Lo chiamavano Jeeg Robot, la recensione senza spoiler
Da quanto tempo (e ancora) è che si giocava, noi tutti, con l’idea di un super-eroe italiano? Che si sognava una trasposizione tricolore delle avventure degli eroi in calzamaglia, che fosse però credibile in un contesto familiare come il nostro? Qualcosa di diverso da un semplice Capitan Pizza, SuperMandolino? Dopo aver visto naufragare Il ragazzo invisibile di Salvatores in quell’incerto ma visibilissimo mix di materiale da fiction, film per rEgazzini e idee fuori posto, hai iniziato a pensare non fosse possibile riuscirci. Se non era in grado Salvatores, con quel budget, chi vuoi mai che. Così, quando hai sentito parlare per la prima volta di Lo chiamavano Jeeg Robot, il nuovo film di Gabriele Mainetti (Basette, Tiger Boy), quando hai letto che si trattava di una pellicola incentrata su un tizio romano con i super-poteri, oltre che con il nome d’arte ingombrante di un mito della tua infanzia, ti sei detto Vabbè. Sarà. Fast forward a ieri sera, a quando cioè, dopo aver bucato la proiezione alla scorsa Lucca, hai potuto finalmente vederlo, con qualche giorno di anticipo - arriverà in sala giovedì prossimo, il 25 febbraio. Molliamo il tasto del ffwd in quel momento esatto lì, con te davanti allo schermo ancora spiazzato, mentre scorrono i titoli di coda, con le note di quella cover. Mentre cerchi di trovare un aggettivo in grado di riassumere tutto il film, ma ti si continuavano ad accavallare nella testa i seguenti, senza un ordine preciso: ironico, drammatico, brutale, tenero, feroce, vero. Ah, sì, e anche bellissimo […]
Roma, oggi. La capitale è sconvolta da attentati che la stampa cerca di attribuire di volta in volta a entità e fazioni diverse. Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria), professione ladro asociale, si ritrova dotato di super-poteri grazie alla più classica delle origini in stile Marvel anni 60. Attorno a lui, nel frattempo, ruotano le vicende di una piccola banda di delinquenti coglioni che si son messi a giocare con le persone sbagliate, e in particolare della figlia di uno di loro, Alessia.
Enzo, lo scoglionato, disilluso, egoista Enzo, che di cognome fa Ceccotti come il Paolo dell’Internet, si ritrova così alle prese con responsabilità che non vuole accollarsi. L'ex ragazzo che si nutre solo di budini alla crema galbani e p0rnazzi, talmente menefreghista che non gli cala nulla dei poteri o di perdere un dito, il cui leitmotiv è “A me la gente me fa schifo”, deve compiere delle scelte. E allora questo giovane incappucciato dimostra di aver compreso alla perfezione la lezione di Peter Parker: e infatti la prima cosa che fa con le sue nuove e stupefacenti abilità è tirar su un po' di grana. Quello col wrestling, lui con metodi un po' più spicci e meno legali, ok, ma il concetto è lo stesso. Solo che poi, appunto, arriva anche per lui il ladro-ammazza-zio-Ben, in questo caso la povera, fragile Alessia.
“Mio padre alla regina Himika gli ha menato due volte” e “Un super-eroe con le scarpe di camoscio non s’è mai visto” sono solo due delle frasi che tira fuori Alessia nel film, una Ilenia Pastorelli che con quei tratti del viso spigolosi è praticamente perfetta per la parte. Alessia è una povera anima in pena, il che, tradotto dal politicamente corretto, vuol dire che è una malata di mente. Il titolo del film nasce dal fatto che lei è in fissa totale per il cartone di Jeeg Robot, di cui continua a rivedere a nastro un DVD e i cui personaggi sono diventati la sua chiave per interpretare il reale. E fa ridere, sì, che lei chiami suo padre Ministro Amaso, tiri fuori queste storie sulle spade alate, battezzi Enzo, nel vederlo correre in suo aiuto, Hiroshi Shiba. Fa ridere finché non affiora il suo passato e capisci cosa e perché l'ha ridotta così. E lì non ridi più.
