Godzilla: Il Pianeta dei Mostri
Con il piglio e pure un po' il cipiglio professionale di uno che ne sa, molto in the know, ti sei chiesto Equestocheminchiaè quando ti sei trovato davanti su Netflix qualche giorno fa Godzilla: Il Pianeta dei Mostri. Poi la tua memoria bacata ha chiesto umilmente permesso e ti ha ricordato di quel film anime di Godzilla di cui avevi sentito parlare mesi addietro, uscito al cinema in Giappone tipo a novembre, Gojira: Kaijū Wakusei (titolo internazionale, Godzilla: Planet of the Monsters o Monster Planet). Una pellicola molto importante, perché è un film ufficiale della saga imperitura del mostrone radioattivo con lo sfastidio perenne (il 32°, cioè il 30° giapponese, tolte le due robe USA) e lo ha prodotto sempre la Toho. Ma è il primo film animato della serie. Ed è la solita storia? No, perché è ambientata tra ventimila anni. Ventimila nel senso di ventimila [...]
La premessa è infatti una roba fantascienza invero molto suggestiva. Alla fine del ventesimo secolo, una serie di mostri iniziano a scassare il pianeta travestiti da party crasher; poi appare Godzilla, fischiettando il tema di Eccezzziunale veramente, e sono volatili per diabetici per tutti. L'umanità gli molla la Terra, dicendo cià, perché le razze aliene giunte in soccorso dei terrestri (una delle quali composta da preti spaziali biondini, tipo) non hanno saputo tener fede al loro slogan, "Aiutiamoli a casa loro". Ma dopo vent'anni e arrivata ormai a 11,9 anni luce di distanza, l'emigrazione cosmica non è andata a buon fine, ci sono grossi scazzi interni (e una trovata narrativa bastarda che hai apprezzato molto), e così i profughi delle stelle decidono di tornare a casa, lasciandosi prendere dalla temibile sindrome della Pasquetta al mare, ma arrivati a metà strada è nuvolo e abbiamo pure lasciato il Super Santos a casa. E questa trovata narrativa, invece, il torniamo a casa lessi, è un po' una mimmata, ma oh, mica Godzilla poteva seguirli su Tau Ceti e.
E insomma, indietro tutta, visto che la vita è tutta una kaiju, pure se la Terra è completamente diversa, perché sono passati in local time 20mila anni anziché 20. E Godzilla è ancora in giro. Macheveramè?, si chiedono giustamente i coloni a cui la cosa fa girare comprensibilmente i coloni. Eh. Ma com'è possibile? Ed è lo stesso Godzilla? È quello che spiega l'ora e ventotto minuti di Godzilla: Planet of the Monsters, prima parte di una trilogia di film anime realizzata da Polygon Pictures, lo studio di Knights of Sidonia e Tron Uprising. E realizzato con quello stesso stile grafico fatto di computer grafica spennellata di cel shading.
E funziona, visivamente parlando? Ni. Resta quel simpatico (come un'ernia) effetto pupazzetti tipico della CGI quando i personaggi camminano o corrono, però le tante sequenze d'azione scorrono bene, rette da una buona regia e da un ritmo sostenuto. Anche quando quello che succede non ha molto senso, è uno spettacolo. Le astronavi sembrano pescate da un videogioco, ma se scegli questo tipo di grafica è normale. Fighi i mech, fighi quei carri con le zampe, fighe le corazze con i segnetti per farle sembrare vissute, tipo jeans strappati con la grattugia, come in Sidonia, fighissimo quel vecchio amico qui chiamato per qualche ragione Mècia[omissis]. Pure se per vederlo in azione bisognerà aspettare magari il secondo film. Le solite promesse elettorali da baciapile alieni.
I personaggi non sono particolarmente memorabili, né si crea chissà quale empatia con il protagonista, il capitano ribelle Haruo Sakaki; tantomeno con i tizi che lo circondano, compresa una soldatessa messa lì con la scritta LOVE INTEREST fluo lampeggiante in fronte o il sergente energumeno di colore nei panni innovativi del sergente energumeno di colore. Però questa cosa della Terra di un futuro remoto, cambiata dalla presenza stessa di Godzilla per tutto quel tempo - d'altronde: se il gas delle mucche ci dà l'effetto serra, te figurati ventimila anni di... lasciamo perdere - e il modo in cui si affronta il tema Godzilla reggono l'interesse fino alla fine.
