo posto e per saper mettere nero su grigino quello che abbiamo nelle viscere al posto nostro).
" C'è chi guarda il Trono di Spade e chi ha letto i libri di Ciccio Martin tre volte."
RispondiEliminaPresente!
L'anno scorso dovetti pregare mio padre, muratore in pensione settantaquattrenne, di non spoilerarmi gli avvenimenti futuri della saga, che aspettavo Winds of winter in uscita nel 2018 e il telefilm proprio non lo digerivo.
Come cambia il mondo.
Mi viene in mente un video di qualche anno fa in cui a Will Weathon veniva chiesto di registrare un messaggio per una bambina appena nata in cui spiegava "why it's awesome to be a nerd". All'epoca lo trovai molto appropriato ed a fuoco. Il punto che fa la differenza, anche secondo me, non è quello che ami, ma il modo in cui lo ami.
RispondiEliminaSe qualcuno fosse interessato, ve lo ripropongo qui sotto: https://youtu.be/H_BtmV4JRSc
"Non è quello che ami, ma il modo in cui lo ami": applauso. Azzeccatissimo, non riuscivo a trovare le parole giuste, ma è quello che penso anche io. Sinceramente tutto questo sdoganamento non lo trovo. Ancora sono guardata storta perché compro i fumetti, figurarsi quando dico che vado in fumetteria, molti non sanno nemmeno che esistono. Ancora mi sento a casa se vado a una fiera e vedo la fila di gente di tutte le età davanti a uno stand, per una firma, un disegno, per cercare quel volume che cercano da anni. Boh, a me "Nerd" sembra ancora una parola con molto senso di esistere.
EliminaTutto giusto.
RispondiEliminaQuantunque io ho avuto molti interessi assimilabili ai nerd, ma non mi sono mai etichettato tale.
Sarà che ho avuto fortuna, ma nella cerchia delle mie amicizie non sono mai stato considerato strano perché nella tasca di dietro dei pantaloni invece che un pacchetto di Merit o Marlboro tenevo un fumetto degli X-Men o dei Vendicatori o perché era più probabile che spendessi i miei soldi in un Flipper, Cabinato o un manga che per una Tennent's.
il Nerd probabilmente sarà leggenda per parafrasare un libro che è stato ahimè martoriato da un film amato dalle ultime generazioni.
Mai stato nerd, sinceramente.
RispondiEliminaE non mi sono mai sentito tale.
E' un'etichetta come un'altra.
E io detesto le etichette.
La differenza principale tra ieri e oggi sta sostanzialmente nel fatto che una volta non avevi tutto a portata di mano. Se ti piaceva una cosa, dovevi sbatterti come una bestia per ottenere anche la minima informazione.
Spulciare riviste nell'angolo piu' polveroso dell'edicola, giusto per leggere due pagine...
Una volta per me quello era vivere. Era tutto. E non mi pento di nulla.
Perche' come dici tu, Doc...e cosi' che le cose TI RIMANGONO DENTRO. Perche' sai quanta fatica ti e'costato scoprirle .
Ho sempre fatto cosi', con le mie passioni. Prima i videogames, poi i fumetti, e poi ancora le arti marziali...
Oggi gioco pochissimo. Anche coln le arti marziali ho dovuto smettere. E manga e anime li leggo e guardo col contagocce. Le serie non le guardo perche' mi rompo. Preferisco un film, e'meno impegnativo. E leggo libri presi a prestito, cosi' non incido sul bilancio di famiglia.
Pero' sono sempre sul pezzo, e rimango informato sulle uscite.
Penso che la differenza sia proprio in questo approccio.
Per finire...lo conio io un nuovo appellativo per quelli come noi: che ne dite di PRECURSORI?
credo si siano accavallati alcuni concetti.
RispondiEliminail rock, il punk, il metal erano delle nicchie di controcultura in un certo senso; farne parte portava, in certi contesti, ad un emarginazione autoinflitta, dichiarata, voluta. quelle cose, sono ormai diventate "porzione singola" (fight club docet).
essere nerd era quasi un incidente sociale. meno evidente dell'essere punk e quindi anche meno facile trovare simili. forse la stessa coscienza di classe del nerd era labile (chi lo è più di te lo è troppo chi lo è meno non lo è affatto).
comunque sia, eterna gloria a sony, che con la psx ci ha permesso di comprare i giochi in 1000 negozii di elettronica invece che in 2 o 3 di giocattoli
Accidenti Doc le cose sono proprio cambiate; quando nel lontanissimo 1994, dissi ai non nerd (i miei amici nerd, che fortunatamente, famiglia permettendo, ancora frequento, mi salutarono come un unto dal signore e mi consegnarono tutti una lista) che sarei andato in viaggio in Giappone, mi presero tutti per matto ed alcuni mi dissero che stavo buttando bellamente via i miei sudati risparmi... nel 2015 in Giappone ci ho portato la famiglia ed indovina? A parte il numero spropositato di stranieri in quel di Tokyo (nel 1994 i bambini ti guardavano in metro), i miei colleghi di lavoro ed i miei conoscenti mi hanno detto ma dai? Bello... quasi quasi il prossimo anno, ma costa caro? Ecco questo dimostra quanto oramai quella che passa per cultura "nerd" sia oramai di massa... è più facile trovare una persona che è stata ad Akihabara che una che è stata in Sicilia... e prendo l'esempio del Giappone perché all'epoca, parlo sempre dei primissimi anni 90, quella meta era il sogno nel cassetto di praticamente tutti i nerd nippofili... Ultimo inciso, poi chiudo, che spiega ancora meglio quanto la cultura nerd non solo sia divenuta di massa, ma sia anche divenuta degna di essere considerata "cultura" con la C maiuscola: Rai Radio Tre il programma Vite che non sono la tua ha dedicato una puntata a Lady Oscar ed una ad Actarus... e non dico altro. saluti
RispondiEliminaDoc, mi dispiace leggere proprio sul tuo blog queste considerazioni. In parte sono d'accordo con te riguardo lo svilimento che l'aggettivo Nerd ha assunto nel corso di questi ultimi anni soprattutto nell'ultimo decennio.
