Le grandi interviste dell'Antro: Pasquale Ruju
Per la rubrica che con grande umiltè hai chiamato anni fa Le Grandi Interviste dell'Antro, oggi scambiamo due chiacchiere con Pasquale Ruju, per parlare di Cassidy, Hellnoir, Dylan Dog, Demian, Nathan Never (tutti personaggi Bonelli da lui scritti e in alcuni casi ideati), trama orizzontale nel fumetto italiano e... di soap?!? [...]
Doc: Ciao Pasquale, e benvenuto nell’Antro, innanzitutto. Comincerei da Cassidy, visto che ho letto di recente il primo Omnibus. Raymond Cassidy è un personaggio molto diverso dagli eroi Bonelli classici. Per cominciare, non è neanche un eroe, o un antieroe, ma un rapinatore che non esita a uccidere, anche a sangue freddo, quando crede serva a qualcosa. Come è nato questo progetto e ha fatto sollevare qualche sopracciglio in Bonelli l’idea di una serie con questo tipo di protagonista?
Pasquale Ruju: In realtà no, anzi, ricordo che fu proprio Sergio Bonelli a suggerirmi di renderlo davvero cattivo. "Se deve essere un eroe negativo, deve esserlo fino in fondo", mi disse. E il sincero gradimento da parte dei lettori dinostrò che aveva ragione.
D: Da Cassidy a Hellnoir, la tua miniserie più recente, con disegni di Giovanni Freghieri. Noir alla Chandler, complotti infernali e sperimentazioni visive alla Miller, anche se leggevo in uno degli editoriali che Freghieri certe cose le ha sempre fatte, sin dagli anni 70. La genesi di questo progetto, invece? Che quel tipo di ambientazioni ti piaccia è evidente, ma lo è altrettanto che ci hai messo del tuo…
PR: È un'idea che mi girava in mente da parecchi anni, quella del detective chandleriano morto, che indaga sui delitti interrogando le vittime. Il sodalizio con Giovanni Freghieri, e quel suo doppio segno così peculiare, gli ha dato forma e sostanza. Definita l'idea di base, gli altri personaggi sono arrivati in modo molto naturale. La commistione fra hard-boiled classico che più classico non si può e soprannaturale quasi dantesco mi intrigava. Ho cercato di gestirla senza esagerare con il fantasy. L'universo di Hellnoir ha regole molto precise, ed è a suo modo "realistico". Potrebbe fare da scenario a tantissime storie. E chissà che prima o poi non decida di ritornarci...
D: Melvin Soul che chiede scusa al lettore, perché deve andare un attimo in bagno, è un’altra cosa che non credevo avrei mai visto in un albo Bonelli… :)
PR: Fa parte del "realismo" di cui sopra. Mel è profondamente umano, e mi piaceva che rimanesse tale, anche nell'inferno di Hellnoir.
D: Cassidy e Hellnoir hanno in comune un aspetto fondamentale, figlio delle serie TV di nuova generazione: la trama completamente orizzontale. È una soluzione sempre più frequente in Bonelli, dopo progetti apripista come Caravan, Cassidy, Lukas e Orfani. C’è la tradizione Bonelli da portare avanti su molte serie classiche, ok, ma dipendesse da te? È un tipo di impostazione spendibile, secondo te, anche sui mensili o più adatta alle miniserie?
PR: È più adatta alle miniserie. Una serie lunga ha altre regole, e darle una continuity molto serrata servirebbe solo a renderla difficile da gestire. La giusta via di mezzo, a parer mio, sta nell'inserire saghe, rimandi o a volte semplici indizi in storie successive anche molto diverse. Il lettore più attento si divertirà a scoprirli e a raccoglierli e sarà stimolato a leggere quelle storie come parti di un'unica grande trama.
D: Demian, altra miniserie, altro tuo personaggio. Potessi scegliere una sola caratteristica che lo rendeva diverso dagli altri compagni di scuderia, quale prenderesti?
