10 souvenir terrificanti da gita scolastica degli anni Ottanta

Poi, più avanti, negli anni del liceo, le gite scolastiche diventavano chiaramente qualcosa d'altro: l'occasione per broccolarsi una tipa, fiere del limone negli ultimi posti, maratone di tre notti di fila senza dormire con svenimento finale al rientro dalla disco in metro, all'alba del quarto giorno (true story). Ma prima, da rEgazzini, da micro-esseri umani parte della grande cumpa della scuola dell'obbligo, era diverso. Le gite delle elementari e delle medie, negli anni 80, quando ancora non si viaggiava come oggi, erano uno dei pochi modi per scoprire un pezzo di mondo finitimo al proprio. Tipo, per voi selvaggi della Calabria Citeriore, vedere la Reggia di Caserta, Pompei, l'Edenlandia e la Solfatara di Pozzuoli. Tutto nello stesso giorno, chiaramente. E in quei viaggi senza della speranza, guidati da maestre veterofasciste che non sapevano una mazza sui dinosauri, in quelle gite lì andata e ritorno in giornata con autista campione intercontinentale di bestemmie, si compravano le peggio porcherie in fatto di souvenir inutili. Alcuni sono in vendita ancora oggi, altri se li è portati fortunatamente via il tempo. Continuate a leggere a vostro rischio e periglio [...]

1) LA PENNA CON LA DONNINA NUDA
Un superclassicone. Gli anglofoni le chiamano tip and strip pen, qui da noi erano semplicemente le penne con le donnine nude: giravi la penna e quella sorta di simbionte alieno nero che copriva la donnina spariva.
C'erano anche, a quanto sembra, quelle con gli uomini. E sì, nel caso ve lo stiate chiedendo, sull'Internet le vendono ancora.
2) IL PETTINE A SCATTO
Il finto coltello da delinquente mafiosocamorrista membro di una banda di motociclisti appena evaso da un carcere di massima sicuritudine in Alabama. Lo scherzone "Guarda, c'ho il coltello", tlac, autopettinata alla Fonzie veniva reiterato all'infinito nei pullman turismo ma col bagno che non si può usare di ritorno dalle gite scolastiche in ogni dove.
3) IL TRULLO
Laddove per "trullo" si intende non solo la caratteristica struttura abitativa pugliese col tetto a cono, ma in generale un soprammobile di rara bruttezza, dal peso atomico del plutonio, raffigurante male un qualche landmark per turisti, comprato dal rEgazzino in gita con la convinzione di acquistare un pregiato pezzo d'arte contemporanea. Naturalmente, a causa della grazia tipica del rEgazzino in gita, il "trullo" arrivava a casa pure sbreccato.
4) IL CAPPELLINO BOY (FALSO)
A fine anni 80 era arrivato Jovanotti, non il Jovanotti profeta cittadino del mondo con la barba e le tasche piene di sassi per fare le gare di rimbalzino sul mare, ma che andava in giro con l'espressione da pirla e faceva il testimonial della Nintendo. Bene, quel Jovanotti lì, oltre ad incitare atti di vandalismo per quella storia dei catenazzi con il simbolo mercedes appeso, faceva vendere i cappellini rossi Boy (se ne parlava in quel famigerato post sulle mode terrificanti di anni 80 e 90). Anche e soprattutto quelli tarocchi da bancarella. Di ritorno da una gita in Puglia, ce l'avevate tutti. Tutta la classe. Fors'anche la maestra aromatizzata alla naftalina. Gimme five, signò!
5) LA BANDIERA DELLA SQUADRA DEL CUORE
(DI CINQUE ANNI PRIMA)
Per voialtri tifosi dell'Inter, metti, non era questo grande problema, visto che per lunghi intervalli di tempo non si vinceva una mazza, ma le bandiere delle squadre più importanti hanno in genere questo difetto: invecchiano. Il palmares cresce, rendendo obsolete quelle non aggiornate. Ma un tempo esisteva pur sempre un canale di smaltimento: i rEgazzini in gita scolastica con un cappellino Boy in testa. 
6) LE CARTOLINE ORRENDE
Non ci dilunghiamo sull'argomento, oggetto da sempre del concorsone annuale su Rat-Man e di mille siti e blog dedicati, ma le cartoline orrende sono una brutta storia con cui tutti si è avuto a che fare prima o poi. Quelle comprate in gita non si spedivano, ovviamente. Si riportavano a casa così, e i genitori ti dicevano Uh, grazie, ma come sono belle, adesso le conserviamo. E le conservavano. Nel cestino.
Variante dal sapore supervintaggio delle cartoline erano accrocchi tipo l'ubiquo View-Master rosso da turista tedesca semi-alcolizzata.
7) LE GUIDE ILLUSTRATE DELL'IMMEDIATO DOPOGUERRA
Sontuose edizioni ricche di foto di almeno trent'anni prima. Te ne accorgevi perché a volte, al posto delle solite immagini ipersature degli anni 60 con il traffico intasato di Fiat 850,
c'erano direttamente dei disegnetti. A una gita a Pompei ti rifilarono una guida illustrata così vecchia, ma così vecchia, che arrivasti a pensare l'avessero scritta PRIMA dell'eruzione del Vesuvio. Un tuo compagno di classe iniziò a sfotterti perché la sua era invece ricca di foto e quindi molto più interessante. Si accorse solo dopo qualche minuto di aver preso la versione in tedesco.
8) LE ARMI MEDIEVALI
Poi sarebbe venuto il tempo delle katane, ma negli anni 80 e 90 i negozi di souvenir di qualsiasi città o paese avesse avuto anche solo lontanamente a che fare con il medioevo erano pieni di archi, mazze, mini-balestre, mazzafruste, coltelli e altri oggetti potenzialmente letali in grado di trasformare un'innocua scolaresca in una banda di selvaggi del dopobomba/dopobarba. Di ritorno da una gita ad Assisi, la città della pace, il vostro pullman era diventato l'armeria di Conan il Barbaro.
9) LE VIDEOCASSETTE INUTILI
Ravanare negli autogrill dove ci si fermava perché l'autista doveva andare a pisciare per sgranchire un po' le gambe e nei negozietti delle città visitate voleva dire imbattersi in nuove videocassette scusagne da portare a casa. Per te, essenzialmente, voleva dire comprare film fantascienzi e horror di quart'ultimo grado come il capolavorò qui sopra. Nota: era vietato ai minori di 18 anni, ne avevi 13, te l'hanno venduto lo stesso. Vergogna, è tutta colpa dei cinemi horror e di dailandòg se poi i ragazzi diventano violenti e si drogano e si iscrivono alla bestie di SantaNa. 
10) GLI IBRIDI DELLA PAURA
O magari non c'era tempo. O non c'erano abbastanza soldi. O l'una e l'altra cosa. E allora il rEgazzino in gita scolastica era costretto a ottimizzare: il pericolosissimo trullo-salvadanaio-della squadra del cuore era fatto apposta per lui. Dentro, narra la leggenda, ci viveva la donnina spogliata della penna.
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Commenti

  1. Riconosciuto ed acquistato tutto un quelle gite terrificanti, con la sola esclusione della bandiera dell'Inter, e nonostante l'orrida bruttezza di molti oggetti sento la bruschetta . E poi da oggi inizio la collezione di mazze frusto delle bancarelle di Pompei ! Uatttttta !

