Il ritorno di Mazinga Z. Quello finto

Il Giappone è un posto meraviglioso anche perché, metti, sei lì che devi prendere la metro per andare a vedere un tot di giochi in un certo posto, e allora per ingannare l’attesa e non sentirti troppo gaijin in mezzo al vagone (che tutti gli altri, per assecondare i luoghi comuni, leggono manga, giocano con il DS, scrivono il seguito di Guerra e Pace sul cellulare) ti compri questa rivista di giocattoli e pupazzi e altre cose inutili. E subito prima della fine (cioè della copertina, che per la lettura al contrario sarebbe la loro quarta di copertina e… vabbé), trovi un esteso reportaggio degli ultimi film in DVD e anime in TV. E allora scopri, così per caso, nella tua solitudine di gaijin con una polo celeste circondato da impiegati e impiegate con i loro DS e cellulari e manga, che è uscito un film che si chiama “IWA Japan Puro Resu” (ossia “Lega di bresslinz professionistico giapponese IWA”). Tema della pellicola: boh. Ma dalle foto si evince come le scene madri del film vedano la protagonista, una lottatrice che indossa una divisa da football americano (casco incluso), eseguire delle mosse bresslinistiche sul ring ai danni di vari energumeni, esperti di arti marziali miste, uno yeti (!) e soprattutto un tizio con un costume da gambero alieno (casco sempre incluso).
Il vagone si ferma a Nichinboyaberameshi. Devi scendere? No. E allora continui a leggere, e scopri che c’è questo nuovo film di Godzilla che però dentro forse Godzilla non c’è. Che al suo posto c’è il cugino, il mostro delle profondità oceaniche Raiga (il titolo, non a caso, è “The Deep Sea Monster Raiga”). Che poi Raiga è uguale a Godzilla, ma c’ha gli artigli rossi e lunghi ed è discretamente più basso.
Fermata di Nipponurayanase-Tambashi? Fuochino. La lettura della guida spettacoli della rivista svela allora la sua carta migliore. O peggiore: dipende dai punti di vista. Si dà infatti il caso che Mazinga Z, character importante nella tua formazione di essere umano quanto solo (in periodi diversi) l’Uomo Ragno e Ilona Staller, è tornato. Ma non è più esattamente quello che ricordavi da quei pomeriggi sonnacchiosi del 1980. Ora, per dire, c’ha le corna più corte, e Boss Robot è molto, ma molto più sinistro, e Koji Kabuto è vestito come Tetsuya e non monta su con l’aliante slittante, ma con una moto. E per facilitargli il compito, sulla schiena del robot c’è una specie di rampa di metallo. Dalle spalle alle ginocchia.
Chiudi la rivista, e ti senti infinitamente solo in mezzo alla folla, nel tuo essere straniero incapace di capire il nuovo che avanza, il riciclo selvaggio delle idee, le rampe sulla schiena di un robot che ti ha aiutato a crescere e fatto innamorare per la prima volta del Giappone e dei suoi funghi atomici. La prossima fermata è finalmente… no, non è manco questa. Dissolvenza in nero.

In foto: ha la capa di Tetsuya, tutto il resto fai un po' te.

Commenti

  1. ..Se chiudo gli occhi e mi concentro un poco riesco quasi ad immaginarmi in tua compagnia a bordo di quest'improbabile veicolo alieno (la giappo-metro), due sconosciuti gaijin alla conquista dell'antico oriente, a discutere di robe inutili, lucertoloni radioattivi e robot giganti con rampe sulla schiena. E pure di Ilona Staller, perchè no?

    RispondiElimina
  2. la rampa poi esce direttamente dal sedere del robottone e si vede da davanti..comoda direi, anche durante le cadute..
    crj

    RispondiElimina
  3. quello è IRON Z , l'idea di robot che Go Nagai ebbe prima di Mazinga Z, dove i personaggi erano abbozzati ed il robot veniva guidato , appunto, tramite una moto e non tramite navicella. non sapevo ne avessero tratto una serie...

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  5. Sulla serie rivisitata di Mazinga c'è una puntata riguardo a questo primo Mazinga

    RispondiElimina

Posta un commento

Metti la spunta a "Inviami notifiche"per essere avvertito via email di nuovi commenti. Info sulla Privacy