Vita, mort… immortalità e miracoli di Mr. T

Più che un uomo, un mito. Più che un mito, un taglio di capelli zingaro. Più che un taglio di capelli zingaro, il più grande attore-cantante-buttafuori-presentatore-bressler di sempre. Signori e Fontolan, il solo e unico Mr. T […]

1952
Laurence Tureaud nasce a Chicago, Illinois, ultimo dei 12 figli di un pastore protestante. Ma il nome Laurence non gli sembra abbastanza virile, perciò a tre mesi gli preferisce quello di Mr. T.
A sei mesi sarebbe già in grado di prendere a schiaffi sulle orecchie i suoi sette fratelli e le sue quattro sorelle maggiori, ma non ce n'è bisogno. Gli basta guardarli storto per precipitarli nel terrore.

Mr. T a un anno
ANNI 60-70
Negli anni formativi del liceo, uno stranamente sbarbato Mr. T gioca a football, vince il campionato studentesco di lotta per abbandono di TUTTI gli avversari e impara le arti marziali. Ovviamente anche quelle non gli servono a nulla, perché a lui, gli altri, ci basta guardarli storto.
Trovando ormai Chicago priva di stimoli, Mr. T si fa qualche anno nell'esercito, poi prova a entrare in prima squadra con i Green Bay Packers, ma un problema al ginocchio lo costringe a dire addio al football. Lui la prende con filosofia e saluta il suo vecchio coach e il capitano dei Packers. "Beh, mal comune mezzo gaudio, ragazzi", dice. Prima di frantumare a entrambi un ginocchio.

FINE ANNI 70: INIZIA LA COLLEZIONE DI CATENAZZE D'ORO AL COLLO

Abbandonato lo sport, Mr. T decide di guadagnarsi da vivere facendo il buttafuori. E' a questa fase della sua vita che i biografi ufficiali fanno risalire l'inizio della sua enorme, tamarrissima passione per le collane d'oro. Mr. T prende infatti ad appendersi al collo l'oro perso dai clienti dei club in cui lavora mentre a) venivano sbattuti fuori a calci in culo, b) venivano presi all'interno a calci in culo. L'idea è quella di permettere a questi poveri stronzi di riprendersi collanine, anelli e braccialetti senza rimetter piede nel locale. Ma nessuno, OVVIAMENTE, dopo esser stato menato una volta da Mr. T ha il coraggio di tornare a chiedergli qualcosa, perciò la quantità di oro appesa al collo del buttafuori cresce esponenzialmente, di serata in serata, arrivando a sfiorare i 120 kg netti.
Secondo un'altra versione, quello appeso al collo dell'uomo un tempo noto come Laurence Turaud sarebbe invece il tesoro perduto di Montezuma.

"Che volete? Ho dato tutto a Mr. T"
FINE ANNI 70: IL TAGLIO DI CAPELLI MOHICANO
C'è chi un tempo, il taglio di capelli di Mr. T, lo chiamava mohawk, mohicano. Quel qualcuno è stato trovato ucciso in circostanze misteriose. In un fosso. Con gli arti invertiti.
Quello di Mr. T non è infatti un banale taglio da mohicano, una roba alla Marek Hamsik qualsiasi. Si tratta dell'acconciatura tipica dei guerrieri Mandingo, alla quale il Nostro ha deciso di ispirarsi dopo averne letto su un numero del National Geographic. Sì, "acconciatura mandingo" suona parecchio più maschio di "taglio da modicano". No, questa non è una minchiata.

1982
A quella di buttafuori, Mr. T ha affiancato nel frattempo anche la carriera di guardia del corpo per varie celebrità. Guadagna un pacco di soldi e, in virtù del suo look molto signorile, finisce in un programma della ABC. La sorte vuole che Stallone si trovi a guardare quella sera la TV e ne rimanga colpito: Sly lo chiama a interpretare Clubber Lang in Rocky III.

