Ascoltavi quel brano di Ryuichi Sakamoto
Era un mattino di molto tempo fa, perfettamente identico agli altri, alla fine di quello strano 2015. Ascoltavi quel brano di Ryuchi Sakamoto, mentre ti avvicinavi a passi rapidi e incerti ai quaranta. Eri felice, soprattutto da quando si era aggiunto a voi un tuo piccolo clone femminile, ma la tua era necessariamente una felicità impalpabile, influenzata a tal punto dai 320 mg al giorno di nanodroga Nothing, l'anestetico delle emozioni, da sembrare una gioia sintetica. Inafferrabile come un ricordo impiantato male e senza backup. Continuavi a imbottirti di pillole bianche e di pillole rosse, mattina, pranzo, sera. Quel fottuto chip neurale mal funzionante, vatti a fidare dei cyberchirurghi clandestini e del loro software russo. [...]
Eri in piedi da molto prima delle sei. Fissavi dalla finestra il cielo grigio e viola che si infilava in mezzo ai palazzi, al morire dei lampioni e delle insegne notturne, e la notte che stemperava nei primi tentativi d'alba. L'aria immobile, il silenzio ancora non rotto dalle feroci bestie meccaniche alla spasmodica ricerca perpetua di un parcheggio. Tutt'intorno, l'infilata senza fine delle attività cadute sotto i proiettili della crisi. Affittasi, vendesi, per locali che non avrebbe più affittato e comprato nessuno. Sarebbero rimasti per sempre così, scatole vuote e con le vetrine sporche, impolverate. Fantasmi di un tempo migliore che era stato e non c'era più. Erba mobile di sogni frantumati. Rotolocampo di rimpianti.
Quella mattina, ascoltavi Merry Christmas, Mr. Lawrence, la versione strumentale di Sakamoto, non Forbidden Colours. Quella senza David Sylvian che ci canta sopra fingendo che i Japan non siano mai esistiti. Ascoltavi quelle note, bevendo a piccoli sorsi il primo dei tanti tazzoni di té verde che ti avrebbero fatto compagnia durante il giorno - due bustine, niente zucchero, possibilmente non nella tazza di Hello Kitty di tua moglie - a quell'ora in cui riuscivi a pensare, senza essere interrotto ogni due secondi da altro. L'alba porta sempre le risposte, anche se le domande le hai dimenticate la sera precedente, un istante prima di chiudere gli occhi.
Eri lì, e pensavi soprattutto che, comunque, eri felice. Nonostante i malfunzionamenti dell'impianto neurale, le crisi, il dolore, il senso di disconnessione sociale e soprattutto la costante e irrazionale paura che tutto potesse finire da un momento all'altro, facendoti risvegliare nella vasca di rigenerazione da cui eri strisciato fuori tremante undici anni prima, prima di incontrare lei. Eri felice. Del resto era ancora il 2015, non sapevi nulla della guerra che avrebbe sconvolto il tuo paese e metà del pianeta solo tre anni più tardi. Fottuti francesi.
120 mg di Nofeel ed eri fuori, sul terrazzo, a respirare un po' di umidità. Aveva smesso eccezionalmente di piovere, ma il tè verde era ormai freddo, così il fondo della tazza finì di berselo un vaso di gerani. Erano ancora le 6 e 20. C'era tempo, prima di iniziare, prima di tutto il resto, per ascoltarti un vecchio disco di David Robert Jones? Sì, probabilmente c'era.
Eri in piedi da molto prima delle sei. Fissavi dalla finestra il cielo grigio e viola che si infilava in mezzo ai palazzi, al morire dei lampioni e delle insegne notturne, e la notte che stemperava nei primi tentativi d'alba. L'aria immobile, il silenzio ancora non rotto dalle feroci bestie meccaniche alla spasmodica ricerca perpetua di un parcheggio. Tutt'intorno, l'infilata senza fine delle attività cadute sotto i proiettili della crisi. Affittasi, vendesi, per locali che non avrebbe più affittato e comprato nessuno. Sarebbero rimasti per sempre così, scatole vuote e con le vetrine sporche, impolverate. Fantasmi di un tempo migliore che era stato e non c'era più. Erba mobile di sogni frantumati. Rotolocampo di rimpianti.
Quella mattina, ascoltavi Merry Christmas, Mr. Lawrence, la versione strumentale di Sakamoto, non Forbidden Colours. Quella senza David Sylvian che ci canta sopra fingendo che i Japan non siano mai esistiti. Ascoltavi quelle note, bevendo a piccoli sorsi il primo dei tanti tazzoni di té verde che ti avrebbero fatto compagnia durante il giorno - due bustine, niente zucchero, possibilmente non nella tazza di Hello Kitty di tua moglie - a quell'ora in cui riuscivi a pensare, senza essere interrotto ogni due secondi da altro. L'alba porta sempre le risposte, anche se le domande le hai dimenticate la sera precedente, un istante prima di chiudere gli occhi.