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  2. Comprati (quasi) tutti. Pure i vasi finto Antica Grecia, ovviamente a Pompei, e la Madonna della città medesima per la nonna religiosa. Noi napoletani, poi, si andava anche a Roma dove si acquistava l'immancabile Colosseo (anfiteatro Flavio, tòh!) e l'altrettanto onnipresente Venere di Botticelli che cambiava colore con il cambiare del tempo. Ma era più efficace, per la previsione, i calli della nonna religiosa, che non si vedeva nemmeno a Bernacca, lei.

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    1. Edit: e, sempre religiosamente parlando, mi dicono che oggi sia proprio il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei. Un caso? Noi di Voyager pensiamo di no! (cit.)

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    2. Io ho evitato apposta la SS 268 per tornare!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Preso praticamente tutto. In particolare ricordo la balestra presa a Gubbio e a Torino la Mole che cambiava colore in base all'umidità dell'aria. Rabbrividiamo.

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    1. O era in base alla temperatura. Non l'ho mai capito.

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    2. Umidità. https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080818095313AAlCckh

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  5. Per un verso è fantastico, li riconosco tutti e li ho avuti tutti (trullo a parte), per un altro è triste capire come già allora fossimo tutti schifosamente uniformati.

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    1. Quello vendevano all' autogrill, mica era Amazon!
      Sinceramente io ricordo un bellissimo mostro di plastica che comprai allo zoo nelal gita in 3° elementare , con cui adesso gioca mio figlio, che è una vero capolavoro di plastica tossica.

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  6. Giuro che quel film l'ho fittato in videoteca alle medie, non sapevo fosse vietato ai minori. Di sicuro il tipo del videonoleggio non mi ha fatto problemi. Per quanto riguarda le gite scolastiche, tra i miei acquisti gli strofinacci e i grembiuli duri come la pietra per la mamma e gli immancabili ventagli del santuario di S. Francesco di Paola per le nonne!! Ah, bei tempi :D

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  7. Di questi oggettini avevo sicuramente il pettine, comprato però per carnevale. Logicamente stando a Milano le gite erano rivolte ad altri lidi quindi niente trulli :P

    Ricordo molto bene il souvenir della prima gita scolastica della mia vita: il pupazzo di un dinosauro comprato al Parco delle Preistoria di Rivolta d'Adda ( http://www.parcodellapreistoria.it/ ).
    Nei primi anni '80 un PDF(fino) in erba di mia conoscenza che sapeva tutto sui dinosauri sarebbe impazzito dalla gioia.

    L'unico problema fu che quel giorno pioveva a dirotto.

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    1. tra l'altro da rEgazzini il parco della preistoria di rivolta d'adda sembrava una f**ata astrale.
      andarci oggi è il regno della tristezza.

      alberto

      ps: il mio primissimo commento qui... sono emozionato :)

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    2. Quant'è vero. Ci tornai un decennio fa quando facevo volontariato....

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    3. Oddiiiio, il parco della preistoria di Rivolta d'Adda!! Ci ero andato anch'io in gita, me l'ero quasi dimenticato! Ecco dove porterò prossimamente mio figlio, che impazzisce letteralmente (come me all'epoca e come ogni altro bambino del mondo che abbia avuto la fortuna di vederlo) per il mitico triceratopo in scala 1:1 del Museo di Storia naturale di Milano.

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    4. Parco della Preistoria: presente! Ci andai in gita alle elementari e ci sono tornato giusto un paio di settimane fa per portarci mio figlio :) Tutto sommato il brontosauro sulla collina fa ancora il suo effetto! :P :)

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    5. 'iolepre, il Parco di Rivolta d'Adda, i cui adesivi hanno ornato il mio armadio per circa trent'anni. Ci comprai un molto assai fiQissimo scheletro di tirannosauro da montare in balsa, lo montai pure, e durò circa tre giorni perchè i gatti trovavano molto benefico per l'igiene dentale ciancicarne le costole.

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    6. Oddèi il parco di rivolta d'adda! ci andai in seconda elementare (1992 o giù di lì) quando ero scimmiatissima coi dinosauri (prima che jurassic park li facesse diventare mainstream... ero hipster ante litteram) e mi sembrò la figata astrale del millennio. Soprattutto il fichissimo giro in trenino del parco.
      Comprai, per motivi ora inesplicabili, come souvenir una conchiglia di ciprea e una di quelle orrentissime statuette che cambiano colore col clima... roba che coi dinosauri non c'entra un pippa! Bruschetteeeeeeee!!!

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    7. Dovremmo fare un sondaggio su quanti antristi hanno visitato da piccoli quel parco. Prima o poi ci voglio tornare, magari tra qualche anno quando mia figlia è cresciuta.

      Ricordo molto bene il brontosauro sulla cui cosa era salita così tanta gente da averla consumata e la fila di bambini che tentava di scalarlo, appunto dalla coda.

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    8. Timbrato! Parco della Preistoria in quarta elementare, all'uscita il negozietto di dinosauri. Avevo solo 3 mila lire e potei comprare il più piccolo dinosauro, se non ricordo male un iguanadonte, il solito compagno pieno di cash prese un T-Rex alto trenta centimetri, tra l'altro fatto benissimo, sembrava vero, per sole 10 mila lire. Comunque sono stato circa un'anno fa di nuovo al parco con il mio bimbo e siamo saliti assieme sulla coda del brontosauro. :)

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    9. Io ricordo ancora come fosse ieri il Moscops (ovviamente il nome l'ho recuperato adesso sul sito...): di una bruttezza ragguardevole, ma la maestra ci aveva spiegato che il suo cranio era provvisto di tre buchi, probabilmente per ospitare un terzo occhio nel centro. Immaginate l'effetto di quest'informazione sul me stesso bambino: già il fatto di essere un dinosauro lo rendeva fichissimo a prescindere, ma TRE OCCHI, signori...

