Tekken: il film. Tutta la storia minuto per minuto (aka "il post più lungo dell'anno")
Siccome per vederti questo film, anziché lasciarti trasportare da un torrente dalla corrente come avrebbe fatto chiunque, hai scucito quaranta carte a yesasia e pure altre quattro alla dogana, siccome hai speso ottanta minuti buoni della tua vita per guardartelo, siccome in Italia non si sa se e quando e come esce, siccome ti va, prima di esprimere un giudizio sintetico sul film di Tekken, hai pensato di raccontarlo tutto. E per tutto intendi, uh, tutto. […]
La storia è la storia di Tekken, solo peggio. Il regista Dwight H. Little parte dal presupposto (corretto) che un film definitivo su un torneo senza esclusione di colpi fosse impossibile girarlo, perché ci ha già pensato Newt Arnold nel 1988. Si chiamava, per l'appunto, Senza esclusione di colpi, e c'erano Van Damme, lo scenario alla Street Fighter 2, il kumité. Tekken il film è perciò innanzitutto venti minuti ridicoli che precedono le legnate, in cui si cerca di buttarci lì un contorno, e la pellicola riesce a mostrare prevedibilmente il suo profilo più butterato.
In un futuro senza più nazioni, le corporation hanno preso il controllo del pianeta, e al posto del vecchio Giappone c'è la Tekken. Tekken, però, è sia il nome del paese che della corporazione, della città e del torneo, organizzato dal padre/padrone di paese, corporazione e città, Heiachi Mishima.
Suo figlio Kazuya, però, vorrebbe anche lui un posto al sole. E siccome la fiction omonima di Rai 3 nel 2039 non la producono più da decenni, grazie al cielo, è costretto a prendere di mira l'impero del padre.
Jin Kazama è invece - e occhio all'originalità dello spunto - un corriere per il mercato nero della tecnologia. Ora, il Jin del gioco è uno dei personaggi più cool dell'universo ludowanker tutto. Fisicato, con il tatuaggio tribale figo e tutto il resto. Nel film, invece, Jin Kazama è questo tizio qui:
Ma vabbè. Dopo la sua ultima sgambata, Jin riesce a comprare per la madre un'arancia e un po' di caffè da un pericoloso pusher di avanzi del mercatino rionale. Il ragazzo porta alla madre l'agrume e quel fondo di miscela arabica Kimbo tutto felice. Non ha mai conosciuto suo padre, la mamma gli ha insegnato tutto quello che sa, ed è pure una che chiava le mani pesantemente.
Abbiamo appena conosciuto Jun, ma è già il momento di salutarla, perché Kazuya decide di far bombardare quel quartiere di ribelli, comunisti e nemici della libertà, e siccome Jin era impegnato a bombarsi la sua fidanzata biondina non ha potuto difenderla.
Oh, succede.
Per vendicare la madre, Jin decide di uccidere Heiachi Mishima (che in effetti con la morte di Jun non c'entra una fava), partecipando al torneo Tekken, organizzato dalla Tekken nella città di Tekken, capitale di Tekken. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo quell'uomo bruttissimo di Marshall Law: solo battendo il cinese potrà ottenere la wild card per il torneo. L'incontro tra i due sembra un incontro di bressling con un po' di piroette alla Bruce Lee. Solo che le piroette le fa Jin, non Law.
Jin è quasi sconfitto, ma all'ultimo secondo ci chiava a quell'altro un calcio uattà a tradimento e vince. Frattanto Heiachi studia da casa, guardando il match su Sky, questo nuovo concorrente, mentre Kazuya continua ad ammaccare frustrazione perché il padre non gli lascia comandare un cazzo. Frustrazione che il rampollo di casa Mishima sfoga però con stile, gli va riconosciuto. Bombandosi contemporaneamente le sorelle Williams.
Jin e il suo agente (sic) arrivano a Tekken, cuore del regno di Tekken, per partecipare al torneo Tekken. Apelle figlio di apollo eccetera eccetera. L'agente di Jin è l'ex lottatore Steve Fox. Gli altri partecipanti del torneo, come illustra Kazuya al padre fissando uno schermo, saranno invece Raven, Eddy Gordo, Sergei Dragunov (ma sullo schermo c'è scritto "Dragonov": figura di merda), le precedentemente bombate sorelle Williams, Christie Monteiro (ma sullo schermo c'è scritto "Montiero": altra figura di merda), Bryan Fury, Yoshimitsu e Miguel Rojo, esperto di zipota.