Eri lì, e pensavi soprattutto che, comunque, eri felice. Nonostante i malfunzionamenti dell'impianto neurale, le crisi, il dolore, il senso di disconnessione sociale e soprattutto la costante e irrazionale paura che tutto potesse finire da un momento all'altro, facendoti risvegliare nella vasca di rigenerazione da cui eri strisciato fuori tremante undici anni prima, prima di incontrare lei. Eri felice. Del resto era ancora il 2015, non sapevi nulla della guerra che avrebbe sconvolto il tuo paese e metà del pianeta solo tre anni più tardi. Fottuti francesi.
120 mg di Nofeel ed eri fuori, sul terrazzo, a respirare un po' di umidità. Aveva smesso eccezionalmente di piovere, ma il tè verde era ormai freddo, così il fondo della tazza finì di berselo un vaso di gerani. Erano ancora le 6 e 20. C'era tempo, prima di iniziare, prima di tutto il resto, per ascoltarti un vecchio disco di David Robert Jones? Sì, probabilmente c'era.
Bello. Un po' mi ha riecheggiato "Italia, la Storia Futura"...
RispondiEliminaChé prima o poi me lo riprendi, vero?! ;)
Bello, alla fine mi sono grattato le palle.
RispondiEliminaSe quel chip neurale stimola così la tua verve creativa allora quei russi sapevano il fatto loro..
RispondiEliminaTe l'ho già scritto altre volte ma lo ribadisco: la capacità che hai di variare il tuo registro dal cazzeggio del blog a racconti come questo è "meravigliosamente meravigliosa", ed è segno distintivo dei grandi.
Bravo Ale!
enter the matrix... ew
RispondiEliminaCi sono momenti - forse troppo rari, forse frequenti ma raramente individuabili - che ti riallineano con la parte più volatile e vera dei tuoi pensieri. Questo era uno di quei momenti. Grazie.
RispondiEliminaSi dice che le cose scritte bene non lasciano indifferenti i lettori .
RispondiEliminaMissione compiuta .
E vieni contemporaneamente posseduto dallo spirito di P.K. Dick
RispondiEliminaDove la compri la nanodroga? mi serve...
RispondiEliminaGrazie.
RispondiEliminaMa se la tazza della SignoraManhattan è hellokittosa, cosa campeggerà in quella del Doc?
RispondiEliminaLa prima risposta che mi viene in mente è "Non è una tazza ma il teschio di un precisino della fungia" ma forse è sbagliata.
Dopotutto, non c'è scelta peggiore nella vita, che aspettare qualcosa per essere felici.
RispondiEliminaBasta esserlo, a discapito di tutto quanto.
Bel pezzo, quando il mondo dorme e si è attivi è il momento più sublime della giornata perché rifletti chiaramente e gli impegni sembrano ancora lontani.
RispondiEliminaHo ricominciato a mettere la sveglia presto per studiare giappo prima di lavorare. Una volta ho sentito dire che i sogni vanno nutriti di realtà tutti i giorni, io ci voglio provare.
Respect! ti stimo Drakkan.. io la mattina 'gna posso fa :) Piuttosto la sera.. visto che mi addormento intorno alle 2.00 - 2.30
EliminaLa sera c'è mia figlia e sono troppo stanco. Meglio sul tavolone della sala alle 6,30 del mattino in profondo silenzio con io che ripeto e leggo vocaboli scritti in hiragana e katakana:
Eliminawatashi (io)
watashitachi (noi)
anata (tu)
ecc...
PS: quando ho ripassato tutto riprendo anche le lezioni.
E' la terza mattina che mi sveglio alle 4!! Dopo il bellissimo post del Doc ed il tuo commento mi sono detto: Sai che c'e'? Ci provo pure io e mi metto a scrivere! Verament eun bel momento di creativita'!! Speriamo di riuscire ad affrontare la giornata in forze oggi :) Buono studio del giapponese!!!
EliminaRyuichi Sakamoto, tanta roba! :D
RispondiEliminabel pezzo, complimenti!
RispondiEliminaDoc, se fra 3 anni scoppia una guerra per colpa dei francesi ci dovrai un bel po' di spiegazioni!
RispondiEliminama mi auguro non accada!
Oh, il dramma è che paradossalmente anche io, su quella frase, ho avuto il sentore dell'anticipazione scritta dall'uomo che sa...
EliminaIl Doc è John Titor. ;) :P
"L'alba porta sempre le risposte, anche se le domande le hai dimenticate la sera precedente, un istante prima di chiudere gli occhi."
RispondiEliminamolto bello...molto molto!!
Bello, si'.