RispondiEliminaPersonalmente sono perfettamente in linea con quanto espresso da La Volpe in un commento precedente. Un mondo come quello Nerd, non poteva rimanere immune alla massificazione, alla globalizzazione e relativa commercializzazione selvaggia. Né era già ampiamente suscettibile prima ancora che la spinta globalizzante mettesse il piede sull'acceleratore. Tutti volevano il giochino introvabile, il numero mai ristampato, il pezzo da collezione inimitabile. Il mercato alla fine degli anni 90 ha intercettato questa richiesta e con l'avvento di internet ha amplificato questo desiderio. I Funko Pop ne sono l'emblema. La mercificazione di una passione è forse una delle forme più semplici di mercato che possa esistere. Ma è da questo punto in poi che sinceramente mi trovo in profondo disaccordo con quanto esprimi, nel resto del pezzo.
Mi dispiace che consideri il "nerd" una specie in via di estinzione ed univoca ad un periodo circoscritto della storia. E' vero, "lessicamente" il nerd per antonomasia forse scomparirà, ma non perché si estinguerà.
Semplicemente, a mio avviso, si evolverà o perlomeno muterà, come è mutato negli ultimi anni.
La massificazione ha portato alla nascita di un numero smisurato di "Poser" (facciamo un pò i ggggiovani!?) che si entusiasmano perché l'Iron Man cinematografico è un personaggio così sfaccettato e combattutto, senza sapere che il vero personaggio Marvel ha una dipendenza dall'alcool e se lo metterebbe in tasca per profondità e caratterizzazione, o che non sanno neanche chi sia Lovecraft o Jack Kirby. Possono essere la maggioranza, ma non esistono solo loro.
In mezzo a questo deserto esistono tante piccole oasi e sono questi i veri eredi a cui lasciare il testimone. Quelle persone che, come sottolinei anche tu, brillano quando trovano un loro simile, con cui poter discutere anche per giorni su ogni minuziosità, aprendo la diga della propria conoscenza e soprattuto del proprio amore per questo o quel personaggio.
Questa è la chiave. Internet e l'avvento dei Social hanno consentito di raggiungere un numero di persone prima impensabile, eliminando quello che era uno degli status/dogma dell'essere un nerd: l'Individualismo.
Questo è l'elemento che più mi è dispiaciuto leggere in questo articolo. La volontà/desiderio/idea di chiudere l'essenza dell'essere un nerd ad un determinato contesto generazionale, tra un misto di dolce nostalgia e amara accusa. Non deve essere questa l'essenza, a mio avviso.
La condivisione di idee, conoscenze e passioni è forse la cosa migliore mai creata dall'umanità e una delle reali utilità dei Social odierni.
Un ruolo centrale in tutto questo, paradossalmente, lo assumono proprio pagine come la tua, che comunque, volente o nolente, ha contribuito a questo processo di divulgazione e sdoganamento del concetto di Nerd come emarginato sociale, promuovendo comunque indirettamente un nuovo tipo di comunicazione più aperta e "massificata". Quindi leggere sulla tua pagina che, tra una ventina di anni non esisteranno più i "veri" nerd, chiudendo figurativamente il concetto e la sua essenza ad un determinato periodo temporale, a mio avviso, è poco corretto.
Non puoi raggiungere tutti, questo è vero, ma se anche con uno solo dei tuoi articoli riesci ad arricchire la conoscenza di quell'unica persona, sulle 10000 che lo hanno letto e ad accendere quella fiamma che gli durerà tutta la vita, non hai creato una nuova generazione?
Probabilmente sì, sarà difficile distinguere il Diamante in mezzo alla marea di Zirconi che ci circonda, ma ad un occhio esperto risalta, proprio perché brilla più degli altri.
Applausi.
EliminaCaro Simbionte, condivido il tuo pensiero, dopotutto nerd o geek non significa fumettaro/videogiocatore/altro, bensi son termini nati per definire chi e' sfigato forte con una "fissa" con qualcosa (solitamente inutile), affibbiato a "noi" in senso dispreggiativo ora invece e' quasi un complimento.
EliminaTra le righe che leggo qui sopra e sotto (comprese le mie) trovo invece la tristezza dei tempi andati, noi Nerd di ultimo pelo, che ci avvolgevamo nella nostra coperta di Linus protetti da questo nomignolo che ci definiva e che univa una generazione di "sfigati" attorno al mondo, vederci strappare violentemente la nostra identita' ( maledetti hipster in primis).
Chissa' chi saranno i nuovi e veri nerd del futuro, e come li chiameranno :D
Secondo me ha molta più importanza oggi parlare di Nerd e Cultura Nerd oggi che nel passato.
RispondiEliminaProprio perché si è arrivati ad una grande annacquatura dell'essere Nerd è importante difendere chi lo è da chi è solo un poser.
Ma chi è davvero Nerd e cos'è la Cultura Nerd?
Il Nerd è quello che si focalizza sulle storie, quello che ti sa citare gli eventi Marvel (o DC o Image) dei fumetti, che sa perfettamente chi sono i personaggi dei manga e anime che gli piacciono, che gioca a un videogame dall'inizio alla fine per vedere l'evoluzione della storia invece di dedicargli pochi giorni per poi passare al prossimo videogame di cui tutti parlano.
La Cultura Nerd è data dalle storie, sono i racconti tramandati tramite fumetti, animazione, libri, serie tv e videogame single player che creano quello che per noi è Cultura.
Per distinguere il Vero Nerd dal poser bisogna guardare i suoi scaffali*, il Vero Nerd ha gli scaffali pieni di libri e fumetti che ha letto e che conosce bene mentre sugli scaffali del poser troverai solamente funko pop, action figures e mille altri gadget idioti ma pochissime storie.
*Ovviamente ho tenuto conto solo di libri e fumetti cartacei dato che ormai film, serie tv e videogames non hanno più bisogno di un supporto fisico per essere goduti.
In più c'è chi è così fortunato da potersi comprare sia libri e fumetti che una valanga di action figures e altri gadget, ma avendo gli scaffali comunque pieni di fumetti e libri io lo considero un Vero Nerd perché conosce e apprezza le storie contenute in quei volumi.
Permettimi di avere un visione leggermente differente dalla tua.
EliminaIo collezion Transformers, più o meno da quando ho facoltà di intendere e spendere.
Negli anni ne ho accumulato qualcuno (come sa anche il Doc) e ora scalpitano per trovare posto nelle mie vetrine.
Di essi mi appassiona tutto: i modelli, le proporzioni, i dettagli, le trasformazioni.
Ora, in tanti anni di vita del brand sono state create svariate serie di comics, serie animate e anche film (d'animazione e dal vero).