Il cartone di Jeeg resta perciò sullo sfondo, con la sua mitologia Haniwa, per tutta la pellicola. È un titolo furbo, Lo chiamavano Jeeg Robot? Senza dubbio: richiama l'attenzione. Ma è anche vero che, per i motivi accennati qualche rigo sopra, è usato bene, acquista un senso come l'uomo della pioggia di Rain Man. E poi sì, chiaro, galvanizza vedere che Enzo, quando vien fuori dal criminale un eroe vero, dal tizio scoglionato a cui la gente fa schifo un tizio a cui della gente frega eccome, quando dal ragazzino mai cresciuto vien fuori l'uomo, decida di portare quel nome. C’è il trucco, e si vede, ma funziona. Carburante per il momento Cazzo, sì, in cui l’eroe prende e gli mena. Perché c'è, ovviamente, il momento Cazzo, sì, in cui l’eroe prende e gli mena.
Mena chi? Si diceva della piccola banda di delinquenti coglioni che pestano i piedi ai partner sbagliati. Ora, cos'è che sappiamo fare bene, qui in Italia, in termini di cinema e TV? Esatto, i film e le serie TV sulla criminalità organizzata. E allora la cornice della storia è una vicenda da gangster di borgata, da Romanzo Criminale e Gomorra, con attori presi in prestito da entrambe (c'è perfino Genny Savastano, Salvatore Esposito), nell'epica delle tute in acetato, delle macchine truccate, dei cellulari nuovi con tanti giga e dei soldi portati nei borsoni da palestra. Un quadro realistico, improntato al verosimile, in cui però si staglia, luminoso come un tipo vestito tutto di trekking light nel buio di un acquario, il super-villain del film, lo Zingaro.
Zingari a morte, recita una vecchia scritta a bomboletta su un muro accanto al luogo in cui Enzo ottiene i suoi poteri, e lo Zingaro, un ENORME Luca Marinelli - camaleonticamente distante duecentomila miglia dal simpatico imbranato di un Tutti i santi giorni, per dire - diventerà in un amen la sua nemesi. Vestito sempre in qualche modo di viola, come i veri super-villanzoni, con quel naso alla Zanardi di Pazienza, il covo nel suo canile da canaro, gli scatti di violenza feroci alla Tony Soprano... ma miscelati alla sua vocazione da showman/cantante televisivo. Ve lo riuscite a immaginare un cattivo feroce e arrivista che canta Un’emozione da poco di Anna Oxa sui tacchi e ama Non sono una signora della Bertè? Ma, se è per questo, nella colonna sonora del film, alle musiche elettroniche e ai momenti-pianoforte, si affiancano Latin Lover della Nannini e Ti stringerò di Nada. Un mix improbabile, quasi tutto cover, quanto probabilissimo è questo criminale da quattro soldi che, a un certo punto, giocherà a fare il Joker della pellicola. E la cosa, va detto, gli verrà pure benissimo.
Abbiamo l'eroe, diventato tale praticamente per caso, abbiamo il super-villanzone, cosa manca? Lo scontro finale? Ci sta pure quello, frammentato in più riprese e con qualche effetto speciale low cost, ma oh, ci sta. Parlavi all’inizio del contesto a noi familiare in cui tradurre i topos da film di super-eroi, e fa strano vedere quello scontro finale accanto all’Olimpico, oppure la vicenda svilupparsi nelle periferie della capitale. Tanto quanto fa strano vedere un super-villain che nasce canaro di borgata. Fa strano, ma ha perfettamente senso. Non si scimmiotta un genere, ne si adottano i tratti salienti applicandoli alla nostra realtà e aggiungendoci quello che la nostra realtà di specifico, di peculiare può darti, in termini di cinema rodato, che funziona. Una guerra tra bande di disperati di periferia? E sia. Una periferia che è degradata negli anni attorno al protagonista, insozzando il bello e il nuovo degli esordi, e ingrigendogli l'animo? Ottimo. Il tutto rientra in una coerenza e un approccio realistico che Lo chiamavano Jeeg Robot sposa dal minuto zero e non abbandona mai, facendo sembrare ogni cosa più naturale delle super-baracconate in tanti film USA sugli eroi in costume. Non stai parlando bene del film solo perché è italiano, si badi, ne stai parlando bene perché sa sfruttare nel modo giusto il suo essere italiano. Perché tanti film USA, per restare nel lingo romano, a Lo chiamavano Jeeg Robot gli spicciano casa.
