Quanto vendono i fumetti negli USA? E in Italia?
Una settimana fa, la DC annunciava la cancellazione di quattro serie New 52 (Legion of Super-Heroes, Dial H, Demon Knights e Threshold), perché evidentemente non vendevano abbastanza. Dice: ok, ma quanto vendono oggi i fumetti negli USA? E in Italia che numeri fanno comics, manga, testate Bonelli e Topolino? Andiamo a scoprirlo [...]
Partiamo dal mercato americano. Le testate cancellate dalla DC vendevano rispettivamente 16mila, 13mila, quasi 13mila e poco più di 12mila copie ciascuna. Gli albi più venduti negli USA ad aprile, secondo i dati ufficiali della Diamond, sono stati questi:
Solo cinque albi hanno superato il muro delle 100mila copie, e se togli i numeri 1 come quelli di Jupiter's Legacy di Mark Millar e Frank Quitely e Thanos Rising (perché le fumetterie ne ordinano come noto sempre un numero maggiore di copie), e gli albi della saga Age of Ultron, come testate regolari ti restano solo Batman (albo più venduto del mese) e Justice League. The Walking Dead, che da tempo è il fumetto più venduto negli USA, lo si trova poco sotto, a quota 90mila. Ma al di là della Top 10, è interessante vedere quanto poco vendano tutti gli altri. Ad esempio vedere testate come la bellissima Daredevil o Fantastic Four sotto le 40mila copie. O Dark Avengers a quota 16mila. Scorrendo verso il basso la top 300 della Diamond, si scende evidentemente a numeri ancora più risicati, da giornalino parrocchiale:
Gli ultimi albi della classifica vendono poco più di 4.000 copie. Quattromila. Con i volumi la situazione non è delle più entusiasmanti:
Ora, va naturalmente chiarito che i dati della Diamond si riferiscono al solo mercato dei negozi specializzati, le fumetterie. Non sono considerate cioè le copie vendute in digitale o nelle librerie: nel primo caso, pur mancando dei numeri che ci permettano di darle il giusto peso, si può osservare come la Top 10 dei best-seller di Comixology
sia sensibilmente diversa dalla Top 10 degli albi in cartaceo distribuiti da Diamond (e occhio a dove si trova qui Nightwing); nel secondo, va considerato che i volumi hanno un loro mercato in libreria, anche se, pure lì, fatichi ad immaginare numeri da paura. Ti sei andato a spulciare la Top 150 dei libri più venduti in America stilata ogni settimana da USA Today (triangolando i dati di grosse catene e librerie indipendenti), e non c'è neanche un volume a fumetti. Manco uno.
E in Italia? Il RRobe ha diffuso il mese scorso sul forum di Comicus (la discussione la trovate qui) alcuni dati molto interessanti. Il fumetto di super-eroi più venduto in Italia muoverebbe in edicola non più di 5.000 copie ad albo, anche se "ha un buon venduto in libreria di varia e, a fine mese, si porta a casa tre le 12.000 e le 15.000 copie". Roberto scrive poi che i manga che arrivano (in totale, tra edicola e fumetteria) a piazzare 10mila copie sono oggi merce rara, e che in casa Bonelli Tex vende 200mila copie, Dylan Dog 120mila e la terza testata circa 45mila copie.
Quella terza testata, per la cronaca, dovrebbe essere Nathan Never o Julia, visto che le due serie hanno un venduto grossomodo uguale. Zagor dovrebbe seguire a ruota con circa 38mila copie mensili. Per sapere che numeri fa Topolino, invece, basta dare un'occhiata ai dati certificati ADS: a marzo il settimanale ha venduto 122mila copie a numero, di cui 56mila in edicola e il resto in abbonamento, a cui vanno aggiunte 1.458 copie dell'edizione digitale. Freddi numeri, se vogliamo, ma che ci dicono alla fine una cosa importante.
E cioè che il vecchio Tex vende praticamente il doppio di qualsiasi altro fumetto americano, e prende a calci Batman quando, dove e come vuole. Che si sappia.
Partiamo dal mercato americano. Le testate cancellate dalla DC vendevano rispettivamente 16mila, 13mila, quasi 13mila e poco più di 12mila copie ciascuna. Gli albi più venduti negli USA ad aprile, secondo i dati ufficiali della Diamond, sono stati questi:
Solo cinque albi hanno superato il muro delle 100mila copie, e se togli i numeri 1 come quelli di Jupiter's Legacy di Mark Millar e Frank Quitely e Thanos Rising (perché le fumetterie ne ordinano come noto sempre un numero maggiore di copie), e gli albi della saga Age of Ultron, come testate regolari ti restano solo Batman (albo più venduto del mese) e Justice League. The Walking Dead, che da tempo è il fumetto più venduto negli USA, lo si trova poco sotto, a quota 90mila. Ma al di là della Top 10, è interessante vedere quanto poco vendano tutti gli altri. Ad esempio vedere testate come la bellissima Daredevil o Fantastic Four sotto le 40mila copie. O Dark Avengers a quota 16mila. Scorrendo verso il basso la top 300 della Diamond, si scende evidentemente a numeri ancora più risicati, da giornalino parrocchiale:
Gli ultimi albi della classifica vendono poco più di 4.000 copie. Quattromila. Con i volumi la situazione non è delle più entusiasmanti:
Ora, va naturalmente chiarito che i dati della Diamond si riferiscono al solo mercato dei negozi specializzati, le fumetterie. Non sono considerate cioè le copie vendute in digitale o nelle librerie: nel primo caso, pur mancando dei numeri che ci permettano di darle il giusto peso, si può osservare come la Top 10 dei best-seller di Comixology
sia sensibilmente diversa dalla Top 10 degli albi in cartaceo distribuiti da Diamond (e occhio a dove si trova qui Nightwing); nel secondo, va considerato che i volumi hanno un loro mercato in libreria, anche se, pure lì, fatichi ad immaginare numeri da paura. Ti sei andato a spulciare la Top 150 dei libri più venduti in America stilata ogni settimana da USA Today (triangolando i dati di grosse catene e librerie indipendenti), e non c'è neanche un volume a fumetti. Manco uno.
E in Italia? Il RRobe ha diffuso il mese scorso sul forum di Comicus (la discussione la trovate qui) alcuni dati molto interessanti. Il fumetto di super-eroi più venduto in Italia muoverebbe in edicola non più di 5.000 copie ad albo, anche se "ha un buon venduto in libreria di varia e, a fine mese, si porta a casa tre le 12.000 e le 15.000 copie". Roberto scrive poi che i manga che arrivano (in totale, tra edicola e fumetteria) a piazzare 10mila copie sono oggi merce rara, e che in casa Bonelli Tex vende 200mila copie, Dylan Dog 120mila e la terza testata circa 45mila copie.
Quella terza testata, per la cronaca, dovrebbe essere Nathan Never o Julia, visto che le due serie hanno un venduto grossomodo uguale. Zagor dovrebbe seguire a ruota con circa 38mila copie mensili. Per sapere che numeri fa Topolino, invece, basta dare un'occhiata ai dati certificati ADS: a marzo il settimanale ha venduto 122mila copie a numero, di cui 56mila in edicola e il resto in abbonamento, a cui vanno aggiunte 1.458 copie dell'edizione digitale. Freddi numeri, se vogliamo, ma che ci dicono alla fine una cosa importante.
E cioè che il vecchio Tex vende praticamente il doppio di qualsiasi altro fumetto americano, e prende a calci Batman quando, dove e come vuole. Che si sappia.
Gran post, Doc. Fa specie pensare che, nel nostro piccolo, da paese sfighè quale siamo, siamo in grado di far girare numeri così.
RispondiEliminaGran post, Doc. Fa specie pensare che, nel nostro piccolo, da paese sfighè quale siamo, siamo in grado di far girare numeri così.
RispondiEliminaScusa Doc ma ti faggio una correzione da PdF... Nightwing è al 35° poso con quasi 47000 copie... quello da 5000 copie penso sia il numero del mese precedente... :)
RispondiEliminaHai ragione. Non mi ero accorto della doppia posizione in classifica: ho corretto, grazie.
