Il gioco bestiale (O: Tyris Flare con le meches)

Golden Axe: Beast Rider non è esattamente la porcheria di gioco di cui si legge in giro. Nel senso che a tratti è anche peggio. Ora, considerando che tutti i sequel e i remake del glorioso Golden Axe usciti finora, per qualunque piattaforma, facevano pena (e sì,questo include anche l'insulso picchiaduro The Duel, pur glorificato da giocatori con gli occhi foderati due volte di prosciutto), e che Secret Level è uno studio con un curriculum artisticamente elevato quanto quello di Alvaro Vitali - il cui apice, per dire, è Iron Man. No, cioé: Iron Man - sapevi bene che la porcheria era dietro l'angolo. E se non lo sapevi, all'E3 ci hai cozzato contro il muso provandone i primi livelli. Il che dispiace non solo per l'ennesimo insulto al tuo coin-op preferito di tutti i tempi, quanto perché alcuni elementi buoni, almeno sulla carta, non mancavano. Al di là del discutibile (ma probabilmente dovuto) aggiornamento estetico di Tyris (più rossa, più barbara... più bona?), il design di alcuni nemici è discreto, l'uso delle cavalcature meno grossolano di quanto si creda, l'omaggio ad alcuni elementi dell'originale (la musichetta sull'apparizione di quei fottuti nanetti portapozione, ad esempio) ben chiaro per i cultori di quest'ultimo. Ma il sistema di combattimento è scialbo, il susseguirsi dei livelli ridotto a un tautologico pestare a sangue (letteralmente) e fare a fette (anche qui, letteralmente) i barbari minchioni al soldo di sua oscurità alabardosa Death Adder, la grafica un'impastatina di marrone uniforme, senza soluzioni di continuità (se si eccettua l'amaranto scuro dei litri di sangue spruzzati in ogni dove dai poveri sgherri di cui sopra). In pratica un Heavenly Sword con una grafica di merda.

In foto, la protagonista del - si perdoni il termine - gioco (parte musichetta di sottofondo molto triste, dissolvenza in nero).