La fine di Rat-Man, l'Attacco dei Giganti, Mercurio Loi, Volt, Aliens e altri venti chili di fumetti, circa

Un altro Microletture che, causa la luuuunga assenza della rubrica, rischiava di diventare un Gigasuperfantamacroletture. Perciò andiamo veloce, via, e cerchiamo di tenerci corti su ogni albovolumequellocheè del listone. Listone che, già che ci siamo, comprende: Rat-Man 122, l'ultimo albo di Rat-Man; lo speciale Yellow sempre di Leo Ortolani; Descender 4; Tokyo Ghost 2; Volt 5; Speciale Dylan Dog 31; Mercurio Loi 5; Aliens 5; L'Attacco dei Giganti 22; Gundam Thunderbolt 9; Nathan Never Rinascita 5. Uff! 'namo anche oggi con più forza, viet'Namo. [...]

Rat-Man #122, Panini, 5 ragni
E alla fine quel giorno è arrivato. Le ultime 110 tavole, l'ultima parte dell'ultima megasaga, e Rat-Man, la serie, è giunta al capolinea. Scrivi "la serie" perché è chiaro che Rat-Man continuerà ad essere tra noi. In altre vesti, in speciali slegati dalla continuity come è già stato e sarà, quello è evidente. Ma qualcosa ti dice che quel finale lascia una porta, o almeno un portello, spalancato sulla voglia di tornare un giorno a raccontare le avventure di questo mondo. Da quant'è che segui Leo Ortolani? Oh, da una vita. Da prima della Collection, da prima dell'autoproduzione di Rat-Man. Dalle sue storie sulla fanzine Made in USA recuperate alla tua prima Lucca, nel '92, e dal suo pulcino (era un pulcino?) su Starcomìx. Venticinque anni, rendetevi un po' conto. Un quarto di secolo. 