Avrà modo di pentirsene. Amaramente.
Rocky III segna anche la nascita di un altro elemento fondamentale del mito Mr. T: la frase "I pity the fool". Lo Stallone Italiano (apostrofato in conferenza stampa da Lang con un "No, I don't hate Balboa, but I pity the fool") sarà solo il primo dei circa ventisette milioni di esseri umani cui Mr. T rivolgerà negli anni la sua immortale catchphrase. 
Sempre nell'82, per festeggiare la vittoria degli azzurri al Mundial, viene offerto a Mr. T un ruolo da protagonista nel celebre film fantasy di Don Coscarelli Kaan Principe Guerriero (The Beastmaster), ma qualcosa va storto e la produzione lo esclude dal cast. Mr. T e i suoi adorabili gilet trovano comunque una particina in un altro film sulla boxe, Penitentiary II. Don Coscarelli viene ritrovato invece morto in un fosso, e la MGM lo sostituisce con un clone per terminare le riprese.

1983
Ma giusto il tempo di fare un po' di riscaldamento con qualche altra comparsata in TV, e Mr. T è pronto per il suo appuntamento con l'immortalità. A Frank Lupo la NBC affida non già le pecore ma l'ideazione di un nuovo, americanissimo, zingaro, orribile, bellissimo telefilm. Nasce l'A-Team, e con lui il personaggio del sergente Bosco Albert "B. A." (Bad Attitude) Baracus. In Italiano P.E., pessimo elemento. Dice: e il gioco di parole con le iniziali di Bosco Albert? Sticazzi.

Baracus è quello bello
Per cinque stagioni le TV ammerrigane sono abitate quindi da deflagrazioni, milioni di proiettili esplosi sempre, clamorosamente a vuoto e carri armati tirati su partendo da un carrello dell'Esselunga. Che cosa non ti combina quel Baracus con una fiamma ossidrica, quattro bulloni e le sue manine d'oro.
Per Mr. T è l'apice del successo, tanto che qualcuno alla NBC trova intelligente l'idea di dedicargli pure un cartone animato, Mister T, che va avanti per tre stagioni fino al 1986. D'altronde cosa c'è di più educativo, per i ragazzini del sabato mattina, di un energumeno pieno d'oro che ci picchia i pugni in faccia alla gente?

1984
E se il 1983 è stato per lui l'anno del grande trionfo, il 1984 è assolutamente l'anno della consacrazione per Mr. T. In soli 12 mesi, tra una pausa e l'altra delle riprese dell'A-Team, quando non è impegnato ad avvitare e svitare bulloni, Mr. T a) gira un filmato motivazionale (Be Somebody… or Be Somebody's Fool!) in cui insegna ai giovani a comportarsi bene. Guardandoli storto.
b) presta la sua voce da usignolo per un disco. Un disco rap (Mr. T Commandments, Columbia/CBS Records). L'industria discografica ne esce profondamente sconvolta.

c) è protagonista assieme al resto dell'A-Team di una miniserie a fumetti Marvel.

d) viene invitato alla Cena di Natale della Casa Bianca.

 Dove prova subito a sedurre la first lady Nancy Reagan
1985
Sul set dell'A-Team, nel frattempo, Mr. T ha acquisito sufficiente abilità nel menare per finta la gente senza menomarla a vita. Sono state ormai gettate le basi per proiettarsi in un mondo più serio, genuino e professionale rispetto a quello di Hollywood: Mr. T debutta così in WWF al fianco di Hulk Hogan nel primo Wrestlemania. Roddy "Rowdy" Piper e altri bressler dichiarano di non sopportare Mr. T, perché non è un vero bressler e non capisce perciò la profonda filosofia del bresslinz. Ma lui non se la prende. "Amici come prima", dice. Dopo aver spezzato loro una decina di ossa a testa, distruggendone per sempre la carriera sul ring.
Sul ring del bresslinz, peraltro, Mr. T ci rimetterà piede più volte nel corso degli anni, con o senza quei ridicoli guantoni da boxe di Clubber Lang. L'ultima sua apparizione risale al novembre 2001 a RAW. Fortunatamente NON si trattava della stessa serata in cui Chuck Norris ha ucciso un biondino con un calcio rotante, altrimenti il continuum spazio-temporale del nostro universo sarebbe stato messo seriamente a repentaglio. Per saperne di più sul celoduristico, apocalittico confronto tra i due titani, Norris e Mr. T, si legga questo post qui. Ché mo' non c'abbiamo tempo. Dicevamo?