Lo chiamavano Jeeg Robot è parente stretto, più che di Kick-Ass, del bellissimo Super di James Gunn (da noi, per amor di aggiunte sceme, Super - Attento crimine!!!), ma anche cugino di primo grado di Unbreakable di Shyamalan, giusto per scomodare due tra i film di super-eroi che ti sono piaciuti di più in assoluto, per quello che raccontano e come lo raccontano. Lo chiamavano Jeeg Robot è un tipo di cinema che in Italia non avevamo e che ora, forse, potremmo anche avere. Fancuore ai complessi d’inferiorità, al noi non possiamo mica fare quelle robe lì, al questo è un paese per vecchi(e commedie tutte uguali). Ecco qua, possiamo. Vai Hiroshi, menagli. Menagli a tutti.
Tutte le foto sono di Emanuela Scarpa |
Enzo, lo scoglionato, disilluso, egoista Enzo, che di cognome fa Ceccotti come il Paolo dell’Internet, si ritrova così alle prese con responsabilità che non vuole accollarsi. L'ex ragazzo che si nutre solo di budini alla crema galbani e p0rnazzi, talmente menefreghista che non gli cala nulla dei poteri o di perdere un dito, il cui leitmotiv è “A me la gente me fa schifo”, deve compiere delle scelte. E allora questo giovane incappucciato dimostra di aver compreso alla perfezione la lezione di Peter Parker: e infatti la prima cosa che fa con le sue nuove e stupefacenti abilità è tirar su un po' di grana. Quello col wrestling, lui con metodi un po' più spicci e meno legali, ok, ma il concetto è lo stesso. Solo che poi, appunto, arriva anche per lui il ladro-ammazza-zio-Ben, in questo caso la povera, fragile Alessia.
“Mio padre alla regina Himika gli ha menato due volte” e “Un super-eroe con le scarpe di camoscio non s’è mai visto” sono solo due delle frasi che tira fuori Alessia nel film, una Ilenia Pastorelli che con quei tratti del viso spigolosi è praticamente perfetta per la parte. Alessia è una povera anima in pena, il che, tradotto dal politicamente corretto, vuol dire che è una malata di mente. Il titolo del film nasce dal fatto che lei è in fissa totale per il cartone di Jeeg Robot, di cui continua a rivedere a nastro un DVD e i cui personaggi sono diventati la sua chiave per interpretare il reale. E fa ridere, sì, che lei chiami suo padre Ministro Amaso, tiri fuori queste storie sulle spade alate, battezzi Enzo, nel vederlo correre in suo aiuto, Hiroshi Shiba. Fa ridere finché non affiora il suo passato e capisci cosa e perché l'ha ridotta così. E lì non ridi più.
Il cartone di Jeeg resta perciò sullo sfondo, con la sua mitologia Haniwa, per tutta la pellicola. È un titolo furbo, Lo chiamavano Jeeg Robot? Senza dubbio: richiama l'attenzione. Ma è anche vero che, per i motivi accennati qualche rigo sopra, è usato bene, acquista un senso come l'uomo della pioggia di Rain Man. E poi sì, chiaro, galvanizza vedere che Enzo, quando vien fuori dal criminale un eroe vero, dal tizio scoglionato a cui la gente fa schifo un tizio a cui della gente frega eccome, quando dal ragazzino mai cresciuto vien fuori l'uomo, decida di portare quel nome. C’è il trucco, e si vede, ma funziona. Carburante per il momento Cazzo, sì, in cui l’eroe prende e gli mena. Perché c'è, ovviamente, il momento Cazzo, sì, in cui l’eroe prende e gli mena.
Mena chi? Si diceva della piccola banda di delinquenti coglioni che pestano i piedi ai partner sbagliati. Ora, cos'è che sappiamo fare bene, qui in Italia, in termini di cinema e TV? Esatto, i film e le serie TV sulla criminalità organizzata. E allora la cornice della storia è una vicenda da gangster di borgata, da Romanzo Criminale e Gomorra, con attori presi in prestito da entrambe (c'è perfino Genny Savastano, Salvatore Esposito), nell'epica delle tute in acetato, delle macchine truccate, dei cellulari nuovi con tanti giga e dei soldi portati nei borsoni da palestra. Un quadro realistico, improntato al verosimile, in cui però si staglia, luminoso come un tipo vestito tutto di trekking light nel buio di un acquario, il super-villain del film, lo Zingaro.
