Gomorra - la serie, stagione 2 (S02E01, S02E02. No spoiler)

Gomorra 2x01 2x02
È per una ragione molto semplice che non vedete da settimane il Circolino dei Telefilm: tempo quasi-zero per le serie, e a parte il finale di Vinyl (seconda parte della season parecchio pallosa, MA con una scena cardine per il popolo antrista e un finale alla Soprano che lascia sperare in qualcosa di decente per il futuro. Forse) e Game of Thrones, non stai guardando nulla. Niente Agents of P.I.P.P.E., niente altre serie di supertipi, niente niente. Ieri sera è però ripartita Gomorra - la serie, con le prime due puntate di una seconda stagione che - come grosso modo una fetta consistente di italiani - aspettavi con ansia. Cosa te n'è parso? E perché Gomorra è una serie così importante? Niente spoiler, tranZilli [...]
E rieccoci qui, due anni più tardi, alle prese con le guerre dei Savastano e del micro(macro)cosmo criminale che ruota loro attorno. Il primo dei due nuovi episodi è incentrato su Ciro Di Marzio (Marco D'Amore) e quanto sta mettendo su insieme al cugino di Scialpi, Conte, il secondo parla di quanto resta della famiglia Savastano dopo i botti con cui si era conclusa la stagione 1. Che Gomorra sia una serie crime con i controcosi, scritta, girata e interpretata così bene da esser venduta in cinquanta paesi (50, non tre) sarà pronto a giurarvelo quasi chiunque l'abbia vista. Cioè, a parte gli amici di Borghezio che non sopportano i dialetti parlati da Roma in giù, probabilmente figli di quelli che si lamentavano per i film di Troisi. Il "problema" della serie è la visione negativa che, al di là della qualità del contenuto, in tanti ne hanno sostanzialmente per due ragioni: a) dipingerebbe con tinte cupissime, alla Hieronymus Bosch, una città (Napoli) che è ben altro e b) esalterebbe la figura del criminale, trasformandola in un antieroe da emulare per i ragazzini che crescono in ambienti difficili. Con quanto stai per scrivere non speri di convincere nessuno tra coloro che la pensano così (né sinceramente ti frega farlo, ognuno la pensi come crede), ma ti preme ribadire che nessuna delle due tesi ti trova d'accordo.
La serie è ambientata in una periferia degradata di Napoli, sicuro, ma potrebbe essere la periferia di qualsiasi altra metropoli del pianeta. Togli il dialetto napoletano, aggiungi il lingo locale e le facce, gli atteggiamenti, la mentalità bastarda son le stesse. Gomorra non mette in cattiva luce Napoli per il semplice fatto che, secondo te, quella non è Napoli. Non è Posillipo, non sono le vetrine delle vie belle del centro, non è neanche l'anima popolare di tanti quartieri normali. È un ghetto che fa vita a parte, come le banlieue di Parigi, i palazzoni simili dell'estrema periferia romana o le baraccapoli ai margini di Barcellona. Un grande merito della serie di Sollima, peraltro, è sottolineare quanto sia inutileconsiderare queste associazioni criminali come fenomeni puramente locali. Non è un caso se la seconda puntata di ieri sera ha riproposto un fatto di sangue avvenuto all'estero qualche anno fa: camorra e ndrangheta investono i loro soldi ovunque, trattano alla pari con i cartelli della droga in Centro e Sud America, si infiltrano nei consigli comunali in Lombardia e riciclano denaro sporco in Irlanda, Inghilterra, Germania, Stati Uniti, Australia... Ovunque. Gomorra non mette in cattiva luce secondo te Napoli, dicevi, metterebbe in cattiva luce l'Italia intera, non fosse che l'esistenza di queste organizzazioni è nota già in tutto il pianeta. E, semmai, vedere cosa sono davvero aiuta a smitizzarne la figura.
Da quel punto di vista, se parliamo di implicita esaltazione del criminale, è molto più rischioso Il Padrino di Coppola, allora. L'idea del mafioso elegante e rispettato da tutti era anni luce lontana dalla realtà dei corleonesi che proprio in quegli anni prendevano in mano cosa nostra: una banda di analfabeti che a Marlon Brando col gatto in braccio non somigliava neanche per sbaglio. Eppure è quella l'immagine del mafioso che si è imposta per anni in tutto il globo. Il merito di Gomorra, nel parlare di quello che parla, è proprio quello di non fare sconti. Di dribblare il rischio - manifestatosi in modo evidente con Romanzo Criminale - di mitizzazione più o meno involontaria dei suoi protagonisti. Se Il Freddo e quegli altri buzzurri romani sembravano dei fighi, dei villain per cui fare il tifo come lo si farebbe per un ladro in un heist movie, i personaggi di Gomorra sono tutti, inequivocabilmente dei bastardi. Siccome in buona parte della prima stagione la storia si sviluppava attorno a "Ciro l'Immortale", gli autori si sono impegnati per farlo apparire per quello che è: uno spietato bastardo, capace di torturare una ragazzina e di servirsi di chiunque, compresa la sua famiglia, per inseguire la sete di potere che lo consuma. Peggio di qualsiasi Tony Soprano o di qualunque altro mafioso di fiction.
Non sorprende allora, nel primo episodio della seconda stagione, vederlo fare quello che fa, perché sotto quegli occhiali da sole scuri da becchino non c'è un uomo, ma una bestia. Son tutte bestie, inutile cercare qualcuno a cui affezionarsi, da trovare simpatico. Si scherza sulle frasi diventate famose, sul quasi renziano #stasenzapenZier, ma non vedi come questi soggetti così turpi possano rappresentare un modello per qualcuno, sia pure nella peggiore delle realtà ai margini della società "normale". Sono poveri derelitti che conducono esistenze pessime e come ricompensa per le loro brave azioni, dopo una vita di merda, finiscono al gabbio a vita o sulla barella di metallo di un obitorio. Perché, indovina un po', è questo quello che succede a quelli veri come loro.