Alla scena della foto di gruppo ti sei quasi commosso. Poi hai visto chi l'ha scattata, nella vignetta subito sotto, e ti è partito il LOL. Questo è Rat-Man, un meraviglioso fumetto di ringere. E non solo il Rat-Man degli ultimi anni, ma di sempre: rileggendo le vecchie storie sulle pagine del Gigante, è evidente come la voglia di Leo di andare oltre le singole gag fosse sempre lì. Di imbastire storie complesse, anche molto complesse, proprio come quest'ultima, L'Operazione Ratto, a volte penalizzate dall'inevitabile periodicità del fumetto (lo volevamo mica morto con un mensile, il Leo? No, eh) e dalla cronica e talora sinceramente incomprensibile assenza di un riassunto delle puntate precedenti. Ché il Plazzi finiva per mangiarselo ogni volta a merenda, tipo, boh.
Ma comunque. Gran finale, epico e commovente e con l'amaure e la speranza. Non ti aspettavi niente di meno. Cinque presidentesse, ma pure cinquanta.
Yellow, Panini, 7,90 Mimì
E per chi di Rat-Man non ha mai letto un ratto, e non vuole proprio convincersi a recuperare con una delle varie ristampe (il Gigante, cacchio. Leggete il Gigante, gente, ché fa pure assonanza)? Ci sono gli speciali che ripropongono a colori e in formato albo USA un ciclo di storie a sé stanti, tipo Ratto o il recente Yellow, che contiene la "trilogia manga" di Rat-Man. Tre storie metareferenziali (non è una parolaccia) in cui Rat-Man e gli altri protagonisti devono rilanciare il giornalino, e per farlo si (ri)lanciano sul genere manga. E sulle tette (una, almeno).
C'è dentro di tutto, dallo shojo - disegnato molto meglio da Leo che da alcuni mangaka giapponesi che fanno shojo da trent'anni, va detto - ma le pagine su Capitan Harlock (Capitan Rattock e la fedele Mimì) e sull'eroe della golden age Brick Tempesta valgono da sole il prezzo del biglietto.
Descender #4, Bao, 17 droidi
Continua la saga di Descender, di cui si è parlato più volte in questo covo di praticanti la deboscia. Sul quarto volume la storia di Jeff Lemire continua ad essere sufficientemente intrigante, anche se magari frizza un po' meno rispetto ai numeri precedenti e in un paio di punti è piuttosto telefonata, ma i personaggi restano meravigliosi (a cominciare ovviamente da Telsa, miss canotta siderale, da Trivella e da Bandit) e le tavole di Dustin Nguyen sono qualcosa di semplicemente spaziale.
Il che è molto appropriato, trattandosi di una space-opera.
Tokyo Ghost #2, Bao, 14 feed
Seconda e ultima parte del Tokyo Ghost di Rick Remender e Sean Gordon Murphy. Vedi le laudi spese per il primo volume e rilanci, ché Tokyo Ghost è un altro giro sulla folla giostra del Remender Theme Park. Difficilmente hai letto fumetti USA così visionari, folli, sboccati, volgari, romantici e stilosi. Allo stesso tempo. Quest'uomo riesce a inventarsi futuri fantascienzi sempre diversissimi e sempre originali (devi recuperare subito l'ultimo volume di Black Science, appropò), ragion per cui lo stimi e lo odi tantissimo. Allo stesso tempo.
Consigliatissimo, se non vi fa strano che a un certo punto si finisca nell'Emporio dei Sogni del Professor Uccellolucente. E cose così. 
Aliens #5, saldaPress, 3,20 xenocosi
Prosegue sulle pagine del mensile salda dedicato ad Aliens la mini Aliens Defiance, che resta una gran bella storia, anche se purtroppo disegnata perlopiù con i piedi sinistri e colorata con quelli destri. Questa cosa che ormai i coloristi italiani danno birra a fiumi a molti colleghi d'oltreoceano che questo lavoro lo fanno da una vita si capisce poco, ma così è.
La storia di Brian Wood, a ogni modo, scalciaculi. Si tiene sul semplice, giocando con i consueti elementi della serie, senza strafare (beh, tizi col passamontagna, la banda bassotti dello spazio, a parte), ma è godibilissima. Ma quanto sarebbe stato figo un videogioco Telltale di Aliens basato su questa trama?
Volt #5, saldaPress, 2,99 robottini
E qui si ringe. Non parli bene di Volt perché Stefano "The Sparker" Conte è un tuo amico e una volta ti ha pure creato un'armatura da cavaliere dell'orcodiaz. No. Ne parli bene perché Stefano è un amico di tutti i trentenni/quarantenni là fuori che hanno mai frequentato una fumetteria in vita loro e sanno cosa significa avere a che fare con giovani minchietti indisponenti che non capiscono una fava di niente e, pur mantenendo la calma, vorresti appenderli al muro, accanto ai poster di Rob Liefeld su cui tutti sputano. Ma siccome Stefano è pur sempre quello delle strisce esilaranti sui robottoni degli anime, in questo quinto numero lo scontro generazionale diventa (perlopiù) una sfida tra robottoni, mech in cui The Sparker ha riversato tutto il suo amore per il genere, con dei mash-up incredibili. Fa ridere, ci sono i robottoni e si lancia anche un messaggio ecumenico intergenerazionale da fumetteria, nel quale non credi molto (#scuolamuro), ma oh, è pur sempre uno sforzo concettualmente apprezzabile.
Solo che se nel sesto numero non salta fuori l'Uomo Pigro fai un casino in perfetto stile Uomo Pigro. Cioé non fai niente.
Speciale Dylan Dog #31, SBE, 5,80 zombie
Sei un fan di Remender, ma sei un grande fan anche di altri due autori, entrambi italiani ed entrambi presenti in questa carrellatona. Sia pur diversissimi tra loro. Uno è Alessandro Bilotta, che ha il talento di stupirti sempre pure lui, ma non come Remender. Senza uccelliluminosi e tecnobubbole folli, ma con dialoghi poetici e storie che abbandonano i canoni della narrazione Bonelli tradizionale per avventurarsi... boh, dove non l'hai mica ancora capito. Perché quelli di Bilotta non sono fumetti facili da spiegare, devi leggerli. La sua saga postapocalittica del vecchio Dylan Dog in una Londra piena di morti viventi, pubblicata a cadenza annuale sugli Speciali Dylan Dog, sembrerebbe, a leggerne la sinossi, una ruffianata pazzesca, un incasso facile del genere zombie presente in qualsiasi salsa di qualsiasi mensa. Manca giusto La Famiglia Mezil Zombie e poi c'è tutto. E invece ogni singola storia, ogni anno, prende sentieri imperscrutabili. Il nemico pubblico n.1 del titolo è Xabaras, anche lui vecchio e come tale... in cerca d'amore. Dylan è solo una comparsa, la nemesi della sua storica nemesi, ma la scena è tutta per l'ormai rattrappito villain e la sua malinconia.
Prima che ti dimentichi: molto evocativi i disegni di Sergio Gerasi, perfetti per questo tipo di storia. 
Mercurio Loi #5, SBE, 4,90 aò
E di malinconia parla anche l'ultimo numero di Mercurio Loi, mensile scritto sempre da Bilotta e ormai ovetto kinder delle tue letture mensili. Una serie ancor più inconsueta (molto più inconsueta), in cui nessun dialogo o scena sembra lì per caso, a riempire il numero di pagine. E più si va avanti, più ti sta sul pazzo il protagonista e il suo assistente, l'insopportabile Ottone, più resti affascinato da questo mondo in cui ogni possibile contaminazione pulp si mescola con dissertazioni sulla vita, l'universo, tutto quanto e la trippa romana. 
Un Joker al contrario, tipo? Vi interessa?
L'Attacco dei Giganti #22, Panini, 4,50 maroni
Santo. Cielo. Del. Wall. Maria. La svolta del volumetto precedente, la grande rivelazione della cavolo di cantina che si aspettava da settemila pagine, grosso modo, non ti era andata granché giù, perché dipingeva uno scenario meno affascinante di quello che ti aspettavi. Però poteva pur sempre venirne fuori qualcosa di buono, per rilanciare una trama che dopo il ritorno alle mazzate tra giganti colossali, corazzati e concupiti dalle sorellastre rischiava di arenarsi di nuovo negli altissimi sticazzi regali del pippone storico. Ed è ESATTAMENTE quello che è successo in questo volume 22, un pistolotto unico su quello che è stato, che imbarocchisce la storia con una sovrastruttura pesantissima, incasinata, fondamentalmente superflua. Nel senso che lo stesso spunto poteva esser sviluppato molto meglio, ma magari stanno solo andando avanti alla come viene, come sempre per i manga di successo in cui l'autore ha avuto una botta di culo enorme e ora gli editor controllano in remoto degli elettrodi collegati ai suoi organi genitali. Alla viva il parroco, versione viva il monaco shinto.
Una lettura talmente emozionante che ti sei addormentato tre volte. Non è una battuta.
Gundam Thunderbolt #9, Star Comics, 6 monaci
Numero un po' di transizione, in tutti i sensi, per Mobile Suit Gundam Thunderbolt, che comunque hai gradito. Ci sono dei bei momenti, delle scene di battaglia/fuga riuscite e i personaggi, anche quelli nuovi, girano. Siamo ancora lontani dal duello nello spazio tra Io Flemming e Daryl Lorenz riproposto nell'anime di Thunderbolt, ma questo rimane di gran lunga il tuo manga preferito dedicato all'universo di Gundam dopo Origini. Cioè il tuo preferito con una storia in gran parte originale.
Solo che non riesci proprio a digerire la maggior parte dei nuovi MS, anche quando si tratta di semplici decorazioni (e ci sta tutto, visto che si parla di mezzi da battaglia). Sì, ti riferisci agli Zogok con le squame sugli spallacci. Ma magari è un problema tuo, sai come sono felici i customizzatori di gunpla. Ti aspetti grandi cose - e tanta, tanta musica jazz - dal prossimo numero.
Nathan Never: Rinascita #5, SBE, 3,90 noncipossocredere
Chiudiamo con il penultimo numero della mini Nathan Never Rinascita e con l'altro autore italiano di cui sei un grande fan, però da decenni. Michele Medda aveva già raccontato le drammatiche origini dell'Agente Alfa in due tra i numeri più belli in assoluto della serie, riproposti un anno fa in un volume imperdibile (anche per i disegni strepitosi di Nicola Mari), l'Abisso delle Memorie, che nella tua libreria è finito accanto alle varie copie di Watchmen, per dire. Rinascita propone una versione alternativa di quella storia, e come detto altre volte tutto cambia perché sono diversi, se non il ruolo, le motivazioni di Ned Mace. Anche le storie di Medda sono diverse dalle altre, da sempre. Con i dialoghi migliori che si possano trovare in circolazione, storie ben costruite e personaggi che si comportano in modo credibile, in qualsiasi circostanza. Sì, stai per dire ancora una volta che chi non ha letto le due stagioni di Lucas ha fatto malissimo.
Hai apprezzato anche uno svecchiamento di alcuni elementi un po' troppo old school che Nathan Never (peraltro proprio ora stanno riproponendo la serie in edicola in volumi brossurati, contenenti due numeri l'uno, come abbinamento editoriale a un quotidiano. Ma hai già tutto, passi) si porta dietro dalla sua nascita. L'uso del voi, l'assenza di un linguaggio più esplicito quando serve. Qui, come altrove (DYD) si è passati al lei e quando due personaggi si insultano prima di spararsi... beh, si insultano. Sì, i vari Peste! sono tradizione Bonelli, lo sai. Però in alcuni contesti fanno troppo strano, è solo un bene che un po' alle volta si cambi. Magari non su Tex, ché mio zio s'incazza e poi non dice esattamente Peste!, ma altrove sì.