Mai ca*ati.
Semplicemente, il "lore" che si è creato attorno a quei pupazzi robotici non mi interessa.
Ma se mi chiedi da quale modello Diaclone deriva Lince e quante versioni ne esistono o quali sono i Decepticon in catalogo Gig del 1986 ti snocciolo tutto a memoria.
Questo mi dequalifica?
No anzi ti straqualifica per la tua conoscenza della materia, la differenza tra te e le persone di cui parlo è che i Transformers sono nati come giocattoli e il collezionarli fisicamente e conoscerne le origine fa parte della loro cultura, cartoni animati e fumetti sono arrivati solo dopo come aggiunta.
EliminaInvece le persone di cui parlo sono quelli che hanno gli scaffali pieni di action figures e funko pop che sono stati tratti da un manga o anime ma di cui non hanno mai letto il manga e visto magari giusto qualche puntata dell'anime.
O quelli che hanno mille gadget dei film Marvel senza aver mai toccato un fumetto.
Sono le persone che hanno gli scaffali pieni di robe ma il cervello vuoto di informazioni sulle storie da cui sono state tratte quelle robe.
La differenza con te è che tu sei andato al cuore del prodotto (i giocattoli) lasciando da parte le aggiunte commerciali (i fumetti) tratte dal prodotto originale, mentre loro si sono focalizzati sulle aggiunte commerciali (i giocattoli) lasciando da parte il cuore del prodotto (i fumetti)
Imho per i Funko hai abbastanza ragione ma sul resto la vedo in modo diverso.
EliminaDa persona che sugli scaffali ha tonnellate di manga e altri fumetti posso dirti che l'acquisto di action-figure e di statue è un effetto derivato dal contenuto cartaceo degli scaffali, avendone voglia e mezzi per acquistare tali prodotti. Alcune action figure o statue qualcuno le compra perché ha visto un film ed è rimasto colpito senza essere nerd ma sono una minoranza molto ristretta e vale con "brand" tipo Star Wars o Deadpool, per fare degli esempi, e vale spesso per i Funko come dici tu.
Prendi il mio caso, tra le ultime cose che ho preso c'é Toyohisa Shimazu da Drifters. In questo angolo di deboscia c'è parecchia gente che conosce Toyosan, Drifters e qualcuno di questi conosce addirittura parte della storia del clan Shimazu e il motivo storico perché Hijikata odia tanto gli Shimazu (volevo scriverlo ma poi faccio la figura del pdf sapientino). Se non avessi letto il fumetto e visto l'anime di Toyohisa Shimazu ne saprei quanto ne sa mia Madre, niente.
I gunpla sono un esempio perfetto, se avessi tempo e denaro comprerei tutti i set usciti che hanno ad oggetto i mobil suit visti nelle Guerra di un Anno per montarli. Il motivo è perché ho visto la serie classica, mi sono letto Gundam Origini, ho visto i 2 film di Gundam Thunderbolt e mi sono letto Il Complotto per uccidere Gihren e trovo favolosa quella ambientazione e la apprezzo moltissimo.
Ho scritto ma non avevo ancoro letto il botta e risposta. Più o meno la pensiamo tutti allo stesso modo XD
EliminaArticolo molto interessante sull'argomento, su cui ragioniamo con un amico da tempo. Sostanzialmente credo anche io che in un mondo in cui ormai la cultura "nerd" è per tutti, sia la passione che ci si mette quello che fa la differenza e che fa riconoscere gli appassionati (scusate ma il termine nerd in sè mi è sempre stato sulle palle) veri da quelli della domenica.
RispondiEliminaAl riguardo collegherei tutto il discorso che fa da tempo Davide Mana e l'ultima recensione di Solo de I 400 calci.
Sono nato nel '97 e, secondo la maggior parte dei commenti, non posso essere considerato nerd. Perché negli anni '90 non leggevo l'Uomo Ragno, perché non ho seguito Ken il Guerriero e Rocky Joe in televisione.
RispondiEliminaQuesta è semplicemente la mia opinione, eh, ma magari, MAGARI, essere nerd non è una cosa così elitaria come molti commenti vogliono far credere. No, non consiste nell'essere stati presi in giro da piccoli per i propri hobby (seppur a me sia comunque successo, ma non è di me che voglio parlare). Sì, è vero che c'è stata una populizzazione della cultura nerd, ma perché vi dà così fastidio? Siete gelosi del fatto che ciò che voi avete seguito nei loro anni meno "brillanti" sia adesso così facilmente disponibile a tutti? O avete paura che, per via di questa diffusione, perdiate il vostro "titolo" (per quello che serva) di nerd?
Poniamoci un problema: cosa significa essere "nerd"? [Friendly reminder: sto ancora esprimendo pareri personali, non prendete nulla per affermazioni assolute]
Un nerd è semplicemente una persona (senza limitazioni di età) il cui hobby principale concerne una nicchia poco diffusa. Di conseguenza è nerd chi gioca ad RPG, ma molto meno chi gioca a Wii Sports; è nerd chi guarda Bakemonogatari, molto meno chi guarda Game of Thrones; è nerd chi legge Black Panther, molto meno chi legge Topolino; è nerd chi gioca a Seven Wonders, molto meno chi gioca a Monopoly; è anche nerd chi fa modellismo, gli appassionati d'arte (fotografia o pittura, sculture o musica), seppur l'immaginario comune abbia oramai rimosso questo tipo di "nerd".
Detto ciò, arriviamo al punto cruciale: chissenefrega?
Non vedo nessuna ragione di interesse di preoccuparsi di distinguere, in maniera univoca e chiara, un nerd da un non-nerd (dalla regia mi suggeriscono "normie", ma non sono molto appassionato del termine). Non è una malattia contagiosa per la quale è quindi necessario quarantinare chi ne è affetto, ne è una qualità da mettere sul curriculum (nella maggior parte dei casi, almeno).
La parola "nerd" dovrebbe significare "persona con un hobby per il quale nutre un profondo interesse e di cui è molto più informato rispetto alla media".
Ora, non pretendo che questo significato prenda piede immediatamente (né lo voglio, in realtà, dato che sono in un gruppo chiamato "Salotto Nerd" in cui trattiamo, però, solamente gli argomenti di libri, fumetti, opere d'animazione, serie TV e film con la recente aggiunta di videogame, il che esclude, ad esempio, i collezionisti di francobolli), ma vorrei solo che chi ha il coraggio di definirsi nerd sia cosciente del fatto che non possiamo semplicemente sfogarsi con pieno spirito elitario adesso che l'hobby per il quale siamo stati presi in giro va di moda.
