Liberty City vista dall'alto (GTA Chinatown Wars e le molotov al pennino)
Anche con Chinatown Wars l'approccio non è stato in effetti dei migliori. Che il ritorno alla visuale a volo d'uccello dei primi GTA sarà pure stilosa se sposata al cel shading, e indubbiamente funzionale per la capacità di un DS, ma non hai proprio la sensazione che quella sia Liberty City. Senza lo skyline lì a poppare sullo sfondo, a navigare la mappa un quadratino alla volta, non ti sembra di gironzolare per una finta New York; e non ti riesce di orientarti a vista senza ricorrere alla bussola. Che però è sullo schermo inferiore, e tenere d'occhio la strada dei Puffi e il GPS contemporaneamente ti manda ad abbracciare le pareti e i carretti e i camion e financo le macchine della polizia. Le cutscene tipiche alla GTA - per regia tra le migliori in assoluto della storia dei videogiochi - qui sono ridotte dalla forza maggiore a vignette statiche fin troppo simili (il protagonista ne vanterà la bellezza di tre diverse. In tutto il gioco). L'utilizzo del pennino, infine, da principio è legato alle solite mansioni barocche, messe lì giusto per: passa i panetti di droga dalla borsa del pusher alla tua, svita il pannello dell'auto da prendere in prestito, gratta il grattaevinci. No, davvero.
Dopo una quindicina buona di missioni, però, il gioco inizia a cacciare gli attributi. Che, comprendi, ai dialoghi Rockstar basta davvero poco per rubare la scena, anche senza il supporto di sequenze 3D. Che il pennino si presta a compiti un attimo più decorosi (dosare l'alzo nel lancio delle molotov o indirizzare il getto d'acqua di un'autocisterna, per esempio). Che le missioni risultano addirittura un minimo originali: anziché vincere la gara tra auto truccate, per dirne una, ti verrà chiesto di far arrivare primo un tuo compagno di merende cantonesi, ostacolando gli altri concorrenti.
Lungi dall'essere il capolavoro di cui tutti parlano, in buona sostanza, GTA Chinatown Wars resta uno dei titoli più densi della bamboccesca softeca del DS, e di suo un gioco altamente godibile. Nonostante il fatto che quella non sia Liberty City e che tener d'occhio contemporaneamente la strada dei Puffi e le indicazioni del GPS resti un palo nel culo.
In foto: carismatico quanto una melanzana grigliata, il protagonista del gioco (di cui, per dire, manco ti ricordi il nome) non minaccia affatto di scalzare Tommy Vercetti e Niko Bellic dal ricordo dei fan. Manco per niente.
Dopo una quindicina buona di missioni, però, il gioco inizia a cacciare gli attributi. Che, comprendi, ai dialoghi Rockstar basta davvero poco per rubare la scena, anche senza il supporto di sequenze 3D. Che il pennino si presta a compiti un attimo più decorosi (dosare l'alzo nel lancio delle molotov o indirizzare il getto d'acqua di un'autocisterna, per esempio). Che le missioni risultano addirittura un minimo originali: anziché vincere la gara tra auto truccate, per dirne una, ti verrà chiesto di far arrivare primo un tuo compagno di merende cantonesi, ostacolando gli altri concorrenti.
Lungi dall'essere il capolavoro di cui tutti parlano, in buona sostanza, GTA Chinatown Wars resta uno dei titoli più densi della bamboccesca softeca del DS, e di suo un gioco altamente godibile. Nonostante il fatto che quella non sia Liberty City e che tener d'occhio contemporaneamente la strada dei Puffi e le indicazioni del GPS resti un palo nel culo.
In foto: carismatico quanto una melanzana grigliata, il protagonista del gioco (di cui, per dire, manco ti ricordi il nome) non minaccia affatto di scalzare Tommy Vercetti e Niko Bellic dal ricordo dei fan. Manco per niente.
a parte che ho mollato sia gta2 che gta iii e che ho li a fissarmi dallo scaffale il double pack per la prima xbox, potrei farci n futuro pensierino in ricordo di gta2? beh, se mi ricorderò, ci penserò a prenderlo per giocarlo..
RispondiEliminacrj
Giocare GTA 2 ora non ha proprio senso. Ma proprio no. Punta deciso verso il gioco DS.
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