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    10. Il parco dei dinosauri, una sola volta alle elementari, il brotosauro e' quello della pubblicita' degli yogurt? Forse danone?

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    11. Ah, ilparco della preistoria!
      Da bambino obbligavo quel poveruomo di mio padre a portarmici continuamente. ci andai pure con la scuola.
      Quella volta ricordo che il brontosauro aveva, non si sa bene perchè, un buco sotto nella pancia e io ci infilai dentro la testa rimanendo assordato per il rimbombo che c'era. l'anno dopo tornai per irpetere l'esperienza ma ci avevano messo una mega toppa :-(

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    12. Tappa annuale obbligata della mia infanzia, meraviglioso.
      Da qualche parte devo avere le foto fatte a cavallo del Brontosauro.

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    13. Mitico il PdP!!! :D
      Ci sono tornato un mesetto fa con mia moglie che, essendo napoletana, non aveva mai apprezzato la "bellezza" dei dinosauri in cemento.
      Debbo dire che i ricordi da bambino erano decisamente migliori..

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    14. Io due volte: una all'asilo, un'altra due anni dopo. Il brontosauro non si dimentica!

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  8. Ma Edenlandia esiste ancora? In infanzia conosciuta anche come Idellandia con pronuncia anglofona (ovviamente sbagliata). Di quel posto ricordo un trenino degli smarties, i napoletanini di 5 anni con il codino alla Baggio ed il coltello a serramanico (quello vero però) ed affianco il più triste zoo del mondo. Che posti magnifici!

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    1. Chiusa da anni. Ci si è passati davanti giusto sabato, in auto, quando mi hanno riaccompagnato in stazione. Oltre le sbarre dell'ingresso s'intravedeva un set da film del dopobomba/dopobarba.

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    2. Sarebbe da andare a farci delle foto. Io ci sono andato negli anni '80 e già allora era triste.

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  9. русский спамер8 maggio 2014 alle ore 09:20

    Diciamo che, degli anni 80, nella categoria "Trulli" puo' finirci un bel po' di roba, vista la qualita' della roba di allora.
    Le penne delle donnine era piuttosto squallide (sebbene una sia anche finita in un video degli Ottavo Padiglione), ma anche le penne con dentro le gondole avevano un loro perche' come strumento di tortura degli occhi.

    E vorrei infine ricordare quelle casette di legno con dentro i due contadini (un lui ed una lei) di legno che indicavano la temperatura o la pressione o vattelapesca in base a chi dei due usciva dalla porta e chi rientrava...

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  10. DOC dimentichi le statuine rappresentanti bellezze artistiche del nostro Bel Paese. Da qualche parte in soffitta ho ancora un David di 30 cm preso all'Italia in miniatura (mica fischietts), mi ricordo che le insegnanti ridevano di quella statua,ma non ho mai capito se era per i 30 cm di statua o per l'arnese piccolo del David.

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    1. Rubricabili sempre nella categoria 3, il "trullo":
      "ma in generale un soprammobile di rara bruttezza, dal peso atomico del plutonio, raffigurante male un qualche landmark per turisti"

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    2. riaprirà a maggio 2015 per la gioia di grandi e piccini..
      la domandona è: ma la giostra dei Dumbo (leggenda narra che Peter Gabriel ebbe l'idea per scrivere "watcher of the skyes" mentre si trovava lì sopra) sarà sostituita?

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  11. purtroppo (credici) non ho nulla di tutto ciò, già da pischello avevo il braccino corto e i soldi per merenda-souvenir-emergenza me li tenevo in saccoccia


    al ritorno dovevo pure inventarmi delle spese farlocche (naturalmente consumabili) perché se ti davano i soldi e li spendevi ok, se invece non li spendevi non andava bene....misteri da genitori bah

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    1. Anche io non compravo mai nulla perché educato ad una sana austerità nordica. Unica differenza era che i miei genitori non si arrabbiavano se spendevo qualcosa.

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    2. Ma al nord avevamo la Minitalia! Dico avevamo perché ora c'ha il parco giochi (Leolandia) e vendono solo giocattoli. Una volta potevi acuistare fantomatici oggetti 'tipici' provenienti da ogni parte d'Italia, tipo una trottola supervintage che girava grazie al lancio di una corda avvolta. Alimentari non me ne ricordo, ma stronzate taaaante.

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    3. Il famoso " strummolo" , del quale mio padre si vanta di essere stato campione alle elementari .

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    4. Minitalia! Il posto in cui da rEgazzino ho preso un signor scapellotto dall'insegnante per aver osato dire " A Torino c'è la mole antonelliana". Trent'anni dopo ho ancora il dubbio su cosa possa aver capito...

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  12. ... ragazzi, Edenlandia è stata chiusa, riaperta, chiusa, riaperta, richiusa, riaperta, e mo lo sapete che non lo so? In questo periodo stava passando un pessimo momento, ma sembrava avesse trovato un nuovo investitore... cmq è diventata cosa per "Cazzenger"... alla gita di quarta elementare alla solfatara di Pozzuoli ho un bellissimo souvenir: scatoletta contenente varie pietre fetide con fialetta di zolfo annessa... nù babbà

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  13. Doc, sottoscrivo ogni parola...
    Primi momenti di libertà dalla famiglia... di "misentogrande", di educazione sentimentale, di cottarelle e (ovviamente) di proto due di picche....
    1987: viaggio di una settimana a Pompei-Ercolano-Paestum-Amalfi da Palermo in treno - cuccette di seconda classe (quelle antiche, con interni in rosso, lenzuola di carta e polvere di secoli)... alloggiati in un antico e rinomato albergo di Pompei (con arredi e impianti fermi, credo, agli anni 50)... le serate all'osceno lunapark nei pressi del Santuario (quanti giri sugli autoscontri)...e tutti questi osceni-mitici ricordini...io, personalmente, comprai per nonne e zie il vasetto in finta pietra lavica, il portacenere con saluti da pompei, l'acqua di colonia fatta con l'acqua e basta...

    Aggiungerei anche tutta una serie di portachiavi-paccottiglia con immagini più o meno sacre, i portachiavi trasformabili in utensili, i coltellini fintosvizzeri a 7 lame, le audiocassette tarocche di Squallor e compagnia bella...
    Grazie, Doc...

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    1. Totò, Doc... come ha ricordato Totò, e come ho fatto io nello spazio commenti del tuo aggiornamento su FB, Totò e io con la nostra classe facemmo la stessa identica gita, lo stesso anno, con lo stesso itinerario, probabilmente nello stesso inquietante albergo, arrivando da Palermo con lo stesso terrificante treno con le cuccette (sei per scompartimento). Una gita indimenticabile sotto tutti gli aspetti. A Totò il cameriere del ristorante dell’albergo, a cena, modello Fantozzi, toglieva il piatto dal naso prima che i tortellini fossero finiti, dicendo “parli troppo”... altri particolari osceni nella notte delle cuccette non sono riferibili...