PR: È l'unico personaggio Bonelli che per leggere usa gli occhiali. Demian è emmetrope, una particolarità che lo umanizza un pò. Sparare invece non gli crea alcun problema: da lontano, ci vede benissimo!
D: In Bonelli hai scritto anche per Nathan Never, Tex, Dylan Dog, Dampyr, Martin Mystère… Quali sono i tuoi personaggi preferiti della SBE e quali quelli più complessi da scrivere? Uno con cui vorresti misurarti, perché magari ancora non l’hai fatto?
PR: Sicuramente ho amato molto Dylan Dog e Nathan Never, personaggi con i quali ho esordito in casa editrice. Dylan è il più complesso, ma allo stesso tempo è il character che puoi "tirare per la giacchetta" e inserire in storie anche molto diverse fra loro, thriller, romantiche, horror naturalmente e perfino commedie, senza tradirne le caratteristiche. Ora come ora però è Tex l'eroe con il quale mi piace misurarmi. Per certi versi il più difficile da trattare, perché a differenza di Dylan lui non può essere destabilizzato. Non si gioca con Tex, ma se ti lasci portare dalla forza del suo personaggio, ti ritrovi a scrivere storie che danno a te stesso, prima ancora che ai lettori, delle belle soddisfazioni. Quanto al personaggio che non ho mai scritto... Di certo mi sarebbe piaciuto confrontarmi con Mister No. Forse il mio eroe - o antieroe - preferito quando ero un ragazzino. Capace di grandi avventure ma anche fragile per certi versi, ironico e molto molto umano. Sì, avrei amato molto provare a confrontarmi con il suo mondo.
D: Parlando di Dylan Dog, l’ultimo numero che hai scritto, Vietato ai minori (DYD 357), parla degli snuff movie e ha alcune scene di tortura inquietanti. Due domande: non ti fa strano che alcuni appassionati si fissino sui dettagli (“Dylan non volaaaaahh!!!”), anziché apprezzare che in una testata horror ci siano delle storie veramente tali, e non dei semplici gialli come accade qualche volta? La seconda: che rapporto hai con l’indagatore dell’incubo e qual è la tua storia preferita tra quelle che hai scritto?
PR: Le storie di Dylan dividono sempre i lettori, è normale e per certi versi è sano. Ognuno ha la sua visione del personaggio, ama le storie che sono più vicine alla propria sensibilità e magari detesta le altre. Ma, ripeto, Dylan è sempre Dylan, un eroe fragile e allo stesso tempo invincibile. Perché all'occorrenza sa affrontare le sue molte paure, perfino quella di volare. Deve valerne la pena, ovviamente, per lui e per il suo autore. Una storia come "Vietato ai minori" poteva funzionare bene solo a Hollywood, ed era naturale che il Dylan di oggi, crudo e realistico, disincantato come per certi versi era ai suoi esordi, ci andasse in aereo. E che vivesse una storia davvero crudele, forse la più efferata che io abbia mai scritto. Una storia che si colloca oggi fra le mie preferite, insieme a un'altra che è il suo esatto opposto: la romantica "Eterna illusione", che esplora invece il lato più intimo e sentimentale del nostro eroe.
D: Altri tuoi progetti di cui ci vuoi parlare?
PR: In questo periodo sono in giro per l'Italia a presentare il mio primo romanzo, "Un caso come gli altri". Una storia d'amore criminale ambientata nel mondo della 'ndrangheta, e in particolare nelle propaggini della malavita organizzata nel nord ovest del nostro paese. Ho avuto il piacere e l'onore di scriverla per la collana Sabot/Age delle Edizioni E/O, curata da Massimo Carlotto e Colomba Rossi, confrontandomi per una volta con dinamiche e personaggi molto molto italiani. E con situazioni realistiche ma non per questo meno dure e crudeli, anzi. Poi in cantiere ci sono altri Tex, ovviamente, la collana Omnibus di Cassidy, per la quale scriverò dei racconti inediti, e ancora un nuovo romanzo in prosa... Ma di questo magari parleremo più avanti.