Resterebbe poi il discorso del perché noialtri si sia capaci di fare bene solo serie crime, ma basta allargare un attimo il discorso per rendersi conto che è sostanzialmente ovunque così. Non sforniamo buoni film e telefilm sul crimine perché ne abbiamo tanto, vero, in house, ma perché è il genere più apprezzato e gettonato del pianeta. Provate a nominare i vostri cinque telefilm preferiti ed è facile che buona parte di essi sia composta da serie crime. I tuoi, ad esempio, sono I Soprano (check), Breaking Bad (check), True Detective (check) e, boh, BSG. Fa quattro su cinque. Ed è così dappertutto. Vi piacciono i telefilm danesi? No? Però probabilmente la versione originale di The Killing l'avete vista. La TV e il cinema sono un'enorme pistola di Chekhov che viene usata in continuazione, perché è questo - il giallo, i delinquenti, i serial killer, i criminali a vario titolo - che alla gente piace guardare. E in questo enorme mercato, grazie soprattutto al signor Sollima, anche noi stiamo dicendo la nostra, quando non ci fermiamo a fare troppe pippe (a volte giustificatissime, a volte molto meno) al riguardo.

Ok, come lenzuolata di testo può bastare. Voialtri debosciati cosa ne pensate? Quali altre serie state seguendo? Come vanno?
NIENTE SPOILER. Se proprio dovete scendere nel dettaglio, usate il tag [ROVINATORE] a inizio commento e lasciate un paio di righe vuote (o con i tre punti) prima di attaccare con il testo. Chi non segue le regole è un vaiasso.  
  
71 

Commenti

  1. Eh si,ho pensato anche io che Ciro è veramente un animale

    RispondiElimina
  2. Io ho un solo problema con i dialetti "da Roma in giù"... è che non li capisco proprio!

    E' un'altra lingua proprio, per ragioni storiche, e specialmente quando c'è l'audio basso e gli attori non scandiscono "perché fa autentico" capisco la metà delle parole.

    Immagino che sarebbe lo stesso per il Doc invitato a vedere una commedia dialettale in dialetto veneto: la "cadrega" è sdoganata, ma a distinguere tra il "piròn" (forchetta) e il "piriòto" (imbuto) nel parlato faccio fatica io che ho la madre di quelle parti e abito a 80 km... XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, ma ok, Mattia. Io parlavo di chi non sopporta un dialetto del Sud, non di chi per forza di cose non lo capisce. Per quello ci sono i sottotitoli, il che poi non è molto diverso che guardarsi True Detective in originale, va detto.

      Elimina
    2. Mattia, pensa che ho amici veneti (sono napoletano) con cui stiamo le ore a fare il gioco "capisci la frase nel proprio dialetto, talmente in dialetto che è difficile da comprendere anche per chi la sta enunciando.

      Elimina
    3. Cosa mi hai ricordato, ad una certa avrei dato una randellata sui denti a Matthew per come parlava nella prima di True Detective. Altro che Gomorra.

      Elimina
    4. ...e tutti gli altri telefilm in cui il tecnico del suono ha deciso che i dialoghi vanno sussurrati a denti stretti a 20 decibel per fare i fighi e le esplosioni vedono ribaltarti dalla poltrona. Che fastidio! XD

      Ecco, coi sottotitoli vivo felice con tutto, invece: giapponese, slang americano, ostrogoto. Anything goes.

      Elimina
    5. @Andrea: eh, conosco. XD
      Poi quando uno cresce, come me, con l'italiano standard perché i genitori parlano due dialetti diversi... AIUTO!

      Elimina
    6. Per quello mettono i sottotitoli a disposizione. XD

      Elimina
    7. I dialetti posso essere molto complessi. Mia Moglie viene da 70 km da Milano e con lei andai a vedere un concerto di Jannacci. Per me, dopo i primi 2/3 minuti di "assestamento linguistico", non ci fu alcun problema, capivo il 95% di quello che diceva ma mia Moglie faceva molta più fatica.

      Elimina
    8. I dialetti sono un grande patrimonio del nostro paese che purtroppo vanno a perdersi,noto sempre con tanto rammarico che i ragazzini nati qui,sono di Milano,appena fuori,parlo correttamente il dialetto e riesco a capire i bergamaschi solo se parlano piano e scandiscono le parole,non lo parlano e purtroppo non lo capiscono,invece ho come una ammirazione per tanti altri ragazzi di altre regioni che tengono viva questa tradizione.
      È un vero peccato perché è un patrimonio socio-culturale molto importante.
      Per Gomorra,è vero è dura capire quello che dicono,però è dannatamente reale,molto meglio così che un attore di un'altra zona d'Italia che improvvisa un accento napoletano in qualche maniera.

      Elimina
    9. vabè, ormai anche i dialetti sono lingue morte e destinati a perire, piaccia o meno.

      Elimina
    10. @Sith Lord
      io vado da un ciclista che sta chiudendo che mi parla esclusivamente in milanese. Un mito. Effettivamente è un dispiacere che si perdano i dialetti.

      http://video.gazzetta.it/artista-bici/7635a104-8470-11e0-8d6e-8aa096ea8192?refresh_ce-cp

      Elimina
    11. Mitico Il ciclista Drakkan! Ormai sentire qualcuno che parla in dialetto dalle nostre parti è davvero un eccezione.
      Peccato

      Elimina
  3. Il crime rende bene anche perchè , secondo me, può essere realizzato bene con budget tutto sommato accettabili.