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    2. Gli alberghi delle gite e soprattutto il personale che ci lavorava appartenevano a una dimensione fuori dal mondo, sospesa tra i film di Fantozzi e gli Horror di serie B.

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    3. il cameriere dell'albergo di Pompei...e quel tale Giacomo (oggi stimato farmacista in un paese in provincia di Palermo) che insisteva per spiegarci come si può fare una certa cosa, magari con le donnine nude della penna ...o con le famose pagine del Postalmarket...

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  14. Le armi medievali in miniatura dalla solidità insoddisfacente erano un grande classico, insieme ai tipici nunchaku da scudiero.

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  15. Preso anch'io quasi tutto, mi mancano le armi medievali sarebbe stato interessante scoprire che "il vostro pullman era diventato l'armeria di Conan il Barbaro"!

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  16. mamma mia, quanti ricordi.
    alcuni belli, altri un po' inquietanti :)

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  17. Ti sei scordato i portachiavi con l'immagine sbiadita tipo della "Costa Di Amalfi" o quelli con le mini-versioni dei monumenti in bronzo...

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  18. Io non ho mai comprato un souvenir ne quando facevo le gite, ne quando viaggiavo. In realtà non facevo foto, filmati. Nulla. Compravo solo i fumetti. Però adesso che ho visto la collezione di penne delle donnine nude, mi pento della mia scelta...

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  19. Avevo (e forse ho ancora) esattamente quella bandiera dell'Inter con orribile biscione avvoltolato sul globo. Lacrime napulitante!

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  20. Di la verità Doc! Quanto soldi hai preso dalla potente lobby dei souvenir per tutta questa pubblicità e???!?!!

    GOMBLOTTO!!

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  21. A parte il pettine e la biro, le ho prese tutte.
    Gondola veneziana, gagliardetto del Milan, pantaloncini di Rodman e l'immancabile cappellino di rete (brrr…) i miei reperti migliori

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  22. Sarà anche un post sulle gite degli anni Ottanta, ma mi ricorda perfettamente le gite di quando andavo alle elementari io :']
    Soprattutto per le armi medievali e per i "trulli", dove per trulli si intende statuette in legno che non c'entravano un ca' con il luogo della gita, o statuette di soldati romani comprate a Pompei

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    1. Ci sono tradizioni che non possono morire: vendere merdate ai ragazzini rende sempre.

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  23. "Bene, quel Jovanotti lì, oltre ad incitare atti di vandalismo per quella storia dei catenazzi con il simbolo mercedes appeso"

    Grande Doc!!! E peccato che nessuno glielo abbia mai ricordato pochi anni dopo quando si sarebbe messo a leggere Siddartha in televisione!

    Fantastica l'armeria di Conan il barbaro, eh eh eh.

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  24. Il coltellino a scatto l'ho comprato!!!!!! Magnifico per impressionare i giapponesi della sala giochi che frequentavo mentre mia madre
    Mi credeva con la Bari bene,

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  25. Fantasmagorico, di penne con le donne nude ne avevo due, una era la penna nera con la bionda che appare nella prima foto e l'altra però aveva il meccanismo spocciante a molla, me le riportava sempre mio fratello maggiore,bandiere e armi girano ancora per casa,mricordo che una volta a san marino trovai una svendita di cassette porno (eragià arrivato il dvd e internet e queste andavano smaltite) ne comprai ben cinque ed ero minorenne, ma comunque niente può battere la descrizzione del trullo, sono morto dalle risate. Mitico Doc, con una piccola classifica hai portato alla luce una miriade di ricordi sopiti, come sempre d'altronde

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  26. Mazzafrusto presente!!!!
    Mi dicono però che in luoghi ad alta medioevalità si trovano ancora tutta la serie di mazze e balestre e similia.

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    1. A Grazzano Visconti è strapieno, si trovano anche le spade fèntasi da appendere al muro (ché a brandirle ti fai male da solo).

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    2. Infatti qualche anno fa, quando durante una settimana di mare a Cesenatico abbiamo fatto una gita a San Marino, mio marito ha comprato come souvenir del Titano una copia della spada di Kill Bill :)))

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  27. Io vengo da un po' piu' a nord, e dalle mie parti l'equivalente del trullo e' la gondola con le lucine. Mia nonna ne conserva ancora una decina (una per nipote) sullo scaffale, esposte in tutta la loro gloriosa mestizia kitsch.

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  28. ATTENZIONE! C'erano pure madonnine/angeli/riproduzioni di monumenti famosi coi brillantini sopra che cambiavano col mutare del tempo atmosferico. Un classico che le madri ricordano ancora a forza di pulire il mobile da quella polvere bieca che si staccava solo a guardarla.

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  29. Quel trullo identico e con la sbeccatura è ancora da qualche parte a casa di mia nonna! (Sì mia madre se ne è sbarazzata subito hahaha)

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  30. Ricordo una gita a Napoli in seconda media, al ritorno tutti i miei compagni erano dotati di coltelli dalle svariate misure e decorazioni del manico. Io ero l'unico senza, sapevo già che i miei genitori mi avrebbero cazziato!
    Se non ricordo male comprai un bel portafogli dell'inter virtualmente eterno perchè aveva stampato su soltanto il logo della squadra.
    Ah invece alle elementari mi portarono a vedere il duomo di Cosenza e tornai a casa con quadretti della madonna per tutti xD

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  31. Anche se non sono un puro ottantiano (ho trascorso l'infanzia a cavallo di 80-90), mi riconosco assolutamente in TUTTO, in ogni singolo punto (eccetto il cappello boy sostituito da qualcosa di analogo), in particolare il coltellino-pettine era uno dei miei all time favourite, dovrei averlo ancora! Ed essendo tuo vicino di casa, anche le mete (reggia di caserta ecc), erano sempre quelle, ahaha :D

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    1. Invidia! Il pettine a scatto è sempre stata una delle cose che volevo di più e se lo trovassi oggi me lo comprerei subito!

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  32. A parte il pettine a scatto (che il grande Tom Savini sfodera in Zombi) il cappello e la penna, ho comprato almeno una volta una di quelle atrocità. E alcune sopravvivono ancora oggi...