Se sei arrivato fin qui, grazie dell'attenzione.
"La parola "nerd" dovrebbe significare "persona con un hobby per il quale nutre un profondo interesse e di cui è molto più informato rispetto alla media"."
EliminaAppunto, il problema è che molte persone oggi non sono minimamente informate rispetto alla media sulle storie dei personaggi di cui collezionano gadget e action figures e lo fanno solo per moda.
Sono abbastanza d'accordo con Leonardo, ma metterei più enfasi sul "più informato rispetto alla media". Un nerd prima di tutto studia. "Ama" anche e soprattutto a livello intellettuale.
EliminaMagari arrivando al limite dell'ossessivo, ma per studiare ciò che studia con la passione che ci mette, non considera quasi mai i suoi interessi come puro intrattenimento (a ragione o a torto, eh, non sto dando patenti a nessuno!) .
Non so. Personalmente non mi sono mai considerato un nerd. Mi ha sempre inquietato la passione totalizzante dei nerd "hard", come se non fossero in grado di collocare l'oggetto della loro passione in un contesto culturale più ampio. Il nerdismo di massa ha ovviamente caratteri molto più soft, ma anche lo stigma di un'omologazione talmente esasperata che l'attuale produzione mainstream mi risulta di ben scarso interesse, e mi spinge invariabilmente a cercare altrove.
RispondiEliminaMmm ma tutto questo ragionamento parte dal presupposto, secondo me sbagliato, che tutte queste cose andranno di moda per sempre! Davvero pensiamo che fra 20 anni ci saranno ancora solo film Marvel? Io comincio già a leggere i commenti "i supereroi hanno rotto il cazzo" su Facebook. E il rigurgito anni 80 non sono sicuro al 100% supererà la pubertà di Undici. Una volta che diventerà primario andare contro ci metterà un secondo a sparire tutto nel nulla, proprio perché per la maggior parte delle persone è semplicemente materiale pop. Come le zeppe e gli stivali a zampa d'elefante nel 1998. E il nerd sarà ancora piú uno sfigato, perché oltre a seguire cose che non interessano a nessuno sarà anche anacronistico.
RispondiEliminaQuesto è il tipico post che poi mi arrabbio e il Doc si incazza con me.
RispondiEliminaMi trattengo tantissimo e dico solo che quando un fenomeno diventa di massa sembra che tutti siano appassionati a cose che quando eri piccolo conoscevi solo te.
Ma grattando sotto la superficie ti accorgi che nulla è cambiato. Questi fan dell'ultimo minuto (diciamo 4-5 anni) se li interroghi non sanno niente! Fanno finta per sentirsi parte di una qualche comunità ma con la stessa facilità con cui si sono appassionati a qualcosa torneranno a fregarsene!
Quando essere nerd sarà di nuovo da sfigati torneremo quattro gatti e potrò vantarmi di nuovo della mia nerditudine. Ora mi vergogno perchè non voglio sembrare uno di questi fintoni dell'ultima ora.
Ho un metodo (quasi) infallibile per riconoscere un nerd. Basta chiedere se sanno cosa e la Protovision. Se sanno anche dove aveva sede hai fatto tredici.
EliminaBeh, avrei dovuto scrivere "cosa è"... Ma tanto mi hai capito. :D
EliminaHai ragione! Anche io mi vergogno. Ti comprendo e condivido.
EliminaNON sarò breve... scusate.
RispondiEliminaPer tornare alla domanda del titolo: dipende. A me pare che ovunque si parli di "nerd" come sinonimo di fan, più o meno sfegatato (in una qualche misura è anche il concetto espresso dal Doc).
Bene, da nerd della prima ora, mi permetto di dire che "non è vero nulla, essere nerd non ha NULLA a che fare con l'essere fan di alcunché". Essere nerd significa, in primo luogo, STUDIARE. Studiare quello che si ama, certo (sapere a memoria il manuale dei mostri di D&D, interrogarsi su come funzionano "davvero" le continuity di Marvel e DC, per amore di comprensione, meravigliarsi davanti ai videogame anche e soprattutto perché sono al di fuori di ciò che prediligono le masse), ma in ogni caso, studiare.
Un nerd DEVE essere "campione di Trivia", di conseguenza, ma lo fa perché spinto dal desiderio di conoscenza, prima di tutto.
Una seconda caratteristica, fondamentale, è che il nerd rifiuta pervicacemente di allinearsi ai gusti della massa: a me i "fumetti americani" piacevano indipendentemente dal fatto che non se li filasse nessuno. E se al mondo non interessano, peggio per il mondo. Idem per i GDR, di cui leggevo i manuali apprezzando regole e costruzione, avendo nessuno con cui spartirli.
Anche per questo il nerd è così espansivo quando incontra qualcuno sulla sua lunghezza d'onda: perché il nerd studia ciò che gli piace indipendentemente da quanto sia popolare o meno, ma non per questo non apprezza la compagnia. Può essere un solitario, ma per necessità, non per inclinazione.
"Secchione" è una traduzione decisamente buona, molto più delle sfumature di significato posticce che si sono appiccicate al termine con il tempo, soprattutto negli ultimi anni.
E "la massa" non sarà mai, mai composta da "secchioni". E' solo che i gusti dei secchioni di qualche anno fa erano buoni, e ora tutti ne acquisiscono una versione surrogata, assoggettata al puro entertainment: non leggono tonnellate di fumetti arzigogolati, ma guardano film con quei personaggi, ma trasformati in marionette; non leggono Tolkien perché è noioso; giocano coi videogiochi, ma questi ora sono talmente immersivi che non è più necessario apprezzarne la tecnica e considerarli prima di tutto "interessanti".
Non è un caso che il genere nerd per eccellenza, la fantascienza smart che tanto piace anche al Doc sia in crisi perenne: "smart" e "di massa" vanno difficilmente a braccetto.
Blade Runner è un capolavorò se sei un nerd (e, nel caso, probabilmente te ne sei studiato le diverse versioni).
Quindi, con buona pace del mondo, la mia (insignificante) opinione è che ben pochi di quelli che si etichettano come "orgogliosamente" nerd lo sono davvero, e quelli che lo sono (e che magari se ne fregavano dei gusti Pop all'epoca) se ne fregano e studiano, in silenzio, aspettando che anche gli altri comprendano il valore di "conquistare" un hobby con la testa E con il cuore.
