Bruce Sterling: "Il futuro dei videogame è... è... boh, cazzo ne so io?!"

Del tuo rapporto con la rivista Icsèll, che parla un po' di tutto ma in genere lo fa molto male, hai già detto. Ma continui a comprarla: che c'è Ammaniti, che una sfogliata per meno di due euro non la si nega a nessuno, che c'è la roba di Sterling tradotta da Wired. Sterling le cui previsioni/profezie sul futuro tecnologico, fondate quanto le convinzioni del mago Otelma, ti fanno ogni mese sganasciare. Nell'ultimo numero della rivista (che, tra le altre cose, parte alla scoperta dell'anima autorale di Tiziano Ferro. No, davvero), la rubrica Futurama di Bruce Sterling, scrittore sci-fi che non scrive qualcosa di un certo spessore da oltre vent'anni, titola "Il futuro dei videogame? Su telefonino". Al che ti aspetti le solite menate sulla piattaforma ubiqua e il videogioco ridotto agli elementi base per tornare a essere divertente e bello come un tempo che non c'erano tutti questi soldi e ogni programmatore il suo gioco se lo faceva da solo e la marmotta incartava la cioccolata. Menate, che giocare sul telefonino resta un palo nel c*lo, e la gente ancora rimpiange Snake sui Nokia monocromatici. Ma, sopresa, il discorso si articola in modo imprevedibile, inanellando una serie incredibile di luoghi comuni, approssimazioni, cazzate. Si parte dalla convergenza dei media, tesa a coinvolgere tutti i formati possibili, come CD, DVD e Blu-ray. Si parla per un attimo di quello che doveva essere il tema dell'articolo, i giochi su sti dannati cellulari, ma poi si scivola nuovamente nel generico, nel qualunquismo tecnologico. I romanzi per cellulari che spopolano in Giappone, la Nike che collega le cuffiette dell'aipòd alle scarpe (così "i computer games diventano dei veri e propri sport". Computer Games? Sport?), l'advergame che non c'entra un cazzo ma che piace ai (molto) giovani, i giochi di ruolo online come WoW, Facebook, Lively di Google. Gormiti, Barbie Raperonzolo e le Winx sono rimasti fuori, sospetti, solo per mere ragioni di spazio.
Arrivi a fine articolo esausto, sconcertato, chiedendoti cosa ne sia stato dell'autore che, ancora protoadolescente, ti faceva viaggiare veloce i neuroni con "La matrice spezzata". Dov'è finito Bruce Sterling? E chi cacchio è questo trombone che parla di tecnologia senza capirne una fava, e che ne ha preso in qualche modo il posto?

Commenti

  1. Merda per merda, allora meglio GQ!
    :)

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  2. Beh, su GQ ci scrive l'inafferrabile Ivan, quindi è meglio di default. E poi così, in media, c'è più pheega.

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