1988-1990
Ah, sì: l'88. Nell'88 l'A-Team ha finito i proiettili, perciò Mr. T se ne va in Canada a girare una nuova serie: T. and T.
Che all'inizio doveva intitolarsi "T and A", ma poi sembrava una roba un attimo porno e allora l'hanno chiamata T and T. Per tre squallide stagioni Mr. T è T.S. Turner, un pugile accusato ingiustamente di un delitto che non ha commesso, e dal quale, grazie all'avvocato Amanda Taler, proverà a scagionarsi. Guardando storto la giuria.

1993

La pezzentissima Now Comics gli dedica nel 1993 un fumetto, andato avanti per 14 numeri e disegnato nientepopodimenoche da Neal Adams (per i profani: uno dei più grandi disegnatori di Batman - e non solo - degli ultimi duemila anni). Ma il primo numero mostra una scena che a Mr. T non va giù. Questa:
Adirato perché il fumetto metterebbe in luce una parte sensibile del suo animo, nonostante lui quella parte l'abbia strangolata prima di compiere i due anni di vita, Mr. T chiede la confisca di tutte le copie e la loro immediata distruzione. Distruzione alla quale provvede egli stesso. Guardandole storto.
Altri fumetti sull'uomo Mr. T, negli anni del revival selvaggio degli 80, sono quelli di APComics (2005) e la Mr. T Graphic Novel di Mohawk Media (2008). Sulla copertina di quest'ultima Mr. T è un super-eroe
mentre all'interno è direttamente Cristo
2006
Sbrigata la scocciatura di un linfoma (per estrema coerenza, Mr. T s'era preso una neoplasia alle cellule T!), e dopo esser apparso nel 2002 nel video "Pass The Courvoisier" al fianco di Busta Rhymes , P. Diddy e Pharell Williams (tutti e tre si sentivano profondamente debitori nei suoi confronti, visto che la voglia di fare rap era venuta loro ascoltando il capolavoro Mr. T Commandments), e aver raccattato qualche particina nel sottobosco di Hollywood, nel 2006 Mr. T torna in TV con "I Pity the Fool", reality per TV Land nel quale riprende il suo ruolo di santone, guida spirituale in calzettoni da boscaiolo per i ragazzini e persona pacifica che prende la gente a schiaffi forti in faccia solo quando è strettamente necessario.

2007
Mr. T è testimonial di una campagna per le barrette Snickers, ma in uno spot spara barrette
di cioccolata con una gatling gun contro un tizio che fa la marcetta e sembra un po' gay. Il gruppo Human Rights Campaign pianta un casino pazzesco, parlando di "rappresentazione ironica della violenza contro i gay, le lesbiche, i bisex e i transessuali". La Mars ritira le pubblicità negli Stati Uniti (ma non in Australia), Mr. T dichiara che i suoi migliori amici sono gay. E fa il nome di Sberla, costringendolo all'outing.
"Ecco… io… non è stato facile nascondersi per tutti questi anni…"
2008
Sulla rete di televendite Shopping TV, in mezzo a materassi, pentole mastrote e coltelli dello Chef Tony va in onda un momento altamente drammatico.

Mr. T cerca di vendere alle massaie d'America il suo fornetto sfornatutto, il "Mr. T Flavorwave Oven".
Gli ex ragazzini degli anni 80 gridano alla fine di un'era. In lacrime. Distrutti.

2009
Tutti credono che Mr. T sia ormai alla frutta. Ma in realtà siamo ancora al secondo: un anno fa è infatti tra i doppiatori originali del film "Piovono polpette", per il quale presta la voce a Earl Devereaux.

L'aggressivo (ma pur sempre buono coi bambini) Earl Devereaux.