Ma c'è che siccome tra le tante cose meravigliose che questo covo di deboscia ti ha permesso di fare, negli anni, c'è stata anche quella di conoscere Michele - ogni volta c'hai l'ansia di sembrare troppo una groupie - in questo numero di Rinascita il giovane Nathan dice a un certo punto questo:
il che vuol dire che sei stato citato nel mondo di Nathan Never, va' che figata! Ma grazie un mondo!!! Seguono lacrime di gioia e sentitissima commozione, da preservare per i momenti in cui ti senti una nullità odiata dall'universo. Ricapitolando: un tuo pronipote ha fatto i soldi nel futuro con la cyberchirurgia, probabilmente usando te come cavia. Sei finito in qualche modo nel Marvel Universe, a far l'assistente del Dottor Strange, ricordiamolo, e ora i tuoi discendenti fanno i soldi con i chip neurali nella Città Est. Prossimo passo: infilarti in qualche manga. Enrico, vedi cosa puoi fare con i tuoi datori di lavoro.
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Commenti

  1. Ho un sacco di roba da leggere in casa e mi devo mettere di buzzo buono. Detto questo il numero di Volt, quando l'ho preso in edicola, l'ho prontamente divorato: bellissimo. Se ci si vede a Lucca, userò tutte le armi di persuasione possibili per farmi fare un disegno di Greystone, anche rifare la mitica scenetta di Blade, anche se non faccio pilates.
    Intanto mi sono procurato Kill or Be Killed in inglese per leggermelo. Il duo sceneggiatore/disegnatore BRUBAKER/PHILLIPS è sempre a livelli altissimi e Kill or Be Killed non fa eccezione. Già dalle prime pagine si rivela un fumetto notevole, come sempre. Nota dolente è che in Italia non pubblicano le loro ultime opere come Fade Out e gli ultimi numeri di Criminal (Doc il post sulle copertine anni '70 dei fumetti americani a quando... quelle finte '70 di Phillips sono da applauso). Ho recuperato di recente anche Velvet di Brubaker ed è strepitoso, una storia di spie dove non si capisce mai chi è il cattivo e se esistono realmente i buoni.

    Tokyo Ghost devo trovare il tempo di leggerlo, il primo numero era favoloso.

    PS: Doc, prima o poi, ti regalo Sleppers.

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    1. Molta scimmia per Kill or Be Killed, ora. La coppia B/P non delude mai, del resto, vero.

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    2. Kill or Be Killed, per ora, è nel solco sia di Criminal sia di Fatale. Senza fare spoiler è presente sia il tema dei "vinti", o di quelli che comunque la vita pone davanti a delle scelte di Hobson, mischiato ancora con del sovrannaturale, vero o presunto non si sa.

