Once Were Skaters

Il poster di Calabrifornia Skate
Questa storia inizia con te spalmato sul piastrellato bianco di una piazzetta di Roges, Rende. È il 1991. Ti alzi e ridi, ridete tutti: è il vostro rito collettivo, l'esorcismo da praticare ogni volta per convincervi che siete indistruttibili. Avete quasi tutti quindici anni, siete giovani, spericolati. E soprattutto delle gran teste di cacchio. La Bastarda ha vinto ancora una volta, ma non intendi arrenderti: prima o poi, ti ripeti, riuscirai a saltare quella mostruosità urbanistica in ferro e cemento nata dalla fusione di due fioriere giganti e di una panchina troppo alta per esser usata come tale. A metter su la banda è stato il Tony Hawk di Rende, che fa anche lui Antonio di nome ma è soprannominato il Condor, perché troppo brutto e dinoccolato per sembrare davvero un falco. Siete tu, Tonino il Condor, Diego, il Mollicone, Gianni Spider-Man e qualche volta anche Maruzzo l'Alieno. Siete un gruppo di post-adolescenti che hanno dichiarato guerra alla sbirraglia della Municipale. Siete determinati, inafferrabili. E... sì, soprattutto delle gran teste di cacchio [...]

Indossate scarpe Airwalk e All-Star alte sulla caviglia, magliette piene di teschi e robe californiane e scritte SK8, e state tutto il tempo a parlare di marche di tavole, cuscinetti, ruote. Non a caso i tizi che sfornavano il giornalino del Paninaro erano passati a pubblicare la rivista Skate, la vostra bibbia: per molti non era che una nuova moda. Ma per voi no. Per voi era una sfida. Non vi spostavate sulla tavola, farlo lì a Rende sarebbe stato impossibile. Andavate in giro in bici, con lo skate nello zaino: trovavate il posto adatto e stavate lì a provare i trick per ore, spalmandovi a terra, ridendo. Nulla vi poteva fermare. 
Non che i vigili non ci provassero, anzi. Ma sulla tua tavola c'era aerografata, sopra a un teschio con la maschera antigas, la scritta It's no crime is art. Potevate mica farvi tirare giù i nomi. Quelli, a furia di girare negli stessi posti, ormai vi davano la caccia a vista, ma eravate sempre un passo avanti. In quanto giovani e dinamici. E in quanto teste di cacchio. Era un po' come arruolarsi con i ribelli e schierarsi dal lato giusto della Forza, ma con un botto di rovinosi atterraggi sul piastrellato in più. Guardavate e riguardavate California Skate (Gleaming the Cube, di Graeme Clifford, 1989) in VHS, ma non avendo a disposizione un elicottero per sgamare dall'alto le piscine vuote, come Christian Slater e quegli altri, e soprattutto non essendoci molte ville con piscina dalle tue parti, dovevate improvvisare. Ironia della sorte, a Rende avrebbero costruito un halfpipe solo anni dopo, quando non vi serviva più. Ma ai tempi c'erano solo le piazzette piastrellate, ai margini dei giardini pubblici, davanti alcune chiese.
Oltre a tentare di ollare la Bastarda, senza mai riuscirci, e a saltare giù da scalinate e ringhiere, ti dedicavi al tuo trick preferito, il kickflip (salto e rotazione della tavola lungo l'asse orizzontale) in velocità. E siccome ai tempi non c'erano i tutorial su youtube per spiegarti come fare le cose, sei stato lì decine e decine di ore per perfezionare la tecnica. Il giorno in cui due ragazze sedute su una panchina non bastarda lì accanto se ne sono uscite con un WOW vedendoti infilare due kickflip in fila, ti sei sentito lo Stacy Peralta non biondo della Calabrifornia. Per tipo tre secondi, ché subito dopo sei finito lungo per terra tentando un grind impossibile. Ma non lo facevate mica per il pubblico. Lo facevate per sfidare voi stessi e l'urbanistica brutta e i Vito Catozzo del Comune. E sì, anche perché eravate delle gran teste di cacchio, certo.
Solo che quella storia dell'indistruttibilità, del rialzarsi sempre con una risata, fancuore piastrelle comunali, siamo più forti di te, un giorno era venuta meno. Tonino il Condor si era rotto una gamba al mare. Non si sapeva di preciso come, e lui stesso era piuttosto vago sull'argomento, ma la tavola l'aveva tradito. Nessuno si spaventò più di tanto per quel gesso, impegnati com'eravate a tracciarci sopra a tradimento disegni volgari con l'uniposca, ma la zampa rotta del Condor significò la fine della banda. Perché mancava il vostro leader, e più che altro perché nessuno si prendeva la briga di andare a citofonare a tutti al posto suo. Le prime piogge dell'autunno, la riapertura della scuola, altre storie, altri casini, altre cose da fare, e finiste per rivedervi solo in giro, quasi sempre per caso. Con quella nostalgia negli occhi di quando sai che una cosa bella non tornerà più.
Il tuo skate finì presto sotto il letto e poi desaparecido in un trasloco. Ventiquattro anni più tardi, ogni volta che entri in un negozio di articoli sportivi e vedi qualche tavola non-pezzente già assemblata, ne fai scorrere le ruote con la mano, entrando in modalità mentale Stand by Me in automatico. Di quell'anno da skater ti è rimasta solo la fissa per le robe vans e, pur se diluitasi nel tempo, la passione per i videogiochi sullo skate, ma non sei più salito su una tavola. Non avrebbe senso farlo ora, tanto più che nelle tue condizioni è facile che se ti spalmi a terra non ti rialzi più. Però c'hai sempre la voglia di comprarti uno skate figo e tenerlo lì, in ricordo del tempo che fu. Della banda di Tonino il Condor, dei vigili in assetto Zenigata, di Diego che non c'è più, perché non ha avuto la fortuna di diventare un vecchio rottame come voi altri. E la Bastarda? Nessuno è mai riuscito a saltarla, ma qualche anno dopo, la nuova Amministrazione ha cambiato volto a quella piazzetta, soppiantando la Bastarda e le sue gemelle diverse più basse con delle panchine normali. Alla fine, in qualche modo, avevate vinto voi. A tavolino.

