Blast from the past: Fuga per la sconfitta (1989)
Nota dal futuro: nel 2010 scrivesti questa serie di post per l'Antro in cui trasportavi giochi del presente nel tuo passato da rEgazzino degli anni 80, ai tempi delle medie e pure un po' prima. Mesi dopo li avresti raccolti in un libricino, Inseguendo un Super Santos verso l'infinito, che potete scaricare da qui al modico prezzo di nothing. Questo era uno dei raccontini venuti meglio (forse). Ed è praticamente tutto vero. Per chi ai tempi non c'era, o inseguiva una sua chimera giocando a Resistance, rieccolo, ché è passato comunque abbastanza tempo perché sia lecito riproporlo. Enjoytempest.
E allora io gli ho detto Sasà, lo vuoi un arancino, che pago io con queste cinquemilalire? Ma lui mi ha detto no, ti ringrazio ma è troppo fritto e mamma mi ha detto che i fritti mi fanno male. Allora io gli ho detto ho capito, vuoi un panzerotto? Ma lui ha detto di nuovo no, pure quello è troppo fritto. Allora io gli ho detto un cartoccio di patatine? Lo vuoi un cartoccio di patatine con il chéciap? Ma lui ha fatto ancora no con la testa e mi ha detto ma non lo vedi che sono molto fritte? Come faccio? Non posso. Allora io gli ho chiesto Scusa, Sasà, ma se non puoi mangiare roba fritta mi dici allora perché ci hai portati in una friggitoria? [...]
Il fatto è che da quando gli è morto il papà, Tonino non è più lo stesso. Si è lasciato con Mirella, ha smesso di fumare le Linda di nascosto nei bagni e di giocare con il commodore, in classe se ne sta sempre zitto e non scendeva nemmeno più il pomeriggio, che diceva che doveva tenerci compagnia alla mamma, visto che quella era già depressa prima e mo' c'era il rischio che si gettava del tutto dal balcone. Sasà però non ne voleva sapere di vedere Tonino ridotto così e si è messo in testa che dovevamo fare più cose per aiutarlo a distrarsi. Come per esempio andare al cinema ogni settimana, però il martedì che costa di meno, e così ci porta a vedere questi film stupidi come ieri l'altro questo film che si chiama la Guerra dei Roses in cui ci sono marito e moglie che litigano e alla fine restano appesi al lampadario. Oppure che il sabato pomeriggio dobbiamo andare a mangiare le cose moderne dei paninari nei pub o in altri posti e non più i tramezzini alla pizzeria Stella come abbiamo sempre fatto. Ma la cosa peggiore è che Sasà si è messo in testa di sfidare quelli della 3a A. Mentre giocavamo un pomeriggio a questo gioco per il commodore che si chiama lézigiòns, anche se sulla cassettina comprata in edicola c'è scritto Sala Giochi, un gioco che devi entrare nelle stanze e giocare ai videogiochi come nelle salegiochi vere solo che qui non ci sono i drogati e quelli che ti chiedono il gettone e i drogati che ti chiedono i soldi o il gettone e il fumo e le ragazze zoccole sugli sgabelli e quelli che ti rompono le scatole mentre giochi chiedendo di lasciargli fare una pallina o un cannone o una vita, mentre giocavamo a questo gioco qui con la musica bellissima, Sasà ha posato all'improvviso il joystick sul tavolo, si è alzato in piedi e ha detto forte Ho trovato! So quello che ci serve per tirare su Tonino! Gli andiamo a rompere il culo a quei figli di ndrocchia!
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Ora non è che noi non sappiamo giocare a pallone, col fatto che Sasà ha provato a fare anche il portiere alla scuola calcio anche se poi l'hanno cacciato e che Tonino corre velocissimo e c'ha un sinistro che piegati. C'abbiamo pure lo straniero, Gino Raudi, che è nato in Canada anche se poi i suoi sono tornati in Italia perché il padre era malato di cuore e lì con quel freddo non ci poteva stare. Ma quelli della 3a A sono più forti. Sono più forti di tutti. Quattro di loro giocano nelle giovanili del Rende e il bomber Peppino Calluzzi ha fatto addirittura un provino con la SPAL. Del portiere, Mimmo Costabile, il figlio del gommista che parla solo a mugugni, si dice invece che ha imparato a giocare al riformatorio, perché ha sedici anni, fa ancora la terza media e a quattordici pare che gli ha tirato un pugno forte in faccia a un vigile che ci voleva fare la multa perché guidava il Ciao senza casco.