Il Godzilla de Il Pianeta dei Mostri, nonostante la spalla gigantesca da muratore con la birretta, il cappello di carta di giornale e la panina con mortazza, ricorda esteticamente quello yankee di Gareth Edwards e interpreta fondamentalmente lo stesso ruolo. La macchina da distruzione totale, inarrestabile, che non vuole sentire ragioni come neanche un anziano vedovo alle riunioni di condominio. Appare ancor meno nel film rispetto al Godzilla del 2014, molto meno: non arriva a coprire forse neanche tre minuti degli 88 di metraggio, ma ha una presenza scenica importante. Sarà l'aria da movirompoilcuboatutti. Sarà la spallona da muratore. Sarà la sorpresona finale che a) ti ha scimmiato un minimo per il seguito, b) ti ha fatto riprendere dal down di quello che sembrava un finale dimmerda.
C'è questa cosa molto buffiFFima che Godzilla è in 3D liscio e senza pennellate di cel shading, e il contrasto tra lui e gli umani che sono arrivati a rompergli le balle radioattive è netto. Però boh, il mostrone non ti dispiace. Soprattutto in quegli ultimi minuti lì perché [OMISSIS]. Sì, anche se nei primi piani sembra fatto DI LEGNO. Naso di legno, cuore di stagno, buradioattivo: il Goijira di Mastro Geppetto ti mancava, mo' stai a posto.
Ci sarà del marcio in Danimarca, in buona sostanza, ma c'è pure del buono in questa prima sgambata anime di Godzilla (anime, ché di cartoni di Godzilla c'erano già questi due). Devi solo avere la pazienza di trovartelo, ammantando di bonari Vabbè accompagnati da gesto rotatorio della mano a palmo aperto tutto il resto. Una storia che alterna mimmate e trovate intriganti, praticamente annodate nello spunto iniziale come una treccia d'aglio, fiatelle asfaltatutto, fantascienza vera, catechismo alieno.
Con un minimo di cura in più in fase di sceneggiatura hai come idea ne sarebbe venuto fuori qualcosa di decisamente grandioso, ma oh. Materiale da tre Presidentesse. Facciamo tutti fortissimo il tifo per l'arrivo/ritorno/resurrezione/whatev di Gamera e Mothra nel secondo film dai. Ché se lo chiami Il pianeta dei mostri e poi mi dai mostri solo per trenta secondi sei stronzo forte, eh.
La premessa è infatti una roba fantascienza invero molto suggestiva. Alla fine del ventesimo secolo, una serie di mostri iniziano a scassare il pianeta travestiti da party crasher; poi appare Godzilla, fischiettando il tema di Eccezzziunale veramente, e sono volatili per diabetici per tutti. L'umanità gli molla la Terra, dicendo cià, perché le razze aliene giunte in soccorso dei terrestri (una delle quali composta da preti spaziali biondini, tipo) non hanno saputo tener fede al loro slogan, "Aiutiamoli a casa loro". Ma dopo vent'anni e arrivata ormai a 11,9 anni luce di distanza, l'emigrazione cosmica non è andata a buon fine, ci sono grossi scazzi interni (e una trovata narrativa bastarda che hai apprezzato molto), e così i profughi delle stelle decidono di tornare a casa, lasciandosi prendere dalla temibile sindrome della Pasquetta al mare, ma arrivati a metà strada è nuvolo e abbiamo pure lasciato il Super Santos a casa. E questa trovata narrativa, invece, il torniamo a casa lessi, è un po' una mimmata, ma oh, mica Godzilla poteva seguirli su Tau Ceti e.
E insomma, indietro tutta, visto che la vita è tutta una kaiju, pure se la Terra è completamente diversa, perché sono passati in local time 20mila anni anziché 20. E Godzilla è ancora in giro. Macheveramè?, si chiedono giustamente i coloni a cui la cosa fa girare comprensibilmente i coloni. Eh. Ma com'è possibile? Ed è lo stesso Godzilla? È quello che spiega l'ora e ventotto minuti di Godzilla: Planet of the Monsters, prima parte di una trilogia di film anime realizzata da Polygon Pictures, lo studio di Knights of Sidonia e Tron Uprising. E realizzato con quello stesso stile grafico fatto di computer grafica spennellata di cel shading.
E funziona, visivamente parlando? Ni. Resta quel simpatico (come un'ernia) effetto pupazzetti tipico della CGI quando i personaggi camminano o corrono, però le tante sequenze d'azione scorrono bene, rette da una buona regia e da un ritmo sostenuto. Anche quando quello che succede non ha molto senso, è uno spettacolo. Le astronavi sembrano pescate da un videogioco, ma se scegli questo tipo di grafica è normale. Fighi i mech, fighi quei carri con le zampe, fighe le corazze con i segnetti per farle sembrare vissute, tipo jeans strappati con la grattugia, come in Sidonia, fighissimo quel vecchio amico qui chiamato per qualche ragione Mècia[omissis]. Pure se per vederlo in azione bisognerà aspettare magari il secondo film. Le solite promesse elettorali da baciapile alieni.