    RispondiElimina
  4. Gomorra per me non è un bel telefilm, ma l'estratto di una realtà dove vivo tutti i giorni, Salvatore Conte, Genny e Don Savastano, sono figure reali generate da un completo abbandono dello stato. Facile dire che questa gente ho finisce in galera o in un obitorio, più difficile capire che per molti di loro è un onore fine così, uno specie di Valhalla del tamarro in sella al suo SH.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E senza l'H che ci ha infilato a tradimento il telefonino è ancora più facile :)
      Battutacce a parte, stiamo parlando delle possibilità di emulazione. Chi già vive quella realtà dal lato sbagliato ha bisogno di figure immaginarie per esaltarsi? Io non credo. Avrà esempi molto più concreti dal vivo. Chi non la vive, c'è pericolo che ci finisca? Non penso proprio.
      Che Gomorra ritragga la realtà non di una, ma di tante situazioni di abbandono da parte dello stato, è pacifico quanto l'oceano omonimo. Le si può imputare però la colpa di glorificare queste realtà? Indorarle in qualche modo? La domanda è aperta, ma la mia personalissima risposta è no.

      Elimina
    2. Quando avanzarono questa critica a regista e sceneggiatori durante la prima serie, questi dissero che era impossibile mitizzare quei criminali perchè era gente che per il potere sacrificava tutto, amici e famiglia compresi, e restava senza più niente che non fosse la triste solitudine dovuta alla loro fame insaziabile. Fino all'inevitabile brutta fine. Non erano modelli che alla fine vivevano nel successo, ma nascevano e morivano nella miseria dell'animo.

      Elimina
    3. Beh, certamnete non hanno bisogno di Gomorra per mitizzarsi, hanno già tanti pseudocantanti neomelodici, che come moderni bardi ne narrano le gesta e le piccole e grandi miserie... Voglio dire, la vicenda Casamonica che si autocelebravano al funerale del capetto in quel di Roma, è piuttosto rappresentativa.

      Elimina
  5. Visto un pezzetto ieri sera, sarà stata la stanchezza o il fatto che parlavano in napoletano stretto (sbaglio o la prima stagione era più comprensibile?), ma mi sono addormentato più volte. Riguardo il prevalere internazionale del genere crime, butto lì due penZier :-): può essere che sia il preferito in generale, ma può anche essere che sia uno di quelli più adatti al formato "serie tv" (nei film e nei libri vanno forte ma probabilmente un po' meno) o che ci siano ragioni storico/sociologiche (tecnologiche?) in base alle quali i prodotti migliori/più apprezzati di una certo periodo (per es. se dovessi indicare una serie culto - mia e in generale - degli anni '90, direi Friends; per gli anni zero Lost). La mia personale classifica attuale non è così monopolizzata dal crime, ma in effetti Breaking Bad è una delle serie recenti che avuto maggior successo, e True Detective una di quelle con l'alone del capolavoro (ma un po' "pesante" la prima stagione, e la seconda - mi dicono - proprio pallosa). Magari tra qualche temopo le serie tv supereroiche saranno un po' più mature (così come i cinecomic di oggi sono di un altro livello, quantitativo e qualitativo, rispetto a 10 anni fa), saranno il "genere dominante"...

    RispondiElimina
  6. Doc, io , da persona che vive a 5 km da quei palazzoni, ho criticato Gomorra (che è fatto bene ed è importante che lo si veda) per quelle 2-3 esagerazioni che vanno a compromettere il quadro realistico della faccenda. (ma insisto, è una serie diretta benissimo e mi sembra strano che su queste pagine non si sia mai parlato del film vero e proprio)

    ho sempre pensato che i difetti siano:

    1) accadono le cose troppo velocemente
    2) parlano tutti troppo alla stessa maniera (e infatti è partito tutto il filone ironico)

    3) alcune cose sono , per quanto mi riguarda, colpevolmente esagerate (in pratica molti di quei personaggi agiscono in maniera scellerata, che non camperebbero 3 giorni in un sistema criminale, mi riferisco soprattutto all'inizio della prima serie).

    Poi...dopo che è andata alla ribalta la scena criminale romana, così maledettamente simile a quanto narrato, mi sono reso conto che, forse, sollima avrebbe dovuto parlare con qualcuno in più in zona napoli (e non solo con un famigerato scrittore dai modi teatrali...). Ecco, la sensazione è stata di trovare a Napoli modi di fare della criminalità romana.

    Sono finezze, ma se aspiri alle grandi serie americane queste cose vanno curate

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Comprendo il tuo punto di vista, ma quello è un altro discorso, l'aderenza al vero della fiction. C'è chi lo ritiene un elemento importante, c'è chi non la pensa così. Immagino che la vicinanza al "materiale" d'origine conti molto, ma anche che questo venga meno allontanandosi da lì. Magari agli abitanti del New Jersey importava se i Soprano riuscivano ad essere o meno fedeli ai veri mafiosi locali. Ma a guardarlo da qui, quel telefilm, di questo aspetto calava a pochi, ci si godeva il telefilm e basta.

      Elimina
    2. Io, invece, più che all'inizio, ho trovato il colpo di scena a fine serie molto irreale.
      I personaggi - vedendo qualche malavitoso locale di qui - mi sembrano identici a come appaiono nella realtà... vizi, movenze, modi di vestire, parlare... Stiamo comunque parlando di una serie di fantasia che prende le mosse da fatti veri, ma non è un romanzo storico. Lo spazio scenico e il tempo sono modellati ai fini dell'intrattenimento.