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  33. 1988..gita delle elementari a Ravenna. Con i soldi per il gelato mi comprai uno shuriken pezzentissimo in acciaio di valyria (si vabbè, era di un qualche tipo di metallo di scarto di chissà quali fonderia del mar della cina) manco affilato. Il potere del fragola e limone non poteva venire uguagliato dal fascino ninjagaidenesco di tali gadget!

    Lieto fine : la maestra, mossa a compassione nel vedere tutti con il loro gelato e io a guardare, me lo pagò lei.
    Arrivato a casa, pioggia di cinquine da parte di genitori preoccupati della salute di pareti/mobili/suppellettili. La punizione preventiva ammerigano style!

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  34. Uno dei post più mariomeroli degli ultimi tempi. Ma la maestra che ti vietava di compare le cose, presa da un impeto anticonsumista e anticapitalista? E i Mars, Raider e patatine scaduti nei bar, che una volta le norme igienico sanitarie erano #unideachehoinmente?

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  35. "a X (nome del posto) sono stato
    a te ho pensato
    e questo ricordo ti ho portato"

    il miticissimo posacenere con questa filastrocca qua, cambiava solo l'immagine del posto dove si era stati (e nemmeno così tassativamente: a roma vendono tuttora torri di pisa e duomi di milano da lanciare in testa a ex presdelcons diversamente alti)

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  36. I miei tipici acquisti da gita erano i pieghevoli di immagini, in sostanza una serie di cartoline montate a soffietto come le carte di credito di Richard Gere, e le bamboline in costume folcloristico. C'è stato un periodo in cui compravo anche le penne, ma non con la donnina nuda, bensì con il mezzo di trasporto tipico del luogo che andava su e giù, come la gondola di Venezia, il taxi Ape di Capri o il bus a due piani di Londra. Inoltre, per mio papà che collezionava bottiglie mignon di liquore, compravo pure quelle, ma adesso non me le potrebbero più vendere per la storia del divieto di alcool ai minori di 16 anni ;)

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    1. Ah, giusto, le bottiglie di liquore. Ho iniziato così la via dell'alcoolismo e ne vado fiero. Il mio preferito era lo Strega.

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  37. Comprati nell'ordine:
    Bandiera dell'Inter in gita alle elementari a torre del lago
    Mazza medievale in gita a Populonia (medie)
    penna con donna nuda , gita a Ravenna (medie)
    coltellino con pettine, gita a S. Marino (superiori)
    sfoggio di cappellino BOY in tutte le gite delle superiori
    finto popper (forse era pepe) in gita a parigi (superiori)

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  38. ah naturalmente quando stavo nella calabria del centro alle elementari non ci hanno mai portato da nessuna parte, solo gite locali perchè la scuola era perennemente senza soldi.

    me ne ricordo una a Pizzo (ma eravamo di Vibo, cazzo, manco fuori provincia!) per farci vedere dove mosse Gioacchino Murat...


    Poi in prima media, quando già stavo in sicilia, abbiamo affrontato un viaggio della morte verso Siracusa: OTTO ORE ad andare ed altrettante a tornare. Abbiamo visto un tempio veloce dalla currera (come si chiamano gli autobus in siciliano) e non abbiamo comprato nulla... io ero andato addirittura già con la scheda telefonica per chiamare a casa e dire che stavo bene, manco le 200lire per il telefono spesi xD

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  39. Avete presente quello che nel pullman della gita doveva stare seduto davanti perchè soffriva il mal d'auto e quindi si perdeva tutto il divertimento dei sedili dietro, comprese le prime limonate che avrebbe scoperto solo moooolto dopo?
    Ecco, nelle mie gite ero io. :-(

    E mia mamma era pure contraria ai ricordini da gita (e col senno di poi aveva ragionissima), quindi niente soldini da spendere in ciarpame.

    Poi uno si buttava sui fumetti come se non ci fosse un domani... per forza!

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    1. lo dici come se fosse una cosa negativa... W I FUMETTI!

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    2. No no, per carità: viva i fumetti SEMPRE.

      Però all'epoca anche un pò di calore femminile non avrebbe guastato. :)

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    3. Ricordo che una volta andammo in gita di venerdì; la sera prima avevo visto per la prima volta in tv i Culture Club, ospiti di Mike Bongiorno a "Superflash" avevano cantato "Do you really want to hurt me". Evidentemente una mia compagna li aveva visti anche lei e le erano piaciuti, perché durante quella gita comprò la loro cassetta all'autogrill.

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  40. Anch'io in gita a Lucca comprai uno shuriken..erano i tempi dei film sui Ninja (doc a quando un post sul filone??) e dovevo troooooopppo averlo.. ;)

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    1. io sono di lucca, dove hai trovato lo shuriken? l'ho cercato per anni da regazzino, e l'unico negozio che l'aveva era un'armeria situata qua: https://www.google.com/maps/@43.842554,10.503951,3a,75y,61.08h,82.66t/data=!3m4!1e1!3m2!1s0HghnkA5mY18qee89z66rA!2e0

      ora c'è un triste negozio di cioccolato...
      ma nunchaku nemmeno l'ombra :(

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    2. E chi se lo ricorda più, son passati almeno 15 anni..poi era proprio farlocco, c'erano i modelli a stella classici (quelli che davvero puoi lanciare) io ne presi uno con ventordici punte, che manco a spararlo con la fionda..una roba tipo questa

      http://sport-fight.net/PhotosShuriken/Shuriken2.jpg

      ma pezzentissima :D

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    3. "Gita a Lucca": avete mai fatto caso ai turisti che si trovano in vacanza/gita a Lucca per visitare la città, però per una congiuntura astrale sono finiti lì NEI GIORNI DELLA FIERA ed evidentemente non hanno idea di cosa sia un fumetto? Sono quelli che si guardano intorno con la faccia da "Ma dove minch...? Ma chiccaz...?"

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  41. A parte la lagrimazione nostalgica a livelli oceanici... ma che capso di perversione è la trama di quel film?

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  42. io ho ancora il Trullo plutonico...un multitrullo per essere precisi, una zavorra terribile! :)

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  43. Oh,oh,oh che ricordi vintaggi....
    Ricordo un classico quale la riproduzione di Piazza dei miracoli a Pisa che cambiava colore (rosa e blu) col meteo (Bernacca me fai na pippa!),ibretto fotografico del golfo del Tigullio che si apriva a fisarmonica (di una bruttezza ineguagliabile...) ma soprattutto scena melodrammatica con la professoressa di italiano alle medie per avere un arco con frecce a Populonia dato che non avevo soldi...e l'ho avuto !!!!!!!

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  44. Nostalgia Canalis

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  45. Ho tenuto duro ma sulle cartoline orrende consegnate a mano (e nel peggiore dei casi non scritte) mi si è imbruschettato l'occhio.
    Io ricordo con piacere (i miei genitori un pò meno) di una gita scolastica in quel di Mantova dove rimediai a prezzo da affarone il peluche di un PAPPAGALLO GIGANTE.