Zingari a morte, recita una vecchia scritta a bomboletta su un muro accanto al luogo in cui Enzo ottiene i suoi poteri, e lo Zingaro, un ENORME Luca Marinelli - camaleonticamente distante duecentomila miglia dal simpatico imbranato di un Tutti i santi giorni, per dire - diventerà in un amen la sua nemesi. Vestito sempre in qualche modo di viola, come i veri super-villanzoni, con quel naso alla Zanardi di Pazienza, il covo nel suo canile da canaro, gli scatti di violenza feroci alla Tony Soprano... ma miscelati alla sua vocazione da showman/cantante televisivo. Ve lo riuscite a immaginare un cattivo feroce e arrivista che canta Un’emozione da poco di Anna Oxa sui tacchi e ama Non sono una signora della Bertè? Ma, se è per questo, nella colonna sonora del film, alle musiche elettroniche e ai momenti-pianoforte, si affiancano Latin Lover della Nannini e Ti stringerò di Nada. Un mix improbabile, quasi tutto cover, quanto probabilissimo è questo criminale da quattro soldi che, a un certo punto, giocherà a fare il Joker della pellicola. E la cosa, va detto, gli verrà pure benissimo.
Abbiamo l'eroe, diventato tale praticamente per caso, abbiamo il super-villanzone, cosa manca? Lo scontro finale? Ci sta pure quello, frammentato in più riprese e con qualche effetto speciale low cost, ma oh, ci sta. Parlavi all’inizio del contesto a noi familiare in cui tradurre i topos da film di super-eroi, e fa strano vedere quello scontro finale accanto all’Olimpico, oppure la vicenda svilupparsi nelle periferie della capitale. Tanto quanto fa strano vedere un super-villain che nasce canaro di borgata. Fa strano, ma ha perfettamente senso. Non si scimmiotta un genere, ne si adottano i tratti salienti applicandoli alla nostra realtà e aggiungendoci quello che la nostra realtà di specifico, di peculiare può darti, in termini di cinema rodato, che funziona. Una guerra tra bande di disperati di periferia? E sia. Una periferia che è degradata negli anni attorno al protagonista, insozzando il bello e il nuovo degli esordi, e ingrigendogli l'animo? Ottimo. Il tutto rientra in una coerenza e un approccio realistico che Lo chiamavano Jeeg Robot sposa dal minuto zero e non abbandona mai, facendo sembrare ogni cosa più naturale delle super-baracconate in tanti film USA sugli eroi in costume. Non stai parlando bene del film solo perché è italiano, si badi, ne stai parlando bene perché sa sfruttare nel modo giusto il suo essere italiano. Perché tanti film USA, per restare nel lingo romano, a Lo chiamavano Jeeg Robot gli spicciano casa.
Lo chiamavano Jeeg Robot è parente stretto, più che di Kick-Ass, del bellissimo Super di James Gunn (da noi, per amor di aggiunte sceme, Super - Attento crimine!!!), ma anche cugino di primo grado di Unbreakable di Shyamalan, giusto per scomodare due tra i film di super-eroi che ti sono piaciuti di più in assoluto, per quello che raccontano e come lo raccontano. Lo chiamavano Jeeg Robot è un tipo di cinema che in Italia non avevamo e che ora, forse, potremmo anche avere. Fancuore ai complessi d’inferiorità, al noi non possiamo mica fare quelle robe lì, al questo è un paese per vecchi(e commedie tutte uguali). Ecco qua, possiamo. Vai Hiroshi, menagli. Menagli a tutti.
Lo chiamavano Jeeg Robot
Recensito da: DocManhattan Data: Feb 20 2016
Voto:
Recensito da: DocManhattan Data: Feb 20 2016
Voto:
Ho appena comprato il fumetto... volevo la copertina di Zero Calcare e mi sono accontentato, si fa per dire, di quella di Leo Ortolani.
RispondiEliminaIl film lo voglio vedere assolutamente.
Nella mia edicola ne è arrivata solo una copia, quella con cover di Giacomo Bevilacqua. Dice che in zona una cover sola ad edicola. Non ci ho nemmeno provato a cercare le altre.