EliminaLo zoccolo duro di Tex, come quello di altri albi Bonelli, è poco legato alla qualità delle storie, a mio modo di vedere. Fanno eccezione le testate più recenti (o relativamente tali, come Julia e forse Nathan Never). Molto abitudinario, non cambia idea se una storia, o due, o dieci, non gli piace, ma continua a comprare. Purtroppo i numeri dei fumetti internazionali sono davvero tristi e riflettono la precarietà di un mercato (quello del fumetto) che in generale è di nicchia che più di nicchia non si può. Gli stessi Bonelli vendono in tanti casi un terzo di 15 anni fa (Dylan Dog).
RispondiEliminaChettelodico affare....Grazie numeri,ma e' da mo' che noi Bonelliani di ferro lo sosteniamo.
RispondiEliminaMa quale Logan, ridatece Mister No!!!!
(E se poi ci metti che per Tex hanno scritto e disegnato padreterni assoluti del mezzo degli ultimi 60 anni--- gli piace vincere facile, al vecchio cammello!!)
Ho un conoscente che ha un edicola, nella sortita settimanale che faccio mi è capitato di vedere uomini over 50-60 comprare Tex, cosa che non ho mai visto fare per qualsiasi altro fumetto americano e non.
RispondiEliminaCome disse Sergio Bonelli ad un convegno, i lettori di tex hanno un'età media altissima e sono gli stessi di 40 anni fa, ogni volta che ne muore uno non lo si recupera, perchè Tex non ha ricambio generazionale. Qualcuno chiese: "e quando moriranno tutti?", Bonelli rispose "Tex chiuderà, non c'è altra possibilità"
EliminaBè mio padre mi ha tramandato la passione; lui ha la collezione dal numero 1 e io credo che anche se le storie di tex sono gira e rigira seeeempre le stesse riproposte ogni tot continuerò a prenderlo.
EliminaUna cosa però non capisco dati questi dati: Bonelli ogni volta che c'è un rincaro sul prezzo di copertina si giustifica sempre dicendo che il prezzo della carta è aumentato...ma con quei numeri dovrebbe costare anche meno l'albo, non credete? Doc che ne dici?
La conclusione finale è epica! :D
RispondiElimina@Pirkaf Mio padre ha 68 anni e compra regolarmente Tex :-). Vorrei poi dire a Loki: non è vero che i lettori di Tex non sono attenti alla qualità, posso riportare anche a te l'esempio di mio padre: non conosce nel dettaglio scrittori e/o disegnatori, ma è perfettamente capace di distinguere la cifra stilistica dei vari autori e, mensilmente, commenta con me gli albi, spesso lamentandosi di difetti di varia natura. E' vero, però, che, ha continuato a seguire Tex anche nei periodi più bui. E vorrei vedere: credo che conosca Tex da molto prima di conoscere mia madre! XD
RispondiEliminaDa lettore di Tex, ma anche degli altri Bonelli ( e non solo, comunque), faccio notare che la qualita' degli albi del ranger e' tuttaltro che scadente, anzi, a mio avviso Tex gode di uno dei migliori parchi sceneggiatori/disegnatori della Bonelli. Storie avvincenti che ti danno puro divertimento, perche' non sempre si cerca in un albo la riflessione estrema (che comunque si trova in altre testate della SBE). Mi lasciano molto sorpresi i numeri delle testate americane, francamente pensavo che 100.000 copie in una nazione cosi' ampia fosse un traguardo a cui dovessero ambire un po' tutte le testate.
RispondiEliminaconsiderato che gli usa fanno almeno dieci volte gli abitanti dell'italia, 4000 copie sono proprio poche! mi chiedo come fanno a tenere in piedi una serie con questi o numeri. Puntano ai diritti all'estero? A quanto la vendono una copia? Fra costi di distribuzione, stampa, autori etc. l'utile domestico quanto è?
RispondiEliminaUSA: popolazione totale 314.145.538 abitanti (nel 2012)
Eliminastimata nel 2013: 315,888,000
fonte: wikipedia it + eng
Italia: Al 9 ottobre 2011, data di riferimento del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni,
la popolazione residente in Italia ammonta a 59.433.744 unità.
http://censimentopopolazione.istat.it/_res/doc/pdf/censimento_in_pillole.pdf
e no.. non è questo il punto... devi considerare che i fumetti Usa si vendono pure all'estero. A parte i paesi di lingua inglese, anche in Italia c'è chi compra in originale. Gli italiani li comprano solo gli italiani..... e San Marino ;)
EliminaLettore di Diabolik e Julia presente, Diabolik quanto vende non si sa?
RispondiEliminaDiabolik dovrebbe vendere ancora sulle 100.000 copie, e in più va molto forte anche con le ristampe.
EliminaAnche lui potrebbe andare in Americalandia a distribuire coppini ad altri tizi mascherati.
E sia Tex che Diabolik sono riusciti a farlo senza auto-umiliarsi con reboot, pastrocchi mefistofelici e perizzazione estrema delle controparti femminili.
EliminaSi sappia!
Giusto!
EliminaProbabilmente il problema è dato da troppe testate, poche di qualità e per di più con le case editrici che se ne escono con meenchiate tipo "un nuovo giorno".
RispondiEliminaDoc. ho visto che a Giugno la Bonelli butta fuori come testata regolare DragoNero di cui avevano fatto un romanzo a fumetti, mancava un bonelli fantasy, cosa ne pensi??
Sono curioso. Il primo numero lo prendo.
EliminaSono situazioni completamente diverse, e le poche vendite negli States sono per certi versi "volute".
RispondiEliminaIn Italia Bonelli, e' abbastanza evidente, vende per la maggior parte a causa di chi ama il fumetto di bassa qualita'. Tex racconta le stesse identiche storie da millenni, Dylan Dog idem, Julia e' una delle robe piu' ridicole che ci siano in circolazione; un mix tra la signora in giallo, uno Sherlock Holmes all'ennesima potenza e Gastone: succede sempre tutto attorno a lei, e se non inciampa fortuitamente in un indizio della serie "cosi' ci riuscivo anche io" (tipo due volte su tre finisce rapita per altri motivi dall'assassino), allora traccia un profilo esatto al 100%, indirizzo di casa compreso, basandosi su cose assolutamente irrilevanti.
Bonelli e' un po' l'Harmony in termini di fumetti, storie banali, popolarissime, personaggi piatti e privi di personalita', evoluzione zero, gente che tromba ovunque, trame da soap...paragonarle ai fumetti americani o allo stesso Topolino e' un po' fuori target, andrebbero appunto verificati come dati di vendita rispetto agli Harmony o all'altra letteratura popolare statunitense.
Tornando invece alle basse vendite negli USA, come dicevo, sono "volute". Perche' ok notare i numeri bassi di vendita, ma dovrebbe subito saltare all'occhio il fatto che la lista comprende la bellezza di TRECENTO testate, di cui buona parte (80%?) DC e Marvel. Il che vuol dire aver spalmato le vendite in modo abnorme...semplicemente ci provano, saturano il mercato per vedere quanto riescono a portare a casa, massimizzano la resa produttiva delle redazioni e degli impianti di stampa e distribuzione, e se una testata non raggiunge l'even point...amen, la si taglia. Se uscissero con...boh, 30 testate ciscuna?...si vedrebbero numeri molto piu' alti per testata, ma i totali sarebbero leggermente piu' bassi (c'e' gente che compra SOLO il proprio fumetto), spese meno ottimizzate e magari margini minori. Del resto basta un po' di matematica: un numero mensile di Saucer Country (cazz'e'?), 259 posto in lista, rende mensilmente circa 17k dollari. Le spese di produzione sono minime, perche' non necessita di una propria catena ad hoc, la distribuzione idem perche' viene caricato sugli stessi furgoni e/o camion su cui viaggiano altre decine di testate, la redazione ce l'hai gia' pronta, aggiungere una testata in piu' o in meno non ti cambia molto, e rimanessero anche 10k dollari dopo aver tolto le spese di produzione, quanto costera' mai un autore per quel livello di testate? 6k dollari tra sceneggiatore, disegnatore ed inchiostratore? Rimangono 4k dollari, che moltiplicato per un ipotetico centinaio di testate della stessa fascia sono 400k dollari al mese di fatturato. Sputaci su...
La roba Bonelli non é assolutamente di bassa qualità, non diciamo eresie..stease storie da anni? Perché in casa Marvel cosa fanno? Ogni 3×2 rifanno le oriigini di qualche personaggio, poi fanno morire qualcuno per farlo rinascere,arriva il nuovo super cattivo,ritorna il vecchio super catyivo dato per morto,fanno n bel crossover dove tutti si picchiano oppure riciclano vecchie sagephe,tipo come hanno fatto con la saga di Apocalisse, che quella si che era una roba di bassa bassa qualità...