Cioè, niente Paul Phoenix (e ce ne si fa facile una ragione), ma soprattutto NIENTE KING.
Si parte davvero malissimo.
I combattenti si allenano, e Jin (a cui Steve Fox ha regalato i celebri pantaloni tamarri), con la scusa delle tecniche dell'arte marziale segretissima, cerca subito di rimorchiare Christie.
Si passa subito al torneo, che viene aperto, in assenza di presidenti del consiglio dalla battuta facile e dei loro amici libici che di facile c'hanno la sventagliata di mitra, da uno spettacolo di ballerine.
I lottatori salgono sul palco, uno dopo l'altro, ma Jin è troppo impegnato a fissare il culo di Christie. Che se ne accorge, e lo minaccia di morte.
Il primo incontro è tra Raven ed Eddy Gordo, e il brasiliano di Viarènsgi parte con le solite capriolette da giocatore niubbo. Poi Raven ci chiava un paio di cazzottoni in faccia, tah, diretti, e lo stende.
Il secondo match è invece tra Miguel Rojo, impersonato dal cugino del bressler Randy Orton, e dall'uomo della ggggente, Jin. Quest'ultimo perde e muore, fine del film, titoli di coda.
Anzi, no.
Come non detto.
Vince, ma grazie a una botta di culo. Jin scende ad allenarsi in palestra, in compagnia dei ricordi dell'addestramento che la madre Jun l'ha costretto a subire da ragazzino, anziché lasciarlo giocare con il Super Santos come tutti. La scena è molto Rocky 4 su una scala da 0 a Lacrime Napulitante. Jin non si accorge però che una sempre più ingrifata Christie lo spia dall'ingresso.
Allora la Monteiro/Montiero/Tarantini o Tarantino decide di prendere in mano la situazione, almeno per il momento in senso figurato, invitandolo a fare un giro in città. Nel frattempo Kazuya scopre, grazie a un sofisticato programmino per calcolatrice Casio, che Jun e Jin hanno un DNA identico al 100%. Il che, trattandosi di madre e figlio e non di due gemelli omozigoti, ti sembra grossomodo una cazzata galattica.
I due piccioncini sono arrivati nel frattempo in una discoteca, e Christie, per farglielo capire, ha indossato un pantalone ancor più da porca.
Qui parlano, parlano, parlano, finché lei non lo porta in pista e ci fa un ballo che dirty dancing al confronto è un film disney e la lambada strofineira una roba per i campeggi dei lupetti.
Rientrati in palestra, i due limonano felici esaminando giornali tipo Lando, ma poi lei ci dice che deve andare a dormire presto, e ci rifila un acrobatico due di picche.
Rientrato in camera, Jin viene però assalito da due donne ninja (le peratissime Williams incappucciate, chiaramente). Impedito nei movimenti dall'erezione enorme che ha ancora nei pantaloni, viene coricato di mazzate dalle due, e si fracassa le mani contro un tavolino di vetro. Dovrà continuare il torneo con questo grave handicap, come nella scena madre di Bomber.
Grazie a un ninnolo regalatogli dalla madre, Jin e Steve Fox finiscono a parlare di Jun, con cui Steve ha partecipato a un precedente torneo del pugno di ferro. Jun, sorpresa scooby-doo (ma solo per chi non conosce la saga di Tekken. A occhio NESSUNO tra quelli che hanno comprato questo cazzo di cofanetto), combatteva al Tekken per conto della Tekken.
Nel mentre, le sorelle Williams riferiscono a Kazuya che l'attentato ninja non è andato a buon fine, e quello si incazza come una biscia.
La seconda giornata del torneo si apre con un Christie contro Nina, e la tipa che fa Christie (l'attrice e regista Kelly Overton), oltre a essere una pheega ragguardevole, è anche un'atleta spaventosa. E gonfia la killer bionda come una zampogna.
Kazuya porta intanto una valigetta piena di dollari finti a Brian Fury per convincerlo ad uccidere Jin, e scopriamo che Bryan è un cyborg con le ossa di acciaio, però flessibile, come i nuovi contratti di lavoro che vuole per tutti la Marcegaglia.