      Elimina
    3. Tranne la scena finale tipo Terminator, chè comunque ci può stare per fini narrativi, notai che le cose col passare della serie migliorarono abbastanza. Diciamo che dalla seconda parte è piuttosto realistico ed è proprio recente a Napoli il fatto che le redini della criminalità sembra che le stiano pigliando dei ragazzini che non hanno alcuna idea di come si gestisca il potere (questo fenomeno è unicamente campano, non riguarda le altre regioni e, probabilmente, è un segno di sofferenza della criminalità organizzata e di colpi ben assestati da parte delle forze dell'ordine che hanno arrestato i pezzi grossi, ben più esperti). Ma l'inizio, con don pietro che organizza raid totalmente senza criterio, jenny che fa cose da pazzi (o almeno realizzabili solo da un uomo alto 7 metri) per litigi in discoteca, imprenditori (aspetto assolutamente da rimarcare) che vivono la loro parabola nell'arco di UN episodio, cominciai a subire la sindrome da comicità involontaria.

      Il paragone coi soprano (mia serie preferita ever) calza ma , in mia opinione, essendo in ogni caso una serie incentrata principalmente sulla psiche del personaggio in relazione alla sua famiglia, è meno importante un'aderenza totale all'ambiente.

      Per il resto ben venga, ho molto discusso contro gente e amministrazioni che "noi non vogliamo gomorra, napoli è tante belle cose , o sole o mare, higuain".

      Questi ragionamenti sono omertosi e ai limiti del criminale

      e forza Napoli

      Elimina
  7. Mi permetto di riportare un mio commento a caldo di ieri sera in altri lidi, sono rimasto piacevolmente sorpreso nel leggere opinioni simili anche qui :)

    "Ancora una volta, Sollima riesce perfettamente a dipingere questi uomini per quello che sono: criminali.
    Perchè parlare di mafie mettendo in gioco personalità del genere, ponendole una contro l'altra, avvicina sempre lo spettatore al rischio più grande: quello di glorificare, di confondere il criminale con l'eroe, di rappresentare un potere che attragga e generi empatia.
    In uno scontro tra parti si finisce per forza di cose per schierarsi, e c'è il pericolo di dimenticarsi che stiamo parlando di uomini che non lasciano testimoni, che bruciano case, che uccidono bambini.
    E Sollima questo lo sa bene, e proprio per questo non esita a mostrarci questo aspetto in maniera brutale, per ricordarci che possiamo parteggiare per chiunque vogliamo, e parteggeremo sempre per un assassino.

    Questo, per me, è raccontare la mafia nel modo giusto.
    Senza pietà per chi muore, ma nemmeno per chi uccide".

    RispondiElimina
  8. Quello che mi blocca su questa serie è anche per me il dialetto. Provai a vedere una paio di puntate della scorsa stagione e dopo un po' mi sono rotto le palle. Questa volta facendo un po’ zapping ho beccato l'episodio e mi sono detto "facciamo un esperimento, vediamo se capisco qualcosa": c'era una che parlava e capivo una parola ogni 10.

    Secondo me va detta una cosa riguardo alla storia dei sottotitoli per una serie come questa. Se uno guarda True Detective in lingua originale e deve usare i sottotitoli in italiano (PRESENTE) lo accetta di buon grado perché onestamente bisogna ammettere che per lavoro (e per svago) ormai l’inglese è importantissimo e se sei ignorante e devi romperti con i sottotitoli è un tuo problema. Debbo dire che con una serie in dialetto lo accetto molto meno, perché:
    1) esisto serie italiane ambientate in varie realtà italiane con forte connotazione dialettale che si capiscono e di questa non capisce un accidente;
    2) mi sento ignorante se non capisco l’inglese ma onestamente non mi sento allo stesso modo se non capisco il napoletano, il patuà, il sardo o il friulano.
    Per esempio ho visto recentemente un film sulla grande guerra con Cevoli e tutti parlavano con fortissimo accento. I due alpini, credo di Pordenone, a tratti erano volutamente difficili da capire (per una persona del sud credo immossibili) ma gli altri parlavano in modo comprensibilissimo, compreso il ragazzo di Capri.

    PS: mia suocera è stata insegnante di inglese e lo parla molto bene, come parla il francese. Quando telefona ai suoi parenti della Val Curone e della Val Grue altro che Gomorra. Parla un dialetto di base ligure con una serie di contaminazioni lombarde e piemontesi che è una lingua a parte. Mia moglie lo capisce ma io che capisco abbastanza bene il milanese stretto non capisco niente salvo qualche parola.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho scritto di getto e si vede anche sull'italiano dovrei fare attenzione.

      Elimina
    2. Per lo stesso motivo non ho mai sopportato Troisi; probabilmente non digerisco la scelta di un autore di alzare una barriera linguistica laddove non c'è bisogno. Si può rendere un dialetto rendendolo comprensibile a tutti, altrimenti si fa il Palmiro Cangini e vaffancuore . Non siamo qui a fare i linguisti della devolution ma a vedere un film. Qualcuno di voi ha mai avuto dubbi se Totò fosse torinese ? Io no, e ho sempre capito tutto quel che diceva. Poi c'è poco da fare, ci son dialetti comprensibili che bene o male si possono portare inalterato sul grande schermo , altri che proprio sembra marziano, senza allontanarmi tanto da casa mi ha sempre colpito il bergamasco stretto di cui non si capisce una mazza, e che adoro ascoltare perchè mi sembra un linguaggio del neolitico.