EliminaDieci volte meglio ipun texone speciale disenato da Kubert che un uomo ragno superroe...
In tutto lo sproloquio non calcoli che se invece di 300 ne producessero 30 di testate, ipoteticamente risparmierebbero qualche milione di dollari non dovendo pagare 270 sceneggiatori, 270 disegnatori, inchiostratori e coloristi...
EliminaC'hanno provato a ridurre le testate, fine 2011 la marvel ha tagliato 20 testate e mini minori quando col rilancio la DC stava mangiando il mercato, s'è assestata ma di certo non son raddoppiate le vendite delle serie superstite.
E, risparmierebbero un sacco di soldi degli autori non coinvolti ma perderebbero un sacco di introiti degli spazi pubblicitari, quelli che alla fine fanno guadagnare con gli spillati.
@ Luca Paleari: non posso parlare per l' intera produzione fumettistica della Bonelli, ma per quanto riguarda Dylan Dog, la qualità delle sceneggiature è pessima, a mio avviso. Se vado a vedere i vari volumi, quasi tutte le storie interessanti dell' indagatore dell' incubo sono concentrate grosso modo prima del numero 150 (non è che il 150 sia uno spartiacque, lo uso giusto per dare un punto di riferimento, considerando che adesso siamo al 320), e trovarne una degna di nota pubblicata negli anni recenti è un' impresa.
EliminaPoi magari sono solo io che sono diventato più esigente con gli anni, che ne so. :p
Veramente un numero minore di testate permetterebbe di ridurre notevolmente i costi medi di produzione degli albi, per la minore incidenza dei costi fissi (su tutti gli sceneggiatori come detto da Fabio) e la riduzione dei tempi (settaggi macchine) che di conseguenza vuol dire meno ore di lavoro e quindi meno costi per salari e stipendi...è la base della produzione di massa, chiedi a Henry Ford! :)
EliminaChe poi invece accettino un po' di effetto cannibalizzazione sulle vendite per massimizzare in altro modo il profitto (quindi andando ad aumentare il venduto in percentuale maggiore dell'aumento dei costi) è un altro discorso e penso sia quella la filosofia negli US, visto il proliferare di testate diverse.
seeee magari...per loro
Eliminatrascuri sconti, invenduto, spese di ammortamento e FISCO....
quei conteggi sono fatti con i soldi del monopoli ;)
Assurdo, non avrei mai pensato che i dati fossero questi...
RispondiEliminaUn paese piccolo come l'Italia legge più fumetti di un gigante come l'America!
Comunque sono convinto (ormai da un po' di tempo, anche senza conoscere i dati) che se Marvel e DC vogliono risolvere la situazione tragica del mercato fumettistico devono stravolgere la loro politica: più qualità e meno quantità. E' ovvio che se ci sono duecentoventordicimille testate il pubblico si disperde..
Poi inutile dire che anche la struttura delle storie (eventi, reboot, crossover..) influisce: Tex è mai stato reboottato? Non credo, e i risultati parlano da soli.
Scusa se mi permetto, forse ho letto troppo velocemente, ma a me dai dati pubblicati dal Doc è sembrato di capire che i fumetti più letti in Italia vendano di più dei più letti in America, non che in totale in Italia si vendano (e di conseguenza si leggano) più fumetti che in USA.
EliminaPer trarre le conclusioni di cui tu parli, bisognerebbe vedere quanti fumetti si pubblicano in totale qui da noi (e sommare tutti i dati di vendita) e confrontare il risultato ottenuto con lo stesso dato del "gigante".
Hai ragione, mi sono spiegato male: ovvio che se guardiamo all'intero volume di fumetti in America ne girano di più..
EliminaIl mio pensiero andava piuttosto alla singola testata, che in Italia riesce a raggiungere un livello di vendite mensile più alto che negli USA, e il motivo è proprio che se io voglio leggere un bel fumetto Bonelli lo sceglierò tra una decina di personaggi, mentre se voglio una bella storia di supereroi ci sono un centinaio di testate che potrebbero interessarmi.
Va detto anche che tex non ha bisogno di reboot perché in questi anni gli unici eventi sono stati la morte della mogli, la crescita del figlio e morte e resurrezione di mefisto :D ma alla fine il personaggio funziona cosi, ti rilassa leggerlo, e certe saghe son anche avvincenti.
RispondiEliminaInfatti, anche i supereroi non avrebbero bisogno di reboot se le case produttive impostassero le storie in modo diverso!
EliminaAnche l'altro a no stessa storia sul blog del rrobe e appoggiandogliela al tipo col nome cirillo mi permetto di sottolineare quanto diversi siano i mercati e che soprattutto occorre anche confrontare i numeri dell'esportazione. E non scordiamo che bonelli ha l'esclusiva delle edicole. Di certo cullarsi sulle migliaia dello zoccolo duro va bene, ma non riuscire a portare lettori nuovi con qualcosa di diverso è limitante per una casa editrice al passo coi tempi.
RispondiEliminaOddio, Tex può avere un andamento altalenante se vuoi, ma definirle storie di bassa qualità vuol dire parlare per preconcetti. Ah, per la cronaca, paradossalmente Tex soffre meno il ricambio generazionale di una testata più "giovane" come DD.
RispondiEliminaComunque va detto che le vendite di Tex non si riferiscono solo al nuovo numero uscito, ma a tutto l'insieme di raccolte, ristampe, texoni,..
No, circa 200.000 sono le vendite del solo inedito.
EliminaFonte recente intervento su forum di Boselli (curatore di Tex oltre che sceneggiatore principale).
Tanto meglio allora :-)
EliminaFinalmente commento per la prima volta :)
RispondiEliminaGrazie doc per i dati forniti (e per il topic dove rrobe li elargisce :D) perché sono cifre illuminanti. Come altri appasionati faccio notare che le cifre sono anche legate al numero di testate. Se non ci fossero millemila comics forse sarebbero un tantino più alte. Certo che se pensiamo alle cifre che hanno i giapponesi viene da piangere :(
Sarei curioso anche io di vedere i numeri dei manga in Italia (Star Comics, Panini, etc) e vedere quali tirano di più (quelli per adolescenti, quelli storici, etc).
RispondiEliminaMi sorprende che nella classifica italiana non ci sia Ratman!
Davvero è così indietro rispetto a Dylan Dog?
I numeri americani (anche se spalmati su millemila serie) mi sembrano effettivamente bassini.
Però è triste che fra i primi 100 fumetti ce ne siano solo un paio NON di supereroi.
Lo so che il Doc e molti antristi mi odieranno per questo, però è triste che ancora si batta il chiodo sulle storie dei supereroi! Cioè, Superman è del 1938, Batman del 1939 e l'Uomo Ragno del 1962. All'epoca era una cosa originale e figa ma oggi nel 2013?
Ma un'idea nuova no? Sempre le stesse cose: tizio con superpoteri, villain che vuole conquistare il mondo, supereroe che viene resuscitato ogni tot, etc etc.
Ora, non voglio esaltare i manga ma almeno lì si trovano mille generi diversi e storie di ogni tipo per varie fasce di età: per adolescenti in calore, per adulti, noir, fantascienza, gialli, comici, sentimentali, di combattimenti, storici, etc.
Persino Tex, nonostante la serialità, ha più fantasia di un supereroe americano qualunque.
Ogni tanto ci sono le eccezioni e qualche graphic novel spunta dal mucchio ma spesso però sono inglesi e non americane quelle fighe.
Vabbè basta con il rant... :-P
Sono d'accordo sul fatto che in classifica ci starebbero bene molti fumetti che non parlano di supereroi, però diversamente da te non denigrerei così la figura del supereroe...può essere che non ti piacciano però se cominciamo a discutere su chi abbia più originalità non ne scampa nessuno illeso: fumetti Americani, Italiani, Giapponesi, Africani (ci sono?)...tutti hanno una formula che si ripete, elementi che ritornano anche dopo vent'anni di pubblicazioni, a volte ci fai caso, a volte no. Poi certo può saltare fuori il nuovo genio della sceneggiatura che si inventa qualcosa di completamente nuovo..