    Fack yes.

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  46. Braccino corto io pure, non compravo mai un tubo. Al massimo, forse, una piramide di polvere di marmo pressata presa a Carrara. Basta.

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  47. Stavo giusto per scrivere: Hai scordato le stelle ninja che non erano in grado di forare nemmeno un palloncino gonfiato a elio... Ed eccoti le armi medioevali...

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  48. Ussignur, sembra un reportage fotografico in diretta dalle bancarelle di Paestum... Doc, anche tu condannato a gite a Caserta a scuola-natural-durante? Me l'hanno fatte sorbì dalla 3a elementare alla 3a liceo, che poi da Salerno è come girare dietro casa... poi una volta, esagerarono... "Togliete gli ormeggi e salpate le ancore, si parte per un viaggio da sogno verso paesi inesplorati"... Rotta Cesenatico? Seee... Cassino!

    E dato che siamo in tema di "kitscherie" da gita scolastica... scusa il leggero OT ma, credimi, chi ha visto l'oggetto di cui sto per parlare, capirà. Anni fa mia nonna, in una gita parrocchiale (forse a Cascia), dati i suoi gusti macabri, ebbe la brillante idea di prendersi il più terrificante souvenir che mente umana abbia mai partorito, roba da mettersi il trullo salvadanaio nel taschino per finirlo a cinquine quando ch'aveva tempo. LA BARA LUMINOSA. Trattasi di una teca a forma di bara trasparente (in vetro, tipo quella di Biancaneve), chiusa, con dentro un corpo esanime di donna in abito talare con tanto di cuscino e mani giunte (S.Rita? forse...). Sotto la bara vi era una spina elettrica che, collegata, accendeva delle luci intermittenti, tipo albero di natale, montate sulle rivettature della bara. Giuro che esiste. Purtroppo, da quando mia nonna venne a mancare, non so dove sia finito questo Graal dei souvenir da gita scolastica. Quando lo trovo, ti posterò la foto, perché neanche "'O Babba di Amalfi senza accento" può nulla difronte a cotanta e cotale meraviglia :-D

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    1. Ma ci credi che, pur avendo fatto le elementari nella valle dell'Irno, non mi hanno mai portato alla reggia? In compenso non ci risparmiarono il pellegrinaggio alla Maronnepumpèje e agli scavi, quando ancora lo sputo che li reggeva non si era sfatto; in seguito mia nonna buon'anima (una santa donna che ci arrivava a piedi, scalza, a Pompei) rincarò la dose con una micidiale maratona Pietrelcina - San Giovanni Rotondo - San Marco in Lamis (per gli amici Padreppio) in un giorno solo. Il bottino consistette in un "misero" rosario profumato alla lavanda, i cui forti effluvi che avrebbero tramortito un bufalo non mi facevano dormire, in quanto mi facevano ricordare i volti duri e scavati dei genitori del santo frate che avevo visto in foto d'epoca affisse nella casa natale : |

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    2. La bara luminosa vince su tutto.

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    3. Sì, doveva essere santa Rita perché i suoi resti mortali, a Cascia, sono davvero composti in un'urna di cristallo (senza lucine intermittenti, però).

      Mia nonna buonanima, anche lei gran macinatrice di chilometri, portò invece da un pellegrinaggio a Materdomini un'analoga statuetta giacente di san Gerardo Maiella. Neanche quella era dotata di lucine, ma l'effetto Biancaneve era garantito!

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    4. Con tutto il rispetto della nonna, ma quel souvenir mi sembra di una belbruttezza rara e indicibile, in grado di fare il giro, diventare di buon gusto e poi di nuovo kitsch. La rifiuterebbero anche i camionisti con immagini religiose "ornate" di lucine intermittenti...

      Io ricordo con certezza il coltello-pettine (ma comprato a carnevale, non in gita). Idem per il - piangiamo - viewmaster.
      Delle penne-donnine ricordo l'esistenza, ma non di averle acquistate.

      Una trentina di anni fa avevo portato a casa, da una gita scolastica in qualche località bucolica, una grappa per i miei, pagata 10.000 lire (un bella cifra per le tasche di un bimbo di inizio anni '80), e di essere stato "ringraziato" con un bel rimprovero "per aver speso tutti quei soldi".
      Ricordo anche le statuine segnatempo, non escludo di averle prese in gita.

      Passando alle gite liceali (e qui parliamo dei primi anni '90): ricordo di aver portato a casa
      a) da Bardonecchia un cartonato di Dylan Dog pagato quasi 40.000 (in occasione delle gite l'oculatezza andava in animazione sospesa)
      b) da Londra un'audiocassetta (bootleg?) dei Soul Asylum

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  49. Quella delle maestre veterofasciste che non sanno una mazza sui dinosauri mi sembra di averla già letta da qualche parte, ma proprio non capisco dove /occhiolino.
    E comunque la cosa delle cartoline brutte e assurde è una tradizione che io e mio cuggino portiamo avanti ancora ora, ne ho un palmares da pelle d'oca, pelle d'oca per la paura ovviamente!

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  50. Amedeominghia, la mia spilorciaggine mi ha fatto perdere un sacco di chicche zingarissime! L'unico souvenir che mi portai da quel di Roma, in quinta elementare, fu un tampone di garza fissato al mio naso alla bell'e meglio per contrastare un attacco di epistassi fulminante...

    Ah, dimenticavo dei vu' cumpra' che vendevano (e vendono tuttora: si possono scorgere per i suggestivi scorci della superba Fiorenza) quei palloncini pieni d'acqua e amido/farina/antrace/quelcheè, solitamente modellati dagli stessi a forma di procace donzella, o quelle marionette di carta che sembrava ballassero da sole! Malefici :V

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  51. Penna con la donnina nuda....Taaac
    Fintocoltellino a scattopettine.....Taaaac
    Trullo.......manca
    Cappellino Boy.........Taaac
    Bandiera F.C. Internazionale......Taaac
    Cartoline urende........Taaaac
    Pugnale Medioevale con impugnatura a forma di armatura....Taaac
    Videocassetta Inutile.....Taaaac
    Ibrido........Manca
    Beh direi che ai tempi ho tenuto una buona media! :)

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  52. Io alle superiori (1992-1997) tutte le sere prendevo il treno alla stazione di Milano Centrale. Le edicole e i negozietti di merdate (che ormai sono state tutte rase al suolo o "bonificate" dopo la ristrutturazione della stazione) erano moltissime e piene di vetrinette che oltre ad esporre l'oggetto principale ovvero "LA POLVERE DEI SECOLI" contenevano una quantità inverosimile di souvenir mostruosi: torridipisa, colossei, duomidimilano, maschere veneziane, ventagli giapponesi, scialle spagnoli... ma la cosa che mi ricordo con più ribrezzo erano queste specie di MADONNINE AD OLIO (vendute a prezzi esorbitanti): erano statuine appoggiate su piedistalli con colonne e tettoia, una serie di sottili fili tra tettoia e basamento e una pompa elettrica facevano sì che la madonna fosse circondata da goccioline di oleo-pioggia.
    Uno spettacolo meraviglioso, affiancato verso la fine degli anni 90 anche dalle MADONNE LASER, quadretti dove il manto della madonna era percorso da fantasie di luci led rosse che neanche Automan.