Scusate di nuovo lo sproloquio...
OK: Concordo. E' vero: essere nerd è FATICA!
EliminaTUTTA COLPA DEGLI HIPSTER! Son stati i primi a rubarci l'identita', ad impossessarsi degli occhialoni, le magliette con citazioni di film o cartoni, etc..
RispondiEliminaPrima ero fiero di dire d'essere un nerd, anche se mi ghettizzavano e mi picchiavano, ora me ne vergogno perche non vuol dire piu nulla, i miei cimeli son tutti in scatola, le mie magliette strambe in armadio, sia mai che mi confondessero con questi nerd moderni che sanno di salsiccia vegana... e devo dire che cazzo mi fanno invidia perche hanno una scelta di gadget che io manco me li sognavo :(
Io, dopo un'adolescenza passata da smanettone (in ambedue i sensi, sì) e un inizio di età matura a cercare per contrasto di darmi un tono, a quasi 40 anni mi sono ordinato giusto ieri una maglietta con la presentazione di Ivan Il Terribile XXXII... e la indosserò tranquillamente con orgoglio. E' l'inizio della senilità, credo.
RispondiEliminaIn effetti io pagherei anche solo per avere un Kentozzi e un 10 Cose alla sett... al mese.
RispondiEliminaGrazie al Casso (PN), Doc, questa è un po' la storia del mondo.
RispondiEliminaOgni generazione diffonde cose nuove, anche sei poi sono cose vecchie che prima si filavano in pochi; tra vent'anni andranno di moda cose che ora sono di nicchia, e le cose che erano di nicchia e vanno di moda ora saranno vecchie (non necessariamente in senso negativo).
Questo anche e soprattutto per la natura stessa del nerd: essenzialmente, il nerd è un tizio che si distingue all'interno del gregge di pecore che è la società, e nel momento in cui fai parte di un gregge ma non sei una pecora, allora sei il pastore (o un lupo, ma restiamo sul pastore), e in quanto tale dirigi le opinioni della società (che è un modo poetico di dire che il nerd è quello abbastanza intelligente e visionario da finire, ad esempio, in cima alle case cinematografiche).
I nerd esistono da sempre (o almeno da molto), ed esisteranno per sempre (o almeno fino alla rivolta delle macchine). Che poi non assomiglieranno ad un giovane Alessandro Apreda, è un fatto. Stacce.
E' stato così un po anche per il Metal. Ha senso essere "estremi" quando a cantare le canzonette pop(olari) adesso sono teen ultratatuati con immagini da uomini "vissuti" come Gionni Scandal o (oddio...) Young Coso, lì, come si chiama, il signorino? Una volta se andavi in giro con 2 tatoo e un piercing, capelli lunghi e chiodo eri automaticamente un drogato. Almeno nell'orrenda Penisville. Adesso roba ultrafecciarola e gengsta è all'attenzione di tutti e, per God, non canta le gensta dei vichingi o la visione splatter di un omicidio, ma solo canzonette da 4 soldi più o meno d'amore usa e getta. Non hanno nulla manco del buon rap anni 80-90.
RispondiEliminaPer il "Nerdismo" è tutto sommato la stessa cosa.
Il discorso per me è: cosa c'è ora? Come si evolverà la situazione? Il millennio scorso è finito e si è portato via i punk zozzi, i metallari arrugginiti, i nerd incalliti e tutte le altre "subculture controcorrente", a volte eliminandole, a volte inglobandole.
Chissà, forse uscirà fuori qualcosa di nuovo, che i fighi come noi (scusate l'altezzosità, ma è dovuta) come al solito noteranno prima degli altri e se ne faranno portavoce, oppure semplicemente si ferma tutto qui, fagocitato dal mondo globalizzato sempre affamato di terminologie e tendenze da monetizzare.
Tanto è...
io sono sempre stato un nerd anomalo, da una parte leggevo libri e fumetti fantasy/fantascienzi da ben prima che diventassero poi fenomeno di massa su piccolo o grande schermo, ma dall'altra non sono stato mai infettato dal morbo del collezionismo: le mie scrivanie al massimo erano abbellite da un paio di modellini bburago per volta, ma soltanto perchè spendevo il mondo per le carte di magic ahem...
RispondiEliminaAd oggi diciamo che mi sono disintossicato (da magic sicuramente) e l'unico residuo di quello status particolare che mi porto ancora dietro sono i videogiochi.
concordo in ogni parola.
RispondiEliminaIl problema dei nerd digievoluti in pop, passando per la transizione hipster, è reale seppur infimo.
L'estetica, un tempo, dei nerd non era cercata, voluta o rincorsa: accadeva semplicemente.
L'estetica, ora, dei finti nerd è un'ambizione, una moda, un adeguamento, così come per gli hipster la barba curata in ogni pelo, la polo vintaggia ed il ritorno al vinile.
In tempi non sospetti la cantante Arisa ne era già influenzata: l'occhiale da nerd mentre cantava "sincerità" era già sinonimo di chi voleva sembrare lo sfigato introverso preso dai suoi mondi fantasy perchè fa figo.
La sitcom british "It crowd", per quanto carina se presa col contagocce, rende bene l'idea, così come big bang theory.
Tutto fa figo se volutamente sembra sfigato perchè "sfigati", per passaparola, era come si pensa oggi fossero i nerd 30-40 anni fa.
Io non mi sono mai sentito nerd, ma semplicemente perchè non ho mai dovuto pormi il pensiero se esserlo o esserlo stato o meno.
Però i fumetti negli scaffali o scatoloni, la passione per la tecnologia sin da bambino coi primi computer grossi come frigoriferi ed i monitor brasa pupille, le cassette con cui doppiavi i dischi di cui conoscevi le composizioni chimiche e quindi particolarità dei nastri a seconda delle sigle, la scelta dell'amico con cui risparmiare qualche moneta di lire in base alle sue caratteristiche da videogiocatore (il più preciso, quello da agilità, quello bravo a schivare, quello dei trucchi) per finire il nuovo cassone al bar, le maleparole da pdf quando vedi con piacere un film marvel ma il tizio i superpoteri non li aveva guadagnati così o non poteva fare quella cosa là e così via.... è da nerd? Non lo so e non m'interessa, ma non sono sicuramente nerd quelli che "vantano" passioni ed abitudini ed attitudini da chi si identifica nerd a meno di 30 anni di età.