EliminaOk da quello che ho letto faccio due discorsi distinti:
RispondiEliminaMERCATO USA
Il vero problema del mercato USA secondo me è che non hanno capito che la serie regolare non tira più come prima,manga e serie tv han fatto capire che la gente non vuole più serie che si protraggono all'infinito con cicli che ogni tanto scadono nel ridicolo e/o penoso solo perchè non ci sono idee.
Un conto sono i personaggi storici come Superman,Batman,Uomo ragno e Iron Man;ma per i personaggi minori dovrebbero adottare il formato della miniserie che vanno da 5 ad anche 10 numeri e che poi hanno uno stacco di 6-12 mesi,così da fare storie solo quando ci sono idee valide,accontentare i fan di quei personaggi e non lasciare quegli eroi nel limbo.
MERCATO ITALIANO
La Bonelli fa parte della nostra storia,con Tex son cresciuti i nostri padri e quelli che non lo hanno mollato continueranno a prenderlo sempre,alla fine per quanto uno possa trovarlo un pò noioso l'albo autoconclusivo è sempre quello che tira di più perchè col suo prezzo ti da tutto quello che vuoi in una storia:inizio-sviluppo-fine.
Stesso discorso per topolino,avrà senpre i suoi piccoli e grandi fan.
I manga invece vendono ma non più come prima perchè la mega ondata tutto manga si è conclusa.Rimarranno sempre con noi per fortuna ma non c'è la corsa ad accaparrarsi tutto ciò che è giappo che c'era all'inizio quando la Star(per merito dei kappa boys) cominciò la pubblicazione massiva di manga,adesso gli otaku sono diventati molto più selettivi.
Per quel che riguarda il fumetto americano in italia mi piace pensare che come continuano a comprarlo chi lo seguiva sugli albi corno e cenisio così sarà per la nostra generazione cresciuta con la Star Comics e la Marvel Italia\Panini,a cui si aggiungeranno anche le prossime,portando le vendite ad una quantità più elevata,anche se invecchiando magari si tende a preferire il fumetto d'autore che ormai dopo eccezioni come Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro ha preso piede anche nel campo supereroistico.
L'unico problema del fumetto americano(soprattutto quello Marvel e DC)è che tra saghe,crossover,reboot etc per essere goduto appieno obbliga ad una spesa più consistente che non comprare un singolo albo di Tex o di Dylan Dog al mese.
P.S.Ehi Doc invece della vendita degli albi di Diabolik non si sa nulla?
In quella discussione su Comicus si parla anche di Diabolik, ipotizzando un venduto in linea con la terza testata Bonelli, e quindi sulle 40k. Ma non ho altri dati al riguardo.
Eliminaok grazie per l'informazione Doc :)
EliminaLascio i discorsi a proposito di qualità-vendite che se ne sta già parlando ampliamente qui sopra, e concentriamoci un secondo su un'altra questione.
RispondiEliminaCosa significano le vendite italiane?
Perché sì, le colonne portanti del fumetto italiano vendono abbastanza bene e continueranno a farlo, probabilmente. E…
E c'è che a me questo risultato, onestamente, fa tristezza. Perché è l'ennesima dimostrazione di un'Italia ancorata al "vecchio" (passatemi il termine), terrorizzata dalle novità, che le punisce, queste novità. C'è che in Italia un "giovane" (o meno giovane), esordiente o semi-esordiente (aka non è uno di quei mostri sacri a cui si permette di fare pressoché tutto perché tutti li conoscono e si sa già venderanno) se vuol provare qualcosa di nuovo in Italia, gli tocca autoprodursi. Le case editoriali ti sbattono le porte in faccia o, se ci provano, lo fanno senza riuscire a valorizzare il prodotto, a pubblicizzarlo come si deve per dargli una possibilità. Le novità, in Italia, vengono prese e soffocate sotto un materasso fischiettando.
E questo, in un paese che sforna autori straordinari che finiscono col ricevere il dovuto successo solo all'estero, è di una tristezza incredibile.
Il problema è che i costi di produzione sono uguali qui e in USA ma come hai appena visto le vendite differiscono notevolmente,quindi è anche normale che in Italia si sia un pò più guardinghi.
EliminaE poi c'è da dire che la bonelli ultimamente tra serie nuove e miniserie sta facando uscire un sacco di novità.
Senza contare che la fuga degli autori all'estero non è necessariamente dettata dalla necessità ma anche dalla passione per il fumetto USA dato che rimanendo in Italia non potrebbero di certo lavorare su personaggi Marvel e Dc come molti autori italiani in America stanno facendo adesso.
sapevo che tex andava meglio di dylan ma non pensavo tanto, ma è anche vero che l'indagatore dell'incubo ha subito parecchie critiche negli ultimi anni per atmosfera addolcita e storie incoerenti. Di manga c'è troppa roba, ancora oggi buona parte è scarsa e le testate interessanti con un target prettamente giovanile finiscono per allungarsi irragionevolmente (one piece-Naruto-bleach) se superi il 30esimo tankōbon devi studiartela bene e tutta questa rinnovata selettività dei lettori non la vedo onestamente. E un problema pecuniario semmai.
RispondiEliminaQuesta la dice lunga sulla situazione del fumetto italiano che non sia Bonelli.
RispondiElimina10.000 copie l'albo di supereroi che vende di più... Nei momenti d'oro dell'Uomo Ragno Star, si arrivava a 30.000 copie! (Non vorrei dire assurdità, mi sembra che raggiunse anche le 45-50.000 copie, ma rimango su 30.000 che sono sicuro). E qui c'è ancora gente a sognare di lavorare in questo mondo editoriale, piuttosto che rimpanarsi filippiche infinite su analisi e controanalisi del fumetto, che poi in pratica il mondo di chi legge è un francobollo, che addirittura sta TUTTO dentro un forum! (COMICUS) o semplicemente sono Antristi^^
Mi ricordo l'affondo infuocato che avevo fatto sul blog di Ortolani quando aveva proposto la ristampa di Rat-Man con una visione popolare (soprattutto nel prezzo!) che è quella che appartiene a questo medium
http://www.rat-man.org/forum/viewtopic.php?f=1&t=2750
http://leortola.wordpress.com/2013/01/30/ristampa-di-rat-man/
Niente, oh! Li ragazzini (anche molto cresciuti) danarosini vogliono l'omnibus, superrilegato, inaccessibili queste nuove vesti che hanno dato al fumetto in Italia.
E io fumetti non ne compro più (diciamo). Io con un prezzo di un omnibus, ci prendo 3 libri tascabili. Perchè devo prendere un medium che s'affannano per dimostrarmi che non è surrogato di cultura alta, che non è lettura da cesso, abbellendomelo di cartonature e prezzo sovrastimato, quando posso prendere direttamente cultura alta?
Perchè mi devi spacciare la ristampa dei Campioni (di LA) (belli da vedere, ma insignificanti, che ha SOLO un fascino vintage), con un prezzo che ci compro un tascabile?
Giusto per puntualizzare: il mondo di chi legge (supereroi) sarà un francobollo, ma NON sta "tutto dentro comicus".
EliminaGiusto per puntualizzare.
Orlando
...e sono stato il CENTESIMO commento!!! :-D :-D
Eliminacuriosità...se non erro la Bonelli di solito chiude le serie regolari quando vanno stabilmente sotto quota 25.000 (se non erro erano questi i dati di Legs e Mister No). Soglia critica per la casa editrice o per il mercato italiano (nel caso di prodotto fatto in casa)? O non centra nulla ed è solo una scelta legata ad altre valutazioni?
RispondiEliminaCosì per sapere...
Io sapevo che il punto di pareggio è sulle 30mila. Ma ogni casa editrice fa storia a sé, per i numeri, i costi e tutto il resto. Con 30mila copie vendute altri editori minori farebbero partire il trenino e il lancio di miccette.
EliminaIn effetti immagino che la Star Comics le 30mila copi e le veda più di rado (a prescindere dalla qualità)....malefiche leggi di mercato....grazie mille cmq!
Elimina
RispondiEliminaContando che gli americano sono 320 milioni e gli italiani 60, cioè 5 volte tanto, quei numeri li trovo patetici. Se si aggiungono le migliaia di fan sparsi per il mondo che comprano l'albo in lingua originale e il traino, mica da ridere, di film hollywoodiani, sono ridicoli.
Questi dati sono la prova incontrovertibile che niente è sopravvalutato come il fumetto superoistico americano. Tanto conosciuti a livello di icona pop, quanto volutamente ignorati a livello di albi. Gli editori dovrebbero porsi una domanda.