EliminaCiao a tutti, è la prima volta che scrivo ma sono un assiduo lettore :)
EliminaQuesta mattina sono andato in edicola per il solito giro del sabato mattina, e sorpresa... C'erano tutte e 4 le cover. Sono stato a lungo a pensare se prendere possesso di tutte e 4 o non fare l'ingordo e prenderne solo una.
Ho fatto l'ingordo.
Bella recensione Doc. Dopo quel film col rEgazzino avevo perso le speranze di vedere un film di super eroi italiano degno di questo nome e tu, oggi, me l'hai ridata.
Con gli interessi.
Ciao, e ben delurkizzato! :)
EliminaOh, per una volta che volevo prendere più cover - di solito frega segamegadrive - niente. Cose che non sono cose.
Oh, oggi sono passato dalle bestemmie in 2 edicole con risposta standard "ne avevo uno, è passato un ragazzo e l'ha comprato" allo stupore nel vedere addirittura 2 diverse cover in mano al terzo edicolante. Zerocalcare e Bevilacqua. Non ho fatto l'ingordo, ho pensato al povero idiota che avrebbe fatto lo stesso giro delle edicole dopo di me, con gli edicolanti che mi conoscono tutti ma ancora mi guardano strano quando compro fumetti a 30 anni. E ho preso la cover di Zero, perchè sì. Statece
EliminaIo ho beccato a 'ulo quella di ZC all'edicola di Corso Umberto. Il tizio nemmeno sapeva che fosse in allegato con la gazzetta e l'ho intravisto alle sue spalle. Cmq è più o meno così in tutta Italia. Inoltre da Scarpelli ho anche beccato il Deadpool di Giovedì (che a quanto pare è andato a ruba)
EliminaFiuuu, prese per un pelo. Oggi ho letto il post e mi sono detto "Poi passo in edicola".
EliminaDopo pranzo mi butto un po' sul divano, che ero stanchino.
Quattro (4) ore dopo mi sveglio, guardo l'orologio, le 19:25, via in edicola (2-3 minuti a piedi, prendo la macchina che non si sa mai, se chiude alle 19:30?), trovate.
E purtroppo tutte e quattro (ne avevano due copie di ciascuna), che volevo prendere solo quella di Zerocalcare (che, per inciso, alle altre gli fa le scarpe), ma poi stai li, due spicci e mezzo l'una, che fai, le lasci?
Il Ragno di Ortolani vince ancora, e sperpero dinari in nome dello pseudo collezionismo.
Il film invece devo andare a vederlo ancora, che ieri per il rotto della cuffia ho recuperato Revenant (un unico spettacolo, credo per l'ultima settimana), e in coda ci sono ancora Tarantino, Zoolander e Deadpool. Un disastro!
cavolo, io non sapevo ci fosse un fumetto!!! dopo vado in edicola, ma mi sa che non troverò una favazza...
EliminaIl film lo aspetto pure io, Santamaria non mi è mai piaciuto particolarmente però le aspettative sono abbastanza importanti.
RispondiEliminaL'unica cosa che mi ha veramente annoiato sono ste cover in chiave primo decennio del 2000 di pezzi italiani anni 60-70-80, tipo questa di Jeeg cantata da Santamaria. Che poi la immagino pure sui titoli di coda e l'accostamento è buono ma musicalmente ste cover mi sembrano tutte uguali.
Però grazie per la recensione, ora sono ancora più convinto!
Io ho comprato il fumetto ma ancora devo sfogliarlo. Cover quella di Ortolani. Il film devo andarlo a vedere il prima possibile.
RispondiEliminaDoc, parlando di film, Creed lo hai visto?
Nope! Ormai lo recupero in hv.
EliminaA me la cover di Jeeg ha dato i brividi. Sarà che ai tempi cantavo l'originale davanti al televisore... Purtroppo a meno che non resti in sala più di un mese dovrò recuperarlo poi.
RispondiEliminaCome sempre gazie della rece.
Solo quattro presidentesse e mezzo? sinceramente avrei dato di più, concordo al 100% con la recensione e con lo stato emozionale durante i titoli di coda, questo film è una bomba.
