Quando il pizzico di sollievo proprio non arriva (James Bond sulle tracce di Schwarzenegger)

Quantum of Solace sarebbe un tie-in perfetto, una trasposizione videoludica davvero da antologia. Sarebbe. Se il film su cui poggia fosse Commando.
Ora, va bene che il nuovo Bond è trucido, è muratore bergamasco, beve birra e non vodka martini, e tutte quelle robe lì. Va bene che quando hai in casa motore e armi di Call of Duty 4 non ti viene voglia di sbatterti troppo, va bene che i powers that be di Activision si saranno accorti a un certo punto che la licenza di 007 stava lì a prender muffa, e avendo già bucato Casino Royale, avendo salutato con la manina un sacco di soldi, avranno detto a Treyarch di darsi una fottuta mossa. Va bene questo, va bene quell'altro. Ma il risultato resta qualcosa di sinceramente difficile da digerire. Il Bond di Activision non è il solito agente segreto sesso a cena e morte a colazione: è un Rambo con il tuxedo e la pettinatura da Mimmo il parrucchiere che massacra centinaia e centinaia di nemici con armi di assalto di ogni tipo. Nei primi cinque minuti di gioco. Un design dei livelli svogliatissimo provvede inoltre a cospagere gli stessi di bombole di ossigeno, generatori e altre robe altamente esplosive piazzate nei posti più impensabili. Tu spari al terrorista, e salta in aria per sbaglio mezzo palazzo. Scusate. Cerchi di centrare un tizio, e viene giù un lampadario da due tonnellate. No, è che c'ho la raffica larga. Insegui un fessacchiotto sui tetti di Siena (location nella quale è possibile ammirare un'edicola zeppa di celebri riviste italiane: Atletismi, Bambinu, Acqua Chiaro), e fai crollare una torre campanaria vecchia seicento anni. Vabbé, dai, che due volte l'anno il palio era un'esagerazione. Il tutto reso più farlocco da una spettacolarizzazione coatta: spara a un cattivo su un terrazzo e, cascasse una pannocchia, lo vedrai precipitare nel vuoto. Anche se per farlo il poveraccio, smitragliato e buono, deve percorrere quei quattro-cinque metri che lo separano dal parapetto e tuffarsi in fosbury oltre il medesimo.
Pure nelle fasi nominalmente stealth, dove dovresti fare il meno casino possibile, tutta la cianfrusaglia esplosiva è lì, sempre uguale quale che sia il punto del pianeta in cui ci si trova: mal che vada, se scatta l'allarme, bruci tutto al calor bianco e vaffanculo.
Accozzaglia di livelli ripescati soprattutto da Casino Royale, il gioco sbatacchia il povero agente segreto in giro per il globo senza prendersi la briga di spiegare il perché. Che chi i due film non li avesse visti può pure arrangiarsi. E lui, il Bond bergamasco, corre, salta, arriva a contare il millesimo tizio in passa montagna mandato all'inferno dei cattivi da videogioco, raccoglie decine e decine di telefonini tutti uguali (la globalizzazione), affronta senza voglia la solita manfrina di QTE e grimaldelli elettronici per aprire una dannata porta. Che come il tonno rio mare si taglierebbe con un grissino, senza star lì a perdere le ore con lo scacciapensieri di Sam Fisher.

In foto, l'approccio sottile del gioco. Che poi la Eva Green di Activision, a differenza di quella vera, è un mezzo cesso. Diciamolo.

Commenti