      Poi essendo io un cane nell'albionico idioma mi permette di allenarmi un po'. Peccato solo che il protagonista ogni 5 parole dica o pensi f**K, as****e e tanti termini che il traduttore di google si rifiuta di tradurre perché apertamente volgari. Se mai dovessi tornare negli USA probabilmente, tra un po', avrò un ottimo dizionario da scaricatore di porto.

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  2. Seguo Rat-Man da circa 15 anni e con la serie ho sempre avuto un rapporto di amore/odio, alternando periodi nella quale la seguivo assiduamente ad altri in cui la ignoravo. Detto questo, il finale è assolutamente perfetto e c'è tutto Ortolani: far convivere le 2 anime di Rat-Man, quella comica e farsesca e quella più seria e con continuity rigorosa non era facile, ma Leo ci riesce con una naturalezza incredibile. E di nuovo complimenti.

    Detto questo devo trovare un po di tempo a disposizione per continuare Descender e cominciare Monstress mentre sul webbe sto seguendo un webcomic chiamato Kill Six Billion Demons, fantasy che all'inizio è un casino da seguire, poi complici anche gli ottimi disegni ti acchiappa. Coincidenza delle coincidenze, in America la Image lo pubblica in volume.

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  3. Io ho finito di leggere una biografia di Marinetti, il capobranco dei futuristi. Incredibile come sia riuscito a cogliere , per primo e 80 anni fa , come sarebbe stata la società moderna. Quando a noi xennial dicevano alle medie che Marinetti diceva che non si dovevauno utilizzare virgole e punti ma segni matematici, ci veniva da additare al bislacco, e invece oggi guarda come scrivono i supergiovani. Quando diceva che il libro come oggetto è da cestinare, aveva previsto l' ebook. Quando diceva che la parola scritta è una gabbia, e scriveva le tavole parolibere, in pratica accennava alla preponderanza del fumetto sulla letteratura. Quando diceva che le nuove opere d'arte sarebbero state fabbriche e stazioni, aveva ragione, guardate gli architetti moderni.
    Sparava anche le sue stronzate, e fu fascista ed interventista , ma fu anche uno strapieno di pheega . Molti altri tipo Ungaretti furono fascisti , anche più entusiasti di Ungaretti che, tutto sommato, considerava a livello personale il duce un cretino ( probabilmente era invidioso del ruolo che avrebbe voluto per sè) . A confronto di D'annunzio comunque rimane un dilettante.

    E adesso sto iniziando un testo sulla gestione dello stato di oltremare ai tempi delel crociate, un volumone mastodontico ed oltremodo interessante per sfatare tanti luoghi comuni e fare un pò di chiarezza su cosa furono quegli anni.

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    1. A proposito di artisti che prevedono il futuro: in gioventù non ho mai apprezzato più di tanto Andy Warhol, mi sembrava uno un po' ruffiano che cercava di piacere al grande pubblico (e certamente lo era, come anche Picasso o Dalì).
      Poi ho letto "No logo" di Naomi Klein, ho ripensato alla sua zuppa Campbell e alle quattro facce di Marilyn Monroe e ho capito tutto. Warhol ha previsto il mondo di oggi con 20 anni di anticipo sull'evento che ha dato il via a tutto (l'affacciarsi sul mercato negli anni '80 della Nike)...

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    2. e tornano anche "Le letture improbabili di Riccardo Thiella", uno dei miei appuntamenti preferiti.

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  4. Insomma, solo voti alti!
    Il finale di Rat-Man ancora non lo leggo (ma è qui!), mentre Mercurio Loi sempre più MIGLIOR FUMETTO BONELLI (SE NON ITALIANO) attuale.
    Un'opera che ha il sapore di quei fumetti d'autore da rivista anni '60-'70 :)

    Moz-

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  5. Seguo da poco questo blog e non ho capito il discorso citazione-cyberchirurgia legato a NN. Grazie

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    1. Benvenuto o benvenuta a bordo, innanzitutto.
      Ho dei chip neurali, diciamo così, ed è una storia lunga, ma spiegata - più o meno - in post come questo
      https://docmanhattan.blogspot.it/2016/07/its-just-little-crash-una-cofana-di.html

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    2. Grazie, ora approfondisco :-)
      (Sono uomo, dai "uomo" che parolone, va be', ragazzo anche se ho un po' di capelli bianchi ... ok, sono quello che sono e grazie per il benvenutO)

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    3. E poi la vignetta menziona lo "Scanner A1-Apreda" ed il vero nome del Doc è Alessandro Apreda...

      (So che sembro Capitan Ovvio, ma Sae ha detto di essere nuovo/nuova...)

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  6. bel listone doc! di quelli citati ho letto solo mercurio loi 5 che non mi ha convinto del tutto ( il 4 mi è piaciuto troppo)

    poi ho letto il numero uno di dragonero , il numero otto de l'attacco dei giganti ( lo sto recuperando da poco) sto seguendo in edicola kickass ed è una figata pazzesca e da domani seguirò anche la ristampa di nathan never

    in più ho letto la prima delle raccolte a fumetti di sio ( molto bello) , il numero 122 di ratman ( spiace un sacco per la chiusura della serie ed è un bel numero ma in generale l'operazione ratto non mi è piaciuta) e ora sto leggendo come libro noi, i ragazzi dello zoo di berlino

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  7. I bio-scanner apreda sono quelli che si usano per fare il check-up al minollo? Di Rat-man non riesco ancora a trovare il coraggio di leggere l’ultima saga, ogni tanto prendo in mano gli albi, li soppeso e poi li rimetto giù... non ce la posso proprio farcela (sicuramente non senza piangere)

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  8. confesso che non riesco ancora a leggere l'ultimo di ratman ,è come se si chiudesse un capitolo della mia vita, sono davvero 25 anni che ratman mi accompagna ,è davvero un bel pezzo di strada fatta insieme,dai tempi di made in usa,la prima fanzine che io abbia mai letto.