Allora io ci ho detto scusa Sasà va bene che dobbiamo tirare su Tonino, ma non ci puoi regalare uno di quei giornaletti zozzi che tuo padre nasconde dietro al mobile del salone, che facciamo prima? Ma lui mi ha detto no non capisci, per tirarlo su è importante lo spirito di squadra e per quello dobbiamo sfidare e battere quegli stronzi di merda della 3a A. E allora gli ho detto scusa Sasà ma come cazzo facciamo, che quelli ogni volta ci rifilano sette pappine e mentre se ne vanno ci dicono i polli sono serviti e ci fanno ciao con la mano? Che pure il professore di educazione fisica ha detto un giorno no, ragazzi, contro quelli non vi ci faccio giocare più, e lo faccio per voi? Ma Sasà è rimasto zitto e sembrava tutto concentrato e teso in viso e allora io gli ho detto Sasà, che c'è? Che stai pensando? Non ti senti bene? Ma lui ha detto solo no, scusa un attimo, e ne ha fatto uno di quelli potenti.
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La settimana scorsa abbiamo iniziato così gli allenamenti. Sasà mi ha fatto vedere dieci volte la scena dell'allenamento di Rocky da una videocassetta che ha registrato lui stesso l'ultima volta che hanno dato il film su Canale 5, solo che subito dopo la scena della scalinata partiva la pubblicità delle caramellissime Elah e così doveva fare avanti e indietro con il telecomando e a un certo punto il padre si è affacciato nel salone e ha detto Sasà, se me lo rompi giuro sulla madonna che ti chiavo un pugno in testa che ti faccio tornare normale. Allora io ci ho detto Scusi signor papà di Sasà, e siamo usciti. E siccome a Quattromiglia di Rende non c'è una scalinata come quella di Rocky, io, Sasà, Gino Raudi, Mario e Tonino siamo andati ad allenarci normalmente al campetto in terra battuta dietro le piscine, che è abbastanza buono e ci sono poche buche e se non piove non ti combini nemmeno troppo uno schifo. Solo che devi stare attento quando la palla finisce fuori perché tutto attorno è pieno di siringhe drogate. Boh, magari dopo che si drogano ci piace farsi due tiri, ha detto una volta Sasà.
Tonino se n'è stato zitto tutto il tempo e correva, correva con la sua tuta vecchia color verde albero della elleesse. Correva e tirava dei tiri potenti di sinistro sbam! che il Tango faceva un rumore pazzesco quando sbatteva contro il palo di legno e sembrava che un altro po' e veniva tutto giù. Ma noi lo sapevamo che Tonino non poteva bastarci, tanto più che quelli c'avevano il portiere energumeno e tutti quegli altri forti. Così durante l'allenamento di sabato Sasà ha detto che per vincere avremmo utilizzato uno schema di sua invenzione. L'ho chiamato l'attacco a sorpresa, ha detto, e perlomeno è riuscito a far parlare Tonino. Che ha lasciato scivolare via il pallone dopo averlo stoppato di petto, si è girato verso di lui e gli ha detto: Sasà, ma che minchia dici?
Sasà allora ci ha spiegato che in realtà lo schema era piuttosto semplice. Appena recuperata palla, Sasà dalla porta avrebbe dato il segnale, roteando il braccio sulla testa come un cowboy di Alla conquista del west. A quel punto io e Gino avremmo dovuto scattare sulle due fasce, Tonino e Mario invece al centro. Sasà ci lanciava allora la palla a me o Gino, che dovevamo metterla al centro per permettere a uno dei nostri due attaccanti una botta potente sotto rete. E quelli secondo te ci stanno a guardare?, aveva chiesto Gino guardandolo con diffidenza, ma Sasà era sicuro: muovendoci tutti assieme li cogliamo di sicuro di sorpresa e glielo sbattiamo al culo a quei bastardi di merda. Vedrete.