      Elimina
    3. Aggiungo una cosa. Credo che la barriere linguistica di questa serie non è percepita da quelli che la capiscono. Mi spiego meglio: per uno che bene o male ha frequentato gente che parla napoletano o che comunque utilizza saltuariamente termini di quel dialetto questa serie è più o meno comprensibile. Queste persone ho notato che faticano a capire che, per chi è quasi completamente a digiuno dell'idioma partenopeo, la serie è incomprensibile.
      Per fare un esempio: un mio amico d’infanzia calabrese passava l’estate giù in Calabria stando 2 o 3 settimane al mare e più di un mese in un paesino dell’entroterra. Nel suo soggiorno calabro una volta raccontò una barzelletta incentrata su Sant’Ambrogio che si chiudeva con una frase in dialetto milanese molto facile da capire. Lui calabrese che viveva a Milano dove è ormai difficile sentir parlare milanese la dovette “tradurre” perché gli indigeni non l’avevano capita. Con Gomorra capita la stessa cosa. Gli autori secondo me non pensavano potesse creare tante difficoltà nell’essere capita perché per loro era facile da capire.
      Ultima cosa, Troisi è un comico che per molte ragioni conosco poco ma non mi sembrava così complesso da capire.

      Elimina
    4. Il napoletano per vocabolario e struttura sintattica puó essere considerata una lingua vera e propria, quindi si, per certe latitudini é come guardare un telefilm in lappone: te lo devi guardare con i sottotitoli, se no non ci capisci nulla. L'utilizzo del vernacolo penso sia voluto, anche perché il prodotto é pensato per un mercato internazionale e d avere il napoletano al posto dell'italiano fa la differenza. Io abito in UK e vedo amici britannici che apprezzano Gomorra(h) per questo motivo visto che notano la differenza rispetto ad altre serie italiane (tipo Montalbano ad esempio). Eppure le guardano entrambi con i sottotitoli per dirti.

      Elimina
    5. Anche fosse recitata in ungherese per loro non farebbe grande differza immagino. Magari a livello fonetico gli piace la cadenza napoletana.

      Elimina
    6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    7. Se questa serie non avesse avuto il napoletano stretto - che poi stretto non è (io meridionale di un'altra regione, lo capisco benissimo) - avrebbe perso la buona parte del suo valore artistico. Vedendo in giro qui per la mia città qualche esponente locale della mala, posso assicurarvi che quelli della serie sono identici alla realtà. La scelta linguistica è quindi parte essenziale della rappresentazione. Non avere il napoletano, sarebbe come se avessero chiesto a De André di tradurre "Creuza de ma". L'arte non vuole compromessi. Purtroppo dovete far finta di vedere un film straniero non doppiato...

      Elimina
    8. comprendo assolutamente la cosa (detto tra noi alcune cose sono difficili da comprendere ANCHE per un napoletano, per quanto siano biascicate) ma penso che, oltre ai motivi di sopra (appeal all'estero) conti anche il fatto che molti NON sono attori e stiano, di fatto, calando loro stessi nel contesto. Se provi a farli parlare italiano avranno più o meno la stessa capacità di recitare che avrebbe tipo renzi nel parlare inglese, rendendo tutto tragicomico, in un contesto che tutto deve essere tranne che comico

      Elimina
    9. Non dico sia brutta, non veritiera o presenti qualche difetto dico solo che la scelta linguistica è molto opinabile.

      Elimina
    10. È quindi un problema che, purtroppo, riguarda principalmente voi del nord. Chi parla dialetti della famiglia napoletana e salentina riesce a capire abbastanza facilmente Gomorra (tranne magari gli urbanizzati).

      Comunque io mi sentirei ignorante a non capire un'opera in milanese stretto: è una lingua ben più antica dell'italiano e quindi più degna di rispetto.

      Elimina
  9. Se proprio c'è una cos che apprezzo della serie è di evitare di rendere i protagonisti simpatici e per cui parteggiare mostrandoli sempre per quello che è un criminale: una bestia. Ogni possibilità di partegirre per Ciro nella prima stagione sparisce quando tortura ed uccide quella ragazza innocente.

    Per ieri, ho apprezzato la prima puntata (dove per l'appunto Ciro diventa un perdente anche quando vince), un pò meno la seconda; avrei gestito meglio il SPOILER
    .
    .
    .
    time skip.

    RispondiElimina
  10. per una fortuita serie di coincidenze ho amicizie in comune con Marco D'Amore e ho avuto il piacere di pranzare con lui insieme ad amici di Napoli e dintorni. Ovviamente si è parlato di Gomorra (e dei kg che D'Amore ha dovuto perdere per interpretare l'Immortale) e, duole dirlo, mi hanno confermato che a Napoli, fino a qualche tempo fa, alcuni episodi che si vedono nella serie erano roba di normale e quotidiana amministrazione. I vari personaggi della serie non si ispirano ad un camorrista reale ma sono la sintesi di tante storie di camorra...Resta il fatto che Gomorra è una gran serie e trovo allucinante che qualcuno prenda questi soggetti come modello di vita...eppure...

    RispondiElimina
  11. Non avevo mai trovato il tempo di guardarmela, me la sono divorata in un paio di giorni (alla fine 12 puntate scorrono via come il vento). L'ho adorata fin da subito per il realismo, per un prodotto italiano confezionato a regola d'arte con attori strepitosi. Mi ha incuriosito vedere una famiglia piena di potere, pranzare con tv accesa mentre scorrono le immagini di fatti di sangue che li riguardano parlare della vita di tutti i giorni e dei problemi normali quali il divano da cambiare, la moto nuova, il figlio che è bravo solo a fare cazzate con gli amici. Portare comunque anche ad una normalità gente del genere. Consiglio vivamente di guardarsi DOPO gli effetti di Gomorra dei The Jackal, perchè sennò ad ogni battuta ci si mette a ridere!

