Frankie Hi-Nrg Mc, Essere Umani
Si fa presto a dire che Frankie Hi-Nrg non è più il Frankie Hi-Nrg di Fight da Faida e Quelli che benpensano, e si fa presto per due ragioni. La prima ragione è che metà di quelli che lo dicono non hanno ascoltato altro di suo. Non sanno che dischi meravigliosi, nel post La morte dei miracoli, siano stati anche Ero un autarchico e Rap©ital (e sì, almeno in parte, anche DePrimoMaggio). La seconda ragione è che è vero: Frankie Hi-Nrg non è più il Frankie Hi-Nrg di Fight da Faida e Quelli che benpensano. Ed è un bene […]
Ma prima di spiegare cosa intendevi dire con l'ultima frase, partiamo da una premessa, scontatissima per i lettori più vecchietti di questo post, molto meno per quelli più giovani: Francesco Di Gesù, in arte Frankie Hi-Nrg Mc, non è solo una pagina importante dell'hip-hop italiano. Perché di quel libro è anche la copertina e l'indice. Stiamo parlando di un artista che apriva i concerti dei Beastie Boys, che faceva del rap in Italia e in italiano quando la gente era ancora convinta che il rap fosse quella roba del Jovanotti col cappellino in testa. Solo che lui non si è fermato lì. Non è rimasto impantanato nell'estetica da rapper e non ha inseguito la successiva moda da west coast fatta di gangsta-tizi cresciuti alla Barona o a Centocelle, coi pantaloni bracaloni, le catene al collo, e i bellaraga a raffica.
Frankie ha seguito un suo percorso personale, riuscendo ad evolvere ma continuando allo stesso tempo a fare quello che sapeva e sa fare meglio di tutti: cesellare parole, costruire testi che gli altri, i rapper pieni di tatuaggi che piacciono ai giovani e giocano a PES per star lontani dallo stress, non se li sognano nemmeno dopo aver mangiato un vocabolario per cena. Testi bellissimi, privi di rime scontate buttate lì giusto per chiudere il pezzo, sempre accompagnati da basi elettroniche allo stesso modo non banali. Un percorso seguendo il quale Frankie ha cercato e trovato anche i duetti e le collaborazioni più improbabili (Antonio Rezza, Paola Cortellesi, Pacifico… Franca Valeri? La Mannoia?) e, sì, è finito a Sanremo. Due volte. E se il motivo ovvio della partecipazione al festivàl del blablablà è la ricerca di una visibilità che a Frankie manca dai tempi di Quelli che benpensano, se a Sanremo ci è andato (due volte) per lo stesso motivo di tutti, vendere un disco, quello meno ovvio di motivo - ne parla in una recente intervista a Rolling Stone - è che per Frankie i rapper SONO dei cantautori. Nel suo caso, vai a dargli torto.
E così, dopo questo cappello lunghissimo ad alto rischio ualleroforo, eccoci ad Essere Umani. Nuovo album duemilaquattordici, sette brani. Solo sette. Perché - e questo è un altro suo merito - Frankie i brani non li butta là come fanno quegli altri, non ammucchia fuffa per far numero. Una parsimonia che è innanzitutto rispetto per i suoi vecchi fan (tipo, per esempio, te). Essere Umani è il suo sesto album in 22 anni, ma considerando che Rap©ital era una raccolta di remix, la media è di un disco ogni quattro anni e mancia. 7 brani, senza uno di troppo, tutti immediatamente orecchiabili, tutti da riascoltare almeno tre volte per capirli bene. Aprono le due canzoni di Sanremo: Un uomo è vivo e Pedala. Pedala è probabilmente la più scontata del mucchio, quella dalla metafora sociale di livello più basso. La qual cosa, il livello di accessibilità basso, ha portato Fazio a sceglierla per Sanremo ma non ha impedito comunque a un sacco di gente di non capir(n)e una well-loved. Perché sì, c'è chi è pronto a giurare che parli solo e davvero di una bicicletta. Un uomo è vivo, invece, è diversa. Canzone meno adatta a un palco, probabilmente, di sicuro meno strombazzata, in tutti i sensi, e perciò ovviamente eliminata nel dittico festivaliero. C'è, tra le tante, una frase che ti ha colpito molto nel suo testo, ma ne parliamo dopo.