Il secondo incontro è Jin contro Yoshimitsu. E siccome affrontare un tizio armato di katana quando hai le mani sfondate non è che sia facilissimo, Steve regala a Jin i suoi guanti tamarri con le borchie.
Kazuya prende il comando del torneo, facendo arrestare il padre, mentre Jin si caga in mano davanti al suo nuovo avversario mascherato.
Segue questa fase in cui il film di Tekken diventa per qualche minuto il film di SoulCalibur: Yoshimitsu sta per far provare alle interiora di Jin quaranta centimetri buoni di lama, quando Heiachi, scoperto che quello là sotto gli sta così simpatico non perché lui stia diventando un po' ricchione con l'età, ma perché è suo nipote, fa scattare l'allarme distraendo il samurai. Jin, visto che è un ragazzo molto sportivo, ne approfitta per UCCIDERE Yoshimitsu.
Un sempre più imbestialito Kazuya fa arrestare allora tutti quanti e proclama che gli altri incontri si combatteranno fino alla morte. Ma i lottatori si ribellano e smitragliano le guardie.
I fuggiaschi, al netto delle Williams (che non si capisce che fine abbiano fatto) e di Raven (colpito dalle guardie), liberano pure Heiachi, anche se Jin aveva messo in piedi tutto 'sto casino per ammazzarlo. Ma stai a guardare il capello. Poco dopo, in una catapecchia dove hanno trovato riparo, e proprio mentre sembra che finalmente ci sia roba tra Jin e Christie, il vecchio rompipalle patriarca li interrompe. Nonno Heiachi spiega al nipote che è stato lui a salvare Jun dopo che Kazuya l'aveva pestata e violentata. Jin non prende molto bene la notizia che suo padre sia Kazuya, ma alla fine Heiachi ci promette che se fa il bravo lo porta a pescare, e a Natale ci regala pure i soldi per comprarsi una console nuova. I due diventano amicici. Ma a dare un taglio al quality time nonno-nipote arrivano i soldati di Kazuya.
Christie e Steve Fox iniziano a prenderli a cartoni, finché l'ultimo soldato rimasto in piedi non si ricorda di avere seco, toh!, un fucile d'assalto, e lo usa per esplodere giusto quella cinquantina di colpi all'indirizzo del pugile britannico.
I tre superstiti vengono catturati e solo a quel punto il vigliacco dimmerda Kazuya, che si è messo pure l'impermeabile di pelle, può fare il suo ingresso in scena.
Segue il prevedibile scontro inter-generazionale padre/figlio su quale sia il vero spirito di Tekken e, soprattutto, a chi appartenga Tekken. Ma Kazuya e Heiachi si staranno riferendo al torneo Tekken, alla città Tekken o alla nazione Tekken? A nessuno dei tre. Poco prima di essere giustiziato dai soldati del figlio, con contorno di musica drammatica mariomerola, Heiachi proclama infatti tutto deciso: "IO SONO TEKKEN!"
Tolto di mezzo il vecchio, restano in scena per la terza giornata del torneo, prima della sosta per gli impegni della nazionale, solo Christie, Sergei Dragunov, Raven, Bryan Fury, Jin e Anna Williams. Che però si continua a non sapere dove cazzo sia finita assieme alla sorella. Il primo incontro vede affrontarsi l'ex russo Dragunov e l'ex essere umano Bryan. I due, sentendo che l'incontro si svolgerà fino alla morte, si dicono sai che c'è?, e si presentano sul ring con delle armi.
Bryan taglia la gola con la catena munita di quadrilame gillette fusion power a Sergei, che da morto assume un colorito… no, resta uguale. Kazuya va quindi a farsi l'imponente negli spogliatoi con Jin, il quale deve subirsi pure il pistolotto da parte di Raven, che gli spiega quanto sia importante tenere a freno la propria rabbia.
Jin deve affrontare a questo punto Bryan, mentre la biondina dell'inizio lo osserva trepidante sul maxischermo nel loro quartiere di pezzenti. La gente, ovviamente, è dalla sua parte, perché lui è l'uomo venuto dal popolo.
Come Nino D'Angelo. Più di Berlusconi.