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Commenti

  1. Quanto tiri fuori perle del genere mi sento fiero di aver scoperto il tuo blog e di averlo letto (quasi) da cima a fondo.
    Potrei tracciare qualche parallelismo con la mia estate (annetto) da writer ma evito... sappi solo che la nostalgia per le cose che non ritorneranno più credo sia la stessa.

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  2. Non ti facevo anche skater. Quante vite per il Doc Manhattan.

    Sui regazzini di circa 15 anni ho una teoria ovverosia che uno a quella età è abbastanza grande da inventarsi le cavolate più assurde per passare il tempo ma non è abbastanza maturo per capire che sarebbe opportuno non farle.
    Adesso quando vedo in giro, specialmente a scuole chiude, questi gruppi di 15enni che pascolano nulla facenti capisco che sono cresciuto perché mi domando se anche io mi comportavo così da cretino a quella età (la risposta è si, più o meno).

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  3. Chissà se è il preludio di un "20 cose che forse non sapevate su California Skate" o qualcosa del genere...

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  4. Anche se non ho mai skaterato in vita mia,sto avendo l'effetto bruschetta in un occhio

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  5. Ammetto che mi sono commosso. Il senso di nostalgia canaglia è veramente una cosa bella ma terribile allo stesso tempo. Grazie per aver condiviso questo ricordo Doc.

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  6. E vai di bruschetta di prima mattina...
    sull'argomento segnalo il bel documentario: https://en.wikipedia.org/wiki/Dogtown_and_Z-Boys

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    1. Di Stacy Peralta, visto almeno tre volte, che te lo dico a fare :D
      Chi non l'abbia mai fatto, segua il consiglio di radiocarlonia e se lo guardi: la fotografia di un'epoca e dei suoi pionieri su tavola.

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  7. Cresciuti con le prime, gloriose, stagioni di Jackass e forti della nostra incoscienza adolescenziale - piuttosto che un avviso, il don't try this at home era UN INVITO a farle, le robe sciamannate - lo skateboard io (14 anni, all'epoca) e mio cugino (16) lo usavamo trainandoci a tutta velocità con la vecchia Renault 4 di mio nonno, in campagna, avvolti da giubbotti di piume e con caschi che parevano usciti da C.H.I.P.S. (ma rigorosamente in pantaloncini), invincibili e immortali.
    Poi prendemmo una curva troppo stretta, la corda di traino si ruppe e feci vis-à-vis per circa 20 metri con l' asfalto incandescente (e 3 settimane di cicatrene) e come per voi e Tonino, lo skateboard (ma non l'incoscienza) fu messo da parte.