RispondiEliminaMo' tutti qui che osannano i film sui supereroi italiani, ma io sto ancora aspettando che qualcuno mi porti al cinema TIRAMOLLA.
RispondiEliminaScherzi a parte, non vedo l'ora di vederlo giovedì, mi incuriosisce davvero.
Incuriosisce molto anche me,magari magari magari riesco ad andare a vederlo
RispondiEliminaCurioso di vederlo...chissà, dalle premesse potrebbe funzionare anche all' estero
RispondiEliminalo ho bollato male ma oh alla fine mettiamo pure questo in lista...ad avecce tempo di vederne uno :D :D
RispondiEliminaMi ci fiondo appena possibile. Ah, Doc e antristi tutti, per vedere un'altra grande prova di Luca Marinelli, recuperate "Non essere cattivo". E' bello, cazzo se è bello.
RispondiEliminaScott.
Aspetto questo film da quando se n'è cominciato a parlare: giovedì mi fiondo, come minimo, che m'è cresciuta la scimmia a dimensioni triple di King Kong, specie dopo aver letto la tua entusiastica recensione. Preso fumetto ovviamente.. e son stato mezz'ora circa indeciso tra la cover di Rrobe e Ortolani. Alla fine ho optato per quella (bellissima) di Recchioni
RispondiEliminaEro molto incuriosito dal film ma temevo che fosse una boiata. Grazie per la rece, mi sa che al cinema ci vado a vederlo.
RispondiEliminaPensavo fosse una gran minchiata come il rEgazzo invisibile,ma adesso che ho letto la tua rece,doc,non vedo l'ora di vederlo ;)
RispondiEliminaNon l'ho ancora visto, perciò butterò là due pensierini-ini-ini:
RispondiElimina1. Santamaria con la metà inferiore del viso coperta è spiccicato a Fassbender;
2. Uno che somiglia a Zanardi DEVE fare il cattivo. Zanardi è l'apoteosi della stronzaggine, un personaggio così negativo che Joker e Lex Luthor si vergognerebbero a farsi trovare in sua compagnia.
apperò, mi è venuta proprio voglia di vederlo!
RispondiEliminaUn giorno potrebbe nascerci un Sergio Leone dei supereroi, e fargli di nuovo vedere come si fa agli 'mmeregani.
RispondiEliminaO magari ci è già nato. Chissà.
Mmmmm....dalla recensione sembrerebbe molto meglio di quello che pensavo.
RispondiEliminaE' che a me Jeeg non me lo devono tocca'! Nun se scherza cor mito!
E invece l'idea mi piace...quasi quasi me lo vedo. Basta non urlare niente di troppo nerd del cinema ne andarci vestito da Hiroshi che poi la gente pensa male e me cacciano.
Non so cosa è successo alla ragazza per entrare in fissa su Jeeg ma io sono entrato in fissa uguale e a me non è capitato niente di grave! O forse l'ho rimosso.
Da vedere. Da vedere. Da vedere . Ora la scimmia urla talmente forte che tra poco sveglia il palazzo
RispondiEliminaGrazie Doc! Sarei andato a vederlo comunque, ma grazie alla tue recensione andrò con un bel scimmione sulla spalla <3 Sono proprio contento di sapere che siamo in grado, noi italiani, di produrre opere di questa qualità
RispondiEliminaE' da mesi che aspetto di vederlo, da quando una coppia di miei amici l'ha visto in anteprima alla mostra del cinema di Roma e me ne hanno parlato benissimo. E, per inciso, i miei amici non sono nerd e non amano i film sui supereroi. Dopo la tua recensione hobancora più voglia di vederlo.
RispondiEliminaIo ho preso il poker di copertine. Per fortuna avevo detto al mio edicolante di tenermeli da parte già due settimane fa, perche quandonli ho presi minha detto che era andato a ruba e aveva chiesto al distributore di mandarne altre copie.
E' da mesi che aspetto di vederlo, da quando una coppia di miei amici l'ha visto in anteprima alla mostra del cinema di Roma e me ne hanno parlato benissimo. E, per inciso, i miei amici non sono nerd e non amano i film sui supereroi. Dopo la tua recensione hobancora più voglia di vederlo.