EliminaInvidio proprio quello, al protagonista. Al mio risveglio, le mie domande son tutte li' belle sull'attenti. Risposte MIA.
La risposta che mi ha portato l'alba stamattina era: 42. Anch'io ho dimenticato la domanda ieri sera...
RispondiEliminaGrande Doc!!!
e avevamo pure i Japan.... e tante altre band di cui non sto a dire....
RispondiEliminaalzarsi alle 5 di mattina e renderti conto che sei già in ritardo su tutto... cosa si può volere di più dalla vita? :S
RispondiEliminagrande doc
Comunque ormai sono talmente incasinato da svegliarmi spesso alle 4:30- 5:00, e poi comincio a pensare e tutto quel che c'è da fare nella giornata e non riesco più a smettere.
EliminaAlla sera regolarmente crollo alle 11:00, tranne quando lavoro di notte imbottito di caffeine varie . Quindi alla fine dormo poco meno di 6 ore , che era il mio standard ai tempi dell'università e pre- figli . Alla fin fine ho imparato ad apprezzare quelle ore solitarie ; non so se il mattino abbia l' oro in bocca , ma sicuramente non ha il piombo sulle palpebre.
Bravo Doc. Te lo ripeto, mi piace come scrivi, meriti davvero!
RispondiEliminaL'alba porta sempre le risposte.
RispondiEliminaIeri notte, intorno alle 2.00-2.30 mi sono addormentato sul divano con l'ultimo numero di Invincible ancora in mano.
Mi sono svegliato intorno alle 5.00 e mi sono trovato addosso, oltre al fumetto, una coperta ben rimboccata. Ché se è vero che non ce la fa a portarmi in braccio a letto, quanto meno si preoccupa di non farmi prendere freddo (o rovinarmi il sonno svegliandomi per farmici arrivare con i miei piedi).
L'alba porta sempre le risposte. Quella di stamattina è che mia moglie mi ama e ama prendersi cura di me, come io di lei.
L'alba porta sempre le risposte. Anche quando non c'è bisogno di porle, certe domande.
bel pezzo, compliementi, cmq si intuisce che nell'ultimo turno di notte al comando c'era GIOIA asd
RispondiElimina....secondo voi per quanto tempo ancora mi immaginerò gli omini nel cervello ad ogni minima dimostrazione emotiva?
Grazie Doc, mitico come sempre e ancora di più perché riesci a scrivere così mentre sei impegnato a combattere contro quel fottuto chip neurale. Stima, tanta
RispondiEliminaHai un discreto talento, ma guidare nella nebbia e nella notte tagliando le curve in riserva sapendo x certo che arriverai al tuo prossimo Camogli senza che la spia rossa faccia ciao ciao alla periferia del tuo occhietto cisposo di micio sovrappeso sonnacchioso significa un controllo del tutto da pistolero spalla di Lupin III in una storia di Palumbo. Un passo, quand' anche verso i quaranta, non può esser rapido ed incerto ad un tempo a meno che tu non sia Peter Sellers passato x le manine di Jamie Hewlett in un video dei Gorillaz. Una scatola non deve avere finestre a meno che sia quella con il micio contemporaneamente vivo e morto ed in quel caso sapremmo che è vivo o morto o peggio che è davvero tutte e due le cose.
RispondiEliminaPlaudo al tuo bisogno di puntare il dito - immagino il medio - verso i ns cugini che continuano a seminare la mia edicola del cuore di albi con le tavole fitte di dettagli in panoramiche da cinemascope, quando io li digerivo solo al tempo di Lauzier e non sempre e qualche volta ho preso la gomma e ho cercato di correggere le tavole di Pilot come uno di quei tizi in via Buonarroti che filtrano tutte le tavole e aggiustano bende sugli occhi e pistole nella mano giusta del mancino e nessuno sa chi siano, ma ho il sospetto che siano cresciuti con Moebius e roba così e lì ci abbiano perso gli occhi ed il senno. Se entriamo in guerra con la Francia, io chiedo di essere il Ministro di Fumettolandia e di imporre a tutti i mangiarane cento paginette al giorno di campo e controcampo di Ferri e Bignotti e Donatelli. Cattivi.
E quando leggo questi tuoi post io resto rapito dal flusso delle parole, e poi mi ritorna in mente quel tizio che nei commenti di uno dei tuoi post ti criticava su come scrivi, beh è in questi momenti che pensando a quel tizio mi dico "Tiè beccati questo!" :)
RispondiEliminaGrande post doc! Spero di farti i complimenti di persona a Lucca (non solo per questo post eh ...)
RispondiEliminaNon ci pensare Doc. Lo so che non è facile, ma tu cerca di non pensarci.
RispondiEliminama sono solo io che non vedo il testo con firefox (ma lo vedo con chrome) ?
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