Lucky Luke - La ballata dei Dalton (AntriXmas)
Secondo appuntamento con AntriXmas, sottorassegna del Nuovo Cinema Guaglione sui film, d'animazione e non, che davano in TV ogni anno sotto Natale, quando si era giovani selvaggi degli anni 80 e dei primi 90. Dopo Le 12 fatiche di Asterix, è il turno di un altro grande classico con lo zampino di René Goscinny, Lucky Luke - La ballata dei Dalton. Non l'hai scelto tu, l'ha scelto il caso, mentre scandagliavi disperatamente i canali per criaturi di scai, alla ricerca di un qualche slot pubblicitario (le canzoncine sceme degli spot dei giocattoli sono una delle poche cose in grado di calmare il piccolo terremoto). Sei finito sulla serie nuova dei Dalton, una delle tremila serie nuove che riciclano vecchi cartoni (Heidiapemaiaalvineccetera). Era chiaramente un segno del destino, non Victor Von Doom, quell'altro. E allora “Puoi cantare, Bill, canta la ballata dei Dalton”. E quello, armato di banjo, canta: "Li cercherà per le valli e i canyòn, è la ballata dei fratelli Dalton..." [...]
Uscito nel '78, La ballata dei Dalton è il secondo film di Lucky Luke, dopo Lucky Luke - Daisy Town (da noi solo Lucky Luke) del '71, entrambi scritti e diretti da René Goscinny e Morris, al secolo Maurice De Bevere, autore belga che creò il personaggio nel 1946. Il poverò René - che qui ha anche prestato la voce al cavallo di Luke, Jolly Jumper - salutò tutti poco prima che la pellicola venisse completata. Pur non potendo vantare un numero di visioni domestico-natalizie paragonabile a quello de Le 12 fatiche di Asterix, anche La ballata dei Dalton te lo sei sciroppato allegramente un frappo di volte. Un po' era la ballata ad esser orecchiabilissima e memorabile, un po' le gag, un po' il fatto che questo film, insieme a quello che sarà vippamente protagonista del prossimo AntriXmas, ti ricorda un Natale trascorso a letto col febbrone e conseguente overdose di tutto quello che davano in TV. Quanto a Lucky Luke, il cowboy più veloce della sua ombra è di suo motore di bruschette. I fumetti sul Giornalino, quando ti capitava di leggerlo, la serie TV degli anni 80 e, caspita, i film con Terence Hill.
Lucky Luke e Lucky Luke 2, 1991 e 1992. Trinità che faceva Lucky Luke, un cortocircuito pop mica fischiett. Ma torniamo a La ballata dei Dalton.
I Dalton, appunto, fratelli matrioska la cui intelligenza è inversamente proporzionale all’altezza, stanno scontando i loro 4.200 anni di lavori forzati. Averell come sempre non è molto presente a se stesso, Joe il piccoletto comanda a bacchetta tutti gli altri con la voce di Gianni Giuliano (che, incredibile dictu, era il doppiatore sia di Capitan Harlock che del primo Braccio di Ferro, corpo di mille balene spaziali).
A far loro compagnia in galera, Rantanplan (noto anche come Rataplan. Ratataplan no, è il film di Nichetti), il cane più stupido del West e probabilmente il primo a far uso di sostanze psicotrope (vedi sotto).
I Dalton evadono dalla prigione per accaparrarsi l'eredità del caro zietto Henry. Il defunto, che li guarda dal... basso, morto per lo sfortunato incontro con un cappio, lascerà loro il suo bottino solo se "seppelliranno" tutti i giurati e il giudice che lo hanno condannato. E solo se l'integerrimo Lucky Luke farà da "testimonio" della loro missione. Il cowboy che se ne sta sempre con gli occhi socchiusi o a mezz'asta, da protagonista imbattibile e un filo scojonato, ovviamente segue i Dalton per prenderli per il naso. Ah, sì, Lucky Luke ha una sigaretta in bocca per il 99% del suo screen time. Altri tempi.
La struttura del film segue così grosso modo quella de Le 12 fatiche di Asterix: i vari giurati, in contesti tutti diversi, a cui legare gag personalizzate, stereotipi razziali e - pure qui - un po' di psichedelia. Sarà per questo che hai sempre visto i due film come due gemelli diversi? E questo fa di Lucky Luke il cugino western e più figo di Caius Pupus? Probabilmente. Il primo giurato è Ming Li Foo di Grass City, cinese proprietario di una lavanderia e, ovviamente, campione di arti marziali e cavucincù da film di Hong-Kong.