La terna L'ovvio, Atteso Imprevedibile ed Essere Umani, il brano che dà il titolo all'album, è frankiehinrgismo allo stato puro. Canzoni in linea con lo stile dell'autore vissuto a Caserta e Città di Castello, da ascoltare a nastro e far proprie, prima di andarsi a cercare nel libretto dei testi un proprio senso al loro messaggio: la dieta di ovvio cui tutte le donne sono sottoposte, gli anni della crisi, le vite disperate trascorse in casa dal malato di poker online e dal divo incompreso ai provini.
Elefante è forse il brano che ti piace meno dell'album. Ha, come Pedala, un messaggio troppo entry level (siamo tutti elefanti in fila al circo): non che da un brano di Frankie tu pretenda ogni volta i misteri eleusini, intendiamoci, ma hai come l'idea che se il contenuto è troppo lineare, i mirabili giochi di parole del rapper escono fuori meno bene. Chiude l'album Cortesie, brano strano, quasi un ibrido alieno tra Battiato e l'electro, sulle tante, piccole, terrificanti palle figlie dell'ipocrisia di basso cabotaggio.
Essere Umani, sempre per quel discorso del rapper che non deve atteggiarsi da rapper, nell'accezione moderno-bellaraga del termine, che non deve seguire la moda macchinoni-medaglioni-poottanoni a tutti i costi dei 50 Cent di noantri, ha in copertina Frankie con una felpa da demi-anziano. Sul retro c'è, in maschera, quella che presumi essere sua nonna. L'interno del libretto e della custodia è tappezzato di vecchie foto dei suoi genitori. "C'è un istante", recita il testo di Un uomo è vivo, "nel quale ogni uomo diventa suo padre […] C'è un istante nel quale ogni uomo diventa sua madre". Provate a dire che non è vero.
Ma prima di spiegare cosa intendevi dire con l'ultima frase, partiamo da una premessa, scontatissima per i lettori più vecchietti di questo post, molto meno per quelli più giovani: Francesco Di Gesù, in arte Frankie Hi-Nrg Mc, non è solo una pagina importante dell'hip-hop italiano. Perché di quel libro è anche la copertina e l'indice. Stiamo parlando di un artista che apriva i concerti dei Beastie Boys, che faceva del rap in Italia e in italiano quando la gente era ancora convinta che il rap fosse quella roba del Jovanotti col cappellino in testa. Solo che lui non si è fermato lì. Non è rimasto impantanato nell'estetica da rapper e non ha inseguito la successiva moda da west coast fatta di gangsta-tizi cresciuti alla Barona o a Centocelle, coi pantaloni bracaloni, le catene al collo, e i bellaraga a raffica.
Frankie ha seguito un suo percorso personale, riuscendo ad evolvere ma continuando allo stesso tempo a fare quello che sapeva e sa fare meglio di tutti: cesellare parole, costruire testi che gli altri, i rapper pieni di tatuaggi che piacciono ai giovani e giocano a PES per star lontani dallo stress, non se li sognano nemmeno dopo aver mangiato un vocabolario per cena. Testi bellissimi, privi di rime scontate buttate lì giusto per chiudere il pezzo, sempre accompagnati da basi elettroniche allo stesso modo non banali. Un percorso seguendo il quale Frankie ha cercato e trovato anche i duetti e le collaborazioni più improbabili (Antonio Rezza, Paola Cortellesi, Pacifico… Franca Valeri? La Mannoia?) e, sì, è finito a Sanremo. Due volte. E se il motivo ovvio della partecipazione al festivàl del blablablà è la ricerca di una visibilità che a Frankie manca dai tempi di Quelli che benpensano, se a Sanremo ci è andato (due volte) per lo stesso motivo di tutti, vendere un disco, quello meno ovvio di motivo - ne parla in una recente intervista a Rolling Stone - è che per Frankie i rapper SONO dei cantautori. Nel suo caso, vai a dargli torto.