I personaggi non sono particolarmente memorabili, né si crea chissà quale empatia con il protagonista, il capitano ribelle Haruo Sakaki; tantomeno con i tizi che lo circondano, compresa una soldatessa messa lì con la scritta LOVE INTEREST fluo lampeggiante in fronte o il sergente energumeno di colore nei panni innovativi del sergente energumeno di colore. Però questa cosa della Terra di un futuro remoto, cambiata dalla presenza stessa di Godzilla per tutto quel tempo - d'altronde: se il gas delle mucche ci dà l'effetto serra, te figurati ventimila anni di... lasciamo perdere - e il modo in cui si affronta il tema Godzilla reggono l'interesse fino alla fine.
Il Godzilla de Il Pianeta dei Mostri, nonostante la spalla gigantesca da muratore con la birretta, il cappello di carta di giornale e la panina con mortazza, ricorda esteticamente quello yankee di Gareth Edwards e interpreta fondamentalmente lo stesso ruolo. La macchina da distruzione totale, inarrestabile, che non vuole sentire ragioni come neanche un anziano vedovo alle riunioni di condominio. Appare ancor meno nel film rispetto al Godzilla del 2014, molto meno: non arriva a coprire forse neanche tre minuti degli 88 di metraggio, ma ha una presenza scenica importante. Sarà l'aria da movirompoilcuboatutti. Sarà la spallona da muratore. Sarà la sorpresona finale che a) ti ha scimmiato un minimo per il seguito, b) ti ha fatto riprendere dal down di quello che sembrava un finale dimmerda.
C'è questa cosa molto buffiFFima che Godzilla è in 3D liscio e senza pennellate di cel shading, e il contrasto tra lui e gli umani che sono arrivati a rompergli le balle radioattive è netto. Però boh, il mostrone non ti dispiace. Soprattutto in quegli ultimi minuti lì perché [OMISSIS]. Sì, anche se nei primi piani sembra fatto DI LEGNO. Naso di legno, cuore di stagno, buradioattivo: il Goijira di Mastro Geppetto ti mancava, mo' stai a posto.
Ci sarà del marcio in Danimarca, in buona sostanza, ma c'è pure del buono in questa prima sgambata anime di Godzilla (anime, ché di cartoni di Godzilla c'erano già questi due). Devi solo avere la pazienza di trovartelo, ammantando di bonari Vabbè accompagnati da gesto rotatorio della mano a palmo aperto tutto il resto. Una storia che alterna mimmate e trovate intriganti, praticamente annodate nello spunto iniziale come una treccia d'aglio, fiatelle asfaltatutto, fantascienza vera, catechismo alieno.
Con un minimo di cura in più in fase di sceneggiatura hai come idea ne sarebbe venuto fuori qualcosa di decisamente grandioso, ma oh. Materiale da tre Presidentesse. Facciamo tutti fortissimo il tifo per l'arrivo/ritorno/resurrezione/whatev di Gamera e Mothra nel secondo film dai. Ché se lo chiami Il pianeta dei mostri e poi mi dai mostri solo per trenta secondi sei stronzo forte, eh.
Godzilla: Il pianeta dei mostri
Recensito da: DocManhattan DocManhattan Data: Jan 23 2018
Voto:
Recensito da: DocManhattan DocManhattan Data: Jan 23 2018
Voto:
Ciao Doc! Se dovessi consigliarmi un solo film su godzilla, quale sceglieresti? Tolto quelli americani non ho mai visto altro ma mi sarebbe piaciuto ripescarne qualcuno... Grazie!
RispondiEliminaHo in mente un post riepilogone di tutta la saga. Così ti fai un’idea del più adatto.
EliminaGrande un Listone Godzilla ! Cosa volere di più dalla vita? Forse un Listone di tutti i Listoni!
EliminaIo personalmente da cultore della saga ti consiglerei paradossalmente di partire dall'ultimo: "Shin Godzilla"
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaIn attesa del riepilogone allora, vedrò shin godzilla, grazie!
EliminaFarai un listone giordano (o gordiano) di Godzilla aka Gojira?!
EliminaDomo arigato.