Tra un incontro e l'altro con il povero Tobias Wills, derubato dai Dalton a nastro, a qualunque tipo di commercio si dedichi (pistole, cavalli, vestiti, dinamite e pale), si passa al secondo giurato, Taddeo Collins, direttore della prigione abbandonata da ingrati detenuti che Taddeo trattava come figli. Vatti a fidare dei pendagli da forca.
Il tizio da seppellire numero tre è Piuma di Serpente, sciamano indiano che abita nel Deserto della Sete e coltiva funghi allucinogeni.
Lo psicoviaggio in cui fa precipitare i Dalton e il cane Rantanplan - l'allucinazione da musical di Broadway, con tanto di tip-tap, Bellezze al Bagno, Ziegfeld Follies e Cantando sotto la pioggia - si trascina un pelo per lunghe. Leggevi che quest'anno, per allinearsi retroattivamente al nuovo cartone dei Dalton, hanno realizzato una versione del film con le nuove voci e tutte le canzoni tradotte. La lucasata, giusto per restare in tema con questo 16 dicembre del grande avvento astrobellico (per gli antamila che te lo stanno chiedendo: stasera vai, domani mattina rece. Stay come il tonno).
Il seppellituro numero quattro è il Dr. Aldous Smith, fratocugino alcolista di Mr. Magoo, col cavallo Esculapio, ubriaco anch’esso. Smith è un omaggio all'attore degli anni 30 e 40 W.C. Fields.
Il giurato numero cinque è Tom O’Connor, cercatore d'oro misantropo con gli occhi da pazzo, tipo lettore di RuttoSporc. Segue corsa sul carrello minerario-montagna russa, Indiana Jones non sei nessuno.
Il sesto è lo spassoso Sam Game, baro riconvertito (credici) in reverendo, con la predica a base di metafore da bisca e le sue parrocchiane che cantano les jeux sont faits. Il bingo è truccato (“Miracoloso!”), il proiettile per la roulette russa pure. Spararsi davvero in testa in un cartone per bambini pareva brutto, dice.
Il bersaglio numero otto dei Dalton è Bud Bagman, macchinista di una locomotiva (musichina di sottofondo con una linea di basso ipnotica) con la voce italiana di Alfred Hitchcock. La folle corsa del treno fuori pista, come molti personaggi e spunti del film, è tratta da un fumetto di Lucky Luke ("Jesse James", 1969).
L'ultimo giurato da eliminare per far contento lo zietto de cuius è Mathias Bones, il becchino, con l’avvoltoio da compagnia, il potere di far appassire i fiori al suo passaggio e... è una citazione de La piccola bottega degli orrori quella?
E infine c'è il Giudice Groody, presidente del rodeo di Palomino City. Un rodeo spassoso, pieno di gag che sembrerebbero quelle tipiche alla Goscinny, da soldati romani menati dagli irriducibili galli del villaggio, e invece arriva dritto da un fumetto precedente di Morris ("Rodeo", 1948).
Con riuscito barbatrucco sotomayor, oltre a buggerare i Dalton, Lucky Luke ha intavolato un nuovo processo con lo stesso giudice e i medesimi giurati: qualche secolo di pena in più, nipotini in gattabuia,
e memoria e soldi dello zietto Henry riabilitati con la costruzione di una struttura per bambini. Passatempo preferito dell’istituto, il gioco dell’impiccato, ah-ah. E no, ne La ballata dei Dalton Lucky Luke non cavalca alla fine verso il tramonto accompagnato da "I'm a poor lonesome cowboy", anche se poco prima ha accennato il motivo con la sua armonica a bocca. Lo mettiamo lo stesso, pescandolo dal cartone anni 80, e ce lo ascoltiamo navigando verso il tramonto dell'Internet, solitari e un filo depressi come l'incredibile Hulk a chieder passaggi sulla statale nel suo vecchio telefilm? Ma sì, dai:
Chiudiamo, e non poteva essere altrimenti, con ballata nella sua interezza. Cantacela ancora, Bill, dai, non fare lo sbronzo:
Siete ancora lì? Quasi dimenticavi! Vi siete mai accorti che a un certo punto del film c'è un nudo femminile pressoché integrale?
