Miyamoto che incontra Gibran, il quale fa finta però di non conoscerlo

E' una storia che hai sentito mille volte. E' un tizio basso e macrocefalo che deve salvare la sua donna, e per farlo deve zompare in testa a un sacco di mostriciattoli, saltare piante carnivore che fuoriescono da tubi, salire scale, fare cose, vedere gente.
Ma Braid non è il solito platform svogliato, buttato sul Live Arcade da qualche start-up con poche idee e ancor meno soldi. Braid prende gli elementi base di un Super Mario qualsiasi e ne tira fuori una versione onirica, ingegnosa, financo più realistica. No, davvero. I problemi con la principessa, tanto per dire, a leggere i volumi che introducono ciascun mondo sono quelli che ognuno ha/ha avuto/avrà quando la smetterà di essere così nerd con la sua donna.
I nemici devi saltarli slash scansarli slash precipitarli nell'inferno dei cattivi, ma se sbagli puoi riavvolgere il tempo e tornare, letteralmente, sui tuoi passi. Che qui conta la progressione non il celodurismo dei riflessi anni 80.
Braid, inoltre, abbandona quasi subito la struttura del platform vero e proprio, celando dietro piattaforme e scalette la sua vera indole da puzzle game bastardo. Ma bastardo forte. E allora sei lì che, moviolista come un Carlo Sassi d'annata, avvolgi e riavvolgi il tempo, cerchi di capire come usare quegli oggetti verde fluo (che dei tuoi poteri di manipolazione temporale se ne fottono), riaffronti per la quarta volta un coniglietto rosa rompicoglioni, decreti definitivamente che quello di Ramon Turone era un gol regolarissimo, porca puttana se lo era.
Ora, di Braid le riviste e i siti di riferimenti dei ludowanker sprecano superlativi, affastellano encomi e sinonimi di "capolavoro".
Il che probabilmente è vero, ma dopo un'oretta di gioco ne hai avuto imprevedibilmente piene le tasche. Non riesci bene a capire il perché ma, dovessi proprio indicare un motivo, punteresti l'indice sulle musiche. Che, ok, ben si sposano con il clima onirico, le nuvolette, i colori pastello. E, ok, sono l'unico soundtrack un minimo originale che si potesse scegliere. Ma a te un'ora di strazianti fughe per pianoforte sventagliano davanti al naso una concreta minaccia di orchite. Altroché.

In foto: bello, bellissimo (e in grado di capire i maschi alle prese con fidanzate, mogli e principesse troppo uterine). Però due palle.

Commenti

  1. Ho fatto le due stanotte aspettando un "segno" da uno dei tre della trimurti di truebelievers dalle parti dove si colleziona. Il mio piccione preferito si è dimostrato elegante mente degno della Pitia. Il cyborg è finora latitante. Il Doc, fortunatamente, mi regala la cosa migliore da leggere a commento di qualcosa dell'intera settimana.
    La tensione adesso da queste parti del mondo è insopportabile e sto considerando l'opzione "appenaescodastominchiadiospedale
    mifaccio40kmpervedermisto
    benedettissimofilm". Speriamo che duri (la tensione,c'est pas sans dir). Anche perchè "mi è dolce naufragar in questo mar".

    Una volta ancora,Doc,sinceri ed ammirati complimenti.Piacere sopraffino leggerti.

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