2010
Esce il film remake sull'A-Team. George Peppard rifiuta il cameo offertogli nel film perché nel frattempo passato a miglior vita, Dwight Schultz (Murdock) e Dirk Benedict (Sberla) invece accettano. Mr. T chiede invece solo che gli venga mostrato il tizio che prenderà il suo posto.

"E questo chi cazzo sarebbe?", è tutto quel che dice una volta visto Quinton Jackson, prima di sfondare a cazzotti il muro per guadagnare l'uscita.

OTTOBRE 2010
Ma ora che sono passati quasi trent'anni, ora che di primavere l'uomo ne ha alle spalle cinquantotto, si sarà calmato? Si sarà calmato, oggi, Mr. T? Gli sarà passata la fissa per tutto quell'oro, gli abiti zingari e l'acconciatura mohawk da mandingo?


...
Macché.

E sì, lo hanno invitato in una trasmissione di economia, su un canale via cavo che parla di economia, in qualità di esperto degli investimenti sull'oro in tempi di crisi finanziaria. Sul serio.




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Commenti

  1. Immenso Mr. T. Il nuovo Baracus non è degno di allacciargli le scarpe (anche se è uno che per professione mena davvero)

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  2. Come non amare un uomo dallo stile così sobrio e misurato?

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  3. L'ultimo video mi ha messo una tristezza notevole: avrei preferito non vederlo mai con la panza.

    Certo che la sigla italiana del cartone chi se la ricordava più!
    "...Senza di te mi sento perduto"....
    "...Tu sei un amico SPECIALE"...
    ma chi l'ha scritta? Sberla?

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  4. "E' grande, è forte e picchia per tre, se lo chiami, lui picchia ANCHE TE!".
    O almeno questo era il testo originale, prima che intervenisse la solita, odiosa opera di censura.

    Ah, gentaglia, un uomo dai DEPRECABILI GUSTI SPORTIVI, MUSICALI, ESTETICI mi diceva di aver riscontrato dei PROBLEMI A LOGGARSI per lasciare un commento.
    Se qualcuno dovesse imbattersi in problemi analoghi, è pregato di mandarmi una mail (l'indirizzo è da qualche parte qui accanto). Altrimenti vi faccio guardare storto da Mr. T.

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  5. massima stima per questo blog da uno nato nel 1980!

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  6. Niente, comunque come mille altri volevo dare di stomaco di fronte alla sigla del cartone. Che avevo rimosso. Altro colpo di classe di un blog térone, come sempre.

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  7. Grazie per il post Doc.:
    non sapevo la Marvel avesse creato comics sull' A.team.

    Spaziale.

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  8. la bella Gigogì: daghela al terùn!!!

    N°0: gracias. Dovrei pure averne il primo numero da qualche parte. Magari una volta o l'altra ci torniamo su.

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  9. Magari è deformazione professionale, ma nel fumetto non solo è Cristo ma anche Super Mario. Mr. T, Super Mario e Jesus rolled into one: che minchia di trittico!

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  10. C'entra qualcosa questo post con l'imminente messa in onda di rocky 3 ?

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  11. Certo. Mi hanno passato una bustarella per fargli un minimo di traino al film. I poveracci.

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  12. I Beasty Boys fatti singolo uomo. Uomo brutto e aggressivo.

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  13. Ho sempre pensato che B.A. stesse per BAD ASS...

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  14. Adoro i tuoi post. Seriamente *-*
    Tranne quelli neroazzurri

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  15. E non dimentichiamoci la pubblicità di Mr T su World of Warcraft!

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  16. Non mi risulta che Dirk Benedict sia gay, tra l'altro ha 3 figli e due mogli, non mi risultano outing su internet.

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    1. Era una battuta legata a un fatto di attualità dell'epoca, anche se non ricordo i dettagli. E oh, son passati quattro anni...

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  17. Cavolo... ma ho commentato un post di 4 anni or sono. Chiedo venia per i punti sospensivi da pdf. Sono ovviamente fuori luogo. Ci sei o ci fai? è comunque "particolare"

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