Uscito nel '78, La ballata dei Dalton è il secondo film di Lucky Luke, dopo Lucky Luke - Daisy Town (da noi solo Lucky Luke) del '71, entrambi scritti e diretti da René Goscinny e Morris, al secolo Maurice De Bevere, autore belga che creò il personaggio nel 1946. Il poverò René - che qui ha anche prestato la voce al cavallo di Luke, Jolly Jumper - salutò tutti poco prima che la pellicola venisse completata. Pur non potendo vantare un numero di visioni domestico-natalizie paragonabile a quello de Le 12 fatiche di Asterix, anche La ballata dei Dalton te lo sei sciroppato allegramente un frappo di volte. Un po' era la ballata ad esser orecchiabilissima e memorabile, un po' le gag, un po' il fatto che questo film, insieme a quello che sarà vippamente protagonista del prossimo AntriXmas, ti ricorda un Natale trascorso a letto col febbrone e conseguente overdose di tutto quello che davano in TV. Quanto a Lucky Luke, il cowboy più veloce della sua ombra è di suo motore di bruschette. I fumetti sul Giornalino, quando ti capitava di leggerlo, la serie TV degli anni 80 e, caspita, i film con Terence Hill.
Lucky Luke e Lucky Luke 2, 1991 e 1992. Trinità che faceva Lucky Luke, un cortocircuito pop mica fischiett. Ma torniamo a La ballata dei Dalton.
I Dalton, appunto, fratelli matrioska la cui intelligenza è inversamente proporzionale all’altezza, stanno scontando i loro 4.200 anni di lavori forzati. Averell come sempre non è molto presente a se stesso, Joe il piccoletto comanda a bacchetta tutti gli altri con la voce di Gianni Giuliano (che, incredibile dictu, era il doppiatore sia di Capitan Harlock che del primo Braccio di Ferro, corpo di mille balene spaziali).
A far loro compagnia in galera, Rantanplan (noto anche come Rataplan. Ratataplan no, è il film di Nichetti), il cane più stupido del West e probabilmente il primo a far uso di sostanze psicotrope (vedi sotto).
I Dalton evadono dalla prigione per accaparrarsi l'eredità del caro zietto Henry. Il defunto, che li guarda dal... basso, morto per lo sfortunato incontro con un cappio, lascerà loro il suo bottino solo se "seppelliranno" tutti i giurati e il giudice che lo hanno condannato. E solo se l'integerrimo Lucky Luke farà da "testimonio" della loro missione. Il cowboy che se ne sta sempre con gli occhi socchiusi o a mezz'asta, da protagonista imbattibile e un filo scojonato, ovviamente segue i Dalton per prenderli per il naso. Ah, sì, Lucky Luke ha una sigaretta in bocca per il 99% del suo screen time. Altri tempi.
La struttura del film segue così grosso modo quella de Le 12 fatiche di Asterix: i vari giurati, in contesti tutti diversi, a cui legare gag personalizzate, stereotipi razziali e - pure qui - un po' di psichedelia. Sarà per questo che hai sempre visto i due film come due gemelli diversi? E questo fa di Lucky Luke il cugino western e più figo di Caius Pupus? Probabilmente. Il primo giurato è Ming Li Foo di Grass City, cinese proprietario di una lavanderia e, ovviamente, campione di arti marziali e cavucincù da film di Hong-Kong.
Tra un incontro e l'altro con il povero Tobias Wills, derubato dai Dalton a nastro, a qualunque tipo di commercio si dedichi (pistole, cavalli, vestiti, dinamite e pale), si passa al secondo giurato, Taddeo Collins, direttore della prigione abbandonata da ingrati detenuti che Taddeo trattava come figli. Vatti a fidare dei pendagli da forca.
Il tizio da seppellire numero tre è Piuma di Serpente, sciamano indiano che abita nel Deserto della Sete e coltiva funghi allucinogeni.
Lo psicoviaggio in cui fa precipitare i Dalton e il cane Rantanplan - l'allucinazione da musical di Broadway, con tanto di tip-tap, Bellezze al Bagno, Ziegfeld Follies e Cantando sotto la pioggia - si trascina un pelo per lunghe. Leggevi che quest'anno, per allinearsi retroattivamente al nuovo cartone dei Dalton, hanno realizzato una versione del film con le nuove voci e tutte le canzoni tradotte. La lucasata, giusto per restare in tema con questo 16 dicembre del grande avvento astrobellico (per gli antamila che te lo stanno chiedendo: stasera vai, domani mattina rece. Stay come il tonno).
Il seppellituro numero quattro è il Dr. Aldous Smith, fratocugino alcolista di Mr. Magoo, col cavallo Esculapio, ubriaco anch’esso. Smith è un omaggio all'attore degli anni 30 e 40 W.C. Fields.
Il giurato numero cinque è Tom O’Connor, cercatore d'oro misantropo con gli occhi da pazzo, tipo lettore di RuttoSporc. Segue corsa sul carrello minerario-montagna russa, Indiana Jones non sei nessuno.