D: La domanda scomoda. Sorry, ma tocca a tutti, sono le regole. Anno 2007, set di Vivere, il personaggio di Leonardo Savio. Sei te. Come sei finito in una soap? :D
PR: Ahahah! Prima di scrivere fumetti per decenni ho fatto l'attore e il doppiatore. Ho lavorato in più di una soap, e ho perfino interpretato Mister Black nella versione teatrale delle Iene di Tarantino. È stato lavoro, in questo come in quel caso. Un lavoro che come quello dei fumetti ti porta a fare cose anche molto diverse fra loro. È il suo bello, in fondo, e rivendico perfino Leonardo Savio con divertita soddisfazione.
Un enorme grazie a Pasquale per la disponibilità. La prossima intervista? Fanclub, preparate le tessere.
Doc: Ciao Pasquale, e benvenuto nell’Antro, innanzitutto. Comincerei da Cassidy, visto che ho letto di recente il primo Omnibus. Raymond Cassidy è un personaggio molto diverso dagli eroi Bonelli classici. Per cominciare, non è neanche un eroe, o un antieroe, ma un rapinatore che non esita a uccidere, anche a sangue freddo, quando crede serva a qualcosa. Come è nato questo progetto e ha fatto sollevare qualche sopracciglio in Bonelli l’idea di una serie con questo tipo di protagonista?
Pasquale Ruju: In realtà no, anzi, ricordo che fu proprio Sergio Bonelli a suggerirmi di renderlo davvero cattivo. "Se deve essere un eroe negativo, deve esserlo fino in fondo", mi disse. E il sincero gradimento da parte dei lettori dinostrò che aveva ragione.
D: Da Cassidy a Hellnoir, la tua miniserie più recente, con disegni di Giovanni Freghieri. Noir alla Chandler, complotti infernali e sperimentazioni visive alla Miller, anche se leggevo in uno degli editoriali che Freghieri certe cose le ha sempre fatte, sin dagli anni 70. La genesi di questo progetto, invece? Che quel tipo di ambientazioni ti piaccia è evidente, ma lo è altrettanto che ci hai messo del tuo…
PR: È un'idea che mi girava in mente da parecchi anni, quella del detective chandleriano morto, che indaga sui delitti interrogando le vittime. Il sodalizio con Giovanni Freghieri, e quel suo doppio segno così peculiare, gli ha dato forma e sostanza. Definita l'idea di base, gli altri personaggi sono arrivati in modo molto naturale. La commistione fra hard-boiled classico che più classico non si può e soprannaturale quasi dantesco mi intrigava. Ho cercato di gestirla senza esagerare con il fantasy. L'universo di Hellnoir ha regole molto precise, ed è a suo modo "realistico". Potrebbe fare da scenario a tantissime storie. E chissà che prima o poi non decida di ritornarci...
D: Melvin Soul che chiede scusa al lettore, perché deve andare un attimo in bagno, è un’altra cosa che non credevo avrei mai visto in un albo Bonelli… :)
PR: Fa parte del "realismo" di cui sopra. Mel è profondamente umano, e mi piaceva che rimanesse tale, anche nell'inferno di Hellnoir.
D: Cassidy e Hellnoir hanno in comune un aspetto fondamentale, figlio delle serie TV di nuova generazione: la trama completamente orizzontale. È una soluzione sempre più frequente in Bonelli, dopo progetti apripista come Caravan, Cassidy, Lukas e Orfani. C’è la tradizione Bonelli da portare avanti su molte serie classiche, ok, ma dipendesse da te? È un tipo di impostazione spendibile, secondo te, anche sui mensili o più adatta alle miniserie?
PR: È più adatta alle miniserie. Una serie lunga ha altre regole, e darle una continuity molto serrata servirebbe solo a renderla difficile da gestire. La giusta via di mezzo, a parer mio, sta nell'inserire saghe, rimandi o a volte semplici indizi in storie successive anche molto diverse. Il lettore più attento si divertirà a scoprirli e a raccoglierli e sarà stimolato a leggere quelle storie come parti di un'unica grande trama.