E così, dopo questo cappello lunghissimo ad alto rischio ualleroforo, eccoci ad Essere Umani. Nuovo album duemilaquattordici, sette brani. Solo sette. Perché - e questo è un altro suo merito - Frankie i brani non li butta là come fanno quegli altri, non ammucchia fuffa per far numero. Una parsimonia che è innanzitutto rispetto per i suoi vecchi fan (tipo, per esempio, te). Essere Umani è il suo sesto album in 22 anni, ma considerando che Rap©ital era una raccolta di remix, la media è di un disco ogni quattro anni e mancia. 7 brani, senza uno di troppo, tutti immediatamente orecchiabili, tutti da riascoltare almeno tre volte per capirli bene. Aprono le due canzoni di Sanremo: Un uomo è vivo e Pedala. Pedala è probabilmente la più scontata del mucchio, quella dalla metafora sociale di livello più basso. La qual cosa, il livello di accessibilità basso, ha portato Fazio a sceglierla per Sanremo ma non ha impedito comunque a un sacco di gente di non capir(n)e una well-loved. Perché sì, c'è chi è pronto a giurare che parli solo e davvero di una bicicletta. Un uomo è vivo, invece, è diversa. Canzone meno adatta a un palco, probabilmente, di sicuro meno strombazzata, in tutti i sensi, e perciò ovviamente eliminata nel dittico festivaliero. C'è, tra le tante, una frase che ti ha colpito molto nel suo testo, ma ne parliamo dopo.
La terna L'ovvio, Atteso Imprevedibile ed Essere Umani, il brano che dà il titolo all'album, è frankiehinrgismo allo stato puro. Canzoni in linea con lo stile dell'autore vissuto a Caserta e Città di Castello, da ascoltare a nastro e far proprie, prima di andarsi a cercare nel libretto dei testi un proprio senso al loro messaggio: la dieta di ovvio cui tutte le donne sono sottoposte, gli anni della crisi, le vite disperate trascorse in casa dal malato di poker online e dal divo incompreso ai provini.
Elefante è forse il brano che ti piace meno dell'album. Ha, come Pedala, un messaggio troppo entry level (siamo tutti elefanti in fila al circo): non che da un brano di Frankie tu pretenda ogni volta i misteri eleusini, intendiamoci, ma hai come l'idea che se il contenuto è troppo lineare, i mirabili giochi di parole del rapper escono fuori meno bene. Chiude l'album Cortesie, brano strano, quasi un ibrido alieno tra Battiato e l'electro, sulle tante, piccole, terrificanti palle figlie dell'ipocrisia di basso cabotaggio.
Essere Umani, sempre per quel discorso del rapper che non deve atteggiarsi da rapper, nell'accezione moderno-bellaraga del termine, che non deve seguire la moda macchinoni-medaglioni-poottanoni a tutti i costi dei 50 Cent di noantri, ha in copertina Frankie con una felpa da demi-anziano. Sul retro c'è, in maschera, quella che presumi essere sua nonna. L'interno del libretto e della custodia è tappezzato di vecchie foto dei suoi genitori. "C'è un istante", recita il testo di Un uomo è vivo, "nel quale ogni uomo diventa suo padre […] C'è un istante nel quale ogni uomo diventa sua madre". Provate a dire che non è vero.
Recensione lucida ed interessante Doc. Anche se il Rap non e' il mio pane ho apprezzato in passato Frankie e magari vare la pena di ascoltare e riascoltare qualcuno che ha da dire. E magari e' la volta che la gente inizia a pensare
RispondiEliminaGrazie per la recensione, Pedala l'ho trovata pessima e mi aveva scoraggiato.
RispondiEliminaPer me Frankie Hi-Nrg E' il rap italiano.
RispondiEliminaIl suo problema è quello di dire cose interessanti da un punto di vista socio-cultural-filosofico, da "Quelli che benpensano" a "Libri di sangue" a "Sana e Robusta", e di dirlo in maniera molto pacata, al contrario dei bellaraga e dei rappergrillo che rappano sempre incazzati.
Sono due delle cose che più apprezzo in lui, e dato che non ascolto più rap da un bel po' potrebbe essere una buona occasione per riprendere a farlo.
Io ho sempre apprezzato di più Caparezza. Testi geniali e giochi di parole che Fibra e soci se le sognano.
RispondiEliminaConcordo!
EliminaEntrambi appartengono a una razza in via di estinzione, una razza di cantanti che hanno qualcosa da dire e lo sanno fare dannatamente bene, una razza distrutta dai talent che danno in pasto alle masse, cantanti e musiche tutti disperatamente uguali e inutili.
EliminaVale anche per me.
Eliminarispetto a Caparezza è molto meno parodistico ma tanto tanto più bravo con la metrica.