Il sesto è lo spassoso Sam Game, baro riconvertito (credici) in reverendo, con la predica a base di metafore da bisca e le sue parrocchiane che cantano les jeux sont faits. Il bingo è truccato (“Miracoloso!”), il proiettile per la roulette russa pure. Spararsi davvero in testa in un cartone per bambini pareva brutto, dice.
Il bersaglio numero otto dei Dalton è Bud Bagman, macchinista di una locomotiva (musichina di sottofondo con una linea di basso ipnotica) con la voce italiana di Alfred Hitchcock. La folle corsa del treno fuori pista, come molti personaggi e spunti del film, è tratta da un fumetto di Lucky Luke ("Jesse James", 1969).
L'ultimo giurato da eliminare per far contento lo zietto de cuius è Mathias Bones, il becchino, con l’avvoltoio da compagnia, il potere di far appassire i fiori al suo passaggio e... è una citazione de La piccola bottega degli orrori quella?
E infine c'è il Giudice Groody, presidente del rodeo di Palomino City. Un rodeo spassoso, pieno di gag che sembrerebbero quelle tipiche alla Goscinny, da soldati romani menati dagli irriducibili galli del villaggio, e invece arriva dritto da un fumetto precedente di Morris ("Rodeo", 1948).
Con riuscito barbatrucco sotomayor, oltre a buggerare i Dalton, Lucky Luke ha intavolato un nuovo processo con lo stesso giudice e i medesimi giurati: qualche secolo di pena in più, nipotini in gattabuia,
e memoria e soldi dello zietto Henry riabilitati con la costruzione di una struttura per bambini. Passatempo preferito dell’istituto, il gioco dell’impiccato, ah-ah. E no, ne La ballata dei Dalton Lucky Luke non cavalca alla fine verso il tramonto accompagnato da "I'm a poor lonesome cowboy", anche se poco prima ha accennato il motivo con la sua armonica a bocca. Lo mettiamo lo stesso, pescandolo dal cartone anni 80, e ce lo ascoltiamo navigando verso il tramonto dell'Internet, solitari e un filo depressi come l'incredibile Hulk a chieder passaggi sulla statale nel suo vecchio telefilm? Ma sì, dai:
Chiudiamo, e non poteva essere altrimenti, con ballata nella sua interezza. Cantacela ancora, Bill, dai, non fare lo sbronzo:
Siete ancora lì? Quasi dimenticavi! Vi siete mai accorti che a un certo punto del film c'è un nudo femminile pressoché integrale?
mii che bello Doc, uno dei miei classici natalizi! Ma la scena zozza non me la ricordo proprio...
RispondiEliminaUn classicone intramontabilone. E pensa che lo danno almeno una volta al mese su K2. E io e mio figlio ce lo riguardiamo tutte le volte.
RispondiEliminaNel caso ti interessasse, ti segnalo che lo studio francese Xilam, quello che ha realizzato la nuova serie dei Dalton, è anche autore di un lungometraggio animato del 2007 con Lucky Luke. Si intitola "La più grande fuga dei Dalton" e non è niente male, giuro. Anche questo lo danno spesso su K2.
E comunque la prima parte la trovi anche su QUI, su Youtube.
Qualche giorno fa ho rivisto "I Dalton - fuga da Daisy Town" (freesbee o k2, non remember...) e vai di pandoro...
RispondiEliminaMi ha appena citofonato il postino, ha lasciato un bastimento carico carico di bruschette.
RispondiEliminaDi questo e di Daisy Town ho le VHS!!! Che ricordi!!
RispondiEliminaScusate, non mi è chiara una cosa...
RispondiEliminaTutti questi giurati da "seppellire", vuol dire che i Dalton li ammazzano tutti?
Anche perché l'altro giorno ho visto per caso un frammento di Daisy Town, e c'erano diversi di quei soggetti...pensavo che fossero personaggi ricorrenti.
Vorrebbero, ma grazie ai barbatrucchi di Luke i giurati restano chiaramente vivi e vegeti, e incastrano i Dalton a fine film.
EliminaMolto più chiaro, grazie :-)
EliminaAl contrario de Le 12 fatiche di Asterix, che so praticamente a memoria a distanza di anni, questo film l'ho visto solo qualche mese fa per la prima volta, grazie a una delle 125 repliche su K2.
RispondiEliminaNon sono mai stato un grande fan di Lucky Luke, mi piacevano molto i telefilm con Terence Hill da bimbo, ma non sono mai andato oltre.
La serie animata dei Dalton invece la trovo molto divertente, sarà per questo che in un paio di mesi mi sono sciroppato tutte le 3 stagioni...prima che arrivasse Netflix, ovviamente.