    A volte penso alla mia infanzia e mi chiedo come abbia fatto a sopravvivere.

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  8. Quando eravamo ragazzini la BMX era il nostro cavallo, il mezzo con cui fare le ronde nel quartiere con la banda, e con quello ci andavamo davvero ovunque, ma lo skate era un'altra cosa.
    Era davvero una sfida con se stessi e con il mondo, un nuovo punto di vista dal quale vedere scorrere strade, stradine, discese, superare ostacoli, e soprattutto era il modo di farlo con il cuore che pompava più che mai, che con la BMX non era mica la stessa cosa.
    Sentire l'asfalto, sentire ogni sasso, ogni tombino, l'aria in faccia che ti sembrava di volare...

    Quante emozioni, in quei giorni d'infanzia, quando tutto sembrava tuo e non avevi bisogno di niente se non della tua tavola, la bici e la tua banda
    di disperati

    Che poi se penso oggi da adulto a tutto quello che si è fatto, mi sembra ancora impossibile che siamo ancora tutti vivi e (quasi) vegeti.

    E devo troppo rivedermelo, California Skate *_*

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  9. " Non si può stare attenti su uno skate ". Cit.
    Il mio unico skate ipotizzò fosse stato comprato dai miei in un negozio di giocattoli, andava troppo piano e sembrava avesse le ruote bloccate.
    Fu una passione effimera ma intensa.

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  10. Mai andato sullo skate (o forse ho provato un paio di volte a farci sgraziatamente un metro), ma il racconto è bellissimo come sempre.

    Doc ultimamente sono stato un po' assente... hai già provato a far diventare la bimba una marvel fan? :-)

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    1. Non ancora. Ma soon... /agitailpugno

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    2. Come ti dissi a Torino, io ho iniziato con un disegnino fatto mentre era distratta. Senza secondi fini.
      "Che cos'è?"
      "Si chiama Hulk. Hulk è molto forte".
      "Hulk è forte. Hulk è molto forte. Hulk è molto fortissimo"
      Taaac :-)
      :-)

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  11. Il racconto è fantastico, sullo skate ce neda raccontarne anche se personalmente non ho mai praticato molto la cosa. Ricordo però i pomeriggi di fine estate in quel del '91 che sulla discesetta dietro casa ci si incontrava con le tavole (che erano tutte di tutti) e la cassetta (del marocchino) dei Metallica e degli Anthrax che facevano moooolto americano... so stati anche quelli bei tempi

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  12. ringraziamo seeeempre il Doc per i post stand by me style, motori di ricordi di situazioni analoghe (nel mio caso, nessun trick, solo tavole pezzentissime, che stavano al pallone di cuoio come ci sarebbe stato un super tele). nevogliamodippiù!

    cmq non serve fare il discorso da gerontocrazia de "i gggiovani d'oggi". adesso i ragazzini al centro direzionale sono tutti parkour. alternativa da schiappe cmq agli infortuni veri che solo uno skate può dare.

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  13. Ci fu un periodo in cui anche a Santa Margherita Ligure (Ge) un gruppetto di Regazzini compreso me medesimo, faceva di tutto per procurarsi contusioni. :D
    Complice anche Skate or Die, sul Nes. Chi se lo ricorda?? :)
    Quando venne fuori Jackass ero già un po' troppo grandicello.

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  14. Leggendo i commenti qualcosa di veramente stupido mi è venuto in mente, forse la cosa più pericolo che ho fatto nella mia vita.
    All’età di 22/23 anni sono sceso ad una velocità inimmaginabile da una discesa in bici e dopo una curva in derapata con entrambe le ruote bloccate mi sono schiantato contro un palo (grazia a Dio con attorno un grosso tubo in plastica che attutì il colpo). Al posto di fare un volo, manco fosse un film di John Woo, ho preso in pieno il palo con la spalla destra e in quel momento la forza di moto in parte è sta assorbita dalla deformazione della protezione in plastica e in parte è divenuto forza di rotazione; in pratica la bici è volata e io dopo una piroetta alla Michael Jakson mi sono trovato seduto di fianco al palo con una scapola rotta.
    Il colpo si fece sentire anche sull’altra spalla e dopo un po’ di giorni andavo in giro come un T-Rex non potendo alzare le braccia ma solo gli avambracci tenendo i gomiti vicino al corpo. Ogni tanto i miei amici mi prendono ancora per il culo.