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  9. Io mi sto continuando a dare alla DC che mi da tantissime soddisfazioni.
    Ho voluto provare il primo numero di Marvel Legacy e mi è venuto lo schifo a vedere la riunione dei supplenti e i veri eroi in panchina.
    Arrivederci Marvel,ci vediamo quando cambi editor in chief...forse.
    Almeno per il Marvel Universe,perchè lo Star Wars universe è una Forza! (ha-ha)
    Ambientate tra ep IV e V le storie sono accattivanti,(quasi) sempre rispettose della mitologia e con personaggi originali incredibilmente ben delineati che meriterebbero di entrare nei film,come il DR Aphra,le copie serial killer di R2-D2 e C-3PO e la moglie di Han Solo.
    Consigliato a tutti gli appassionati.

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    1. A me tutto sommato Marvel Legacy è piaciuto, ma ad ognuno i suoi gusti

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  10. Il Bio-Scanner A1-Apreda è una cosa tipo bellissimissima!
    Medda mi sale di un casino di punti con questo omaggio al Doc nazionale.

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  11. su AOT la penso come te... non so esattamente il vol 22 a che punto si ferma, io sto andando avanti con gli scan e devo dire che lo spiegone assurdo e inaspettato dopo 90 capitoli di misteri se da una parte ci stava dall'altro poteva essere gestito con più parsimonia. In pratica ribalta totalmente la visione della storia, e i protagonisti finiscono per essere quasi dimenticati. Inoltre sarò io ottuso ma mi pare crei un buco nella trama... speriamo l'anime venga gestito meglio.

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    1. Una voragine enorme, direi.
      Di quelle che non tappi con un macigno portato in spalla.

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    2. Come purtroppo sospettavo andato completamente in vacca. I Giappi non li sanno proprio gestire i successi, alla fine i misteri erano fini a se stessi e doverli risolvere porta a sta roba. Dimenticabile è stato un piacere Erenne e soci.

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    3. Peccato perchè era iniziato bene, personalmente smetto a questo numero

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  12. "Questa cosa che ormai i coloristi italiani danno birra a fiumi a molti colleghi d'oltreoceano che questo lavoro lo fanno da una vita si capisce poco, ma così è".

    Beh, perchè devi andare un po' oltre il concetto di "colorazione di fumetti" e spostarti al livello... boh... "storia dell'arte"? :D
    Ricordo una visita ad un palazzo in Baviera (progettato da un architetto italiano), in una stanza piena di quadri che mi avevano fatto dire "meh..." ne trovai uno davanti al quale esclamai: "Oooh, questo sì che è bello!"
    Indovina qual era (scusa: qual"era) l'unico pittore italiano lì dentro?
    E' inutile, siamo i più bravi: c'è voluto solo un po' di tempo per capire come cacchio funzionava 'sta tavoletta grafica ma mò non ci ferma più nessuno :D

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    1. Beh, lo stai dicendo al figlio di un artista, ma grazie per il pensiero. :)
      Nel senso che sì, ho presente il nostro retaggio nelle arti visive. Ma la colorazione in digitale è un mestiere e il gusto grafico non è un'esclusiva tricolore. Qui mancava una scuola di coloristi perché il fumetto nazionale è stato prevalentemente in bianco e nero. E le cose che faceva Steve Oliff trent'anni fa, qua se le sognavano la notte. Ma oggi ci sono coloristi italiani bravissimi e tanti cani della palette digitale pagati anche da Marvel e DC.

      È come dire che abbiamo insegnato agli yankee a fare i western e... wait.

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    2. Sono ovviamente d'accordo con te, perdona il discorso un po' semplicistico per fare "la bbattuta" (cit.).
      Come dici tu, dovevamo imparare un mestiere (la "cacchio di tavoletta grafica") che non era nella nostra tradizione, ma un mestiere si impara con l'esercizio, il gusto... Mi verrebbe da dire "o ce l'hai o non ce l'hai" ma non è vero neanche questo: si può imparare ed esercitare anche il gusto, bisogna circondarsi di cose belle e studiarle... E ancora una volta, direi che qui in Italia si parte avvantaggiati!
      [E sì, Dave McKean non è italiano, ed è solo il primo nome che mi è venuto in mente]

      Riguardo al discorso "chip apreda": in uno degli ultimi numeri di Rat-man (forse il penultimo, non ricordo, che non ce li ho sottomano al momento) c'è una "splash page" con il Rat-man che arringa la folla: tra quelle facce ho riconosciuto Leo Ortolani, Andrea Plazzi, Roberto Recchioni e un tizio con un cappellino che forse...
      Gran bella la conclusione della saga, anche se quest'ultimo numero mi è parso a tratti un po' celebrativo, come se Leo volesse farci tirar fuori il fazzoletto dei lucciconi agli occhi delle grandi occasioni, non disdegnando un filo di retorica: però oh, dopo 20 anni ci sta tutta direi ;)

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  13. Volt lo seguo anch'io e mi sta piacendo parecchio.