Forse per essere nerd devi essere un nativo analogico per forza di cose, chi lo sa.
Ragazzi, poche musse, l'internet ha tolto ogni senso a tutto, rendendo di fatto accessibile ogni cosa, a chiunque, in ogni momento, a qualunque prezzo. Concetto banale mi rendo conto ma calza perfettamente con il post.
RispondiEliminaIl nerd è sempre stato custode di un sapere inaccessibile ai più con un livello di approfondimento invidiabile. Il nerd di oggi è il saputello che spazia su tutti i forum/blog, praticamente onniscente, ma con quella sensazione di posticcio che non lo eleva a semidio come in passato
Uhm... risulto offensivo se mi viene da chiedere il perchè di tutte queste pippe colossali? Io continuo a godermi i fumetti, i giochi di ruolo e i videogheims come un tempo... anzi di più, grazie al fatto che possa vedere serie di supereroi fatte bene su Netflix o film, quando decenti, tipo Iron man o Winter Soldier. Tutto il resto è noia e il Cinghiale di Zerocalcare sa cosa fare, al riguardo.
RispondiEliminaQuesto è un post di un certo livello Doc, roba che andrebbe scritta a lettere cubitali in giro per l'internet.
RispondiEliminaPurtroppamente ho paura che tu abbia ragione nel dire che i veri nerd sono, anzi forse dovrei dire siamo, in estinzione.
Io sono nerd. Non vi sono dubbi. Ho le prove. Sono stato uno dei primi giocatori di D&D in Italia (possedevo il basic nell'anno 1981, appena uscito negli USA) e già giocavo da anni ai wargame della SPI e della Avalon Hill. Leggo fumetti dall'età di 5 Anni, iniziando con i Fantastici 4 nel '71 (Grazie Papà). Ho visto tutto star trek millemila volte. Posso continuare. Ma smetto.
RispondiEliminaMio figlio è un nerd, che legge i miei vecchi fumetti, gioca con me ai boardgames, etc, etc.
Vedo, anche tramite mio figlio, che la nerditudine è solo cambiata di striscio. Non sei nerd se fai le cose "giuste". Puoi leggere i fumetti, ma "quelli" (Era già accaduto nell'90 con dylan dog, che non leggevo) e giochi a "quei" giochi e videogiochi (e no, il boardgame rimane territorio essenzialmente nostro). Se non ti assimili al gruppo sei e rimani nerd. E necessiti della compagnia dei tuoi simili.
E, quando cresci, sei contento che sia così. Che hai trovato delle persone vere, e degli amici veri.
Noi nerd esisteremo sempre, magari cambiando un poco pelle, ma sempre ai margini.
Ma, forse, siamo quelli che cambiano il resto del branco.
La verità è che negli anni '80 sembravamo così pochi noi nerd ... e invece abbiamo conquistato il mondo, oltre ad essere la categoria più spendacciona di tutta la storia dell'umanità ergo una delle più apetibili sul mercato.
RispondiEliminaAbbiamo dei figli e abbiamo un tenore di vita mediamente migliore del fighetto del liceo che è finito a lavorare alla pompa di benzina. That's it.
... e moì vi spammiamo 24/7 star wars, eroi in calzamaglia, il signore degli anelli e la nostalgia anni '80.
La Rivincita dei Nerd!!!
Eliminaanch'io sono quasi arrivato alla soglia dei 50 e una cosa la devo dire...
Eliminaanni fa venivo perculeggiato da tutti i miei coetani perchè leggevo quelle robe lì..
vedevo star trek e galactica.. oggi quelli stessi perculeggiatori sono costretti ad accompagnare i loro figlioli al cinema senza capire cosa stanno guardando , sbuffando e rammaricandosi delle 2.00 ore perse..... E IO GODO.
Ma ormai non ci sono più nerd. Ci sono solo finti nerd. Quelli che pensano di esserlo perché giocano a sparatutto online tutto il giorno, perché guardano ogni anime che gli capiti a tiro (anche quelli brutti, che tanto deve dimostrarsi un fan del Giappone con la quantità, e non con la qualità), perché hanno visto tutti i film di star wars (la cosa ormai più sdoganata e meno nerd di sempre. Grazie Disney), perché guardano un sacco di serie (ma guai a non guardare la serie del momento o, peggio, dire che non ti è piaciuta, che non capisci nulla) e perché ogni tanto citano un film anni ottanta di quelli più famosi (anche se probabilmente non hanno visto nemmeno quelli).
RispondiEliminaAh, mai provare a chiedere cos'è un Geek, che allora cadono dalle nuvole tutti.
Concordo col clima malinconico dell'articolo, e pure sulle conclusioni; e però passione e conoscenza enciclopedica non devono andare di pari passo. Beninteso: non sono un nerd, né mai ho preteso di esserlo; per fare un esempio adoro "Star Wars", sono appassionato da anni, stregato da Episodio I e forse anche prima; ci dedico del tempo, approfondisco i temi dei film, ma non arrivo a studiare il fu universo espanso, non ne ho voglia, né tempo, ché di belle cose da leggere è pieno il mondo. Non sono un espertone, inssomma, e se interrogato da un Luceno qualsiasi sui Sith del tremila prima di Yavin faccio magari scena muta - e però non voglio sentirmi nello stesso calderone di quelli che hanno scoperto Star Wars ieri perché BB8 è rotondo e piacione. (Tutto questo per dire che, per quanto mi riguarda, "nerd" è - era - più uno stile di vita che un titolo finto accademico.)