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    1. Una cosa simile capitò a mio cugino (un altro, non quello del commento più sopra) quando, sempre in campagna, finì una discesa con pendenza di quasi il 30% frenando col freno davanti e arrestandosi contro un pino.

      Ma la lista degli episodi Faces of Death è lunga...

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    2. Drakkan ora è ricercato da Chris Pratt

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  15. e vogliamo parlare di Thrashin' - Corsa al massacro?
    lacrimoni......

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  16. Ho avuto un moto di immedesimazione mariomerola leggendo questo post, anche se (causa rottura del polso) con lo skate ho mollato subito... in realtà a 15 anni dalle mie parti, dove tutti giocavano a calcio/calcetto/calcino (per me sportdimmerda), lo sport figo per eccellenza era il basket, al quale giocavamo accompagnati dalla musica rap di un ghettoblaster in puro NIGGA STYLE. Ovviamente pantaloncini e canottiera dei bulls e Nike ai piedi...

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    1. Pure per me JACKASS è arrivato tardi, quando ero cresciutello, ma le cazzate alla STEVE-O e soci le ho fatte ugualmente da studente universitario, comunque... e si, mi stupisco ancora di essere sopravvissuto al ventennio 80-90.

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  17. Quella dello skate è stata una mania che contagiò anche me per la durata di un estate. Fine anni '80, promozione a scuola, finalmente avrei avuto il mio premio, un desideratissimo Commodore 64! Caso vuole che in quel periodo c'era una promozione, C64 + gioco Skate or die + skateboard bianco con il logo del Commodore. Per farla breve, alla fine della fiera ho passato l'intera estate sotto casa con gli amici, sempre in compagnia dello skate e solo dopo, nel periodo autunnale ho apprezzato il fantastico mondo del C64. Che trovai nettamente migliore delle ginocchia maciullate dal cemento. asd!

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  18. GO SKATE OR GO HOME! Che figo il doc sullo skate, e che chiude i kickflip, pazzesco. hai mai provato altri sport da tavola?

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    1. No. Sempre sognato di provare il surf, ma quando ne ho avuto l'occasione è mancato il tempo, e quando c'avevo il tempo mancava l'occasione. Un dramma.
      Il kickflip (ai tempi lo chiamavamo solo ollie flip) era un trick alla fine piuttosto semplice: bastava cadere un milione di volte per imparare come far girare la tavola e come fermarla. Molto, MOLTO più complicati per me i grind, che richiedevano un senso dell'equilibrio mai posseduto. Certi voli... :D

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  19. Anche se è un marchettone della Lexus, si rimane in tema Skate + nerd + 2015
    https://www.youtube.com/watch?v=ZwSwZ2Y0Ops

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  20. Bruschetta e lacrime napulitante mentre sono in calabrifornia a gustare il mare di Amantea.
    Che meraviglia *^*

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  21. La discesa fulminante con la bici la feci anch'io, sui 13-14 anni..bmx giù a cannone per uno sterrato di campagna fin nella strada asfaltata,frenatona (inutile) sulla polvere e ruota davanti nel fosso..
    Io il volo l'ho fatto davvero, mancando un palo di cemento per pochi cm.
    Sono atterrato nel prato con pochi danni a me,ma con la bici da buttare.

    "Potevo rimanere offeso" (cit)