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  14. Magari insegnato no, Doc...ma sul fatto che abbiamo preso la formula del western e l'abbiamo resa piu' sporca, cattiva e veritiera (anche se un po' meno epica...)si.
    Per la cronaca: in questo periodo ho letto i primi due numeri di SUPREME POWER (belli, mi sono piaciuti) e adesso sto leggendo MONSTRESS di Marjorie Liu e Sana Takeda. Promette bene.

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    1. Era quello che l'ultima frase - sul western - intendeva, eh.
      Pensavo fosse chiaro :)
      Perché è proprio quello che sta succedendo evidentemente con la colorazione digitale del fumetto. E una buona fetta del merito, incredibile a dirsi qualche anno fa, è della Bonelli.

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  15. Io non sono mai stato un assiduo lettore di Rat Man, non perchè non mi piacesse, anzi tutt'altro. Ma perchè per una persona malata di depressione e con un'autostima azzerata come me leggere le continue (per quanto comiche) sfighe e umiliazioni di Rat Man era difficile.
    Ho comunque comprato l'ultimo numero, un po' per "feticismo" del numero da collezione un po' perchè speravo di vedere finalmente la riscossa di uno sfigato.

    E niente, ho finito l'albo con le lacrime agli occhi. Perché anche in questo caso mi ci sono ritrovato in Rat Man, perchè come lui sono uno sfigato che ha passato vent'anni a combattere l'Ombra e ora spera solo di essere ancora in tempo per una seconda possibilità e perchè Ortolani offre un finale che non è una riscossa, è molto di più: è un nuovo inizio.
    Boh, io non so se Ortolani leggerà mai questo commento ma se lo legge: grazie Leo.

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  16. Oddio, dall'ultima volta avrò letto migliaia di cose, quindi stilo un elenco che faccio prima.

    Lazarus: recuperato i tre volumi finora usciti nel Belpaese, dovevo scegliere fra questa serie o Descender, devo dire che Rucka caratterizza i personaggi in maniera incredibile, Forever Carlyle è un personaggio fantastico e proprio grazie a quanto ho visto finora delle altre famiglie adorerei veramente tanto degli approfondimenti su questo mondo con forti somiglianze alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, promosso a pieni voti.

    L'attacco dei giganti: sarò io lo stronzo, ma tutto sommato il 22 mi è piaciuto.
    Presenta qualche problema, questo sì (la questione del gigante progenitore su tutte), ma resta intrigante per me.

    Gran parte della roba Valiant: non riesco a scrivere due righe per ognuna delle serie o eventi speciali che ho letto, ma continuo a dire che questo sia il miglior universo supereroistico sulla piazza, mentre The Valiant è il miglior "evento" o "speciale" che abbia letto da una decina d'anni a questa parte.

    Flash: non potevo spendere troppi quattrini, così sono rimasto solo su Flash e compagnia bella per quanto riguarda la DC Rinascita.
    Freccia Verde funziona molto bene, Aquaman anche nonostante la storia con il NEMO che sarebbe potuta durare molto di più, ma vabbè. Flash convince, ma lo preferisco di meno rispetto ai due comprimari.
    DiGiandomenico è un dio comunque e questo lo sappiamo.

    Outcast: Doc, non so se tu l'abbia mollato, ma recuperalo subito, adesso la storia ha cominciato ad ingranare fortemente.

    Invincible: recuperato Giovedì il primo volume, volevo leggerlo da eoni, non posso dire di essere rimasto deluso, si notano specialmente le frecciatine ai comics classici e delle big major, però fino a lunedì ho recuperato altri 4 volumi e BOOM, è esploso incredibilmente, penso di essere già in astinenza per i prossimi.

    Paradise Sky: libro di Lansdale, narra delle vicende, MOLTO romanzate, del famoso pistolero afroamericano Nat Love, ma meglio così perché Lansdale riesce a mostrare tutta la potenza della sua scrittura in questo modo, il personaggio è un Django estremamente ben caratterizzato, non c'è un solo momento morto in tutta la lettura.

    Non ora, non qui: non ce l'ho fatta, mi spiace, lo stile di De Luca è troppo distante dai miei gusti per farmelo piacere, la palpebra mi si abbassava dopo due pagine di lettura, un record.

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    1. Perdona il disturbo, ma volevo farti una domanda: dato che volevo iniziare Lazarus e Outcast ma non mi piacciono le storie drammatiche, puoi dirmi se lo sono molto (dati i temi che trattano) oppure sono moderate?

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    2. Guarda, dipende cosa intendi per "drammatico" tu, alla fine sono serie che sono rette dalla caratterizzazione dei personaggi e dai loro rapporti con gli altri, oltre ai misteri della storia, sia chiaro, ma se per "drammatico" tu intendi scene strappalacrime non saprei cosa dirti, alla fine trattano temi che di sicuro non sono leggeri.
      Lazarus per il momento te lo consiglio, Outcast non lo so.
      Dimmi cosa intendi e forse potrei sbilanciarmi un po' di più.

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    3. Direi come le storie di Frank Miller in cui non c'è un briciolo di speranza o lieto fine, ma neanche dei momenti leggeri per alleggerire la tensione quando serve.
      Sarebbe chiaro oppure vuoi qualche altro esempio?

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    4. Ah, ok, allora te le consiglio tranquillamente, ci sono momenti molto complicati, ma quella sensazione che c'è nei lavori di Miller a parer mio qui non è presente o non è eccessivamente tratteggiata.
      Considera poi che Outcast, essendo un'opera di Kirkman, parte in sordina ma sale di livello progressivamente e inesorabilmente.