Ieri pomeriggio era finalmente il giorno della partita. Quelli della 3a A si sono presentati tutti con le magliette uguali, delle maglie nere con lo scollo a V e la scritta I Draghi di Quattromiglia sul petto. Gino ha detto che se le sono fatte fare dal negozio Francavilla Tutto per lo Sport, e che manco le hanno pagate. Sono arrivati e Peppino Calluzzi c'aveva un pallone di cuoio nuovo di zecca sotto al braccio, lo ha lasciato cadere a terra e ha detto Mo' vi massacriamo, coglionazzi. Solo che subito prima che iniziassimo a giocare è scoppiato un temporale pazzesco e veniva giù una pioggia che non si vedeva niente e badam! lampi e fulmini, così quelli hanno fatto per andarsene, ma Sasà ha afferrato per il braccio Peppino Calluzzi e gli ha detto Voi non andate da nessuna parte. Adesso giochiamo, coglionazzo.
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Quelli sono partiti subito forte e nei primi quattro minuti sono andati al tiro almeno dodici volte. Ma Sasà un po' per bravura, un po' per orgoglio e parecchio a culo ha parato tutto. Su un tiro angolato di Calluzzi si è tuffato di lato come un leone, respingendo di pugno in angolo e cadendo rovinosamente nel fango. Quando si è rialzato era mezzo marrone, dalla faccia alla tuta con le ginocchiere imbottite e io gli ho chiesto se andava tutto bene ma lui non mi ha risposto. Ci aveva gli occhi della tigre. Dopo un'altra parata su un colpo di testa insidioso di Tano LaMora, Sasà ha gonfiato il petto, ha cacciato un urlo e ha preso ad agitare il braccio destro sulla testa. Era il segnale: io e Gino siamo partiti a razzo, seguiti al centro dagli altri due. Sasà ha lanciato verso Gino che ha infilato in velocità il numero 4 dei loro e ha messo al centro sotto il diluvio per Tonino. Tonino è arrivato in corsa e ha colpito al volo il pallone che è partito con una violenza pazzesca, con una forza tale che il portiere delinquente non aveva alcuna possibilità di prenderlo. Ma la traversa invece sì. La palla è rimbalzata contro l'incrocio, e siccome quello era tutto storto ha preso una traiettoria strana, impennandosi a campanile per poi venir giù subito fuori dall'area. Mario si è preparato a prenderla di testa, ma quel vigliacco di Calluzzi ci ha pestato un piede con i tacchetti per non farlo saltare. Mario si è accasciato a terra, nel fango, tenendosi la punta del piede per il dolore, e il vigliacco Calluzzi ha stoppato con eleganza il pallone di collo per prepararsi alla ripartenza, mentre Sasà dalla porta gli urlava le peggio cose sul conto di sua madre. Solo che Calluzzi non aveva previsto l'intervento kamikaze di Gino, che si è lanciato in una scivolata terribile, portandogli via palla, parastinchi e forse pure un pezzo di caviglia. Mentre il vigliacco Calluzzi cadeva anche lui nel fango, il pallone si è alzato di nuovo per il contrasto e io l'ho visto arrivare a un metro e mezzo davanti a me e allora non ho pensato più a niente tranne che forse a una vecchia puntata di Shingo Tamai e mi sono tuffato.
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Ho preso la palla in piena fronte, ma a un'altezza dal suolo così ridotta che il pallone si è infilato giusto in mezzo alle gambe del portiere energumeno delinquente. Avevamo segnato. Avevamo segnato e ci siamo abbracciati forte, anche se eravamo pieni di fango, e Sasà piangeva e Tonino rideva e io ho pensato che forse almeno per adesso, almeno per un poco poteva stare un po' meglio. Poi lui ha messo una mano sulla mia testa e una su quella di Sasà e ha detto serio Grazie amici miei, grazie, e non rideva più. E questa cosa per poco non faceva piangere anche me.
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Quando sono tornato a casa, ieri, dopo la partita, ero felice. Anche se mia mamma era incazzata come una biscia per tutto quel fango che c'avevo addosso e mi ha detto che se si rompeva la lavatrice poi erano fatti miei. Ero felice. Ero felice perché sentivo che era bello avere degli amici veri, ma soprattutto perché a quegli stronzi di merda c'avevo fatto un gol in tuffo che Calluzzi se lo sogna la notte. Ero felice. Con tutto che alla fine abbiamo perso per 7 a 1.