    RispondiElimina
  12. Chapeau per l'analisi, Alessandro.
    Non c'è che da concordare su tutta la linea.

    Che poi nel mio caso una delle mie serie preferite di sempre è The Wire, per cui facciamo anche 5 su 5. ;D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quoto The Wire...anche per me una delle serie preferite di sempre,chi non l'ha vista la recuperi subito perchè merita davvero!!!
      Due parola pure su Gomorra (non ho ancora visto le due puntate sopra citate)...a me onestamente non ha fatto impazzire e non per il dialetto che capisco benissimo anche se nativo di un posto 400 km piu' a nord.
      Il paragone con la serie Romanzo Criminale è inevitabile e impietoso a mio avviso...credo che guarderò per inerzia anche la seconda stagione,ma non vedo tutta questa qualità o queste innovazioni,mi sembran temi triti e ritriti proposti più o meno nello stesso modo di sempre.
      Cmq il mondo è bello perchè è vario,buona visione a tutti gli antristi!!!

      Elimina
  13. Ho finito di recuperare Gomorra l'altro giorno, e ieri mi sono visto le prime due puntate. Serie grandiosa sotto moltissimi punti di vista, recitazione (anche se a me personalmente genny non fa impazzire) regia, musiche. Mi trovo d'accordissimo con quello che hai scritto tu. Emulare Ciro, che arriva a fare cose del genere come nella prima serie e che ha già iniziato forte sta seconda (con il contraccolpo di chi veramente vive na vitemmer'), i savastano, ormai esiliati, e tante altre piccole storie disegnate benissimo nella prima stagione (pensiamo al ragazzetto assoldato da genny) che rappresentano quello che è quella "vita": sfacelo, tristezza, sfiducia. Certo, forse manca un punto di vista che vada contro questo crimine senza fine (a memoria, in tutta la serie, l'unica persona fuori dal coro era il prete durante il funerale di chi non lo dico): un ispettore, un poliziotto che si ribelli. Esistono? Non lo so. Possono veramente agire così impassibilmente? Si, questo è sicuro, anche nella realtà.

    Ps: azzurra, che si è un pochino vista in questa seconda puntata, ma sarà un personaggio importante in tutta la serie, è una ragazza della mia città, Corato. Ho avuto il piacere di conoscerla e son contentissimo e provincialmente orgoglioso che sia un tassello fondamentale di questo vero e proprio evento nazionale

    RispondiElimina
  14. Secondo me alcuni dialetti, vuoi per somiglianza con l'italiano, vuoi per ampia esposizione mediatica, vuoi perchè dotati di "livelli intermedi" (misto tra italiano e dialetto stretto), possono essere comprensibili nelle altre regioni. Altri no. Il sardo è una lingua, chi parla in sardo non viene capito dagli altri. Del piemontese probabilmente viene capito solo qualcosa, e solo da chi conosce il francese o un dialetto simile. E oltretutto, immagino come in altre regioni, il lessico cambia parecchio, da provincia a provincia, talvolta da paese a paese: risulta difficile - credo - identificare un dialetto regionale standard, cosa invece relativamente facile per l'italiano.
    Esaurito il pippone linguistico, confermo che ieri sera ho trovato molto complicato capire i dialoghi, mentre - se ricordo bene - nella prima stagione mi perdevo solo qualche termine ogni tanto (soprattutto per quella "bella" abitudine, già citata, di recitare sottovoce/tenere basso l'audio del parlato)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sbagliato: esiste una grossa famiglia che è quella dei dialetti napoletani. Ad esempio io, che sono pugliese (ma non salentino), riesco a capire perfettamente il napoletano perché l'80% dei termini sono in comune, sebbene pronunciati differentemente.

      Elimina
  15. Ottima lenzuolata porca miseria, da incidere sul marmo

    RispondiElimina
  16. Non so se qui in Lussemburgo abbiano comprato i diritti per Gomorra, perché sarei curioso di vederla. Quindi nulla da commentare, ma Gomorra la serie corre sulla falsa riga del libro. Ed anche per il libro di Saviano le considerazioni di Doc valgono appieno.
    Di recente ho finito la quinta di TWD e voglio fare un tentativo con Penny Dreadful, fosse solo per Eva Green e Billie Piper

    RispondiElimina
  17. A proposito delle altre serie: ho seguito 22.11.63 (bella, ha reso bene, per quanto possibile, lo splendido romanzo di Stephen King), la seconda stagione di Agent Carter (altalenante, comunque discreta, con diversi agganci, oltre che ai fumetti Marvel, ad Agents of Shield e al MCU), la sesta di The Walking Dead (finale molto coinvolgente, probabilmente la migliore stagione tra le ultime 4), la seconda di Better Call Saul (ben fatta ma mi ha un po' deluso, la prima mi era piaciuta molto, questa un pochino meno). Oltre a Gomorra, sto guardando la terza di Agents of Shield (a me piace molto, mi sembra sia siano assestati sull'ottimo livello delal seconda stagione, dopo una prima un po' meno convincente), la seconda di Flash e Gotham (a mio avviso entrambe migliorate rispetto all'anno scorso), devo ancora iniziare a guardare la sesta del Trono di Spade (o meglio, durante la prima puntata ho dormito - la colpa va divisa equamente tra l'orario in cui riesco a guardare le serie, il mio sonno, e la lentezza/pesantezza/noia dell'episodio). Sto finendo di recuperare la seconda di Daredevil (bella ma non mi impazzire, la trovo spesso un po' pesante da seguire), prima o poi recupererò Avengers Assemble (qualche difficoltà di reperimento), Jessica Jones (il primo episodio mi ha stroncato), House of Cards (sarà un recuperone impegnativo!) e probabilmente altre cose perse per strada.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In pratica dormo sempre perchè dopo mezz'ora mi addormento :-)
      Con uno-due episodi per sera (di media) si può fare...