RispondiEliminaIo ho preso il poker di copertine. Per fortuna avevo detto al mio edicolante di tenermeli da parte già due settimane fa, perche quandonli ho presi minha detto che era andato a ruba e aveva chiesto al distributore di mandarne altre copie.
Ciao,
RispondiEliminascusate, “Enzo Ceccotti” come nome del protagonista non è un voluto omaggio al fumettista e illustratore LRNZ (al secolo Lorenzo Ceccotti)?
Vedrò il film, ma ho paura che quanto di buono in esso troverò venga smorzato dallo stile recitativo sopra le righe degli attori e soprattutto dalla “calata” in romanesco costante in tutta la pellicola, che mi fa cadere le braccia...
Oh, abbiate pazienza, ma io non ce la faccio nemmeno ad avvicinarmi al cinema. Non mi piace Santamaria, proprio per niente. E il trailer era raccapricciante. No no, stavolta salto.
RispondiEliminaRecuperato il fumetto in doppia copia (grazie a mia moglie che stamattina si è girata le edicole di zona andando a lavoro - santa donna - ) con copertine di Zerocalcare e Bevilacqua (per me le due più belle). Aggiungo un altro titolo alla ormai lunga lista dei film da recuperare appena possibile :(
RispondiEliminaComplimenti a tutti ... non vedo l' ora di vederlo.
RispondiEliminaora vorrei sapere se qualcuno condivide la mia semplificata analisi..
Prendete i western, dopo 50 anni sono ancora affascinanti.
Prendete i film di Lino Banfi o di Bud SPencer , dopo 40 anni fanno ancora ridere.
Degli anni ' 80/ primi 90 c'è buona roba italiana di vari generi.
Poi pausa di riflessione cerebrosegopoliticointellettuale oppure film cinepanettoneimmondiziaschifo per 15 anni. O no?
Semplicemente, il discorso è che con le TV commerciali le produzioni "minori" si sono spostate sulla TV e non più al cinema. Quindi i vari sottogeneri come i grandi film di un Di Leo, Fulci, Deodato,... sono finiti sul piccolo schermo, ma al contempo hanno di fatto ucciso tutti questi sottogeneri, lasciando spazio solo al cinema d'autore o quello facilone.
EliminaTrasformando poi, da metà anni '90, anche in TV, con i vari Deodato o Bava a fare "filmetti" con poca fantasia anche lì, uccidendo una vera fucina di talenti che fu il cinema di genere italiano.
E da qui sarebbe da aprire un discorso su come la nostra critica abbia sempre snobbato e insultati i grandi interpreti di questo genere, tipo Fulci, mentre in Francia erano, giustamente, icone fin da subito.
Se oggi si vive una, seppur minima, rinascita si deve anche a Tarantino.
Ma ormai il cinema di genere è morto, e i tentativi per irportarlo in vita, hanno un'aurea autoriale che non gli si addice, chessò ACAB o Tulpa, per fare i primi due nomi che mi vengono in mente.
...grazie Doc! ...ancora più convinto di andare a vederlo!!!!
RispondiEliminaBuono a sapersi, oggi cerco il fumetto, appena riesco vado al cinema a vederlo.
RispondiEliminaSperiamo che il film sia un attimo più comprensibile perché nel trailer Santamaria bofonchia talmente tanto che non si capisce niente.
In ogni caso una chance gliela voglio dare, più che altro perché il nostro cinema ha bisogno di capire che un pubblico che richiede questi nostri film c'è!
Sarò ben felice di vederlo!
RispondiEliminaHa le giuste premesse per diventare un cult personale :)
Per me è un grosso BOH.
RispondiEliminaNel senso che non vorrei fosse solo il filmetto che serve a cavalcare l'onda della moda,che ora vira verso il genere super eroe e il genere crime (quest'ultimo diffuso in Italia).
Se questo film avrà senso (e successo) dipenderà da quanto darà in più rispetto a quello che abbiamo già visto.
Altrimenti sparirà nell'anonimato.
Quindi BOH.
Sicuro lo vedrò,ma non al cinema.
O finirà lì nelle cose che magari avresti potuto vedere,ma che non ne hai avuto voglia.
E sbaglierai:)
Eliminaottimo!
RispondiEliminaNon gli davo due lire, anche per il martellamento che ricevo su FB.
Se non fosse stato per l atua recensione non lo avrei preso di pezza.