E allora io gli ho detto Sasà, lo vuoi un arancino, che pago io con queste cinquemilalire? Ma lui mi ha detto no, ti ringrazio ma è troppo fritto e mamma mi ha detto che i fritti mi fanno male. Allora io gli ho detto ho capito, vuoi un panzerotto? Ma lui ha detto di nuovo no, pure quello è troppo fritto. Allora io gli ho detto un cartoccio di patatine? Lo vuoi un cartoccio di patatine con il chéciap? Ma lui ha fatto ancora no con la testa e mi ha detto ma non lo vedi che sono molto fritte? Come faccio? Non posso. Allora io gli ho chiesto Scusa, Sasà, ma se non puoi mangiare roba fritta mi dici allora perché ci hai portati in una friggitoria? [...]
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Ora non è che noi non sappiamo giocare a pallone, col fatto che Sasà ha provato a fare anche il portiere alla scuola calcio anche se poi l'hanno cacciato e che Tonino corre velocissimo e c'ha un sinistro che piegati. C'abbiamo pure lo straniero, Gino Raudi, che è nato in Canada anche se poi i suoi sono tornati in Italia perché il padre era malato di cuore e lì con quel freddo non ci poteva stare. Ma quelli della 3a A sono più forti. Sono più forti di tutti. Quattro di loro giocano nelle giovanili del Rende e il bomber Peppino Calluzzi ha fatto addirittura un provino con la SPAL. Del portiere, Mimmo Costabile, il figlio del gommista che parla solo a mugugni, si dice invece che ha imparato a giocare al riformatorio, perché ha sedici anni, fa ancora la terza media e a quattordici pare che gli ha tirato un pugno forte in faccia a un vigile che ci voleva fare la multa perché guidava il Ciao senza casco.
Allora io ci ho detto scusa Sasà va bene che dobbiamo tirare su Tonino, ma non ci puoi regalare uno di quei giornaletti zozzi che tuo padre nasconde dietro al mobile del salone, che facciamo prima? Ma lui mi ha detto no non capisci, per tirarlo su è importante lo spirito di squadra e per quello dobbiamo sfidare e battere quegli stronzi di merda della 3a A. E allora gli ho detto scusa Sasà ma come cazzo facciamo, che quelli ogni volta ci rifilano sette pappine e mentre se ne vanno ci dicono i polli sono serviti e ci fanno ciao con la mano? Che pure il professore di educazione fisica ha detto un giorno no, ragazzi, contro quelli non vi ci faccio giocare più, e lo faccio per voi? Ma Sasà è rimasto zitto e sembrava tutto concentrato e teso in viso e allora io gli ho detto Sasà, che c'è? Che stai pensando? Non ti senti bene? Ma lui ha detto solo no, scusa un attimo, e ne ha fatto uno di quelli potenti.
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La settimana scorsa abbiamo iniziato così gli allenamenti. Sasà mi ha fatto vedere dieci volte la scena dell'allenamento di Rocky da una videocassetta che ha registrato lui stesso l'ultima volta che hanno dato il film su Canale 5, solo che subito dopo la scena della scalinata partiva la pubblicità delle caramellissime Elah e così doveva fare avanti e indietro con il telecomando e a un certo punto il padre si è affacciato nel salone e ha detto Sasà, se me lo rompi giuro sulla madonna che ti chiavo un pugno in testa che ti faccio tornare normale. Allora io ci ho detto Scusi signor papà di Sasà, e siamo usciti. E siccome a Quattromiglia di Rende non c'è una scalinata come quella di Rocky, io, Sasà, Gino Raudi, Mario e Tonino siamo andati ad allenarci normalmente al campetto in terra battuta dietro le piscine, che è abbastanza buono e ci sono poche buche e se non piove non ti combini nemmeno troppo uno schifo. Solo che devi stare attento quando la palla finisce fuori perché tutto attorno è pieno di siringhe drogate. Boh, magari dopo che si drogano ci piace farsi due tiri, ha detto una volta Sasà.
Tonino se n'è stato zitto tutto il tempo e correva, correva con la sua tuta vecchia color verde albero della elleesse. Correva e tirava dei tiri potenti di sinistro sbam! che il Tango faceva un rumore pazzesco quando sbatteva contro il palo di legno e sembrava che un altro po' e veniva tutto giù. Ma noi lo sapevamo che Tonino non poteva bastarci, tanto più che quelli c'avevano il portiere energumeno e tutti quegli altri forti. Così durante l'allenamento di sabato Sasà ha detto che per vincere avremmo utilizzato uno schema di sua invenzione. L'ho chiamato l'attacco a sorpresa, ha detto, e perlomeno è riuscito a far parlare Tonino. Che ha lasciato scivolare via il pallone dopo averlo stoppato di petto, si è girato verso di lui e gli ha detto: Sasà, ma che minchia dici?