EliminaL'unico brano in cui Caparezza si avvicina un po' a Frankie è "Non Siete Stato Voi", che infatti è un brano atipico e poco "caparezziano"
Frankie l'ho scoperto che avevo 13/14 anni, frugavo fra le cassette di mia madre, e ho visto una cassetta masterizzata su cui mamma aveva ricopiato la copertina di Verba Manent, ho cercato un vecchio walkman e mi sono innamorato. Ascoltato a ripetizione e in continuazione.
RispondiElimina[IMG]http://oi58.tinypic.com/2afgydx.jpg[/IMG]
Frankie una delle maggiori espressioni del cantautorato italiano oltre ad essere forse il miglior rapper e hip hopper Italiano di sempre. E forse non solo italiano.
Se non riconoscete almeno un po' un vostro Io (presente o passato) in pezzi come
Autodafè
http://youtu.be/nVzrzJGZxwg
o Il beat come anestetico
http://youtu.be/1GYbEk_rr7o
probabilmente non siete completamente umani
La Morte dei Miracoli lo posiziono tranquillamente tra i miei 10 dischi italiani preferiti di sempre.
Una "cassetta masterizzata"??? Ah, beatà gioventù...
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaNon è per nulla il mio genere...però Doc parlando di musica ti propongo questa versione 8-bit del tema di Pacific Rim :D
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=hWHlOIKr_oY
I contenuti del Frankie i rappettucoli de li giorni nostri se li sognano.
RispondiEliminaQuando l'hip hop era una cosa seria e non un fenomeno da baraccone commerciale Frankie c'era, nei centri sociali che facevano del sociale e non nei social cosi e nei centri commerciali a firmare cd a pischellette arrapate.
Che cosa è diventata la "scena" hip hop italiana? Che se parli di "scena" hip hop italiana non hai capito una cippa dell'hip hop che nasce come non grido, ma poesia di protesta e denuncia.
Chi dei rapperini nostrani ha saputo prendere solo il peggio d'oltreoceano, fotocopiarlo e riprodurlo alla pecoreccia italica maniera non è degno di allacciare le scarpe al Frankie, ai 99Posse, alla Maggie e ai Casino Royale che di qualità ne avevano e ne hanno ancora a tonnellate.
Ormai artisti di nicchia e lontani dal pischellame vario ci piace gustarli come rari vini d'annata.
L'hip hop è morto, viva l'hip hop.
Frankie l'ho sempre ritenuto un grandissimo artista per molte degli argomenti che citavi. Onestamente ho apprezzato molto i singoli ma non ho mai ascoltato tutti gli album. Chiedi chiedi e Quelli che ben pensano sono un manifesto del lato più oscuro della nostra società e ogni giorno che passa questa immagine è sempre più vera.
RispondiEliminaOgni persona ha dei generi di musica che ama ma alcuni artisti travalicano queste preferenze e Frankie è uno di questi.
Quasi quasi me lo compro l'album.
PS: dovete vedere ipod casino con Frankie, grandioso.
Sono contento che tu spezzi una lancia a favore di Frankie Hi-Nrg, visto che ultimamente è sulla bocca (malevola) di tutti i suoi colleghi e in generale di tutti i rappusi italiani.
RispondiEliminaDire che Frankie sia venduto è troppo facile, per questo non ami Pedala si può dire di tutto tranne che uno che non ha profondo rispetto delle radici, questo anche per chi l'ha accusato di Plagio a causa di un sample presente nella canzone (cosa che fin dai tempi di Grandmaster Flash e Kool Herc viene fatta, comunque vi invito a leggere l'intervista che gli hanno fatto su Hotmc). Io l'ho visto dal vivo 3 anni fa e, oltre ad essere una persona umilissima, ha una presenza scenica che molti rapper dello stivale si sognerebbero.
Quanto al "rap d'autore" c'è buona parte del collettivo Blue Nox che può essere considerato tale: Mecna, Ghemon, Negrè... Oppure Murubutu, che ultimamente è stato preso di mira da Casa Pound.
Comunque una cosa certa: la cultura hip hop è bellissima in tutte le sue discipline come appunto il rap, ma la maggiorparte di coloro che ne fanno parte sono da condanna a morte immediata, dagli integralisti talebani ai fighettini del mainstream.