D: Demian, altra miniserie, altro tuo personaggio. Potessi scegliere una sola caratteristica che lo rendeva diverso dagli altri compagni di scuderia, quale prenderesti?
PR: È l'unico personaggio Bonelli che per leggere usa gli occhiali. Demian è emmetrope, una particolarità che lo umanizza un pò. Sparare invece non gli crea alcun problema: da lontano, ci vede benissimo!
D: In Bonelli hai scritto anche per Nathan Never, Tex, Dylan Dog, Dampyr, Martin Mystère… Quali sono i tuoi personaggi preferiti della SBE e quali quelli più complessi da scrivere? Uno con cui vorresti misurarti, perché magari ancora non l’hai fatto?
PR: Sicuramente ho amato molto Dylan Dog e Nathan Never, personaggi con i quali ho esordito in casa editrice. Dylan è il più complesso, ma allo stesso tempo è il character che puoi "tirare per la giacchetta" e inserire in storie anche molto diverse fra loro, thriller, romantiche, horror naturalmente e perfino commedie, senza tradirne le caratteristiche. Ora come ora però è Tex l'eroe con il quale mi piace misurarmi. Per certi versi il più difficile da trattare, perché a differenza di Dylan lui non può essere destabilizzato. Non si gioca con Tex, ma se ti lasci portare dalla forza del suo personaggio, ti ritrovi a scrivere storie che danno a te stesso, prima ancora che ai lettori, delle belle soddisfazioni. Quanto al personaggio che non ho mai scritto... Di certo mi sarebbe piaciuto confrontarmi con Mister No. Forse il mio eroe - o antieroe - preferito quando ero un ragazzino. Capace di grandi avventure ma anche fragile per certi versi, ironico e molto molto umano. Sì, avrei amato molto provare a confrontarmi con il suo mondo.
D: Parlando di Dylan Dog, l’ultimo numero che hai scritto, Vietato ai minori (DYD 357), parla degli snuff movie e ha alcune scene di tortura inquietanti. Due domande: non ti fa strano che alcuni appassionati si fissino sui dettagli (“Dylan non volaaaaahh!!!”), anziché apprezzare che in una testata horror ci siano delle storie veramente tali, e non dei semplici gialli come accade qualche volta? La seconda: che rapporto hai con l’indagatore dell’incubo e qual è la tua storia preferita tra quelle che hai scritto?
PR: Le storie di Dylan dividono sempre i lettori, è normale e per certi versi è sano. Ognuno ha la sua visione del personaggio, ama le storie che sono più vicine alla propria sensibilità e magari detesta le altre. Ma, ripeto, Dylan è sempre Dylan, un eroe fragile e allo stesso tempo invincibile. Perché all'occorrenza sa affrontare le sue molte paure, perfino quella di volare. Deve valerne la pena, ovviamente, per lui e per il suo autore. Una storia come "Vietato ai minori" poteva funzionare bene solo a Hollywood, ed era naturale che il Dylan di oggi, crudo e realistico, disincantato come per certi versi era ai suoi esordi, ci andasse in aereo. E che vivesse una storia davvero crudele, forse la più efferata che io abbia mai scritto. Una storia che si colloca oggi fra le mie preferite, insieme a un'altra che è il suo esatto opposto: la romantica "Eterna illusione", che esplora invece il lato più intimo e sentimentale del nostro eroe.
D: Altri tuoi progetti di cui ci vuoi parlare?
PR: In questo periodo sono in giro per l'Italia a presentare il mio primo romanzo, "Un caso come gli altri". Una storia d'amore criminale ambientata nel mondo della 'ndrangheta, e in particolare nelle propaggini della malavita organizzata nel nord ovest del nostro paese. Ho avuto il piacere e l'onore di scriverla per la collana Sabot/Age delle Edizioni E/O, curata da Massimo Carlotto e Colomba Rossi, confrontandomi per una volta con dinamiche e personaggi molto molto italiani. E con situazioni realistiche ma non per questo meno dure e crudeli, anzi. Poi in cantiere ci sono altri Tex, ovviamente, la collana Omnibus di Cassidy, per la quale scriverò dei racconti inediti, e ancora un nuovo romanzo in prosa... Ma di questo magari parleremo più avanti.