Quello che non si capisce è perché lo speaker del torneo dica che sono rimasti in gara solo due lottatori. Cioè, e gli altri? D'altro canto il film è arrivato già a 73 minuti, i soldi del budget sono quelli che sono, e quindi sticazzi: via alla finalissima. Jin parte subito all'attacco, ma Bryan ci chiava un pugno uattà nella pancia e lo fa volare via.
Per quanto il giovane Jin, figlio di Jun, nipote di Master Higgins e figlio di Magnum P.I. si sforzi, infatti, il cyborg ha una resistenza superiore all'acciaio inox 18/10 del fondo delle pentole Mondial Casa, e così Bryan continua a tempestarlo di cazzotti.
Per sua fortuna, Jin ricorda però giusto in tempo utile una delle preziosissime lezioni della madre: sfrutta il punto debole del tuo avversario. Dopo aver rivolto un sincero, sentito "E grazie arcazzo, ma'!" a Jun, Jin stende Fury, quindi si arrampica su una torre alta almeno sei metri e si butta di sotto.
Grazie a un colpo in caduta dal cielo che nemmeno l'Uomo Tigre, il giovane Ghinazzi vince l'incontro, e rivolge subito uno sguardo carico d'odio a suo padre.
Kazuya non la prende bene. Afferra due asce (sic) e decide di scendere egli stesso sull'esagono per uccidere il figlio, novello Abramo, ma con il pizzetto. Solo che Christie non ci sta, si libera di una guardia e le afferra la pistola. Quella di metallo.
Il diversivo permette a Jin di appropriarsi di una delle due asce, e di usarla per operare al volo di appendicite il papà.
Un ormai devastato Jin, parecchio sanguinante su una scala da zero a Rocky Balboa alla fine di Rocky 1, decide però di risparmiare la vita a Kazuya. Christie scende sul palco a dirgli che, nel caso non se ne fosse reso conto, è lui il vincitore del torneo. Jin è felice.
Ma a questo punto, si chiederà chi è arrivato con pazienza encomiabile fin qui nella lettura, Jin se la tromba finalmente questa gnocca da paura, no? No. Perché Jin le dice che è giunto il momento di tornarsene a casa, e se ne va per davvero. Torna dalla biondina del paesello, fischiettando Freedom! '90 di George Michael.
Come nei film di Nino D'Angelo.
EPIC FAIL
Titoli di coda e toh, Heiachi non è morto per davvero. Il solito vecchio rompicoglioni.
UN GIUDIZIO SINCERO SUL FILM
Faresti presto a dire che il film di Tekken è una stronzata. Faresti presto, e faresti pur bene, ché stai scrivendo e catturando schermate dal DVD da quaranta minuti buoni. Ma non sarebbe giusto. Perché va bene che Dwight H. Little (onesto mestierante della macchina da presa, in attività da almeno venticinque anni) non è Kieslowski, ma se uno si guarda il film di Tekken, il massimo che può aspettarsi è un film di Tekken. E come tale, alla fine funziona. Il background ridicolo è ridotto al minimo, la resa dei combattenti è decente, e gli scontri sono coreografati in modo riuscito. Cioè, a parte Marshall Law e il salto della fede alla fine. Insomma, sarà che non ti aspettavi un cazzo, soprattutto quando hai scoperto che non c'era King, sarà che hai speso quaranta carte per questa roba e quindi hai trovato dentro di te la forza per resistere ai primi, terrificanti venti minuti di idiozia, ma alla fine lo hai trovato guardabile. Anni luce avanti, quantomeno, rispetto a Dead or Alive coi suoi reggiseni volanti, o a quel coso con Chun Li.
(sì, ok: non che ci volesse molto).
Chiudiamo con una bella immagine delle gemelle Williams.
Cofanazzo DVD + Blu-ray a 38 euro e spicci su yesasia.com (il Blu-ray ovviamente non gira su PS3 PAL, vaffancuore). Audio in inglese, sottotitoli in giapponese, animo ammerrigano |
In un futuro senza più nazioni, le corporation hanno preso il controllo del pianeta, e al posto del vecchio Giappone c'è la Tekken. Tekken, però, è sia il nome del paese che della corporazione, della città e del torneo, organizzato dal padre/padrone di paese, corporazione e città, Heiachi Mishima.
L'Heiachi Mishima del film è chiaramente l'Higgins di Magnum P.I. |
Il Kazuya Mishima del film è chiaramente Magnum P.I. |
Il cugino di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo |
Jun Kazama, senza il frontino |
Oh, succede.