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  22. Mai andato su uno skate ma l'effetto mariomerolo AOE mi ha riportato in mente i pomeriggi da ragazzino passati in mountain bike nella pineta dietro casa al mare. Una striscia di pini marittimi, abbarbicati su dune di sabbia più o meno alte e ripide, che separa tuttora l'abitato dalla spiaggia, all'epoca teatro di pomeriggi alla ricerca del percorso perfetto che permettesse di infilare di seguito il maggior numero di discesone e salite. Sentire crepitare sotto le ruote il tappeto di aghi di pino mentre cercavi lo slalom tra i tronchi fitti, i rametti bassi e flessibili che ti sferzavano ogni dove e le occasionali zone di sabbia in cui le ruote inesorabilmente affondavano, portando nella migliore delle ipotesi a fermarti per trainare di nuovo la bici in cima alla duna, nella peggiore a terribili cappottamenti da blocco istantaneo delle ruote.
    Tutto perché in quegli istanti a folle (per una bici guidata da un ragazzino in mezzo ad una pineta) velocità, i colori erano più vividi, i profumi più itensi e il tutto ti faceva sentire invincibile.
    Questo fin quando una caduta di gruppo lungo una rampa asfaltata dei box, generata da un altro membro della cumpa, non mi ha fatto tornare a casa con un naso rotto ed escoriazioni varie ed eventuali sparse su tutto il corpo. Non fu una rottura netta, ma segnò l'inizio del declino, lento ma inesorabile. Le mie avventure da biker in erba durarono in totale un paio d'anni e da allora ho ripreso il mezzo solo rare volte. Questo non vuol dire che abbia messo la testa posto però... :P

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  23. avuto anche io il periodo skate, ma con una tavola "tarocca" economica e per niente performante. Era enorme, più che uno skate sembrava una barca con le ruote! Di saltare e fare acrobazie non mi interessava... lo usavo semplicemente per scendere in picchiata nelle discese dei carrugi del paesino sperduto dei miei nonni! (pendenze paurose)

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    1. ..ah dimenticavo..all'epoca ero troppo timido per farmi vedere qualsiasi "sperimentazione" acrobatica, per cui le mie discese erano rigorosamente in solitaria ispezionando che il carrugio fosse perlomeno deserto (orario estivo consigliato dalle 14 alle 15:P)

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  24. Come sempre, scrivi tanto tanto bene. Non posso identificarmi nell'articolo perchè la mia infanzia e adolescenza sono state (grazie alla buonanima di mio padre che definire iperprotettivo è poco) marcate da hobby casalinghi e immobili (fumetti, videogame, scrittura, disegno...). Però, scrivi tanto tanto bene.

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  25. Il doc Skater è una vera sorpresa. personalmente non mi sono mai avvicinato al mondo dello skate, ma la mariomerolitudine che riesci a esprimere per quei pomeriggi passati insieme ad una campa di amici a fare le teste di cacchio. Gran pezzo Doc. vado ad asciugare le lacrime napulitane

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  26. Eh io niente skate, avevo il kung fu. 5 anni di botte da orbi. Poi ho iniziatto kickboxing, e mi sono reso conto che era tutto da rifare; ma non scorderò mai le giuoie di quegli anni pieni di lividi e legnate.

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    1. Io Karate! Accidenti a me che dopo 8 anni poi son voluto tornare al calcio.. Cintura blu e Campione Regionale e l' anno dopo ai nazionali, ed ho mollato tutto. .PIRLISSIMO :)

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  27. Veramente doc.. stai diventando per distacco uno dei miei scrittori preferiti :) .. Bel pezzo anche questo!

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  28. Ho rinunciato al 900 quando dolorante dalle costole ed in debito d'ossigeno sono stato avvicianato da un preadolescente che mi ha chiesto : "si è fatto male SIGNORE?!".
    Il mio parco trick era ampio quanto quello delle mosse di Ultimate Warrior.

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  29. Grandissimo pezzo Doc, complimenti! :)

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  30. Mi ricordo quando a 12-13 iniziai a utilizzare la mia mountain bike nera (ribattezzata dal sottoscritto Arcadia, eghe) e mi cimentavo a fare corse con i regazzini scemi sulle BMX che puntualmente divoravo quando inserivo la marcia pesante per correre più veloce. Per un certo momento riuscì ad essere il campionissimo del quartiere, senza mai perdere una gara, rigorosamente organizzata nel parcheggio del supermercato accanto alla scuola elementare. Poi il tempo è trascorso, le medie son finite (per fortuna) e via con le superiori. Ma la mia Arcadia è ancora qui con me, inossidabile, con le decorazioni rosse talmente sbiadite dal sole da diventar bianche, come ricordo di un tempo che nel bene e nel male mi ha formato.
    Scusate, ho una baguette incastrata nell'occhio...

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    1. ... l' Arcadia della tua giovinezza.