Allora, io li ho visti quasi tutti: di quelli Showa (anni 60-70) guardati "gli eredi di King Kong" (ci sono tutti i mostri di quel periodo), poi a me è piaciuto " ai confini della realtà" (per via del robottone Jet Jaguar).
EliminaDell' era Heisei (anni 80-90) a me sono piaciuti "godzilla contro Space Godzilla", "Godzilla contro King Ghidorah" e "Godzilla contro Destroyah".
quelli Dell'era Millenium non mi sono piaciuti granchè, forse i 2 in cui compare Kiryu e "Godzilla Final Wars" (una sorta di remake de "gli eredi di King Kong" .
come ti hanno detto gli altri, guardati prima "shin Godzilla": è molto particolare, assomiglia un pò al remake americano del 2014 per il fatto che Godzilla si vede poco, ma quando si vede........)
Grazie!
EliminaMi ha sorpreso a tradimento il trailer su netflix e mi ha lasciato una sensazione di meh ... magari vedrò di recuperarlo appena finito di vedere Sword Art Online.
RispondiEliminaParlando di Godzilla doc, hai visto per caso Shin Gojira di Hideaki Anno? vale la pena di recuperarlo dato che non lo ho visto al cinema?
Visto e... è complicato. Ne parliamo asap in un post apposito.
EliminaVisto e piaciuto abbastanza. L'animazione fatta a quel modo ti fa storcere un po' il naso ma se la storia ti prende è tollerabile. Mi sono sciroppato tutto Ajin che è animato in quel modo ma peggio e me lo sono goduto lo stesso.
RispondiEliminaDetto questo a me il finale, pre-colpo di scena, non mi era poi dispiaciuto poi tanto. Dovevano solo gestirlo meglio.
Il colpo di scena è veramente troppo per me. Ho capito che le cose devono andare in una direzione ma così a me non convince.
Una cosa su Haruo Sakaki. Nel finale incarna i topos del militare ossessionato giapponese, per me sta diventando un po' scontato.
L'aspetto che ho apprezzato di più del film è che descrive una lotta. Una lotta dove i più teneri sono carne da cannone e dove la presenza del mostro è in parte considerata una giusta punizione divina. Il voler distruggere il mostro è un misto di vendetta, desiderio di riscatto ma anche una blasfemia impossibile da realizzare.
Quel Godzilla visto così mi ricorda molto Tripticon...
RispondiEliminaSono rimasto sorpreso nel vedere il trailer e pensavo di dargli un'opportunità quanto prima.
RispondiEliminaPensavo, perché dopo aver letto la tua rece mi è tornato alla mente il Godzilla USA 2014, col continuo e fastidioso nascondino del mostrone: si, vederlo cinque minuti in tutto mi aveva deluso non poco, e il film in sé (col suo protagonista sbagliatissimo) mi aveva triturato le bolas.
Essendoci qui un tipo di fantascienza che apprezzo lo metto nella lista dei "quando avrò tempo" (cioè mai...)
Qui non c'è nessun nascondino. Il mostro è lì che scorrazza libero. La storia si concentra di più sugli umani ed è per quello che il mostro si vede poco.
EliminaAnche nel film di Edwards il mostro si vedeva ben poco, ma se qui i personaggi umani sono scritti meglio rispetto a quelli del film del 2014 allora ne varrà la pena.
EliminaPerché, magari sarò un mostro io, ma dei personaggi insulsi del film USA non riusciva a fregarmi veramente nulla...
Ma poi questo Godzilla muratore è davvero collegato in qualche modo con lo Shin Godzilla di Anno?
RispondiEliminaVallo a sapere, con la storia dei 20mila anni nel futuro. Il mostro è comunque diverso.
EliminaNon sono un esperto di Godzilla (= mai visto un film di Godzilla a parte questo anime) ma potrebbe essere in continuity con "Godzilla - Final War". Il film precedente a "Shin Godzilla" di Anno dove appaiono gli alieni.
EliminaMi ha tenuto incollato tutto il tempo, non mi aspettavo una cosa del genere. A me è piaciuto una cifra, ha il sapore della fantascienza epica, è drammatico e Godzilla spacca. Protagonista odioso, molto più interessante il suo comandante, specie nelle ultime scene.
RispondiEliminaL'estetica ci sta, la contrapposizione plasticosa del mostro rispetto agli uomini lo rende davvero 'anomalo', come dev'essere.
Per me è sì.
C'è da dire che il gesto rotatorio della mano a palmo aperto è un candidato coi controRazzi per il gesto del minollo, eh.