Adoravo anch'io Lucky Luke sopratutto per i Dalton, delle vere sagome, una piccola curiosita', nella loro prima avventura contro il pistolero tabagista, andarono tutti all'altro mondo, ma furono cosi apprezzati che dovettero inventare i cugini cloni uguali in tutto e per tutto.
RispondiEliminap.s.
la ballata dei Dalton si trova tranquillamente in italiano sul tubo .
Mai visto, magari con la mia piccola recupero.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaFilm mito. Ho capito quale sarà il prossimo, evvipva! ;)
RispondiEliminaforse il miglior fin su lucky luke, però non riesco ad associarlo al natale, anche se lo replicavano sempre sotto le feste non mi scatta il momento mariomerola natalzio asd
RispondiEliminaIl ricordo di Lucky Luck è piuttosto vago,ricordo con piacere il cane fulminato,il cavallo strano anche lui e i 4 Dalton che erano divertenti,e il film con Terence Hill vago ricordo anche per lui
RispondiEliminaNon ho mai visto il film animato ma la versione a fumetti della Ballata dei Dalton è forse la più bella storia di Lucky Luke. Non so se nel film compare, ma uno dei momenti più spassosi nel fumetto è quando Joe Dalton chiede al notaio che gestisce le ultime volontà dello zio di cosa è morto, e appurato che fu impiccato ribatte con "Ah, di morte naturale quindi! Consolante!".
RispondiEliminaIl prete baro era assolutamente geniale, comunque.
Dio, che meraviglia: lento ma non noioso, con lo spazio per goderti le gag e la storia. Non quelle robe isteriche e affannose che fanno ora di solo gag e inquadrature sempre uguali.
RispondiEliminastupendo e visto colpevolmente troppe poche volte :) carico di bruschette!
RispondiEliminaVoglio essere sincero: "La ballata dei Dalton" non mi ha mai preso più di tanto...
RispondiEliminavisto e rivisto.... personalmente preferisco Daisy Town (e il grande "ballo popolare"....ma era Natale, eh sì
RispondiEliminaLe 12 fatiche sono un classicone ma questo davvero non me lo ricordo...
RispondiEliminavisto di meno rispetto ad altre cose ma comunque visto.
RispondiEliminaIn effetti meriterebbe un ripasso
Scusate, ma...qualcuno mi conferma che tra il sei e l'otto manca il sette? O mi sto rincojonendo io?
RispondiEliminaPare anche a me...
EliminaDoc, hai modo di integrare?
A leggere Wikipedia mi pare che i bersagli siano otto giurati più il giudice... e che quindi probabilmente l'errore sia semplicemente che Bug Bugman è stato indicato come ottavo bersaglio anziché come settimo.
EliminaEsiste un Lucky Lucke 2 sempre con Terence Hill?
RispondiEliminaChe mi veeeeeeeenga un colpo!
Restando in tema western, forse sei troppo giovane per ricordare che il primo cartonepanettone è stato West & Soda,propinato dalla Rai per anni prima del boom Fininvest.
Certo che questo è proprio "il Blog che ti impara le cose"...
RispondiElimina... ricordavo qualcosa del telefilm di Lucky Luke con Terence Hill:
- La sigla, con lui che offre una tegame di fagioli ad un cane della prateria (mi pare?) e quello scappa... e lui che fa le prove a riporre la pistola più veloce della sua ombra (prima non ce la fa, poi ce la fa, poi l'ombra lo frega e ripone la pistola prima di lui, e lui ci rimane malissimo)
- La scena in cui i Dalton, con un carro carico di nitroglicerina, causano involontariamente la creazione del Gran Canyon o qualcosa del genere.
- Il cinese che se la prendeva perché sbagliavano a pronunciare il suo nome "A te piacerebbe se ti chiamassero Luke Lucky?"...
... ma proprio non ricordavo che oltre alla serie tv, esistessero anche ben due film...
Come cambia la mia vita questa informazione? Penso in nessun modo, ma è questo il bello delle informazioni random che si trovano navigando su internet, no?
Profuma di pandoro, di pigiama e di divano anni 80..... Bruschetta potente e dolcissima
RispondiEliminaPresa dalla NostralgiaCanalis innescata dal sondaggione odierno, sono andata spulciarmi quivi sull'Antro la bibliografia di riferimento... Che meraviglia questi pezzi, Doc! E mi viene una domanda, che restera' forse immobile nel vuoto dello spaziotempo: ma solo io ricordo che il cane si chiamava qualcosa come Beaujoev?
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