Transformers: la caduta di Cybertron. È caduto bene (Plus: Kenshiro mena un sacco di gente)

Il fatto che l'ultimo gioco dei Transformers te lo sia sciroppato praticamente in un'unica soluzione, in un fine settimana incollato al pad come un testimonial del super-attack, anziché piluccartelo svogliatamente lungo un tot di giorni come tuo solito, è già di suo abbastanza significativo. Ma ora non facciamo i soliti turbonerd: ci mettiamo comodi e di questo Transformers: la caduta di Cybertron (in originale Transformers: Fall of Cybertron. Spoiler: Cybertron fa una brutta fine) ne parliamo a mente fredda, senza lasciarci prendere da facili entusiasmi, in termini oggOPPORCAPUTTANA, ma quello è Metroplex! E ci stanno i Dinobots! Spacchiamo tutto! […]

Ci sono giochi per i fan e ci sono giochi per tutti. E poi ci sono anche giochi per tutti che però se sei minimamente un fan ti fanno esplodere il cervello tipo una comparsa in Scanners. Il primo gioco sui Transformers di High Moon Studios, War for Cybertron/La battaglia per Cybertron (giugno 2010), aveva del buono, soffocato però in mezzo a tante robe di fastidio. Il loro secondo gioco sui Transformers, Dark of the Moon (giugno 2011)… no, niente, era una porcheria tirata fuori in fretta perché al cinema c'era quel mirabile esempio di pezzenteria assoluta di Transformers 3, perciò non conta. Il terzo ma in realtà secondo gioco dei Transformers di High Moon, questo la caduta di Cybertron, invece, spacca. Di base si tratterebbe del consueto sparaspara in terza persona con le cose da scassare e le leve da tirare e robe di esplodere da esplodere, non fosse che la campagna è un frullatone di pheegate e lacrime napulitante per tutta una serie di ragioni, che andiamo immediatamente, precisinamente ad elencare.

a) Il modo in cui è strutturata la campagna.
La caduta di Cybertron non c'ha la solita doppia campagna degli altri giochi dei Transformers, guida prima i Decepticon/Distructor, poi gli Autobot/Autorobot, e rompiti i cabbasisi due volte. No. Qui di campagna ce n'è una soltanto, e un po' ti fa guidare i buoni con il loro emblema rosso, un po' i cattivi, che c'hanno sempre avuto un simbolo viola molto, ma molto più fico. In una missione devi fare una certa cosa con gli amicici di Optimus Prime/Commander, in quella dopo devi disfare con i servi della gleba di Megatron e Starscream. Negli ultimi capitoli il salto da una fazione all'altra avviene anche improvvisatamente, scilipotamente nella stessa missione. Mettici una storia interessante e il risultato sono quelle otto orette convenzionali di campagna senza momenti di abbiocco & sbadiglio.

Il che, però, non sarebbe probabilmente bastato senza...

b) La selezione di personaggi giocabili.
I summenzionati capitoli del gioco ti mettono alla guida di un numero consistente di personaggi. Voli in alto lassù, come un MioMiniPony, alla guida di Vortex; ti arrampichi in giro con il rampino energetico daredevilo del vecchio Jazz; cannoneggi tutto il cannoneggiabile con la versione carrarmata di Megatron; ti fai dare una GROSSA mano da Metroplex. E soprattuttamente scassi tutto alla guida del combiner Bruticus e dell'incommensurabilmente incommensurabile, su una scala da zero a sto guidando un tirannosauro robot sputafiamme e vi rompo il coolo a tutti, stronzi!, Grimlock. Affiancato dai suoi Dinobot. La gamma di personaggi, tutti dotati di poteri e caratteristiche diverse, rende il gioco molto più vario (anche se per forza di cose più su binari rispetto a La battaglia per Cybertron, vista la natura peculiare di alcuni Transformers impiegati), il ritmo frizzantino e il giocatore bello scimmiato. Anche questo, però, forse non sarebbe stato sufficiente senza...

c) Il design. 