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  31. Quello che voi avete fatto con gli skate e le bmx i "fossili" della mia età lo hanno fatto con le bici da cross....
    La mia sfavillante bicicross Canguro verde con sella lunga e schienale alto da chopper è poi stata pensionata e relegata in bici " stagionale" nel garage dell' appartamento al mare......
    ..tenuta lì immobile per decenni...
    ma non avevo la forza di buttarla via.......
    un' estate mia madre tornando a casa mi disse che per far posto in garage al mare aveva buttato quel " vecchio rudere" vicino al cassonetto delle immondizie....ebbi un groppo in gola.....
    A inizio estate seguente tornai da solo al mare per alcuni giorni..
    ..non ci potevo credere...era ancora parcheggiata lì vicino al cassonetto..nessuno l' aveva presa..neanche la nettezza urbana.....
    ..la riportai in garage con un misto di gioia e di senso di colpa che mi riempirono gli occhi di lacrime....
    ..oggi è ancora lì.. in garage..
    .. penso mi abbia perdonato ma non mi fido ad avvicinarmi troppo..

    sigh..sob..baww....

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  32. Roges, CA...
    C'è da dire che, sebbene l'urbanistica non vi aiutasse, la toponomastica vi veniva decisamente incontro. Roges, pur senza la seconda "r", fa molto "ameregano", da zero alla polizia der Kansas City. Una potenziale "Skate Roges' Band" sarebbe suonata molto meglio rispetto ad Acquappesa o Montalto Uffugo. Senza offese ovviam. :-)

    Comunque, complimenti: anche se può magari difettare il talento per le panzate sul piastrellato, quello per la scrittura direi che sia innato, decisamente.

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  33. Doc, io non ho mai avuto l'equilibrio per stare sulla tavola più di 2 secondi, però oltre a California Skate ricordo la visione su Odeon di questo
    https://www.youtube.com/watch?v=An8_2W_ebwU
    Dentro c'è un imberbe Josh Brolin e dei giovanissimi RHCP

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  34. Ah! La Tauromachia!! Cioè volevo dire quanti ricordi hai acceso con questo bellissimo post!! La mia tavola è ancora in cantina come totem. In realtà non sono mai stato un buon skater anzi direi pessimo, ma quando ti riusciva qualcosa o comunque eri li alle prese con la tavola e l'asfalto, ti sentivi realizzato, in pace con te stesso e con i tuoi lividi!! Ah! La Tauromachia!!

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  35. Ci sapevo andare in skate, da giovane: ci sapevo andare nel senso che viaggiavo e non cadevo. Non sapevo fare altro, ma avanzavo. Una volta eravamo in villeggiatura in un paesino sperduto dell'Abruzzo, nella cantina c'era uno skate abbandonato. Ovviamente, la prima e unica cosa da fare era salirci su e tentare una discesa che non era una discesa, ma un precipizio a piombo. Ho il coccige che ancora sta vibrando, inspiegabile come non sia andato in frantumi.

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  36. Siccome io, fin da bambino, sono sempre stato uno che amava (ed ama) andare controcorrente, e uno cui le mode, il "fare le cose perche' le fanno tutti" fanno venire l'orticaria, quando andavo alle medie tutti i miei compagni avevano uno skate, tranne io. Mai desiderato averne uno. Adesso, ogni volta che ne vedo uno in un negozio,mi viene la tentazione, e prima o poi lo faro' davvero. Giuro.(Per la serie " Pronto Soccorso in 3..2..1..) Comunque, alle medie, in piena moda skate, un mio compagno venne a casa mia con uno skate rotto, chiedendo se si potesse aggiustare ( mio papa' aveva un officina) ma, essendosi rotto il supporto della ruota ( non so come si chiama in gergo skater) in alluminio, papa' decreto' che non era saldabile.
    Cosi', il compagno abbandono' la ormai inservibile tavola a casa mia. Io tolsi le ruote, la inchiodai ad un tronco e la trasformai in panca.

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  37. Urka doc!leggo in ritardo questo post bellerrimo, io ho sk8tato tipo per otto anni a partire dai 14 fino a smettere verso le superiori, ma l'amore per la tavola non mi ha lasciato tanto che due anni fa mi son ricomprato uno skate figo da tenere li come ricordo e per farci un giro ogni morte di papa lol mi hai fatto ricordare con tanto affetto la cumpa dell'epoca (che fine avranno fatto!) e le visioni multiple di vhs a tema. Grazie.

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