Se la Disney volesse comprare la Bonelli quale cifra sarebbe valutata? 60 miliardi?
Vorrei aggiungere alla discussione tre spunti:
RispondiEliminaa) l'effetto traino dei film non esiste, o se esiste è irrilevante. Nelle settimane in cui tutto il mondo parlava di Iron Man 3, il fumetto di Iron Man è 42° in classifica.
b) i dati riguardano solo le fumetterie americane, come detto. Abbiamo visto che in Italia si raccoglie poco dalle versione tradotte di quelle storie. Bisognerebbe vedere come vanno le cose negli altri mercati non anglofoni. Soprattutto in alcuni di quelli più grandi (Brasile? Argentina?), perché in altri i fumetti USA sono virtualmente inesistenti (Giappone).
c) il ricambio generazionale. Su Tex è scarso, ma siamo proprio sicuri-sicuri che ai super-eroi vada molto meglio? Ragionando sui numeri, dico. Non andando a sensazioni.
Per quanto riguarda il traino dei film sul fumetto credo che incida di più sull'edicola rispetto alla fumetteria. Guardando al fumetto americano in genere sembra quasi che i fumetti debbano giustificare tutto l’universo legato allo sfruttamento dei diritti che vi gira in torno. Il fumetto americano è una nicchia per appassionati e allo stesso tempo sembra sia uno strumento atto al compito di tenere attive le frange più integraliste del marketing virale: i NERD.
EliminaQuindi forse è in effetti il fumetto un traio per i film; quanti antristi hanno almeno provato a portare la moglie e/o amici al cinema a vedere film tratti da fumetti, credo moltissimi.
A)credevo il contrario, perché se non ricordo male il singolo degli 883 "hanno ucciso l'uomo ragno" spinse bene le vendite del fumetto.
EliminaC)numeri non li conosco, però a giudicare dai blog in lingua italiana non c'è qui nessun ricambio generazionale neanche per i super eroi: molti provengono dall'era Corno. Quelli in lingua inglese non li segue, però di prima occhiata la sensazione è la stessa: non c'è dietro un adolescente, ma un 30-40enne
@Drakkar non credo: il merchandise della Marvel vive di vita propria -ormai sono icone pop- meglio dei fuemtti, anzi vende moltissimo anche a persone che mai comprerebbero un albo.
EliminaPer contro non mi risulanto vendite eclatanti di merchandise legato a manga o fumetto fuori dalla fanbase, quando accade c'è sempre il traino *enorme* di una serie televisiva (vedi Dragonball).
E' interssante piuttosto notare come si dica spesso che i giovani preferiscano i manga e i supereroi che Bonelli è sorpassato fuori dal suo tempo, che non si aggiorna e tra un pò vende più di manga e supereroi messi insieme.
EliminaAllora qui c'è qualcosa che non torna....
Stilare una clasifica degli altri posti dove escono fumetti americani, per esempio, nei paesi Latini, è complesso perché lì c'è un mercato unitario che compra robe tradotte in spagnolo e rivendono le pubblicazioni distribuendole equamente per tutto il mercato variando i prezzi a seconda dello stato (i paesi sono di solito Cile, Cuba, Messico, Venezuela, Colombia e Repubblica Dominicana). Contiamo anche che in questi paesi i prezzi dei fumetti equivalgono circa a quelli americani e non tutti possono permetterseli, senza contare quel piccolo problema dell'alfabetizzazione...
Elimina@Federico Rosa
Eliminaforse sono stato un po' criptico, colpa mia: un po' scrivo male e un po' è il mio modo di esprimermi.
Posto che lo sfruttamento dei diritti non funge da traino nei confronti del fumetto ma ormai ha un suo mercato anzi è più vero il contrario (chi compra una tazza dell’uomoragno non necessariamente legge l’uomoragno ma chi legge l’uomoragno è facile che se la compri). Detto questo sono abbastanza convinto che per certi versi il fumetto americano sia una liturgia necessaria a non trasformare l’industria del fumetto in una mera società che distribuisce concessioni per lo sfruttamento di quello o di quell’altro (quando si parla di mainstream del fumetto e non di fumetto d’autore/nicchia). Fermo restando che di fumetti venderanno poco ma vendono e ci campano ancora abbastanza bene.
Sul fumetto giapponese ha forse il rapporto più strano e straordinario con il merchandise, legato fortemente al mercato domestico.
Mi pare che manchi una puntualizzazione fondamentale:
RispondiEliminal'Italia ha circa 60 milioni di abitanti, il che fa un Tex ogni 300 persone;
gli USA hanno circa 315 milioni di abitanti, il che fa un Batman ogni 2400 abitanti.
Ok, differenti livelli culturali e tutto il resto, ma in sostanza i fumetti vendono in Italia di più sia quantitativamente, sia qualitativamente.
E terrei anche conto che da tempo si discute su alcuni limiti della distribuzione dei fumetti Bonelliani, della scarsa promozione pubblicitaria e sull'assenza dalle fumetterie. Non so quanto incida, ma vale la pena ricordarlo.
EliminaQuello che fa "paura" è il giappone.
Elimina127 milioni di abitanti 3 mln di copie di One Piece.
(e il resto di alto livello meno ma comunque vicino al milione)
Ovvero un OP ogni 40 abitanti!
I Giappi ne sanno! Amaterasu li protegga sempre.
EliminaL'Italia dimostra ancora una volta di avere disposizione "artigiani del fumetto" di grande qualità e intenditori capaci di prescindere comunque prodotti di buona qualità e portarli avanti con il giusto amore, con una buona cura anche per le cose estere e underground.
RispondiEliminaMi permetto di dire che il nostro paese se si giocasse bene qualche carta, con il patrimonio culturale che ha, alla crisi ci scalcerebbe il culos (se si giocasse bene qualche carta...credicici)
Il discorso ricambio generazionale é interessante, molti hanno dato per scontate che tex sia vecchio, senza spunti e letto da vecchi, per cui roba da giurassico tipicamente italica, e a ruota i bonelliani tutti.
RispondiEliminaPersonalmente io non leggo tex, per cui non so dire se sia vero o falso quanto sopra, ma considerando i numeri e l'evidenza io penso che i comics americani di super eroi non siano percepiti tanto diversamente dalla maggioranza degli abitanti degli USA, e su questi, avendone letti per i miei gusti piú che a sufficienza, posso dire che PER I SUPEREROI MARVEL E DC a parte rare perle e rari casi di saghe ben portate avanti da uno sceneggiatore, sono spesso di qualitá infima, con espedienti narrativi superati da 20 o 30 anni e privi di spunti e idee, arrivando anche a volte ad essere disegnati in maniera molto discutibile almeno rimanendo al mio gusto ( ad esempio i 2 volumotti per i dieci anni dell'era di apocalisse, con il "ritorno all'era" li trovo INGUARDABILI in toto sia disegni che storie).
Il discorso, ironizzato anche su ratman in maniera geniale, é che effettivamente sia in italia che in USA manca il "nuovo classico", ovvero il fumettone che i ragazzi, quando cresceranno, continueranno a comprare, ad oggi non vedo sostituti di tex sul mercato italiano ( dylan si é fregato con la mani sue con degli archi narrativi troppo di bassa qualitá troppo presto), probabilmente é un evoluzione del mercato piu simile a quello giapponese o alla scuola argentina dove un fumetto FINISCE e si segue in genere un autore o uno sceneggiatore, e non un serial infinito che passa di mano in mano attorcigliandosi tra i vari numeri a una sceneggiatura sempre piu debole.
Niente di strano se pensate alle fiere del fumetto:prima al mondo come pubblico quella di Tokyo,seconda Angoulemme,terza Lucca.
RispondiEliminaIl comicon di San Diego quarto sempre più staccato.
I lettori di Tex hanno il ricambio generazionale,passano la passione ai figli.
Quelli messi peggio sono i fan di diabolik,più nerd quindi senza figli e quando li hanno ai figli non importa nulla del fumetto.
Eh,ma non facciamo fasci d'erba:mio padre è stato un lettore accanito di Diabolik e mi trascinava in tutti i mercatini possibili pee recuperare i numeri originali.mai stato un nerd e mi ha passato la passione per la testata . certo:possono essere sempliciotte ms a quei personaggi ti affezioni.DyD ha avuto un crollo tale da non concedere repliche. purtroppo.