Grazie mille per la dritta.
Si va a vedere settimana prossima Doc, sembra promettere assai bene
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaBhe, visto stasera...sorprendente, ed attori bravissimi in parti non certo facili che potevano scivolare nel ridicolo (vedi soprattutto il personaggio di Alessia, di una bravissima Pastorelli). Grandioso Santamaria e Marinelli pure come cantanti :D
RispondiEliminaTemo che non diventerà un blockbuster, complice di trailer scarsi e poca spinta pubblicitaria :|
Salut!
Dh
Bellissimo e basta
RispondiEliminaFilm GIGANTESCO, ti tiene incollato fino alla fine. Fatevi un regalo e andate al cinema.
RispondiEliminaFilm GIGANTESCO, ti tiene incollato fino alla fine. Fatevi un regalo e andate al cinema.
RispondiEliminavisto ieri. Molto più duro di quanto immaginassi. Ma ragazzi miei, che film MAIUSCOLO!
RispondiEliminaSembra un film tarantiniano con i superpoteri.
RispondiEliminaDavvero bello.
bellissimo!
RispondiEliminaVisto questo weekend, sono uscito dalla sala esaltato, gridando al miracolo. Ho una domanda per il Doc e per chi l'ha visto:
RispondiEliminaSPOILER / ROVINATORE / NON LEGGETE SE NON AVETE VISTO IL FILM
Quanto sarebbe stato più evocativo se avessero deciso di chiuderlo dopo la scena del salvataggio della bimba nella macchina in fiamme?
Senza lo scontro finale dell'Olimpico intendo (che ci sta ma è anche la cosa più wtf del film, anche un po' per gli effetti che davvero non gliela fanno)...
Io ho avuto netta quella sensazione: a quel punto del film Enzo ha preso consapevolezza del suo potere e di voler fare del bene, vede in quella tv il filmato del massacro dello Zingaro, prende in prestito lo scooter, dice la battuta "Sono Hiroshi Shiba" e anche lo spettatore ha chiare le due fazioni, l'eroe e la sua nemesi: cerchio completo, chiusura all'alba con campo lungo sulla cima del Colosseo e titoli di coda, applausi, secondo (eventuale) episodio.
No?
no :)
EliminaOk.
EliminaE invece sì! L’ho pensato anch’io dopo che l’ho visto ieri sera (sono in ritardo di un paio di anni ma vabbè). Enfatizzando molto quella scena sarebbe stato un bel finale poetico, ma forse sarebbe mancato il botto.
RispondiEliminaTrasmesso da Raitre questa sera e videoregistrato su chiavetta, dovevo fare delle cose e quindi l'ho visto distrattamente. Ma sono d'accordo con Andrea. Sarebbe mancato il botto, ma senza il momento finale e catartico non ci sarebbe stato il momento di motre e di rinascita che trasfoma definitivamente Enzo in un supereroe segreto.
RispondiEliminaCerto se avessero scelto come supereroe giapponese l'uomo tigre sarebbe stato ancora piu` centrato e si sarebbe potuto fargli mettere oltre alla mashera la tuta con il mantello.
L'ho visto diverse volte, e scrivo solo adesso perchè ho la risposta circa il "mi piace/non mi piace". Trovo questo film una AnatraConiglio. E' sia bello che brutto per le ragioni che lo rendono tanto bello quanto brutto. La sua "italianità" trovo sia un punto di forza come di debolezza, come gli attori, bravi sono anche la debolezza; e così per situazioni, scene, trama, tutto quanto.
RispondiEliminaSono stato avvinto da un dualismo marcato fin dalla prima visione e dopo averlo comprato e rivisto anche in qualche passaggio televisivo , mi sono risolto nel decidere che per me è sia bello che brutto. Perchè è una bellissima interpretazione, perchè condivido tutte le idee del Doc ma proprio le stesse cose me lo fanno rendere troppo strano.
Magari l'impatto, la fotografia, il suo "essere italiano" in toto, non riesce a farmelo digerire e non sono di certo un esterofilo o un fondamentalista che dice che tutte le robe nostrane sono brutte -anzi, direi il contrario.
Quindi, proprio come per l'AnatraConiglio, questo film per me sarà sempre bello E brutto assieme. Bella fregatura.