      Elimina
  18. Sono d' accordo con il ragionamento sulla periferia italiana, l' avessero ambientata, per dire, a Barriera di Milano, Gomorra sarebbe filata altrettanto bene.

    Non sono d'accordo sull'accostamento mafioso-analfabeta, la classe dirigente di quella gentaglia ha studiato in università e purtroppo sa bene come muoversi in ogni ambito.

    E Doc devo chiederlo: hai finito di vedere la seconda stagione di Better call Saul?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oggi senza dubbio, ma Il Padrino è del '72.
      Per BCS2 mi mancano un paio di puntate.

      Elimina
  19. Ciao DOC. Non ancora vedo la seconda stagione, ma ho trovato eccellente la prima.

    Ho individuato un solo (gigantesco a mio avviso) neo che non mi fa dire si tratti di un capolavoro assoluto: in tutte le puntate finora, è sempre mancato il punto di vista della vittima.

    La violenza che abbiamo visto è sempre stata fine a se stessa, o se preferisci, strumentale alla trama. Mai abbiamo visto l'effetto sulla società napoletana (benché sia intuibile).

    Come hai detto tu, se cambi dialetto o scenario, vien fuori ancora una volta la stessa serie eccellente: questa Gomorra - per stessa ammissione di Saviano - è una serie che parla dei giochi di potere dei camorristi. Io dico, parla esclusivamente di potere. Se cambi l'epoca e ce la trasli, che so, nell'antichità, i vari boss possono essere satrapi in lotta fra loro nell'impero persiano; esponenti di spregiudicate famiglie romane dedite al clientelismo e all'arrampicata politica; clan della Gallia che si fanno la guerra per il dominio della regione, signorotti medievali in lotta con l'Impero... ripulendo dai connotati pittoreschi i dialoghi, emerge cristallino il tema del potere. Ma purtroppo, solo quello.

    Mi piacerebbe che la serie, con la stessa maestria, dipingesse anche ciò che dal potere è soverchiato. Non mi è piaciuto molto anche il fatto che rispetto a Romanzo Criminale che tu hai citato, manchi una figura positiva di riferimento che incarni lo Stato sano, che pure esiste.

    Quanto alla polemica sull'immagine di Napoli, da meridionale, mi sento di dire che fingere che queste rappresentazioni non costruiscano un'immagine poco bella della città è essere un pò ingenui. Ma altrettanto lo è pensare che nascondendo agli occhi un problema, questo non ci danneggi. Se un telefilm danneggia la città, beh, lasciatemi dire, la Camorra che nessuno vuol nominare o vedere, la danneggia molto di più. Perciò che se ne parli. Abbiamo bisogno di una presa di coscienza totale sul problema. Da questo punto di vista, proprio la vicenda del libro di Saviano - personaggio che ha ricevuto forse un'attenzione e un'investitura morale ben superiore a quelle che sono le sue capacità di vivere effettivamente come simbolo - è stato importantissimo. Viaggiando, finanche all'estero mi hanno chiesto di lui e di queste vicende.

    La mafia è una piaga globale, quindi anche la lotta alla mafia deve farsi globale. Per renderla tale, tutti gli strumenti atti a farla conoscere devono essere usati. Ben venga quindi Gomorra, anche se ci tira cazzotti sulle nostre ferite aperte.

    RispondiElimina
  20. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  21. Io trovo che la vita orrenda a cui questi personaggi si autocondannano è sottolineata benissimo in Gomorra. Voler emularne le gesta è da pazzi. È vero, nel mondo ci sono i pazzi, ma quindi qualsiasi opera d'arte dovrebbe essere vietata, anche Giulietta e Romeo. C'era anche chi si buttava dal balcone per emulare Goldrake...

    RispondiElimina
  22. Ciro più bestiale che mai (sì, forse anche "peggio" di quando ha torturato e ucciso la ragazzina), la cosa che ancora rimane senza risposta è: ma nella prima serie, che cavolo era quel bigliettino con il numero di telefono, che tirava fuori alla fine della prima puntata e poi alla fine dell'ultima buttava via? Penso che in molti avessero pensato fosse un infiltrato della polizia, che trovatosi invischiato in un casino enorme aveva finito con il torturare una ragazzini per proteggersi, ma ora salta fuori che è un criminale fatto e finito che voleva solo il potere... Mi pare strano abbiano cambiato la sceneggiatura "al volo" cambiando così tanto un personaggio principale, quindi rimane la domanda: e quel biglietto? Chi non ha chiamato, Ciro?

    RispondiElimina
  23. Un po' di commenti a caso...
    Chi si lamenta che Gomorra non si capisce per il dialetto: io trovo la scelta abbastanza azzeccata, i camorristi che parlano in italiano (anche solo con un forte accento napoletano) non esistono, ma comprendo che a qualcuno puo' dare fastidio.
    Non capisco chi dice che accetta di vedere un telefilm coi sottotitoli solo se in inglese... perche' fare una discriminazione basata sulla lingua? Quindi un film francese lo guardate in italiano? E un anime giapponese?
    In UK Montalbano e Gomorra sono molto seguiti e non si sognerebbero mai di doppiarli in inglese.
    Sono d'accordo con Alessandro quando dice che Gomorra non trasforma persone per bene in camorristi pero', secondo me, chi vive gia' in una realta' ai confini della legalita' Gomorra una "spintarella" puo' darla. Ma a questo punto lo stesso si puo' dire di GTA...
    Concludo dicendo che, sempre secondo me, Gomorra il suo contributo a "infangare" l'immagine di Napoli lo da': io vivo all'estero e piu' di una persona che ho conosciuto, quando scopre che sono di quelle zone, comincia a parlare di mafia, gomorra e se e' vero che sono tutti criminali a napoli, ricordandomi la famosa scena "Emigrante?" di Ricomincio da tre.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è che senza Gomorra, però, sparirebbero magicamente cinquant'anni di barzellette sui napoletani "mariuoli furbi", e il razzismo latente di una buona fetta d'Italia che crede che a Napoli non si possa girare per strada, siano tutti ladri di orologi o che. Quello purtroppo è sempre esistito. Se poi uno all'estero vede Gomorra e pensa che Napoli sia quella, beh, è un ignorante. Napoli è una città famosa nel mondo per tante altre cose, non è mica una città minuscola come Cosenza o Belluno.