Per vendicare la madre, Jin decide di uccidere Heiachi Mishima (che in effetti con la morte di Jun non c'entra una fava), partecipando al torneo Tekken, organizzato dalla Tekken nella città di Tekken, capitale di Tekken. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo quell'uomo bruttissimo di Marshall Law: solo battendo il cinese potrà ottenere la wild card per il torneo. L'incontro tra i due sembra un incontro di bressling con un po' di piroette alla Bruce Lee. Solo che le piroette le fa Jin, non Law.
Sì, quello è Law. No, quella non è una spada laser jedi |
Cioè, Nina e Anna, non i due energumeni del tennis. Chiamalo stronzo |
Chi?!? Miguel Rojo! Chi?!? Aaah, quel cazzone di Tekken 6 |
Si parte davvero malissimo.
I combattenti si allenano, e Jin (a cui Steve Fox ha regalato i celebri pantaloni tamarri), con la scusa delle tecniche dell'arte marziale segretissima, cerca subito di rimorchiare Christie.
Rischiando pesanti schiaffi in faccia |
Ballerine di cui abbiamo un primo piano |
"No, è che io, sai, volevo chiederti dove hai comprato quegli adorabili pantaloni |
(e ci fa pure la faccia imbruttita alla Samuel L. Jackson) |
Anzi, no.
Come non detto.
Vince, ma grazie a una botta di culo. Jin scende ad allenarsi in palestra, in compagnia dei ricordi dell'addestramento che la madre Jun l'ha costretto a subire da ragazzino, anziché lasciarlo giocare con il Super Santos come tutti. La scena è molto Rocky 4 su una scala da 0 a Lacrime Napulitante. Jin non si accorge però che una sempre più ingrifata Christie lo spia dall'ingresso.
(all'anima del minchione) |
Ma chi sei tu per giudicare? Gregor Mendel? |
A quel punto esci direttamente in tanga, che stai pure più comoda |
Rientrati in palestra, i due limonano felici esaminando giornali tipo Lando, ma poi lei ci dice che deve andare a dormire presto, e ci rifila un acrobatico due di picche.
(all'anima della stronza tiracazzi) |
Steve Fox, però, a Bud Spencer non c'assomiglia proprio. Zero |
Nel mentre, le sorelle Williams riferiscono a Kazuya che l'attentato ninja non è andato a buon fine, e quello si incazza come una biscia.
Ma cosa ci vuoi dire a due così? |
"...e Death by Degrees era comunque un gioco dimmerda!" |
Il secondo incontro è Jin contro Yoshimitsu. E siccome affrontare un tizio armato di katana quando hai le mani sfondate non è che sia facilissimo, Steve regala a Jin i suoi guanti tamarri con le borchie.
"Grazie, ma li preferivo azzurri" |
E vagli a dare torto |
"La prossima volta portati dietro la spada laser, coglione" |
E qui il film di Tekken diventa invece per qualche minuto Terminator Salvation |
Ha la mente di Kazuya, ma tutto il resto fa da sé |
Steve è morto, nel senso di morto-morto |
Segue il prevedibile scontro inter-generazionale padre/figlio su quale sia il vero spirito di Tekken e, soprattutto, a chi appartenga Tekken. Ma Kazuya e Heiachi si staranno riferendo al torneo Tekken, alla città Tekken o alla nazione Tekken? A nessuno dei tre. Poco prima di essere giustiziato dai soldati del figlio, con contorno di musica drammatica mariomerola, Heiachi proclama infatti tutto deciso: "IO SONO TEKKEN!"
(ah, ecco) |
(delle armi parecchio zingare) |
"Sai, anch'io da giovane pensavo che prendere a testate il treppiedi di ferro dell'albero di natale fosse una buona idea" |
Come Nino D'Angelo. Più di Berlusconi.
Quello che non si capisce è perché lo speaker del torneo dica che sono rimasti in gara solo due lottatori. Cioè, e gli altri? D'altro canto il film è arrivato già a 73 minuti, i soldi del budget sono quelli che sono, e quindi sticazzi: via alla finalissima. Jin parte subito all'attacco, ma Bryan ci chiava un pugno uattà nella pancia e lo fa volare via.