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  53. Qui nella bassa padovana, la gita d'obbligo è sempre stata a Venezia! Da cui portai a casa la variante del trullo: il fragilissimo cavallino rampante di vetro di Murano (Furio, il cavallo del nord-est), alto 10 cm, ma dopo l'impacchettamento con ventordicimillemila giri di nylon con le bolle, diventava una palla cavalcabile alla Miley Cyrus. Comunque, inevitabilmente, il povero equino arrivava a casa monco di una zampa, nel mio caso posteriore, una su cui appoggiava per stare in piedi, per cui ha passato anni steso dentro una vetrinetta. Un giorno mia madre, spolverando, mossa da evidente compassione, ne ha fatto polvere di stelle.

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    1. anch'io ho contribuito ad azzoppare un puledro veneziano...sigh!

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  54. Ok bellissimo tutto, soprattutto le armi mediovali pre-katana, (per noi all'epoca erano tutte spade) ore ci vuole un sondaggione la gita piu' "bella", un post parco dinosauri VS edilandia, in piu' mille foto su sto parco campano che sono troppo curioso

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  55. La mazza chiodata e la balestra comprate a Populonia dopo la gita alle tombe etrusche di Baratti erano BELLISSIMISSIME

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  56. ma nessuno in gita ha mai comprato gli insetti finti o gli animali di gomma? una volta comprai un serpente di plasticona lungo un metro!

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  57. Le statuine che cambiavano colore con il tempo erano il must della mia classe. Mia madre inorridita si era raccomandata di astenermi dall'acquisto e a me era dispiaciuto un casino, mi sembravano così chic. Così tornavo a casa con un'immancabile conchiglia lucidata (in Ligura questo trovavi). Alla terza mia madre mi ha fatto notare che vivendo a dieci metri dal mare bastava fare una passeggiata per trovarne a vagoni senza spendere. Siamo liguri oh, il braccino corto è tradizione.

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  58. Statuine segnatempo: celo! Gita a Castell'Arquato (PC), quinta elementare; era una tartaruga che ormai ha il guscio di un colorino rosa pallido e qualche brillantino superfluo, come una grotta di Lourdes comprata da tutt'altra parte tranne che a Lourdes.

    Trulli vari: celo! Tra di essi, vale la pena di segnalare le "tazze pendenti" di Pisa: base normale, ma lievemente inclinate per il resto.

    Quanto ai ricordini da stazione, ricordo che mia sorella, tornata da Barcellona alle superiori, non aveva comprato una bambola del posto per una nostra zia collezionista di quegli articoli. Se l'è cavata prendendola alla stazione di Milano prima di partire per Napoli, dove abita la zia...

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  59. Mamma mia DOC, quante lacrime. Io ricordo bene che in terza media ci hanno spediti a Ginevra, e lì son fioriti talmente tanti acquisti di coltellini finto svizzeri che le prof ce li hanno sequestrati tutti prima di salire sul pullman perchè temevano che potessimo dirottare il conducente verso il primo bordello.
    Altro momento memorabile è la gita a Verona in seconda media quando un mio compagno dinanzi al venditore di statuine segnatempo a forma di Arena e di Giulietta ha detto: "mi da quella del Colosseo".

    EPIC FAIL CLA-MO-RO-SO con FACEPALM immediato del consiglio docenti che ci accompagnava!!!

    In ultimo non posso scordare un rEgazzino di nome Moreno che durante la gita allo Zoo di Pastrengo ha speso una fortuna per comprare un orrendo peluche di un pappagallo che è finito nell'acqua degli ippopotami nel giro di 5 minuti a causa di un attacco di cinquine di gruppo.
    Una salva di pernacchie lo ha accompagato per tutto il viaggio di rientro mentre piangeva per l'annegamento dell'orrido piumato di pezza...che momenti!!!

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    1. EDIT - durante le ferie in Puglia ho visto i soprammobile definitivo: è un quadretto luminoso della Madonna ma se lo si inclina cambia nell'effige di Padre Pio...la cosa urenda è che se lo si storge solo a metà vien fuori l'immagine di Maria con la barba...ai limiti dell'eresia più estrema!!!

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    2. Giuro, sto ridendo fino alle lacrime.

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  60. Braccino corto per necessità, visto che a stento si trovavano i soldi per la gita. Solo in gita di terza media, tra Umbria e Toscana, comprai il panforte a Siena e lo mangiammo a casa. Un applauso per le guide illustrate del secondo dopoguerra (che poi erano ristampe antecedenti la deriva dei continenti, con Roma a pochi passi da Tunisi) e il babà che spunta, a sorpresa, scrollando la pagina. Penso sia il tocco di classe del post.

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  61. Paolo Pugliese ex-teen ager degli anni '808 maggio 2014 alle ore 17:14

    Credo che questo post sia ad alto tasso nostalgicomariomerolo: le gite scolastiche, cioè gli attesissimi viaggi di istruzione, cioè quelle rare occasioni per gli adolescenti anni ’80 di viaggiare, dormire fuori casa, respirare una ventata di libertà adulta, guardare posti e cose, MA SOPRATTUTTO andare in discoteca fuggendo dall’albergo, broccolare e limonare con le tizie dell’altra classe e occhio ai compagni gelosi, fare la nottate tra scherzoni, gavettoni, irruzioni nelle camere delle ragazze, indianate a base di birra e Martini comprati di nascosto agli autogrill e attese dell’alba prima di rimettersi in viaggio qualche ora dopo come tanti zombies. Io le gite me le sono sempre godute, anche negli acqusti che questo post mi riporta alla memoria. In ordine, a parte la bandiera dell’Inter e il cappellino da pirla, io ho comprato TUTTI gli articoli elencati, alcuni dei quali conservo ancora oggi: le guide del paleozoico, il pettine a serramanico, una BALESTRA funzionante (presa anch’io ad Assisi dove tutti i negozietti di souvenir sono rivendite di armi improprie) e soprattutto i Trulli di Alberobello che troneggiano sulla biblioteca dei miei genitori. Naturalmente, anche le cartoline scrause degli anni ‘60/’70 e la loro variante con le donnine mezze nude. E dopo questo trip di ricordi, torno a lavorare con la consapevolezza di essere, eh, uh… vecchio.

