Salvate il soldato Carmine (Marcus Fenix vs Ricardo Quaresma)
"La speranza è l'ultima a morire", recitano ubique le pubblicità di Gears of War 2. E tu, che qualcosa di effettivamente nuovo questo sequel riuscisse a regalarvela, sia pur di straforo, lo speravi davvero. E facevi male.
GoW 2 è un titolo piacevole e, fattore non da poco, sensibilmente più lungo del suo progenitore, afflitto da evidenti problemi di ludoeiaculazione precoce. Ma è anche risibilmente più facile, se possibile ancora più incanalato su binari, forzato in quel suo ostentare a tutti i costi il celodurismo di Marcus e dei suoi Gears. Che poi, peraltro, è probabilmente proprio questo l'aspetto del gioco che ti piace di più. Se, in linea generale, l'eccessivo machismo ammerrigano, le rambate, le pose da eroe di guerra in molti sparatutto ti stanno pesantemente sui cojones, qui la via dell'iperbole imboccata a manetta (e pure contromano) da Epic alla fine diverte.
I suoi protagonisti non sono i soliti fighetti muscolosi con una cicatrice sull'occhio, ma dei buttafuori con collo taurino, sguardo bovino e sfregi da manzo macellato.
Che a Marcus Fenix manca mezza faccia, per dire. Che quando gli girano grida "ora mi sto rompendo il cazzo" (sic!), e non delle robe alla Call of Duty tipo maledetti mangiapatate non sapete con chi avete a che fare. Certo, trucidi per trucidi i nuovi personaggi non mancano un luogo comune bellico che sia uno (il cowboy pazzo innamorato del suo mezzo, il gigante maori tatuato, la recluta imbracchiata di chiare origini calabresi: Carmine), ma alla fine ti lasci trasportare. Nulla di nuovo, nulla di esaltante, ma ti metti lì e segui un po' titubante il percorso di ogni trivella (un po' come guardi i ragazzi di Mou alla tele e Quaresma crossa ogni pallone alla cazzo di cane, ecco) che porta più in profondità Marcus e Dom e Carmine, e urli e spari e fai mulinare granate prima di scagliarle contro locuste su locuste su un mucchio di locuste. Tutte morte.
D'altronde, se il sequel lo vogliono tutti (Microsoft, Epic, i bimbiminkia ammerrigani) subito, dopo appena due anni, che diavolo t'aspetti? Per tirare fuori robe rivoluzionarie ci vogliono sudore, soldi e tempo (leggi altri soldi). E di quelli, in questa industria milionaria ma con le pezze al culo, iniziano ad essercene in giro pochini.
In foto: esilarante la sottotrama rosa, con Dom che si rivolge a Chi l'ha visto per avere notizie di sua moglie scomparsa. Ma incappa in un gruppo di locuste neofasciste che lo prendono a manganellate, sputi e calci in culo.
Domanda secca: Killer Application? (..Stavo ponderando l'acquisto del mefistofelico aggeggio di casa Microsoft)..
RispondiEliminaDifficile dirlo. Se ti prende la sua modalità online, sicuramente. Io ho snobbato quella del primo e finora non ho toccato quella del seguito.
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