Scott Pilgrim vs. The World: The Game (un videogioco contro il mondo dei giovani)
Primo ex di Ramona, primo boss fight. Chi sono quei tizi stesi a terra? Chiedetelo a Crash and the Boys. Oppure leggetevi il fumetto, che fate prima.
Se gli togli la grafica, quell'adorabile grafica da 16-bit, i menu, quegli adorabili menu da primo Zelda, i bonus stage, quegli adorabili bonus stage che mescolano Super Mario alle magagne grafiche della generazione a 8-bit, la musica, quell'adorabile punk chiptune degli Anamanaguchi, i negozi, quegli adorabili negozi da JRPG per Super Nintendo, e i colpi speciali, quegli adorabili colpi speciali su sfondo sfumato dal giallo a rosso come negli Street Fighter della serie Alpha, Scott Pilgrim vs. The World: The Game resta solo un banale picchiaduro a scorrimento senza troppo senso. Fortuna allora che c'è tutto quell'adorabile resto a renderlo il più adorabile videogioco apocrifo dei primi anni Novanta in cui ti sia mai imbattuto. Curato nei particolari a tal punto da sembrare finto, è tutto una piccola montagna russa, un brucomela di ricordi, citazioni, ammiccamenti. Solo, giocarci senza aver letto il fumetto vuol dire perdersi la metà del divertimento (cos'è questa storia del conto arretrato di Scott alla videoteca? E chi è tutta quella gente?). Solo, giocarci in singolo anziché con un amico idem (soprattutto perché all'amico puoi anche menarlo, per poi dare chiaramente la colpa ai controlli). Solo, se hai meno di trent'anni resta davvero solo un banale picchiaduro a scorrimento senza troppo senso.
Che culo che te di anni ne hai 34.
Impossibile che non ci fosse neanche un commento su questo post relativo a quel capolavoro di videogiochismo che è Scott Pilgrim. Anzi, rileggendolo adesso ho voglia di finirlo di nuovo da capo.
RispondiElimina(con Anna a giocarlo con me, che è la più grande fan di Scott che conosca)
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