"Questo funziona molto più dell'Activia della Marcuzzi, ragazzo. Fidati" |
Per sua fortuna, Jin ricorda però giusto in tempo utile una delle preziosissime lezioni della madre: sfrutta il punto debole del tuo avversario. Dopo aver rivolto un sincero, sentito "E grazie arcazzo, ma'!" a Jun, Jin stende Fury, quindi si arrampica su una torre alta almeno sei metri e si butta di sotto.
E' la preoccupante moda giovanile del BALCONING di cui parlano tutti i tiggì |
"Strunz'! A tia e a mammeta, cioè a nonna!" |
"Solo io non uso armi da fuoco in questo film? E chi sono, la figlia della serva?" |
"Cresci… figli… e cresci… porci… uugh…" |
(felicissimo) |
Come nei film di Nino D'Angelo.
EPIC FAIL
Titoli di coda e toh, Heiachi non è morto per davvero. Il solito vecchio rompicoglioni.
UN GIUDIZIO SINCERO SUL FILM
Faresti presto a dire che il film di Tekken è una stronzata. Faresti presto, e faresti pur bene, ché stai scrivendo e catturando schermate dal DVD da quaranta minuti buoni. Ma non sarebbe giusto. Perché va bene che Dwight H. Little (onesto mestierante della macchina da presa, in attività da almeno venticinque anni) non è Kieslowski, ma se uno si guarda il film di Tekken, il massimo che può aspettarsi è un film di Tekken. E come tale, alla fine funziona. Il background ridicolo è ridotto al minimo, la resa dei combattenti è decente, e gli scontri sono coreografati in modo riuscito. Cioè, a parte Marshall Law e il salto della fede alla fine. Insomma, sarà che non ti aspettavi un cazzo, soprattutto quando hai scoperto che non c'era King, sarà che hai speso quaranta carte per questa roba e quindi hai trovato dentro di te la forza per resistere ai primi, terrificanti venti minuti di idiozia, ma alla fine lo hai trovato guardabile. Anni luce avanti, quantomeno, rispetto a Dead or Alive coi suoi reggiseni volanti, o a quel coso con Chun Li.
(sì, ok: non che ci volesse molto).
Chiudiamo con una bella immagine delle gemelle Williams.
(per gemelle, ovviamente, intendi le due di Nina) |
Post più lungo ma anche più bello dell'anno. Almeno tre o quattro gag mi hanno fatto morire :D
RispondiEliminaSicuro un seguito con, al posto delle tettillims, kuma e panda! ... magari anche no.
RispondiEliminacrj
Candice Hillebrand... ehhh!
RispondiEliminacrj: dovevano fare un film, o un cartone, su King. Solo su King. Ma l'hanno già fatto. Trent'anni fa.
RispondiEliminafotone: a valutarne le foto sconce scattate per Maxim di cui è popolata la rete, non si capisce bene se abbia più silicone nelle labbra o nelle pere. Double KO.
dopo una recensione così, come non farsi trasportare dal torrente? così, in pausa pranzo, io ed il mio collega ci siamo deliziati con codesto piccolo capolavoro naif (leggasi: farà schifo al 99% dei miei amici ma io che sono nerd e amo le ghiandole mammarie faccio buon viso a cattivo gioco), concordando pienamente col giudizio. Non sarà da oscar, ma se la batte ad armi pari con Mortal Kombat, surclassando violentemente sia Street Fighter che DoA. Certo, la fine di Heiachi mi ha intristito (come la mancata copula finale tra Jin e la Monterio), ma il pantalone bianco con presa d'aria posteriore ISO9001 non ha prezzo.
RispondiEliminaLa fine di Heiachi? L'avete vista la scena dopo i titoli di coda, vero? :)
RispondiEliminaVaaaaabbèeeeeeee... Tekken 2? :D
RispondiEliminaSicuro come il canguro.
RispondiEliminaHo sentito oggi per radio il trailer... a quando pare fra poco arriverà pure in Italia ^^
RispondiEliminaSenza vergogna?
RispondiEliminaIl film è una cavolata, ma sui titoli di coda mi è venuta voglia di vederne il seguito.
*Si fustiga*
COMPLIMENTONI!
RispondiEliminaQuesta è la critica ad un film più bella che io abbia mai avuto il piacere di leggere!!!
BRAVERRIMO!
Col senno di poi gary daniels poteva mettersi su sto fisico per fist of the north star
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