      Elimina
  24. [Spoileretto]
    Il time shift a fine primo episodio ci sta, avevo paura di un inizio guerra tra bande pericolosa da gestire. Cosi è sicuramente più stuzzicante. Ottime prime due puntate, pessimo lo spagnolo di genny.
    [Fine spoiler]


    Ultimamente mi sono visto qualche serie simpatica
    -angie tribeca: poliziesco comedy super nonsense, girato da Steve carrel e con gente da the office e parks&REC
    -hap & Leonard: tratto dai libri di Lansdale, ben fatta e con quella gran sorca di Christina Hendricks
    -the americans: viste su netflix le prime 2 stagioni, parte che sembra pezzente ma poi decolla. Buona sceneggiatura, colpi di scena e drammoni!!

    Per chi ha netflix recuperate subito Rick&morty in inglese sottotitolato, il miglior cartoon degli ultimi 10 anni!!

    RispondiElimina
  25. La prima Serie l'ho Vista in tedesco (vivo in Germania). E Ci ho messo un po' a non ridere sentendo dei napoletani che parlavano perfettamente tedesco. L'ho trovata comunque molto bella anche se feroce. Soprattutto mi ha fatto piacere come demoliscono il mito del Gangster scarface Style. I personaggi sono solo animali, niente di cio' che fanno e' invidiabile e non si puo' empatizzare. Non vedo l'ora di vedere anche la seconda, sperando che a questo Giro sia visibile in lingua originale.

    RispondiElimina
  26. La prima Serie l'ho Vista in tedesco (vivo in Germania). E Ci ho messo un po' a non ridere sentendo dei napoletani che parlavano perfettamente tedesco. L'ho trovata comunque molto bella anche se feroce. Soprattutto mi ha fatto piacere come demoliscono il mito del Gangster scarface Style. I personaggi sono solo animali, niente di cio' che fanno e' invidiabile e non si puo' empatizzare. Non vedo l'ora di vedere anche la seconda, sperando che a questo Giro sia visibile in lingua originale.

    RispondiElimina
  27. Come si fa a parlare di serie crime e a non citare The Wire? :)

    RispondiElimina
  28. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  29. Un consiglio su una serie da seguire: Peaky Blinders, trasmessa dalla BBC (o dal vostro provider più o meno legale di fiducia).
    E' l'epopea di una banda di malviventi (si dice ancora?) nella Birmingham del primo dopoguerra, interpretata, tra gli altri, da Cillian Murphy, Sam Neill e Tom Hardy.
    La terza serie è in corso da una settimana.
    La consiglio in versione originale, rigorosamente sottotitolata (il gergo inglese parlato è tremendo).
    Recitata e girata da dio, e, anche qui, molto "asettica" nella presentazione dei personaggi: tifi sostanzialmente per la loro voglia di riscatto sociale, ma i metodi usati sono presentati in tutta la loro fastidiosa brutalità.

    Enjoy!

    RispondiElimina
  30. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  31. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  32. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  33. Ciao a tutti, quale la marca degli occhiali da sole di Ciro in quarta imagina? Grazie

    RispondiElimina
  34. Quello che i detrattori del dialetto napoletano non capiscono è che a Napoli, tra persone che si conoscono (e spesso non solo), si parla esclusivamente dialetto. Addirittura, le persone non scolarizzate l'italiano non lo conoscono affatto e faticano a parlarlo. Per questo motivo, far parlare i personaggi di Gomorra in italiano sarebbe stato totalmente irreale. Con questo spero di aver chiarito la questione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oltre al fatto che i dialetti hanno una dignità ed una storicità ben maggiore rispetto all'italiano, che tra l'altro deriva da un dialetto.

      Elimina
  35. Sarò sincero, la prima serie l'ho molto apprezzata, a parte qualche figura negli episodi finali, ma la seconda l'ho trovata di una noia letale. L'episodio in cui Genny va a trovare il padre in Germania sembrava girato da un regista Cecoslovacco esistenzialista degli anni sessanta. Un'ora in cui non-succede-un-accidente-di-niente. che h capito che la vita vera è così, che nella realtà puoi passare una giornata senza fare niente di che pure se sei un camorrista, ma allora non mi guardo una fiction, scendo in piazza e mi metto ad osservare i passanti. Altro punto dolente è la concentrazione della trama sui personaggi. mentre il punto di forza della prima serie era l'ambientazione, il mostrare quelle piccole cose normali e terribili di una zona abbandonata dallo stato, in cui la gente ringrazia i mafiosi per aver trovato un lavoro come spacciatrice alla figlia piccola, in questa seconda stagione tutto ciò è assente, tutto è incentrato sulla soap opera dei Savastano e di Ciro. Si è perso lo spirito, secondo me...

    RispondiElimina

Posta un commento

Metti la spunta a "Inviami notifiche"per essere avvertito via email di nuovi commenti. Info sulla Privacy