D: La domanda scomoda. Sorry, ma tocca a tutti, sono le regole. Anno 2007, set di Vivere, il personaggio di Leonardo Savio. Sei te. Come sei finito in una soap? :D
PR: Ahahah! Prima di scrivere fumetti per decenni ho fatto l'attore e il doppiatore. Ho lavorato in più di una soap, e ho perfino interpretato Mister Black nella versione teatrale delle Iene di Tarantino. È stato lavoro, in questo come in quel caso. Un lavoro che come quello dei fumetti ti porta a fare cose anche molto diverse fra loro. È il suo bello, in fondo, e rivendico perfino Leonardo Savio con divertita soddisfazione.
Un enorme grazie a Pasquale per la disponibilità. La prossima intervista? Fanclub, preparate le tessere.
Pasquale Ruju è -anche- Shido della Terra de I 5 Samurai, o sbaglio?
RispondiEliminaRuju dovrebbe anche essere il doppiatore di Sirio il Dragone nei primissimi episodi. Detto questo Pasquale Ruju è il mio autore preferito Bonelli, al secondo post Chiaverotti. Un po' ti indivio Doc piacerebbe anche a me incontrarli!
RispondiEliminaE Mur.
Eliminaesatto!
Elimina(cavolo, entro qui dentro per fare il figo dicendo "Pasquale Ruju il mitico primo Sirio il Dragone" ed invece sono già stato anticipato :/ )
C'avete ragionissima, mi son scordato.
EliminaOh, magari la prossima volta parliamo solo di quello. "Voce di Sirio", di suo, è da #respect immediato.
aspè, doc: Pasquale Ruju è stata la PRIMA voce di Sirio, cioè nei primi 5-6 episodi, quando si pensava che fosse il cattivo/personaggio da pochi episodi.
EliminaPoi quando in direzione hanno capito che era un "protagonista" è subentrata la voce ufficiale (Marco Balzarotti, Batman tra i miliardi di altri personaggi doppiati) con cui noi ricordiamo maggiormente il cavaliere affiliato alla cassa mutua ;)
Verissimo, come dice Andrea87.
EliminaMa il #respect non cala di una virgola, per me. Fosse anche solo per "Shido della Terra" (nome originale: non ricordo / non ho voglia di cercare).
Grandissimo Pasquale!
RispondiEliminaMi sono sempre piaciute le sue storie su DD, e Demian l'ho adorato!
Ignoravo fosse anche doppiatore, beh, ora l'Antro mi ha IMPARATO anche questa XD
Complimenti e in bocca al lupo per i prossimi progetti!
Ho avuto occasione di incontrare Pasquale Ruju di persona qualche anno fa, e mi ha fatto un'ottima impressione. Pacato, gentile, sereno e affabile. Che in un mondo come quello del fumetto italiano, che pullula di nevrotiche malelingue avvelenate e pettegole non è poco.
RispondiEliminaAnche io mi aspettavo le menzioni ai Cavalieri e ai Samurai così, come nota di colore, e invece nulla. Peccato. :)
Hellnoir me lo sono gustato abbastanza e mi attira Cassidy ma per il discorso che la casa trabocca di fumetti non letti lo rimando a futuri migliori.
RispondiEliminaCome sempre belle le interviste dell'antro, soprattutto per me che ho incominciato a leggere fumetti italiani solo negli ultimissimi anni, tutto merito di Lukas.
è anche Ken L'Aquila, pdf dei Gatchamanni.
RispondiEliminaGrandissimo Ruju!!!! Ho amato Demian e Cassidy che consiglio a tutti. Sono fresco di lettura di Vietato ai minori e devo dire che mi ha preso molto come storia. Hellnoir lo devo recuperare!!
RispondiEliminaIntervista molto interessante!
RispondiEliminaPdf mode on: Rei Fuan Shū :D
RispondiEliminaEcco, lui. ^_^
EliminaGrazie!