Sasà allora ci ha spiegato che in realtà lo schema era piuttosto semplice. Appena recuperata palla, Sasà dalla porta avrebbe dato il segnale, roteando il braccio sulla testa come un cowboy di Alla conquista del west. A quel punto io e Gino avremmo dovuto scattare sulle due fasce, Tonino e Mario invece al centro. Sasà ci lanciava allora la palla a me o Gino, che dovevamo metterla al centro per permettere a uno dei nostri due attaccanti una botta potente sotto rete. E quelli secondo te ci stanno a guardare?, aveva chiesto Gino guardandolo con diffidenza, ma Sasà era sicuro: muovendoci tutti assieme li cogliamo di sicuro di sorpresa e glielo sbattiamo al culo a quei bastardi di merda. Vedrete.
E' andata più o meno così |
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Quelli sono partiti subito forte e nei primi quattro minuti sono andati al tiro almeno dodici volte. Ma Sasà un po' per bravura, un po' per orgoglio e parecchio a culo ha parato tutto. Su un tiro angolato di Calluzzi si è tuffato di lato come un leone, respingendo di pugno in angolo e cadendo rovinosamente nel fango. Quando si è rialzato era mezzo marrone, dalla faccia alla tuta con le ginocchiere imbottite e io gli ho chiesto se andava tutto bene ma lui non mi ha risposto. Ci aveva gli occhi della tigre. Dopo un'altra parata su un colpo di testa insidioso di Tano LaMora, Sasà ha gonfiato il petto, ha cacciato un urlo e ha preso ad agitare il braccio destro sulla testa. Era il segnale: io e Gino siamo partiti a razzo, seguiti al centro dagli altri due. Sasà ha lanciato verso Gino che ha infilato in velocità il numero 4 dei loro e ha messo al centro sotto il diluvio per Tonino. Tonino è arrivato in corsa e ha colpito al volo il pallone che è partito con una violenza pazzesca, con una forza tale che il portiere delinquente non aveva alcuna possibilità di prenderlo. Ma la traversa invece sì. La palla è rimbalzata contro l'incrocio, e siccome quello era tutto storto ha preso una traiettoria strana, impennandosi a campanile per poi venir giù subito fuori dall'area. Mario si è preparato a prenderla di testa, ma quel vigliacco di Calluzzi ci ha pestato un piede con i tacchetti per non farlo saltare. Mario si è accasciato a terra, nel fango, tenendosi la punta del piede per il dolore, e il vigliacco Calluzzi ha stoppato con eleganza il pallone di collo per prepararsi alla ripartenza, mentre Sasà dalla porta gli urlava le peggio cose sul conto di sua madre. Solo che Calluzzi non aveva previsto l'intervento kamikaze di Gino, che si è lanciato in una scivolata terribile, portandogli via palla, parastinchi e forse pure un pezzo di caviglia. Mentre il vigliacco Calluzzi cadeva anche lui nel fango, il pallone si è alzato di nuovo per il contrasto e io l'ho visto arrivare a un metro e mezzo davanti a me e allora non ho pensato più a niente tranne che forse a una vecchia puntata di Shingo Tamai e mi sono tuffato.
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Ho preso la palla in piena fronte, ma a un'altezza dal suolo così ridotta che il pallone si è infilato giusto in mezzo alle gambe del portiere energumeno delinquente. Avevamo segnato. Avevamo segnato e ci siamo abbracciati forte, anche se eravamo pieni di fango, e Sasà piangeva e Tonino rideva e io ho pensato che forse almeno per adesso, almeno per un poco poteva stare un po' meglio. Poi lui ha messo una mano sulla mia testa e una su quella di Sasà e ha detto serio Grazie amici miei, grazie, e non rideva più. E questa cosa per poco non faceva piangere anche me.
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Quando sono tornato a casa, ieri, dopo la partita, ero felice. Anche se mia mamma era incazzata come una biscia per tutto quel fango che c'avevo addosso e mi ha detto che se si rompeva la lavatrice poi erano fatti miei. Ero felice. Ero felice perché sentivo che era bello avere degli amici veri, ma soprattutto perché a quegli stronzi di merda c'avevo fatto un gol in tuffo che Calluzzi se lo sogna la notte. Ero felice. Con tutto che alla fine abbiamo perso per 7 a 1.