RispondiEliminanon credo lo vedrò ma ci tenevo a far sapere che avevo adorato il film di godzilla americano del 1998!! e probabilmente recuperò shin godzilla in qualche maniera
RispondiEliminaL'ho visto due giorni fa. Condivido il voto di tre presidentesse. Si lascia guardare ma non gridi al miracolo.
RispondiEliminaPerò...
Però l'inizio è stato duro da superare! Stavo per spegnere per la stupidità della trama! Forse ho capito male e mi è sfuggito qualcosa . Aiutatemi voi a capire meglio questa cosa.
Questi tizi hanno lasciato la Terra per colpa di Godzilla e sono in viaggio da quanto? 20 anni?
A un certo punto si ribellano e dicono: Signori...questa non è vita e il cibo è finito torniamo a casa!
Si fanno altri 20 anni nel viaggio di ritorno? No no! Accendono il motore e in 5 minuti sono sulla Terra! Ma che davvero? Che sono morti tutti gli scenggiatori e li hanno sostituiti con i passanti? 20 anni prima a nessuno è venuto in mente di viaggiare a curvatura all'andata? Dai...devo aver capito male perchè è davvero troppo stupida questa cosa.
Credo che abbiano usato un grosso quantitativo di risorse, con la consapevolezza di non poter piu' eseguire salti spaziali, e quindi rimanere ancorati al sistema solare.
EliminaGrazie.
EliminaQuindi ora la nave non può più andare da nessuna parte giusto? Può solo rimanere in orbita.
Speriamo che il Godzillone non la veda nell'atmosfera che se gli girano....
Lo sto guardando e...meh.
RispondiEliminaCol protagonista zero empatia: cioè, mi sembra troppo troppo scemo, e per quanto sia un "capitano" pare di avere a che fare col frignetta dell'Attacco dei Giganti...non so, l'idea del futuro, il trattamento grafico di tute/navi/ecc mi piace, ma a livello di trama ho dovuto fare un ex voto per sospendere l'incredulità. :| Peraltro, continuo ad addormentarmi prima di arrivare alla fine...(sarò vecchio?!). Spero nei prossimi.
A me è piaciuto, apparso in mezzo al nulla nell'elenco di netflix, l'ho guardato mentre cercavo di decidere se stirare o passare l'aspirapolvere domenica mattina.
RispondiEliminaAlla fine è guardabile. Anche se in tutta onestà di Godzilla mi piaceva anche quello del '78 con Godzuky che ti faceva i buchi nell'armatura ! Santo Nico Fidenco.
Bene bene metto nella lista dei "Da Vedere" che sta diventando lungherrima!!!
RispondiEliminaA parte che all'inizio pensavo di guardare la prima puntata di "The Hundreds", a me non è dispiaciuto affatto. Si fa guardare con piacere, sebbene in molte scene si fatichi a distinguere i vari personaggi, tanto contano tutti come il due di picche.
RispondiEliminaA proposito di Netflix, Doc è uscita la seconda stagione di Trollhunters :-)
RispondiEliminaLove ゴジラ! Il sorpreso è finale riabilita il meh della seconda parte. Speriamo per il futuro.
RispondiEliminaAddormentato due volte nel guardarlo, anche volendo sorvolare sulla trama messa giù a casissimo con le sue mille incongruenze e forzature, anche volendo ignorare il piattume dei personaggi e le pessime animazioni proprio non riesco ad accettare che Godzilla rimanga impalato in mezzo alla foresta (oddio, in teoria ogni tanto si muove ma quando viene inquadrato fa sempre la bella statuina) che tira giù solo le astronavi che gli passano vicino assomigliando più ad una giumenta che, con la coda, scaccia le mosche che gli si posano sulle chiappe che al mega-mostro distruggi-città che mi sarei aspettato. Concordo invece sulla figaggine del design di umani e della tecnologia utilizzata
RispondiEliminaE' in lista di vederlo dopo che avrò finito di vedere Inuyashiki e dopo Blame!.
RispondiEliminaDopo questa recensione sono molto incuriosito.
Uh lo scopro ora da te!
RispondiEliminaNon sapevo che esistesse un anime con Godzilla :O
è il perfetto titolo per cui odiare la valutazione 0/1 (pollice su/giù) di netflix.
RispondiEliminaPessimo film da tutti i punti di vista, dal punto di vista tecnico, dal punto di vista della trama (abbastanza ridicola), dagli spiegoni pseudo-scientifici per sconfiggere Godzillone, dai personaggi che hanno il carisma e lo spessore della carta velina usata...
RispondiEliminaUè, però la canzone messa sui titoli di coda era carina!