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  62. Voi vi lamentate, ma io ho fatto le scuole a Genova e lo sapete dove ci hanno portato in gita alle elementari? A Scarpino. E cosa c'è a Scarpino, chiederete voi?
    La discarica comunale.

    Poi si lamentano che uno quando cresce comincia a farsi le pere...

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    1. Va bene, hai vinto tu.
      Comunque, appuro dalle risposte che il 90% delle gite (di un giorno) alle scuole elementari/ medie erano delle sòle pazzesche. Io ricordo ancora oggi con terrore la gita alle saline di Margherita di Savoia, a guardare, uh, le montagne di sale e lo stabilimento dove avveniva il confezionamento del medesimo. In omaggio, occhi arrossati e abiti pieni di polvere di sale, oltre al fantastico omaggio dato dal direttore dello stabilimento a tutti gli scolari consistente in un cartone di sale vuoto con commenti scherzosi tipo "mi raccomando, fatelo vedere a mamma e papà e ditegli di comprare solo questo". E abbiamo pure pagato la quota per questa gita.

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  63. Io dico solo che Nonno era pugliese e la mia casa delle vacanze era un TRULLO... e dentro c'erano i trulletti (però non quelle schifezze scolpite da un unico pezzo, ma quelli costruiti con i mattoncini pezzetto per pezzetto...ci si vantava di aver gusto noi....) enough said.

    Per il resto siamo proprio una generazione di debosciati: penna con le donnine e bandiera dell'intermeh a parte (che noi si era romanisti quando incautamente ancora seguivo il calcio :D) sta roba ce l'ho TUTTA.
    Ancora ricordo l'impegno profuso a cercare le cartoline più spiritose, agli occhi di un dodicenne, che non erano altro che enormi trashate :D

    Ah e rilancio con nonna che faceva la collezione di cucchiaini di argento (credici) con i simboletti dei posti in cui andavi, regalo garantito e sicuro :D

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    1. Per capirsi questi trulli qui con le pietrine piccole (non quelle grandi che si aveva gusto LOL :D :D)
      http://i.imgur.com/kGWaUQn.jpg

      Nonchè il temibile trullo barometro :D :D :D
      http://i.imgur.com/liQgXta.jpg

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  64. Mia nonna conserva ancora la riproduzione del Mausoleo di Teodorico che le comprai a Ravenna, insieme ad una campanina piccina di ceramica con raffigurato il mosaico delle due colombe sulla coppa d'argento. Di boiate ne comprai poche grazie al cielo :D

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  65. il coltello pettine l'avevo!! ma dopo un po' andava oliato che scattava poco! :P
    invece avrei aggiunto tra le armi ninja, le armi di montagna!! nelle gite del nord di montagna erano immancabili i coltellini veri con manico in plastica "fintoincisoconfiguradistambecco"! ricordo una gita in cui vennero sequestrati dalla maestra, dopo supercazziatonesonoarmipericolose, e ridati solo al termine della gita

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  66. ..e il coltellino aveva pure la sua bella custodia in fintapelle con disegno di stambecco ovviamente, e pratica passante da mettere nella cintura!!

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  67. Uno dei miei souvenir da gita preferiti è stata quella piccola revolver che, quando premevi il grilletto, faceva partire una scossa elettrica che ti rendeva un più scosso di Electro, con tutti i protoni della mano che andavano a Brooklyn. Duravano naturalmente 15 minuti perchè tutti sul bus volevano la propria dose di elettricitanfetamina.

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  68. IO comprai il trullo con quella roba che cambiando colore ti dice se pioverà o meno...(azzurro/rosa).
    per il resto io compravo poco..solo per indecisione. Volevo tutto... e avevo pochi soldi

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  69. Il dramma vero non è comprarli ma riceverli.
    Mia sorella ha preso la "meravigliosa" idea di regalare per ogni suo viaggio una di queste opere di cultura poplare locale.

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  70. Io comprai il cappellino boys con coda di cavallo incorporata. 'Na tamarrìa infinita.

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  71. Tutte paccottiglie che ho buttato in garage....
    Specialmente il coltellino fasullo pettine!

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  72. Io di solito spedivo cartoline brutte e assurde solo alle persone a cui le scrivevo "per dovere": invece alle persone a cui volevo bene veramente spedivo cartoline personalizzate, scelte con cura al momento dell'acquisto e compilate con messaggi ad hoc. Ricordo in particolare una cartolina che spedii da Barcellona a una mia amica reduce da una piantata sentimentale: l'immagine della squadra blaugrana con il commento "guarda tutti questi bei ragazzi per non pensare più a lui". Invece, quando frequentavo una palestra che si chiamava Olimpia Club, spedii loro dalla Germania una cartolina con il villaggio olimpico di Monaco (in lingua crucca Olympiapark) spiegando che era l'unica possibile con quel nome :)))

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  73. Mi è andata bene! Di tutte queste cose ho solo una penna con la donnina e due coltelli pettine, uno argento e uno nero.
    Negli anni ho perso tutti i capelli...credo sia per colpa di quel bastardo del karma!

    Sottolineo che che la penna con la donnina ai ragazzini di oggi faccia solo sorridere. Ma ai tempi con la carestia che c'era ci siamo tutti ammazzati di p......volevo dire....intrattenuti a lungo con quelle donnine!

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  74. Adesso che sono grande scelgo souvenir un po' più utili e furbi: libri con la storia del luogo che ho visitato, oggetti che hanno un'utilità pratica come borse, magliette, arnesi da cucina, orologi da parete ecc., a patto che portino il nome della località, e cose mangerecce e beverecce introvabili in Padania, come il pesto di pistacchio dalla Sicilia (che è solo pistacchio, sale e olio, non contiene né basilico né formaggio: per farci una pastasciutta decente ho dovuto aggiungere una montagna di grana grattugiato).

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  75. Da una gita alle Solfatare di Pozzuoli ricordo che portai a mia mamma due pietre laviche, delle quali una fetava maledettamente di zolfo, ed una specie di palla di neve con la foto del Vesuvio (sic!) !! La cosa bella è che mia mamma conserva ancora tutto, sulla mensola più alta che ci sia in casa, ma conserva ancora tutto! U.U

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