Heavy Metal Geomatrix e i sessantasei gradi di separazione (Plus: le bombe di Julie Strain)

Heavy Metal Geomatrix è questo picchiaduro 3D che Capcom ha creato per Dreamcast riciclando il motore grafico di Spawn: In the Demon's Hand. Geomatrix si basa sulla licenza della rivista cult Heavy Metal, proprio come Heavy Metal F.A.K.K.2 (2000, Windows e Mac). In pratica, il gioco consiste nello scegliersi un personaggio (tra una serie di tipi con la faccia da tagliagole e una serie di tipe talmente porche da far sembrare al confronto Tera Patrick un'educanda) e massacrare l'avversario o gli avversari a colpi di spada, missili, bombe a mano, trappole esplosive, colpi di bazooka, fucili di precisione, insulti e sputi, e il tutto riesce a essere un minimo più divertente di quella gran zozzata di Spawn. Ma, e questo è il punto, qui non v'è traccia della musa che ha reso Heavy Metal F.A.K.K.2 un gioco copertinatissimo sulle riviste specializzate otto anni fa. Non c'è alcuna traccia, per farla breve, pur nel suo abbondare di porche in pose da porche, di quella gran attrice impegnata di Julie Strain. Ex pornodiva e modella di Playboy e di Penthouse e forse anche di Burda, la Strain era infatti la protagonista del gioco Ritual del 2000, ma Capcom, pur di non spendere due lire di royalties, l'ha lasciata a casa a stirare la sua collezione di reggiseni 12a taglia. Peccato. Julie Strain (indimenticata protagonista di capolavori quali "Babewatch Biker" e "The Bare Wench Project 2: Scared Topless"), peraltro, è la moglie di Kevin Eastman, ai tempi editor di Heavy Metal nonché creatore delle Tartarughe Ninja, che prima di diventare il cartone di riferimento per i bimbiminkia di tutto il pianeta e un sacco di stupidi pupazzi e costumi di Carnevale e un picchiaduro a scorrimento di Konami, erano un fumetto indipendente di successo. Sì, come Spawn. Cerchio chiuso e tutti a casa.
E sì, il personaggio di DI potrebbe ricordare in effetti la Strain. Ma le mancano come minimo tre taglie di reggiseno.

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