Il nuovo Mortal Kombat è il miglior picchiaduro degli ultimi anni

No, sul serio. E il fatto veramente strano è che a te Mortal Kombat, la saga di Mortal Kombat, ha sempre fatto particolarmente schifo [...]

Scorpion contro il FRATELLO del vero Sub-Zero. È una lunga storia

Agli inizi, nelle sale giuochi del '92, perché quella storia dei lottatori digitalizzati tutti uguali che si scambiavano i pugnetti veloci facendo piroettare ettolitri di sangue (finto in almeno tre accezioni diverse dell'aggettivo) ti sembrava stupida, brutta e pure parecchio zingara. In seguito, perché mentre Capcom e SNK provavano a migliorare i propri picchiapicchia e i rispettivi, immaginifici mondi, Midway faceva di tutto per imbastardire ulteriormente il suo. Con le Babality. Le Animality. Le armi.

Punti più bassi toccati dalla serie di Mortal Kombat, parte 1: Puzzle Kombat in MK Deception (2004)

Nonostante le belle cose che ne avevi letto, a questo Mortal Kombat sei arrivato pertanto con il sopracciglio inarcatissimo. Ma quello che ti sei trovato davanti è stato innanzitutto un picchiaduro veloce e divertente. Pochissimo legno, ma senza per questo buttarsi nel circo di Marvel vs Capcom 3, e soprattutto godibile praticamente con tutti i suoi personaggi. E hai detto fischi.

Punti più bassi toccati dalla serie di Mortal Kombat, parte 2: Motor Kombat, il clone di Super Mario Kart, in MK Armageddon (2006)

Ma la cosa bella-bellissima di questo nuovo Mortal Kombat duemilaeundici è che oltre al suo arcade mode (la Skalata) e alle solite cazzatine di contorno (la Torre delle Sfide), ha la migliore modalità Storia mai vista in un picchiaduro. Pìriod. Uno story mode in sedici capitoli che riesce, in un colpo solo: a) a farti fare un tour esaustivo dei lottatori del gioco, b) a ricucire la storia dei primi tre Mortal Kombat e farla sembrare addirittura interessante su una scala da 0 a film con Cristopher Lambert con il parruccone di Raiden

anche considerato che il materiale di partenza era questo

c) a spiegare addirittura i cambi di look dei personaggi tra un episodio e l'altro. Una roba che a quelle quattro immaginette pezzenti prima dei titoli di coda in Street Fighter IV le guarda di traverso, e che alla modalità Scenario di Tekken 6 ci sputa direttamente in faccia. E il tutto senza neanche tirar fuori il tormentone di casa, le fatality, ché quelle in modalità Storia non si usano nemmeno. Sciapò.

Kitana e le sue gemelle. Bone, ma con lo stesso dentista di Baraka

Il che, averci un picchiaduro che ricapitolando riesce a essere veloce, divertente e perfino longevo, basterebbe per fare di Mortal Kombat duemilaeundici un capolavoro del genere. A smorzare un minimo, ma giusto un minimo l'entusiasmo arriva allora una grafica che ha spesso del deprimente, anche se prova a infilarlo in tutti i modi sotto il tappeto.

Punti bassissimi raggiunti dalla serie di Mortal Kombat parte 3: quella merda di Mortal Kombat Mythologies - Sub-Zero (1997)

E poi c'è il doppiaggio in italiano, che è stato affidato alle prime persone di passaggio, un pomeriggio qualsiasi, sul marciapiede di qualche paesino di provincia. Che è l'unica spiegazione che ti sei dato del fatto che Johnny Cage parli come un salumiere e Kitana come una raccoglitrice di maruzze.

Due contro uno. Nella modalità Storia del nuovo Mortal Kombat succede spesso.
Pure nei film zozzi

Ma son dettagli. Alla fine sono solo dettagli, ché il gioco spacca, perciò accattatevelo e vivete felici. E questo è quanto. Fine del post. Punto. Non però la macchina. Stasera torniamo a parlare del Paninaro. O di Almighty Thor della Asylum. Una delle due. Ciao. Non però il motorino.