EliminaBisogna anche fare una questione di costi/ricavi .
RispondiEliminaQuanto costano certi albi USA in classifica ?
Perché se il prezzo è il triplo di un albo che costa 3 volte meno ma che vende il triplo il guadagno è uguale, anzi maggiore per il primo perché si spende meno in carta, rilegatura e stampa.
Ma in Usa non escono più fumetti in edicola ? ?
Le edicole negli USA sono sempre state una realtà molto marginale: i chioschi sono pochi e si trovano solo nelle grandi città. I fumetti li hanno sempre venduti nei drugstore, come si vede nei film degli anni 80, finché Marvel e DC non hanno iniziato a rivolgersi al nascente mercato delle fumetterie (Dazzler #1 è stato se non vado errato il primo albo per il direct market), abbandonando progressivamente l'altro canale di distribuzione.
EliminaSi scusa Doc, ho detto edicole dimenticando che negli USA i fumetti si vendono sopratutto dove dici: e dire che si vedeva on solo nei film anni 80, m anche in molti vecchi fumetti Marvel!
EliminaMa come sarebbero considerati Tex e Dylan se la Bonelli avesse saputo sfruttare il brand, come fatto da Marvel negli ultimi 60 anni, con merchandise, film, serie animate, videogiochi fatti da Capcom e Konami,ecc.?
RispondiEliminaVorrei aprire una parentesi sul mercato americano e sul merchandise e sull'Italia. Il mercato italiano è molto diverso da quello americano soprattutto nell'ambito del merchandise.
EliminaNel mercato USA vi sono sostanzialmente solo due grossi editori e questi ultimi se voglio far uscire del merchandise debbono solo mettersi d'accordo con uno dei soggetti della grande distribuzione ed è fatta. Il distributore farà la pubblicità per te o con te del prodotto e lo spingera mettendolo sugli scaffali, visto che in ogni città e in ogni stato vi sarà un punto vendita pronto ed omologato.
Da noi è difficile fare qualcosa del genere oggi e lo era molto di più negli anni passati. Nel nostro paese sono sempre mancate (per fortuna) delle aziede della grande distribuzione, catene di ristoranti o chioschi che fossero forti e diffusi su tutto il paese come succede dagli anni '50 negli stati uniti. Infatti gli unici che ci hanno provato negli anni sono stati quelli di McDonald!
RispondiEliminaMi ricordo che saltuariamente la Bonelli ha esplorato il mercato statunitense (DD, NN, Tex?). Di quello si sanno i risultati editoriali?
Adesso voglio un crosseover Batman/Tex.
Non giudico la qualità ma i numeri, (mi pare che le intenzioni del post siano queste) qui non si considera un fattore molto importante: Il fumetto americano è esportabile in (quasi) tutto il globo terraquo e Tex invece dove cavolo lo vuoi portare?? Mi permetto una battuta faziosa «Allo spizio!!» Escludendo la battuta questa è una triste realtà, l'unico fumetto Bonnelli che ho visto in giro per il mondo sono i Dylan Dog scritta da Sclavi e forse qualche numero di Chiavarotti ma mi pare dura, in America hanno pure delle sontuosissime raccolte con copertine di Mignola!!! e in Olanda, dove le BD sono in francese e i comics in inglese i DyD di Sclavi sono addirittura tradotti in olandes, si potrebbe dire «E li chi cavolo lo parla l'italiano?» Vero ma mi pare comunque un onere.
RispondiEliminaTornando al discorso iniziale, i dati sono parziali perché non considerano tutte le vendite fuori dall'america e a mio aviso diventa un dato qualitativo oltre che quantitativo, se non riesci a vedere mezza copia oltre i lettori abitudinari che come dei drogati comprano delle storie e a volte neanche le leggono (giuro purtroppo certa gente esiste) vuol dire che il tuo prodotto, per colpa di chi lo crea, non è frubile al grande pubblico (che ci stia bene o no viviamo in un mondo dove il mercato è globale) dati i numeri non vedo perché la bonelli debba essere interessata ad ampliare il mercato ma siamo veramente sicuri che i fumetti che troviamo in edicola siano freschi e accattivanti e non dei putrescenti zombi alla Xabras?? La frase che Tex prende a cinquine Batman, figa e d'effetto è vera solo se si esclude il fattore Inc. Il pipistrello ha sedi e accoliti in tutto il mondo che se vengono richiamati e uniti possono sbaragliare qualsiasi nemico, anche un attempato cowboy (battuta faziosa) così ripetitivo che Batman non deve neanche sforzarsi per elaborare una strategia in grado batterlo!!!
In Italia, però, questi dati non sono verificabili? In base a cosa diciamo che Tex vende 200000 copie?
RispondiEliminaAggiungo che ora vado a comprarmi il primo numero del soldato d'inverno in edicola, tanto per sballare sempre di più le classifiche!!
RispondiEliminaBrubaker non è tra i miei preferiti ma se mi dite uno scrittore bonelli contemporaneo ai livelli di Ed, compro pure quel fumetto e poi ne parliamo...
Post molto interessante... visto che ci sono, intervengo solo sul settore manga, ché sul resto so ancora meno.
RispondiEliminaRrobe scrive su Comicus "E' sempre un peccato che gli editori, per un vecchio preconcetto, non rendano noti i dati.
Aiuterebbe il settore a crescere, anche in termini di considerazione da parte del mercato."
Parole sante, per quanto mi riguarda, che gli editori soprattutto di manga però prenderebbero come bestemmie, viste le risposte date da alcuni in un recente ciclo di interviste:
- Star Comics: "D: Oggi in media quante copie deve vendere un manga per rientrare nelle spese? E per essere considerato un “successo”?
R: Dipende molto dalla proposta con la quale si è ottenuto il titolo. Ci sono editori che fanno offerte spropositate per accaparrarsi bestseller, non considerando che in Italia si venderà sicuramente molto di meno. A parte questo, non mi piace molto parlare di numeri, non penso che i lettori siano interessati… magari potrebbe esserlo la concorrenza!"
- Flashbook: "D: In media per FlashBook quante copie deve vendere oggi un manga per rientrare nelle spese? E per essere considerato un “successo”?
R: L’amministrazione ritiene di non divulgare dati e cifre legati alla nostra contabilità, e non mi ha pertanto autorizzato a rispondere a questa domanda. L’unica cosa che posso dire è che oggi può essere considerato un successo un titolo le cui vendite 3-4 anni fa erano considerate appena accettabili. Inoltre ci chiediamo anche noi quanto questi dati possano interessare ai comuni lettori... ci sembra possano essere più interessanti per i competitor."
Il quadro che ci si può fare, comunque, è stato già in parte delineato da Rrobe: ormai i manga da diecimila e più copie sono merce rara, all'appannaggio solo o quasi di Planet Manga e Star (Naruto, One Piece...), mentre in un mercato saturo in maniera impressionante vanno sempre più diffondendosi opere con tiratura iniziale da mille copie circa, seguendo fra le altre anche le parole di Alberto Galloni, che si occupa del "lato manga" di Magic Press:
- Magic Press: "Questo anche perché notavo che sul nostro strambo (direi assurdo) mercato, ci sono piccoli editori che non hanno neanche un ufficio (una redazione?) che all’estero si spacciano per grandi editori dalle performance strabilianti, e cercano di farlo credere anche ai lettori italiani, “vomitando” anche 20 o più uscite manga mensili, molti dei quali hanno tirature da 1500 copie (ma questo i lettori non lo sanno)."
- Magic Press 2: "D: Com’è andato questo 2012 da poco concluso? Ti va di fare un piccolo bilancio?
R: Se parli del mercato in generale, le vendite calano all'aumentare delle pubblicazioni e siamo addirittura arrivati a editori che si dichiarano pronti a vendere 600 copie... per cui, in generale, il 2012 è andato certamente peggio del 2011."
Sempre sull'argomento:
- Panini Comics: "D: Oggi in Italia si vendono più fumetti orientali o americani? È sempre stato così?
R: Complessivamente quelli orientali. Se guardiamo invece le singole testate i manga hanno alcune punte di eccellenza (Naruto, One Piece, Soul Eater, ecc…) ma come dati medi le testate americane (soprattutto Marvel) vendono molto più di quelle giapponesi. Oltretutto l’americano, grazie anche ai film, sta vivendo una stagione di grande ripresa e crescita."