Dovrei mettermi a recuperarlo, ma ultimamente non ho il tempo.
RispondiEliminaPeccato
Ottima recensione e ottima analisi, come sempre. Anche e sopratutto sulle "bellaraga(...zzate)"
RispondiEliminaGli darò il beneficio del torrent.
RispondiEliminanon sono di certo un fan del rap, non che assoluto ignorante in materia hi-nrg, ma alcuni li seguo con un certo interesse.
RispondiEliminaA partire da Caparezza, il mio preferito, con tutto che il 90% lo conosce per Fuori Dal Tunnel. Scrive testi stupendi, probabilmente (nella mia ignoranza) i migliori in giro nello stivale, senza abbindolarsi nel solito rap da rivoluzione o, d'altra parte, nel rap da culi e macchinone.
Poi c'è un mio amico fissato con il rap, ha anche inciso qualcosa di carino, che spara versi di ottimi verseggiatori '00 ad cazzum, però goemon è uno dei suoi preferiti... altri non li ricordo, che goemon era figo il nome e mi è rimasto impresso
E comunque, a mio avviso, riconoscere in Frankie un'evoluzione positiva alla luce di un testo come "Pedala", è molto pretenzioso, perché se anche lui eccelle nella costruzione di canzoni pressoché perfette, la loro potenza è straordinariamente diluita.
RispondiEliminaOvviamente le opinioni sono opinioni, e diversamente da quanto ipotizzato dai due estremi, io sono uno di quelli che Frankie Hi Nrg lo ha conosciuto di persona, lo ascolta da 20 anni e conosce tutti i suoi dischi a menadito. Ciò detto, l'energia che trasmetteva 20 anni fa non è in alcun modo paragonabile a quella di adesso. Rimane il talento, ma lo shining è andato. Io, onestamente, la vivo come una perdita.
Eh, ma non a caso ho scritto che Pedala ed Elefante sono quelle più a mangiatoia bassa del disco. Prova ad ascoltare le altre su Spotify.
EliminaSì, ascoltate ieri notte. :P Come dicevo, sempre imho ovviamente, sono belle canzoni, che però non reggono il tiro.
EliminaPossiamo anche girala così: domani devi consigliare a tua figlia un disco di Frankie Hi NRG. Tu, considerata l'evoluzione positiva di cui parli nel post, gli consiglieresti Esseri Umani. Io, no. Andrei indietro nel tempo e le direi: ascolta questo e ringraziami, perché gli altri dischi sono trascurabili.
Sì, ma io non ho detto che Esseri Umani è il suo album migliore o il punto più alto della sua carriera. Ho detto che è un gran bell'album, secondo me, partorito lungo un percorso in cui Frankie ha provato anche dell'altro rispetto agli esordi. Portare attori di teatro in un disco. Tentare le contaminazioni più eretiche agli occhi dei fan del genere. Si è mosso e, sempre secondo il mio umile parere, ha fatto bene, al di là del fatto che si apprezzino o meno i risultati. Avessi un figlio, gli farei ascoltare prima Ero un autarchico o, meglio ancora, quel bignami di carriera tirato a nuovo di Rap©ital. Ma poi, anche e non per ultimo nell'altro senso, anche questo.
EliminaRipensandoci, che anni incredibili furono quelli. Kaos One, Colle der Fomento, OTR... Dio quanti concerti e quante cazzate... :D
RispondiEliminaNeffa, Dj Gruff, Fritz Da Cat, Bassi Maestro........anni d'oro quelli....
EliminaMah, per me che sono cresciuto a pane e rap, il problema di Frankie è invece proprio quello che è rimasto lo stesso di 20 anni fa...
RispondiEliminaSui contenuti nulla da eccepire, però per un'artista i contenuti non bastano... la forma deve essere curata, affinchè il messaggio arrivi.
In 20 anni la tecnica del rap si è evoluta, raffinata, l'asticella della qualità si è progressivamente alzata... Frankie invece rappa ESATTAMENTE come 20 anni fa, e ormai il suo flow risulta troppo semplice, "facile", scontato.
Perché? Jack la furia è un artista?
Eliminasi'
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?v=LOEWK4YPuUM
ignurant.