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  17. Siamo diventati la generazione orfana di Rat-Man. Grazie di tutto Leo!

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  18. Sei finito sulla bocca di Nathan Doc!! Oddio detto cosi sembra una cosa zozza, comunque adesso oltre al manga mancherebbe la presidentessa che ti nomina, magari agli oscar (prima o poi glielo devono dare un'oscar ecchecazz)..."I dedicate this award to Alessandro Apreda!"

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  19. Oh, dimenticavo, mannaggia...
    Ho preso e letto finalmente PERRAMUS, di Juan Miguel Sasturain e disegnato dal grandissimo Alberto Breccia. Un atto d'accusa contro tutti i regimi (ed il resto del mondo che sta a guardare) da parte di chi quell'inferno lo ha vissuto sulla sua pelle. E ha visto amici, parenti e illustri colleghi portati via e fatti sparire da autentici mostri. Lo ha ripubblicato la 001 edizioni, costa ben 49 cocuzze ma le vale dalla prima all'ultima. Capolavoro.
    Poi, sul fronte western, finiti JIM CUTLASS e BLACK HILLS (solo due numeri, ma stupendo), ho iniziato LARRY YUMA. LACRIME.
    Larry Yuma, il Mini Super Nintendo...sto forse avendo una regressione infantile?
    Lei che mi dice, Doc? E' grave?

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  20. Grandissimo numero di Volt, forse il migliore finora, ho riso veramente di gusto con tutte le varie parodie e citazioni! Rat-Man si è concluso in maniera perfetta, e come hai ricordato tu si conclude la serie mica muore il personaggio! Io visto il finale mi sono fatto una certa idea su cosa potrebbe creare Leo prossimamente..

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  21. In Mondadori di P.zza Duomo, ho trovato l'omnibus (nel senso che è grosso come un bus) degli albi conclusivi del Ratto, addirittura con firma Leo, preso al volo, lo leggero con calma.
    Per mia colpa mi era sfuggita la citazione su NN, lo sto leggendo velocemente in attesa di fare una maxi lettura in serie di tutti e 6 gli albi.

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  22. Complimentoni come sempre a TheSparker per Volt!

    Lo scontro raccontato nel volume è molto divertente, si svolge nel mondo della fantasia grazie ad un gioco di ruolo (Volt #4, con il build-up dello scontro, l'avete letto, no?) e tocca anche altre "ambientazioni", oltre ai già citati robottoni. Qualcuno ha detto per caso H&B (non Hanna & Barbera)?
    Vi dico se alla fine vincono i giovani o i vintage? Ve lo dico? Non ve lo dico, scopritelo leggendo Volt #5. :-)

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    1. Ah, per chi non si ricordasse l'armatura da Cavaliere che TheSparker aveva fatto per il Doc:
      https://docmanhattan.blogspot.it/2013/10/la-tua-armatura-da-cavaliere-dello-zodiaco.html

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  23. Mentre con quella cosa dell'assistente del DR Strange mi sa che si riferiva a questo:
    http://marvel.wikia.com/wiki/Jack_Holyoak_(Earth-616)#Trivia

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  24. Ciao a tutti, mi faccio vivo dopo un lungo periodo di silenzio su questo blog; mi è sembrato giusto lasciare almeno un commento o un'opinione in cambio di tutte le volte che ho frequentato l'antro del doc. Comunque, l'ultimo Rat-man è stato difficile mandarlo giú per me che lo seguo da 5 anni, non oso immaginare per chi lo accompagna da una vita. Comunque Leo di sicuro non ha finito qua e io muoio dalla curiositá di sapere in quali progetti si butterá (a parte l"ormai prossimo "C'è spazio per tutti")

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  25. Però alla fine perché Ratman odia i gatti, non l'ha mica detto...

    Finale citofonato ma doppio finale inaspettato, e chi si ricordavapiù di Lui? E ora, sotto a ritagliare e incollare le pagine per avere la storia alternativa. ;)

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    1. Forse la risposta è sotto gli occhi di tutti: perché è un topo! :)

      Io ho letto tutti i numeri e questa saga finale ci sta, per carità. Ma incasina non poco le cose.

      Forse avrei preferito che fosse "UN" finale di Ratman. Tanto, tra riscritture e metaletture varie, avrebbe avuto senso lo stesso.

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    2. Porco Giuda, non c'ho mai pensato...

      Di sicuro in vent'anni Ratman è cambiato, Ortolani stesso è il primo a dirlo. Duole però constatare che, come ormai da 15 anni a questa parte, al solito il protagonista non fa davvero nulla mentre a risolvere le grane ci pensano sempre gli altri. So sad...

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  26. Rat-man albo finale è un capolavoro. Il finale di una saga ventennale era a rischio delusione per me, ma Leo è riuscito ad avvincere con quell'incredibile altalena di dramma e commedia che si alternano a distanza di una vignetta.
    Una sola parola per Ortolani: grazie.

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  27. Oh che bel ritorno! L'attendevo da tempo...