Fine della piccola rassegna (puff pant...)
P.s. Avevo linkato le fonti ma l'invio mi dà problemi, pazienza.
Cosa ne pensi dell'influenza della pirateria sui numeri statunitensi?
RispondiEliminaA chi chiedeva di Diabolik, nel link qui sotto trovate un articolo di Fumo di China del 2011 (n. 187) in cui si parla di "poco meno di 100.000 copie mensili" per il solo inedito...
RispondiEliminahttp://oi51.tinypic.com/bfndsj.jpg
ero io che lo chiedevo,grazie del link :)
Eliminadio ma coma si fa a leggere un fumetto brutto, noioso, scontato e datato come Tex???
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaPerche' Tex non e' ne' brutto ne' noioso. Un po' scontato (nel senso che vincono sempre i buoni) si, datato non saprei, Superman e' datato? E l'uomo ragno?
EliminaPeste! E' davvero una bella notizia, corpo di centomila bisonti
RispondiEliminaBel post Doc, hai risposto ad alcune mie domande senza saperelo :)
RispondiEliminaCi sono da fare due discorsi separati per quel che riguarda il mercato USA.
RispondiEliminaPrimo: tralasciando i numeri da edicola, la forza di Marvel e Dc e l'interzionalità del marchio e il guadagno globale delle royalties. Penso che oggigiorno pure a Kuala Lampur troverai un quindicenne che ha fatto sega a scuola e passa la mattina al parco con l'ultimo degli X-men. Se poi qualche testata vende poco poco (sotto i 10mila pezzi) si fa presto a tagliarla e a buttarla al secchio.
Secondo: Marvel e Dc, nonostante crisi, controcrisi e depressione manco fossimo negli anni Venti, punta sul ricambio generazionale e ricircolo continuo dei lettori. Seppur un Tex o un Dylan Dog non abbia nulla a che invidiare ad una qualunque testata americhegna, quest'ultima troverà sempre aiuto nel forte merchandising che attecchirà fanciulli sin dalla tenera età (parla uno che a cinque anni manco sapeva leggere ma si faceva accattare dal papà l'Uomo Ragno)
Conclusione: che Marvel e Dc vendano relativamente poco, 'sti cavoli, perché il loro potere di intrattenimento sta altrove e il fumetto non é il suo fine ultimo (beati noi che crediamo nella sacralità dell'arte fumettistica) ma un suo mezzo di diffusione e comunicazione.
Se una testata vende talmente tanto poco da imbarazzare la casa editrice stessa, si taglia e si va avanti da un'altra parte.
Al contrario della Bonelli, che con le 200mila copie di Tex ci campa, la Marvel (intesa in toto come industria di intrattenimento) la pensa diversamente.
Ecco perché logiche commerciali e politiche editoriali sono completamente diverse dalle nostre e da noi.
Noi accaniti sognatori che difendiamo strenuamente la logica artistica dei fumetti Made in Italy.
DD e Tex io non li scambio con nessuno, tè
oh mio dio! Topolino come Batman quindi (pur con una base di circa 6 volte la nostra popolazione).
RispondiEliminaW IL MADE IN ITALY!!!
Forse in America il traino dei film per i supereroi è nullo, in Italia non credo succeda lo stesso. I personaggi Marvel e DC fanno parte della cultura popolare USA, tutti li conoscono da sempre (come Tex da noi, per fare un parallelo) e perciò non è certo l'uscita del film a portare valanghe di nuovi lettori. Se invece guardiamo al nostro Paese, chi lo conosceva Iron man prima del 2008 oltre ai lettori fedeli? Ora qualunque persona che non viva in una caverna ne ha sentito parlare. Qualche nuovo lettore italico la Marvel lo ha sicuramente guadagnato col suo universo di celluloide. Sicuramente in questo meccanismo risiede la pessima e insopportabile scelta della Panini di ficcare in copertina titoli come SPIDER-MAN e AVENGERS invece di UOMO RAGNO e VENDICATORI.
RispondiEliminaIl fatto di rinominare le testate col nome più in voga posso capirlo e mi sta ancora bene fino a quando non cambiano i nomi storici nelle storie.(Metti Avengers e Spiderman in copertina ma chiamali sempre Vendicatori e Uomo Ragno).
EliminaL'atteggiamento che invece mi da un sacco fastidio è quello della Marvel di voler cambiare i costumi storici per adattarli ai film,come successe con gli X-Men e le tutine nere di latex e come ho visto han fatto a Cap cambiandogli il costume con quello del film e a Nick Fury facendolo diventare nero anche nella continuity classica.
Se lasciano i nomi in inglese anche nelle storie smetto di comprare Marvel. A proposito dei costumi ripresi dai film, quello del Cap di "Marvel now", con le ginocchiere da skater, fa davvero ridere.
EliminaLA forza del fumetto italiano sta nel non aver mai esasperato la continuity, non spaventando così il lettore occasionale, e nella storia autoconclusiva.
RispondiEliminaAbbiamo poi grandi disegnatori e la qualità delle storie (per qunato ripetitive spesso frutto di grande ricerca storica e culturale, alche che bang! crash! ammerregano) unità al rapporto prezzo/ quantità (100 pagine!) è sempre stato migliore rispetto al resto del mondo.
Poi c'è il concetto di capillarità delle edicole in italia, e la sicurezza per chi vende del reso. Il reso è importante ed è il motore della longevità delle edicole. In america la selezione parte dalle fumetterie, e per forza di cose questo riduce i numeri di vendita; ma negli introiti delle case editrici usa bisogna mettere tutti i volumi acquistati dalla fumetteria e rimasti invenduti, o venduti nei mesi successivi. E questa è una garanzia per le case editrici.
In italia il fumetto E' IL PRODOTTO, in america una noia necessaria, con cui si può anche andare semplicemente in pari, per poter vendere i diritti a film e videogiochi, vendere corn flakes o hamburger, pupazzetti e card: il BRAND, che è quello che rende il grosso. Il grosso è sui guadagni collaterali.
LA purezza e la passione per un media, per l'arte del fumetto, sono tutte in italia, in francia. Poi ci sono tanti modi per fare soldi o semplicemente per tirare a campare.
Discorso diverso per i manga, che almeno qui in italia hanno fatto boom fino a che c'era una selezione che pubblicasse cio' che era qualitativamente straordinario, poi c' stata una inflazione di monnezza incredibile che ha spalmato le vendite e ridimensionato il tutto. Oltretutto i manga hanno portato in italia un atteggiamento pericoloso secondo me, da consumismo giapponese: alle fiere vedo pochi mangofili comprare zaini di fumetti come facevo io da ragazzino con i bonelli e i marvel, ma lli vedo comprare solo pupazzi, magliette, ninnoli e cacchiatelle; cose legate al BRAND.
Purtroppo, se si parla di jappo e Usa spesso è il brand che fa la logica commerciale del fumetto, e non il contrario.
EliminaCredo che per quanto la purezza artistica dell'opera, tolta qualche graphic novel autoprodotta, il resto è da ritenersi ad usofrutto dozzinale. E mi piange il cuore se penso a quei grandi sceneggiatori e disegnatori americani che mi hanno cresciuto (Romita, Busiek, Morrison, Davis)...
La logica commerciale vale per qualsiasi prodotto POP, compresi i bonelliani italiani che sono il fumetto POP italiano per eccellenza.
EliminaSta alla capacità dell'autore riuscire a tirar fuori nonostante i paletti, a volte rigidi, imposti dal mercato popolare un prodotto di livello superiore.
A volte ci si riesce, spesso no.
Ma di sicuro la nazionalità non c'entra.
C'è ancora chi dice che Tex è vecchio e scontato persino dopo "Patagonia"? Una delle più belle storie a fumetti di sempre, secondo me (escludendo mostri sacri come Watchmen e The Dark Knoght Returns...)
RispondiEliminaSono titubante su Tex ma questa storia su quali numeri la trovo se decidessi di leggerla.
EliminaTex Gigante n. 23
EliminaQuesti numeri spiegano decisamente AvX, Marvel Now e New 52. stanno cercando di spararla sempre + grossa nel tentativo di SOPRAVVIVERE e basta (si sapeva già, ma non pensavo fino a questo punto!)