Seguono novanta minuti di applausi.
RispondiEliminabeh sei davvero un grande, doc
RispondiEliminaAhahahaha... leggevo e tra me e me dicevo "tra un po' scatta la gag che se ne sono presi 10 e ne hanno fatto 1" ... "no dai forse meglio 7 che è dispari e sembra meno finto"..
RispondiEliminaLOL
Grandissimo racconto, ma povero Tonino.
Questo è forse il più autobiografico dei pezzi sugli anni 80 con Sasà e Tonino Pugnetta. Dal 7-1 al mio gol in tuffo - che nel ricordo rivivo ogni tanto come uno dei miei momenti più Rocky IV su una scala da Rocky a Rocky V. Ho cambiato solo i nomi di qualcuno degli avversari perché a) non me li ricordavo tutti, b) ho paura che mi vengano a rigare la Honda.
RispondiEliminaChe belle queste cose! :)
RispondiEliminaRiguardo ai "palloni" da calcio amatoriali, da noi in gioventù andava forte il "Super Tele"; il pallone con il tiro ad effetto incorporato che prendeva il vento come e meglio degli acquiloni ed era magnetico nei confronti dei rosai... :D
Bei tempi! ;)
PS: Più leggo questo blog, più mi rendo conto che è inutile leggerne/scriverne altri! Ormai mi sto convincendo che esista un immaginario collettivo ed un'aneddotica spicciola comune che fondamentalmente fa scrivere lo stesso blog a tutti noi, anche se crediamo di no. ;) :)
Marte, l'hai letto il post su Super Santos e Super Tele, sì?
RispondiEliminahttp://docmanhattan.blogspot.com/2010/07/super-santos-vs-super-tele-la-sfida.html
La tua considerazione sul blogoverso mi trova fondamentalmente d'accordo. Basta che ad abbeverarti dallo stesso immaginario colletivo tu continui a venire qui. C'abbiamo pure le bottiglie a impatto zero come alla Coop.
Vuoto a rendere, altro che bottiglie a impatto 0. Bisogna tornare al vuoto a rendere.
EliminaGrande Doc e grandi Tonino e Sasà!
RispondiEliminaChe meraviglia, che meraviglia...
RispondiEliminaautobiografici o meno, i post sulla tua vecchia banda sono sempre più gustosi.
Ormai mi sono affezionato ai "personaggi": si può dire?
E posso insistere sul punto che un romanzo per ragazzi, ragazzi dai trent'anni in su, con Sasà e Tonino Pugnetta e tutti gli altri avrebbe delle serie potenzialità di sfondare?
Se necessario, ne compro cinque copie: lo prometto.
Lessi la disfida questa estate, dalla montagna, col palmare. ;)
RispondiEliminaPer il resto, non cambio pusher (come potrei, ora che ho trovato "l'anima gemella"? ;) :P ).
PS: Come ho scritto "aquilone", nel commento precedente? :-/ Ma soprattutto: Che cos'è un "acquilone"? Il giocattolo preferito di "Liquid Snake"? :D
Bello come tutti gli altri della serie. Con in più quell'agrodolce da libro cuore e quel finale con l'abbraccio da magone.
RispondiEliminaIo, di copie, di un eventuale libro nel caso ne prendo sei.
Purché ti sbrighi.
tigre, pda: vi ringrazio, ma non mi fate ripetere ogni volta le stesse cose, su
RispondiEliminaSei un vero artista Doc. La capacità di far rivivere così bene, e poter finalmente ridere, (con commozione annessa) di tutte quelle situazioni è una rara capacità che mi sta rendendo un antrista dipendente.
RispondiEliminaP.S.: Condivido pienamente il fatto che il Super Tele (e il suo clone Super Santos) avevano una distribuzione del centro di massa decisamente Heisenberg su una scala da Newton a Heisenberg.
Immenso :)
RispondiEliminama a noi 80' ci avran mica fatti tutti con lo stampino?