RispondiEliminaSemplicemente, oggi essere nerd è di moda, come lo è stato nel tempo essere discotecaro, punk, paninaro, yuppie, comunista o tifoso di una squadra di calcio che andava forte in quel periodo. Per sentirsi accettati, si va alle convention, si fa cosplay, si va nei posti "giusti" dove farsi notare. Fortunatamente, le mode passano, le passioni no. Ad esempio, leggo fumetti Marvel dal 1973 (Albi dei Super-Eroi Corno n. 4, Kazar: Panico nella Giungla) e continuo a leggerli a dispetto dei cambi e delle mode. Aspettavo il film degli Avengers dal primo numero che lessi nel 1974 (E in quest'angolo Golia! in Thor Corno n. 75- "Pero! Forti! Che bello sarebbe un film!") e mi sto godendo il Cinematic Universe e con una pienezza che solo un vecchio seguace come me può capire. Molti altri lo seguono solo perché va di moda, il giorno che tutto finirà continuerò a leggere i fumetti, il giorno che i fumetti non usciranno più continuerò a rileggere i vecchi fumetti degli anni d'oro. Che lo facciano gli altri mi interessa poco, io non lo faccio per moda e ne ho sfidate di convenzioni per leggere Hulk al liceo mentre i miei coetanei mi deridevano perché non correvo dietro al pallone o al pelo pubico femminile come loro. Aggiungo che ciò non mi ha impedito nel tempo di sposarmi, avere figli, amici, fare vita sociale e avere soddisfazioni professionali. Il discorso che ho fatto per la Marvel avrei potuto farlo anche per DC Comics, Alan Ford, Star Trek, Star Wars, Doctor Who ecc. ecc. Sono un Nerd? Piuttosto, mi considero un appassionato.
RispondiEliminaScrivo solo ora, scrivo di getto e scriverò un sacco di hot takes, partendo da una notizia recente: Kelly Marie Tran, attrice presente nell'ultimo film di Guerre Stellari, gli ultimi Jedi, ha dovuto cancellare il suo account Instragram perchè una massa di scimmie terminatrici schiumanti rabbia continuava a riempirla di insulti e minacce. Ma cambiamo un attimo lo scenario: l'avete presente quella storia classica dell'Uomo Ragno di Stan Lee e Romita sr. dove Peter butta il costume nella spazzatura? Com'è che diceva Peter? Diceva che ad un certo punto i giocattoli devi metterli da parte. Ma non necessariamente; quei giocattoli secondo me puoi tenerli pure, e puoi fare di più: li puoi condividere. Magari non tutti accettano, ma quelle poche persone a cui spieghi i dettagli di questa o di quella passione le trovi, e te le tieni strette e care.
EliminaPurtroppo da qualche tempo vedo un fenomeno: ci sono persone che all'idea di condividere i loro giocattoli reagiscono male, molto male. Ed eccole reagire infuriate contro qualunque cosa a loro dire attenti al loro spirito nerd, e non è manco una cosa nuova. Ricordo sulla mia pelle l'enorme quantità di insulti e anche minacce perchè osavo ascoltare Aphex Twin o i Boards of Canada invece della vera musica, ovvero Guns'N'Roses, Led Zeppelin ecc.
Tutti gruppi che, per la cronaca, continuo seneramente a non cacare manco di striscio, a conferma di come certo comportamento ostile sia controproducente.
La verità è che un certo tipo di nerdismo, oggi, non ha senso di esistere. E' moribondo. Il Sotterraneo dell'Androide ora è alla luce del sole, ed è circondato. Autoconferirsi patentini di vero nerd oggi è una cosa che, lo dico senza metti termini, mi mette una profonda tristezza. Perchè non importa quanto tu voglia ritenerti superiore agli altri fan; non lo sei. Ognuno ha il sacrosanto diritto di godersi qualcosa come gli pare e gli piace. Il ragazzino che guarda i film degli Avengers è loro fan esattamente come lo sono io che ogni tanto mi rileggo i Vendicatori di Busiek. La ragazzina che scrive fanfiction su Loki ha la stessa dignità di me che posseggo tutto il Thor di Simonson.
Infine: l'idea stessa di definire interamente se stessi soltanto in base a quello che si è consumato da giovani, senza alcuna riflessione critica, la trovo ributtante. Esattamente come ho trovato ributtante il messaggio di fondo del libro Ready Player One: io sono Ernest Cline, nerd dei nerd. Consuma pedissequamente quello che ho consumato io, fottitene dei poser che parlano dell'hacking o della Guerra Fredda a proposito di Wargames e limitati ad impararlo a memoria, che sabato alla terza ora interrogo.
Insomma, non siate gelosi dei giocattoli che avete; siate uomini che leggono i fumetti, non Uomini Fumetto. Però se li avete estratti dal bidone della monnezza come il costume di Peter prima lavateli, eh.
Concludo con un'altra cosa che ho notato: su Comixology ho visto Alita scontato e l'idea che un manga così importante sia praticamente alla portata di tutti mi rincuora non poco.
Scusa Shinici se mi permetto di rispondere al tuo commento, non voglio essere polemico o mancarti di rispetto, chi mi conosce sa che sono sempre pronto al confronto e mi reputo una persona di mentalità aperta, però quello che si evince dalle tue parole mi sembra di poterlo classificare come uno scontro generazionale tra nerd “old school” e geek moderni. A quanto sostieni c’è una sorta di ostracismo, per non dire razzismo, oltreché una millantata superiorità intellettuale, dei vecchi nei confronti dei ggiovani, poiché questi ultimi non hanno le basi culturali per poter apprezzare tutto il variegato mondo di cinema, fumetti, videogiochi, libri, ecc. Tu sostieni che ognuno dovrebbe limitarsi al proprio orticello, ai propri giocattoli, senza invadere gli ambiti altrui, magari mettendo in piazza le proprie passioni ma senza il bisogno di difenderle a spada tratta e bovinamente quando si accende un confronto con le nuove generazioni o di autoproclamarsi nerd per dimostrare di appartenere alla categoria, per sentirsi “uno di noi” vs il resto della massa.