RispondiEliminacerto che questo continua ricerca dell'effetto sorpresa è ovviamente controproducente come tutti sappiamo e -ne sono convinto- un bel boomerang proprio sulle vendite finali....almeno su lungo periodo.
venendo alla prima parte del post, ovvero che 4 testate dei New 52 hanno chiuso, va detto che sono le ennesime! penso che ormai una dozzina almeno di serie abbiano chiuso i battenti per essere sostituite da altre che a loro volta chiudono di nuovo.
in altre parole: la DC sta provando da settembre 2011 ad avere 52 testate al mese, ma in pratica non ce la fa, visto che deve sostituire ciclicamente le 3/4 serie a fondo classifica.
Inoltre le vendite da come ho sentito sono tornate ai livelli pre-New 52, quindi il gran reboot non ha portato sostanzialmente a NULLA.
Vista la naturale propensione alle Crisi nell'Universo DC, non mi stupirebbe se tra qualche anno comparisse una saga transdimensionale che porti la realtà New 52 a fondersi con la precedente New Earth
Credo che la chiusura ciclica non sia dettata da necessità ma dalla volontà di "dare qualcosa di nuovo" al pubblico, tenere viva l'attenzione.
EliminaOvvio che per dare qualcosa di nuovo devono eliminare qualcosa di "vecchio" e le vittime sacrificali sono quelle che vendono meno.
Non posso dire di condividere la cosa perchè è l'esempio perfetto di come le strategie editoriali siano improntate al marketing e non ai progetti, al "volere raccontare una storia".
Ma così è.
Da come ho capito io eliminano proprio quelle che non vendono. vedi JUSTICE LEAGUE INTERNATIONAL che è stata accolta a pernacchie e ha chiuso i battenti in un anno. O la recente Threshold che è esordita pochi mesi fa e doveva mostrare il lato cosmico della DC non mostrato dalle Lanterne (lo stesso scrittore andrà da giugno su Larfleeze, quinta linea della neonata Lantern Family, accompagnandosi al cambio di tutti i team creativi delle 4 testate laternistiche)
EliminaChe la bonelli in italia faccia dei numeri allucinanti è cosa risaputa. il mistero sta nel perché ogni qualvolta si provi ad esportare in altri paesi si faccia sempre fiasco... è impensabile che un fumetto che vende come tex non riesca a vendere le copie necessarie per sopravvivere non dico in america francia ecc ma neanche in sudamerica per esempio dove lo stile di narrazione e disegno è uguale.. per me è il più grande mistero del fumetto italiano. poi per quanto riguarda il mercato americano secondome me si va incontro ad un implosione (anche qui da noi visto il numero abomineole di variant e testate che troviamo adesso in fumetteria.. quelle variant tra poco varranno zero spaccato).. l'interesse principale per la Marvel ormai è il merchandise, soprattutto dopo Marvel sstudios e Disney.. si usano personaggi dei fumetti per farci soldi ma non con i fumetti.. e presto la dc dopo aver ricominciato tutto da 0 e aver esumato watchmen punterà su una strategia simile.. sui fumetti si trovano ''Belle'' idee da trasformare in film, serie tv (walking dead'' videogiochi ecc... triste ma secondo me è cosi che sta girando adesso... i numeri del venduto in francia sono più interessanti, soprattutto se consideriamo che una percentuale va agli autori...
RispondiEliminaaggiunta.. si pensi anche che fino a poco fa oltre la bonelli c'era quasi il vuoto.. ci fosse un offerta più ampia, maggiore libertà artistica, maggiore intraprendenza tra gli editori, una migliore distribuzione.... forse ci sarebbe un elenco molto più lungo di testate con numeri mooolto più bassi.. se un sedicenne va in edicola in italia perché a buffo vuole leggere un fumetto si compra dylan dog.. non è che trovi molto altro...
RispondiEliminagli autori che vanno per la maggiore tra i non bonelliani sono quelli nati su internet.. non in altre case editrici.... OVVIAMENTE TOPOLINO MERITA UN DISCORSO A PARTE....
Dati interessanti davvero. Spero che, parlando della Bonelli, le vendite di Lilith e Le Storie permettano una lunga pubblicazione (a proposito, vendono bene, si?). Da lettore di fumetti ormai di una certa età, sono partito proprio dalla Bonelli, con Nathan Never, per poi approdare alla Marvel e passare per una infatuazione con diversi manga. Ma oggi, da omino maturo, sono tornato alle origini.
RispondiEliminaNon vorrei fare il precisino della fungia, ma abbiamo dei dati ufficiali da una parte, America, mentre qua in Italia dei dati ufficiosi. Riferiti da Roberto Recchioni (che sembra sarà il nuovo curatore di Dylan), però sempre ufficiosi.
RispondiEliminaVecchio problema qua in Italia: mai si capisca quanto effettivamente venda un fumetto, un CD o un libro.
Premesso questo: ma Ratman, quanto vende? E il Walking Dead italico? Dal sito della Bao sembra che i volumi di Zerocalcare abbiamo quasi sfondato le centomila copie.
Domanda: ma allora il "mercato " italiano è uguale o più grande di quelllo amerigano??
I dati italiani certificati ADS come quelli di Topolino sono certi. Per il resto tocca affidarsi al venduto dichiarato dagli editori, che però in linea generale non raccontano balle per una serie di ragioni che spiegare qui sarebbe complesso. Se la Bonelli dice che Tex vende 200k copie (la Bonelli, non solo RRobe), in buona sostanza, tenderei a credere che sia vero.
Eliminabravo nevicata, hai postato proprio un bel pdf :D :D
RispondiEliminaSbaglio o il tizio che cura le prefazioni de "The Walking Dead" italiano, versione bonellide, plaude il modello americano perchè, producendo fumetti di poche pagine, possono puntare sulla qualità dei lettori, contrariamente a quanto accade nella penisola?
RispondiEliminaTex scenderà gradualmente con la morte dei suoi lettori. E' triste ma è così.
RispondiEliminaTex non ha un ricambio generazione secondo me.
In tutta la mia vita ho conosciuto un solo mio coetaneo che legge tex e solo perchè lo leggeva il padre che è ancora vivo e lo compra lui in edicola.
Quando tra mille anni saranno tutti morti i lettori di Tex sparirà. Rimarrà solo nella storia del fumetto e non è poco.
Chiedo aiuto a voi antristi...
RispondiEliminaL'altro giorno, negli USA, è stato dato il premio per la miglior cover di fumetto realizzata l'anno scorso ed ha vinto Daredevil #10.
Ora mi chiedo, se volessi leggere questo fumetto (ed avere questa copertina bellerrima) devo per forza importare il volume dall'estero oppure è stato pubblicato in Italia?
Dovrebbe essere la cover del numero 9 dell'edizione italiana (Devil e i cavalieri Marvel):
Eliminahttp://www.paninicomics.it/web/guest/search_product?search=devil%20e%20i%20cavalieri%20marvel#
Grazie mille!
EliminaE' questa testata quella che definisci "La Bellissima Daredevil"?
Io la serie la seguo in originale, ma in Italia la pubblicano lì, sì :)
EliminaA parte la soddisfazione di vedere come Tex e compagnia siano vivi e vitalissimi in termini di vendite, mi colpisce una cosa: vedere quanti hateboys ha la bonelli.
RispondiEliminaPazzesco come il semplice successo di una casa editrice possa mandare così tanta gente (perchè non è mica uno solo) al manicomio.
Dico io, se non vi piacciono limitatevi a non leggerli, no? Che senso ha, fare la guerra?
Boh.
Viva i supereroi!
RispondiEliminaIo volevo sapere se c'è un dato generale di copie vendute di fumetti all'anno in ITalia e in USA. Potrebbe essere che TEX vende molto di più dei best seller USA ma che nel complesso vengano venduti più fumetti in USA...
RispondiEliminaDa lettore di Tex, sono convinto che per rilanciarsi la testata dovrebbe:
RispondiElimina1a) esser disegnata (quasi sempre) da Villa;
1b) provare a coinvolgere qualche grande mangaka "in pensione" (ad esempio Toriyama, Obata od altri);
2) non far finire le storie in maniera raffazzonata;
3) provvedere ad inserire aneddoti e curiosità sulla vista nel vecchio west anche sulla serie regolare (un po' come accadeva con Magico Vento) e non solo quindi sui Texoni e sui Maxi Tex;
4) ambientare le storie al di fuori del Nord America (ad esempio, una bella avventura in Brasile, in Asia, in Africa od in Europa).