Del gioco precedente ti era piaciuto un frappo il charadesign dei protagonisti. Bilanciatissimo mix tra l'aspetto classico dei Transformers, con i cornini di Bumblebee da serie G1, e l'aspetto più fantascienzo dei veicoli, non ancora approdati sulla Terra e adattatisi a camionette e jeep e lance stratos locali. Bene, questo sequel rilancia, affinando ulteriormente l'aspetto dei robottazzi, per adattarlo al tono più dark, più mazzate nei denti negli ingranaggi, più eroismo e disperazione della storia. E a questo punto potrebbe anche bastare, dai, ma per strafare c'è che...

d) Si guida Soundwave, il tuo Transformer preferito. Due volte. Con le cassettine Rumble e Laserbeak. Ed è proprio il vecchio Soundwave/Memor, quello bello-bellissimo viola milka, non quel cesso inguardabile, fantoccio robotico, burattino senza fichi e tutto spigoli, stolto mistificatore dei film di Michele Petardo. 

4/5, gioco dei Transformers totale-globale-definitivo-accattatevillo e titolo in grado di riprecipitare trentenni con famiglie nel sogno di rEgazzini di un mondo fantastico pieno di macchine meravigliose che in realtà non esistono.

Anche se esistono.

Tornando invece ai giochi per soli fan, di quelli che uno se li compra lo stesso per collezionare tutti i personaggini e i personaggetti, anche se poi sono una palla assurda e mentre sta lì le ore a farsi del male si chiede Ma chi diavolo me lo fa fare, pure io che mi ci metto, pure (tipo. Ma anche), a dicembre arriva su PS3 e Xbox 360 Fist of the North Star: Ken's Rage 2 (Hokuto Musou 2 a est del Mare del Giappone). 

Cioè il seguito del Dynasty Warriors con Kenshiro e i suoi amici di cazzotti, ossia un altro gioco col naso di legno, cuore di stagno, burattino in cui prendere a cinquine orde di poveri pistola tutti uguali ugualmente impediti, e stranirsi davanti allo schermo. Di buono, per i fan di cui sopra, c'è che la storia coprirà una parte molto pheega della saga di Kenshiro: l'arco narrativo dell'Imperatore Celeste (Ken contro i Cinque Generali della Scuola Imperiale di Cento, in provincia di Ferrara) e quello dell'isola degli Shura (Ken contro Kaio). I personaggi giocabili saranno in tutto una quindicina, compresi gli ultimi quattro arrivati/annunciati: 

Fudo della Montagna (uno dei cinque ciccioastri in cerchio di Nanto che però ti puoi muovere) 

Orca/Shachi/Ork il rosso (accoppatore di Shura nella Terra dei Demoni ed ex tastierista dei BeeHive) 

Yuda (membro della sacra scuola di Nanto, maestro dello stile della Gru Rossa, drag queen)

e Shu (il generale cieco alla crema di Nanto). Già che ci siamo, ci guardiamo pure i bozzetti preparatori di un po' di altri personaggi del gioco, così ci facciamo un ripassone di tutti questi utilizzatori finali di calci in coolo uattà, sì?

Juza delle Nuvole (un altro dei cinque astri in cerchio di Nanto, guidato dalla stella del Mutamento, in pratica un fottuto lunatico)

 Kaio (il fratello maggiore di Raoul, Toki e Sayaka). In versione liscia, da Tizio qualsiasi...

...e in quella Semproniō, con il casco con le recchie di Topolino.

Ain (cacciatore di taglie dal cuore nobile e dal guardaroba inguardabile ANCHE per gli standard del mondo post-atomico di Kenshiro)

Hyo (secondo demonio della Terra degli Shura, fratello di Kenshiro - ché a Natale, nelle famiglie di Ken il Guerriero, volavano certi cazzotti che non ti dico appena scartati i regali - zingaro di un certo livello)

Bart (non più bimbomeenchia, ma ormai adulto e pronto a guidare l'armata di Hokuto insieme a Lynn)

Falco (il più forte dei Cinque Generali, successore della Scuola Imperiale di Cento, guidato dalla Stella Polare, interprete di grandi hit come Der Kommissar e Rock Me Amadeus).