Con diversi anni di ritardo, gli applausi del primo commento da 90 diventano i 92 di fantozziana memoria... Perche tutti, ci possiamo identificare in questo splendido racconto di sportinfanzia;-)
RispondiEliminaInseguendo un Super Santos è una lettura che non invecchia mai ed ha il profume del nostre essere stati diversamente bambini . Grazie sempre per questa piccola perla
RispondiEliminaBellissimo racconto, mi ha fatto venire una super bruschetta che ho dovuto nascondere alla mia collega di stanza dicendo che avevo il gomito che faceva contatto con il piede. Mi ritornano in mente i vecchi tempi e la voglia di scrivere un racconto (pur non avendo la tua bravura) relativo ad un revival pallavolistico con i vecchi compagni, ormai belli ciccioni e stempiati, con relativa partecipazione ad un torneo di vecchie glorie, in onore di un giocatore defunto (lo so, è leggermente ispirato a "Un weekend da bamboccioni", solo con la pallavolo al posto del basket e senza Salma Hayek, purtroppo!), però la storia sarebbe autobiografica.
RispondiEliminaPerò ho notato che Roberto Saviano ha scritto un racconto, intitolato "Super Santos", che parla della prima adolescenza di 4 ragazzini del sud! Il Doc ha copiato! (Gh!)
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaAnche no, eh? xD
Eliminahttps://docmanhattan.blogspot.it/2012/01/maestra-saviano-copia.html
secondo te il "Gh!", tipica espressione di Rat-man quando realizza di aver detto una stronzata, cosa ci stava a fare? (visto che non è possibile dare l'intonazione nello scrivere, preciso che il commento è detto senza vena polemica)
EliminaCosì come l'"xD"
EliminaComunque tranquillo, avevo capito il tono. Quei punti esclamativi non potevano che essere goliardici :)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaOgni volta che ricicciano questi post, risale il rimpianto per non essere arrivato in tempo per la copia cartacea...
RispondiEliminaNon so neanche io se ne ho una...
EliminaGrazie Doc! I tuoi racconti sono sempre molto tanto apprezzati!
RispondiEliminapiaciuto molto doc,ne vogliamo ancora.
RispondiEliminaHai già letto tutto il libricino? :)
EliminaScriverne altri, non so...
ehm mi era sfuggito il passaggio,rimedio subito,scusami e che ehm certe volte leggo a supervelocità e non ci crederai ma così mi perdo qualche pezzo .è inspiegabile vero?
EliminaUna meraviglia di racconto... Molto simile alla partita nostra contro quelli della 3° E... in una strada senza uscita di Palermo... partita chiusa in anticipo, causa rissa per un "gol-non gol" (pallone passato su uno zaino palofacentefunzione)... il sottoscritto Totò Se parava e massacrava un jeans alla volta...
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RispondiEliminaScusa Doc,ma Sasà Baratta (rombo di tuono) esiste,è esistito veramente?nel senso é uno pseudonimo per ragioni di privacy del vero Sasà?siete ancora in contatto/vi vedete/sentite/siete amici su facebook?puoi anche rispondere “fatti i cacchi tuoi,nun ce rompere”ovviamente
RispondiEliminaÈ una domanda che mi hanno rivolto in tanti, in questi anni. Ma è meglio che resti senza risposta :)
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaSull'argomento consiglio di leggere l'illuminante saggio del Dr. Alaspo Eseranda "Alle origini dell'Antro - Sasà Baratta: mitologia o mitopoiesi?", edizioni Voyager, Wakanda.
EliminaPurtoppo la pubblicazione continua a subire ritardi, si sospetta a causa di ostacoli da parte dei Monopoli di Stato italiani per i tabacchi...
Io tipo non voglio saperlo, ecco.
EliminaIl libro l'ho letto tutto tempo fa e l'ho riletto tutto almeno altre due volte ^^
RispondiEliminaBellissimo,Sasà è un grande
RispondiEliminaL'avevo giá letto e me lo ricordavo bene, ma l'ho riletto con piacere.
RispondiEliminaUno dei racconti che mi è rimasto più impresso, ma tutto inseguendo un ss è un piccolo grande capolavò, sempre fisso nel mio ebook
RispondiEliminabello davvero! ew
RispondiEliminaUrka, un post dal passato :D
RispondiEliminaOddio, mi sono commossa :') grazie :-)
RispondiEliminaNon ricordo con quale concatenazione sono finito a rileggere questo articolo, ma mi viene voglia di rileggere il tuo libro Doc.
RispondiEliminaOgni volta mi chiedo come fai a ricordarti certe cose e l'unica risposta che mi viene è che almeno provi a scrivere i tuoi ricordi e che così riesci mano a mano a tirarli fuori e forse è diverso dal doverli ricordare a mente
Ti saluto con un gesto del Minollo e grazie sempre Alessà :D