Comunque per me Frankie,e' sempre stato uno scarsone immane.Testi scritti benissimo,ma rappati,recitati,interpretati con la stessa grinta di un orso in pieno letargo.
e comunque faccio presente che a giocare a PES non è un quaquaraqua qualunque, bensì Giuliano Palma in persona... uno che nella musica italiana ha fatto scuola (e anche nell'Hip Hop!), si è confrontato con generi diversi portando sempre innovazione e stando sempre anni avanti a tutti....
RispondiEliminaPoi oh, anche lui tiene famiglia e ha da portare a casa la lira, per cui è normale che ogni tanto se ne debba uscire col featuring commerciale per "far cassa"...
Siamo d'accordo. Ma tra il featuring commerciale e la marchetta risibile, cantata assieme a quei tizi, imho scorre il Mississippi.
EliminaDoc, domanda:ma per caso "penna capitale" di quei tizi ti e' mai capitato di ascoltarlo?
EliminaLa frase sul diventare come nostro padre e nostra madre ha colpito me e tanti altri. E' una verità indiscutibile. Eppure ti coglie impreparato quando ti accorgi che volente o nolente è una verità.
RispondiEliminaAnche la Gialappa alla Radio mentre lui cantava l'ha fatto notare allo stesso modo.
Comunque è vero che Frankie non sembra essere cambiato una virgola! Ne nell'aspetto ne nel modo di cantare. Onestamente non ci vedo crescita nelle sue canzoni (ma io conosco solo quelle più famose, passate in radio o a Sanremo).
Frankie è un grande, un cavallo di razza, l'unico italiano che mi faccia apprezzare il rap (Caparezza ormai fa crossover).
RispondiEliminaHo avuto il piacere di conoscerlo a Milano e ho percepito la sua intelligenza ed umiltà.
Ma sono già arrivate le minacce di morte da parte dei sostenitori dei Club Dogo??
RispondiEliminaDOC la verità è una, siamo vecchi e a noi ci piace la roba nostra...
RispondiElimina22 anni fa...
E faccio la mia cosa nella casa, nella casa faccio la mia cosa, nella casa faccio la mia cosa, nella casa,
nella casa faccio la mia cosa, nella casa faccio la mia cosa.
Perché nella casa faccio la mia cosa, nella casa, nella casa faccio la mia cosa, nella casa, faccio la mia cosa nella casa, nella casa faccio la mia cosa, perché nella casa faccio la mia cosa.
http://youtu.be/iYrnndmQxoc
[Serie di enormi bestemmioni] avevo messo qui uno di quegli accorati post fiume che tanto nessuno legge, poi mi s'è crashato firefox ed ora mi è passata la voglia, perché avevo davvero scritto tanto e tanto di cuore. Poi dici che la gente lurka ebbasta, poi dici -.-
RispondiEliminaSe mi torna l'ispirazione, ci torno più tardi. [Olio di castime varie in chiusura]
Francesco lo conobbi sugli scalini del teatro Regio, a Torino, quando faceva freestyle agli anizi degli anni 90.
RispondiEliminaCosì, fra amici che andavano in skate e si misuravano con nuove tendenze.
Io, già rocker con punte di metallopesantume, rimanevo incantato.
Pochi mesi dopo usciva il primo album.
Da lì la Storia.
La metafora di Pedalare non è di grana fina è vero, ma per un ciclista il testo è un inno alla bicicletta scritto con una competenza e un'attenzione alla mitologia delle due ruote assolutamente inedite in Italia.
RispondiEliminaGrazie Doc per la segnalazione!
Naxil:
RispondiEliminaCIao, mi fa piacere che parli di frankie, io l'ho adorato in verba manent (si scrive cosi?), e' logico che i cantanti cambiano, pero' lui era un'asso del rap/hiphop, di quel rap che diceva cose "serie" e non solo le boiate che si sentono oggi.... bei tempi quelli di SXM e frankie.. vabbe' so vecchioooo
Io sinceramente non apprezzo il rap italiano: troppo uguale, troppo monotono troppo "sonoincazzatocolmondoesonosfigatomamipiaceperchésenononpossoesserealternativoefingerelepezzealculo"....
RispondiEliminaFrankie effettivamente lo conosco solo per le cose più vecchie che citi e non mi dispiaceva, (oltre ad essemici scontrato una mattina sul tram almeno 15 anni fa :D) e questo post mi ha incuriosito. Provo a riascoltarlo..