    Italiani:
    - Tex Romanzo a fumetti "L'eroe e la leggenda": lo sconsiglio ai fan del personaggio, stavo molto meglio prima di leggerlo
    - Oh! Il libro delle meraviglie: beh Ortolani è una garanzia e infatti è un gran bel volume, pieno di battute argute e ficcanti, con satira ben fatta
    - DoubleDuck definitive collection #1: alle medie tipo ero megafan di DD, anche se ricordo poco le storie ora, e sono molto gasato da questa collana; il primo volume è stato un pelino sotto le aspettative, non amo le storie con troppi ribaltamenti e colpi di scena, ma in ogni caso non vedo l'ora esca il secondo
    - Julia #225: il secondo volume di questa serie che leggo in vita mia, mi piace perché è davvero diversa dalle altre cose che leggo normalmente; bella storia, molto attuale
    - Dylan Dog #369: comprato sulla fiducia perché di Ratigher, l'ho trovato bellissimo, anche se alla fine mi sono un po' perso ho apprezzato assai il viaggio; soldi assolutamente ben spesi

    Chiudo dicendo che l'ultimo volume di Rat-Man e il quinto di Volt sono ancora in fumetteria ad aspettarmi.

    Americani:
    - Trees #2: riscatta appieno il volume 1B che mi aveva un po' deluso, bellissimi i disegni e i colori della parte nelle Orcadi; peccato la serie sembri in stallo, chissà quando uscirà il prossimo
    - Manly Guys Doing Manly Things (MGDMT): ossia il webcomic di thepunchlinemachismo.com molto nerd e molto simpatico; l'autrice ha scritto anche Platinum Black, serie più avventurosa, che promette un sacco bene ma...si interrompe presto

    Giapponesi:
    - Capitan Harlock: letti gli ultimi tre volumi, la serie non mi è gran che piaciuta, troppo oscillante tra parti molto belle e altre che Matsumoto poteva anche risparmiarsele; spiace comunque che il manga sia incompleto, c'era potenziale (forse un giorno recupererò l'anime)
    - Fire Force #2-3: altra delusione. Secondo volume piaciuto assai, come il primo e anche qualcosa di più perché finiva in crescendo, ma il terzo svacca di brutto, specie nella prima parte (ossia tradisce l'aspettativa costruita sul finire del numero precedente)... Dopo recupera un po' ma ormai la magia è rotta
    - L'attacco dei giganti #22: condivido abbastanza l'analisi del Doc, anche se a me ha dato assai meno fastidio... Resta il fatto che quando non ci sono giganti da ammazzare questo manga perde molto del mio interesse
    - Kemono Jihen #1: ok questo l'ho letto in scan, tra DemoneCelesteScanTeam (italiano) e Psylocke Scans (inglese), ma spero presto venga pubblicato da noi perché l'ho apprezzato e credo che come serie abbia un sacco di potenziale: della storia non si può ancora dire molto ma i personaggi sono molto belli (anche come character design) e mi piace molto come l'autore descriva bene l'ambiente in cui avvengono le cose, l'attenzione alla società attorno ai protagonisti che traspare ogni tanto

    Infine, piccolo spazio pubblicitario per il primo libro di un'amica: Descendant. Un fantasy urbano abbastanza "classico" ma che ho trovato piacevole da leggere, pur non amando il genere, per lo stile di scrittura molto scorrevole e sintetico e la storia interessante

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    1. Personalmente ho apprezzato Capitan Harlock e il terzo numero di Fire Force, ma ad ognuno le sue opinioni

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  28. Doc una domanda/curiosità su l'attacco dei giganti. Quando dici che la "grande rivelazione [...] dipingeva uno scenario meno affascinante di quello che ti aspettavi" cosa ti aspettavi?

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  29. Approfitto del fatto che siamo ancora su microletture per partecipare attivamente alla discussione.

    Concordo con il Doc sull'"Attacco dei Giganti", la super rivelazione mi ha lasciato un po così. Intendiamoci, non mi aspettavo che sarebbe andato a parare ehmmm... dove è andato a parare equesta su questo almeno c'è stata una sorpresa, solo che non so bene come prenderla, cioè non mi ha convinto. Era meglio se non mi piaceva...

    Il Ratto... non ci riesco scusate, lo rivedremo, ma la fine è sempre così triste... ancora mi ricordo sulle fumetterie quando usciva lo spillatino con il pupetto in copertina... abbiamo piso, abbiamo ranto ma soprattutto abbiamo "pranto", pranto tutti insieme, grazie Leo...

    L'unica cosa che sono riuscito a leggere 'sti giorni è stato American Gods di Gaiman, finalmente concluso...

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  30. Scusate il piccolo ot, qualcuno sa quando esce la versione in italiano di LOW vol.3?

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  31. Scusate il piccolo ot, qualcuno sa quando esce la versione in italiano di LOW vol.3?

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  32. Lancio una provocazione culturale bella forte, che mi farà seppellire di insulti, ma che ho maturato in questa Estate in cui mi sono riletto tutti i RatMan, dal primo all'ultimo (sono circa 2000 ore di lettura, per la cronaca, leggendo anche le rubriche).
    "un pistolotto unico su quello che è stato, che imbarocchisce la storia con una sovrastruttura pesantissima, incasinata, fondamentalmente superflua" non si potrebbe usare per descrivere la frequente andatura delle storie in continuity di ratman? spesso, le "saghe" si svolgono nel passato, vanno aggiungere tasselli alla backstory - una backstory che alla seconda volta sembrava aver detto tutto, e invece ci viene espansa ancora una decina di altre volte... addirittura ad un certo punto ci sono flashback all'interno dei flashback. io sono rimasto un po' boh. e anche io seguivo ratman dalle autoproduzioni.

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  33. Di Leo ricordo quando leggevo le strip de "L'ultima burba" alla fine degli albetti delle Sturmtruppen.

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