EliminaIo, onestamente, la penso diversamente da te. Non ho bisogno di proclamarmi nerd, perché so di esserlo, dentro, da tanto tempo. Sono sempre stato, scusa il termine, sfottuto per le mie passioni e per il coraggio di metterle in piazza, senza preoccuparmi di cosa pensasse chi avevo di fronte. A volte sono stato deriso, poche volte ho trovato qualcuno simile a me, ma non ti nascondo che è stato un percorso molto sofferto e irto di ostacoli quello di affermare la mia personalità in un contesto di persone che mi sembravano tanti robot. Ho fatto le scuole durante l’epoca dei “cabinotti” (qui a Torino), gente che girava con vestiti firmati, zaino Eastpack e scarpe Timberland, nonché con svariate centinaia di mila lire nei portafogli il sabato sera, quindi ti posso far capire con(tro) chi mi sono dovuto confrontare…
Essendo io di umili origini e non avendo grandi possibilità non potevo certo confondermi con loro (e nemmeno lo volevo, anche se, sotto sotto, una parte di me avrebbe voluto, ripensandoci con il senno di poi), per questo motivo mi chiudevo nelle passioni e circondandomi di pochi amici che non dovevano apparire ma si limitavano a condividere le esistenze senza pregiudizi e preconcetti. In questo contesto la cultura nerd era un appiglio, un amo nel cielo, qualcosa che univa dei ragazzi anticonformisti e che pensavano con le loro teste. Per questo motivo sento di aver contribuito nel mio piccolo alla diffusione della cultura nerd. Si è trattato di una lotta intestina, sotterranea, faticosa ma alla fine ha portato alla sua diffusione presso le grandi masse e sdoganare il fatto che uno potesse appassionarsi ai Cowboys Junkies, oppure a Sweet Touch senza doversene vergognare…
Questo non significa che mi senta superiore alle nuove generazioni o pensi che queste difettino del bagaglio culturale necessario per poter godere appieno di quanto oggi è offerto sul mercato. Ai nostri oggi vi è una grandissima offerta e immediatezza, anche se tutto ciò ha contribuito all’appiattimento della creatività e della voglia di sperimentare, ma questo è un altro discorso… Ciò che voglio dire che sono contento che oggi chiunque possa avere accesso a una moltitudine di possibilità, anche senza per forza dover conoscerne la storia alla base. Massimo rispetto per ogni gusto e per la fruizione che più aggrada. Non ci sono nerd di serie a o di serie b, siamo tutti liberi di godere di ciò che più ci piace e anche il termine nerd, come sostiene il Doc, forse non ha più senso di applicarsi, essendo sdoganato quasi tutto il possibile e immaginabile. Per concludere questo lungo post non vedo profilarsi questo scontro generazionale, penso solo che chiunque (giovane o vecchio che sia) debba rispettare le scelte altrui senza proclamarsi paladino di questo o quello.
Mi rispondo da solo per affermare la coerenza con il commento che ho postato all'inizio: quanto scritto sopra non mi impedisce di non sopportare i giovani geek che si atteggiano stile "so tutto io", oppure "che ne capisci tu, ché sei un dinosauro". Massimo rispetto per tutti ma oltre a darlo lo pretendo, sarò anche vecchio (forse più dentro che fuori) ma non ci sto a farmi fare la morale da qualche sbarbatello che pensa di avere il verbo incarnato. Quindi freedom for all ma anche respect!
EliminaEsistono ancora i nerd, ma azzardo siano l'equivalente generico dei "lettori di Tex". La maggioranza, però, è composta da cosplayer di nerd.
RispondiEliminaNon lo so. Alcuni dei miei studenti (inglesi, universitari e quindi di cultura medio-alta: quest'anno si iscrivono i nati del 2000) sono a volte capaci di stupirmi. Cresciuti in un universo dominato da Harry Potter (per un nato del 2000 il primo film è uscito che aveva un anno, l'ultimo libro che ne aveva 7) rileggono l'intera serie cover to cover almeno una volta l'anno, infilandosi in dispute gesuitiche su questioni che io definirei nerd al 100%: Dumbledore era o meno un nazista figlio di buona donna? è vero che quando sono in tredici a tavola poi ne muore sempre uno? perché Dumbledore non ha fatto fuori Voldemort, e non ci ha nemmeno provato, quando questi era all'apice del potere? e se il prescelto fosse stato Neville? anch'io sono (moderatamente) potteriano, ma sono anche un nato del 1977, e in molte di tali questioni riconosco l'ombra lunga di problemi che hanno attanagliato la mia generazione: era veramente Anakin il Prescelto? qualche ragione non ce l'avranno pure i Sith? quale bacchetta o spada laser porteresti sull'isola deserta? insomma, l'occhio del flashato lo vedi subito, è quello che colleziona, che cataloga, che fa ipotesi alternative e crea fanfiction. per questo, le truppe in maglia Marvel no pasaràn.
RispondiEliminaPdF mode on: quello della "potenza è nulla senza controllo" era il buon Carl Lewis ;-)
RispondiEliminaNon per gli interisti.
EliminaSanto Cielo, è vero. Grazie alla hint mi è risovvenuta anche la versione ronaldesca (ronaldica?) . L'età che brutta bestia. Grazie Doc, approfitto per salutare.
RispondiEliminaIl test per il riconoscimento del nerd dato dal Doc è il fuclro del discorso: non è che non abbia più senso parlare di nerd; è che in questo periodo storico è probabilmente più difficile riconoscerli, tutto qua. Anche mia nonna guardava Star Wars e Indiana Jones, ma non viveva avventure in giardino sognando di ritrovare reperti dell'antico Egitto o di salvare una galassia lontana lontana.
RispondiEliminaPrendete la musica: oggi va di moda la house, sottogenere di musica elettronica, mentre negli anni '80 era molto più popolare il Metal. Ebbene, oggi è più facile riconoscere un vero metal fan rispetto agli anni '80 e negli anni '80 era più facile di oggi riconoscere un fan di musica elettronica più complessa del tunz-tunz. Indossare una t-shirt Marvel per aver visto 4-5 film Marvel Studios non vuol dire essere nerd così come utilizzare un pc quotidianamente non vuol dire essere un hi-tech geek e questo vuol dire che ha ancora senso fare la distinzione.
Ok, il termine nerd è inflazionato e il suo significato vago può aver favorito questo; ma il test continua a funzionare e ad essere lo stesso di 30 anni fa: un vero nerd riconosce un vero nerd.
Sul fatto che questa inflazione e questa confusione tra nerd e non possa rendere il futuro della nostra cultura incerto sono d'accordo: è il motivo per cui serve continuare a fare il test e continuare a scrivere post sull'Antro. ;)
La vedo forse un po semplice: la sottocultura, gli emarginati appassionati di qualcosa di nicchia ci sono e ci saranno sempre....solo che non sono piu le stesse cose che appassionavano noi, che anzi sono diventate, in un certo qual senso già citato, la moda attuale.
RispondiEliminaDiciamo che, senza volerlo e senza esserlo, siamo passati dal lato dei "fighi" e questo è straniante perchè vediamo minacciata quella che per noi era una nicchia: a maggior ragione perchè chi ci minaccia non capisce in media una mazza della nostra passione ma va dietro una moda.
Se posso permettermi credo sia una questione generazionale che, ciclicamente, si ripete: i giovani anni 50 e 60 a mio avviso han vissuto la stessa sensazione quando han vissuto gli anni 80/90...la ruota gira e mo ce tocca è questo il punto :)