Gekido: il picchiaduro all'Orientale (di Napoli)

Gekido: Urban Fighters è una delle tante sfortunate vittime di quel periodo di confusione, nella storia del videogioco, noto come travaso di idee bonaccione 2D nello spietato mondo del 3D. Picchiaduro a scorrimento di vecchissima scuola, come molti suoi compagni di sventura dell'epoca soffriva rallentamenti mostruosi e tutta la monotonia dell'impianto di gioco. Per ravvivare il quale tutto quello che tocchi in pratica esplode. Cioé, prendi a calci un bidone ed esplode, e fin qui; lanci uno scatolo di cartone ed esplode pure quello; sposti un copertone da terra e salta per aria. Che tutto è imbottito di miccette, che nessuno può uscirsene e dire che quello dei NA.P.S. Team non sia un titolo esplosivo. Alla lettera. Ma di tutto questo a noi poco ce ne cala. Il punto è che nonostante il fatto che Gekido faccia il verso ai classici del beat'em up a scorrimento nippi, nonostante due personaggi selezionabili su quattro siano iscritti al sindacato dei personaggi stereotipati nippi (il ninja silenzioso e il vecchio pelato e ubriacone, ma tostissimo; che affiancano la cugina della Sonya di Mortal Kombat e un tizio con la mascella alla Cristiano Malgioglio), il gioco è stato sviluppato a Napoli. Che NA.P.S. sta per Napoli Programming Squad. No, davvero.
Questo, e il fatto che la copertina l'ha disegnata Joe Madureira. Che all'epoca non era ancora il pirla che è oggi, uno che, metti, lo trovi all'E3 che presenta una roba e non lo riconosci mica e gli chiedi se quel disegno lì esposto sul gioco l'ha fatto per caso Joe Madureira e lui vuole scomparire. No. All'epoca era importante più del papa e giusto un pelo meno del diretto superiore di quest'ultimo. Tanto che i NA.P.S. e Infogrames, per avere sta benedetta copertina, devono aver scucito talmente tanta grana che si sono potuti permettere un solo schizzo. Cover, retro di copertina e illustrazioni del manuale sono tutti realizzati infatti con quel disegno lì: incollato, ricomposto, a puzzle, a crucintarsio, a schema libero. Che il Madureira, all'epoca, era impegnato a tirare via ancora un paio d'anni di ritardo con il suo fumetto vaporware Battle Chasers.

A questo punto vorresti aggiungere qualcosa di sarcastico sulla trama, come tuo costume, ma il Gekido che ti è arrivato l'altro giorno a casa dalla Germania ha il manuale solo in tedesco e francese. L'unica cosa di cui sei certo pertanto, finché non troverai il coraggio di riprovare il gioco (e, a occhio, non accadrà), è che lo stesso è ambientato a New Tokyo: Es ist die Zeit von New Tokyo, si legge infatti chiaramente a pagina 3 del libretto. Subito prima di un grande classico presente in qualsiasi testo di matrice teutonica: Keine gegenstände aus dem fenster werfen. Ecco non li gettate, che sennò esplodono.

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