Ma quant'è forte Turok. Ovvero: Truzzi di (un pianeta di) periferia
L'aver letto fumetti di super-eroi per vent'anni e passa ti ha insegnato un sacro rispetto della continuity. Di conseguenza, quando ti ripescano un personaggio classico dei viggì e ne riscrivono origini e caratterizzazione per "adeguarle meglio ai gusti odierni", la puzza di bruciato la senti già molto prima di aver messo mano al gioco in questione. E infatti quello che ti trovi davanti, una volta lanciato il titolo Disney Interactive, è un John Turok parente fin troppo lontano di quello che scorazzava su Nintendo 64 undici anni fa. E soltanto omonimo del fiero nativo americano dei fumetti Valiant. Taglio all'inglese da bullo di periferia, fisico tozzo e volto deforme come un Marcus Phoenix wannabe qualsiasi, il povero John è qui alle prese con flashback alla Rambo, storie di tradimenti alla Rambo, gente da accoppare con un coltello alla... uh, Rambo. Il tutto è però meno peggio di quanto pensassi, e alcuni spunti risultano, pur sul brevissimo periodo, carini. Tipo piantare qualcuno al muro con una freccia, o infilzare qualcun altro con una serie di frecce, o... uh, bersagliare di frecce un T-rex giusto perché fa figo anche se hai a portata di mano un lanciarazzi.
Ma dopo qualche ora a girare in una boscaglia sempre uguale, a eliminare lucertole una via l'altra con una serie di backbreaker bresslinistici, a seguire la solita storia dell'indiano di cui nessuno si fida a cui nessuno vuole bene a cui tutti ci dicono le parolacce e ci tirano le pietre sia che piange sia che ride, pensi che qualcosa da qualche parte, nonostante tutte le buone intenzioni di questo mondo e di quello in cui Turok va a caccia, dev'essere andato fatalmente per il verso storto.
In foto, Turok il paleodontotecnico. Che poi vabbé, forse quello di Turok non è il caso più adatto per parlare di continuity, visto che la Valiant ha a sua volta riazzerato la storia del pellerossa almeno un paio di volte. Però, dai, questo Turok è così tamarro e cinghialoso che le locuste di Gears of War, lui, potrebbe stenderle anche a calci in culo.
Ma dopo qualche ora a girare in una boscaglia sempre uguale, a eliminare lucertole una via l'altra con una serie di backbreaker bresslinistici, a seguire la solita storia dell'indiano di cui nessuno si fida a cui nessuno vuole bene a cui tutti ci dicono le parolacce e ci tirano le pietre sia che piange sia che ride, pensi che qualcosa da qualche parte, nonostante tutte le buone intenzioni di questo mondo e di quello in cui Turok va a caccia, dev'essere andato fatalmente per il verso storto.
In foto, Turok il paleodontotecnico. Che poi vabbé, forse quello di Turok non è il caso più adatto per parlare di continuity, visto che la Valiant ha a sua volta riazzerato la storia del pellerossa almeno un paio di volte. Però, dai, questo Turok è così tamarro e cinghialoso che le locuste di Gears of War, lui, potrebbe stenderle anche a calci in culo.
"Turok il paleodontotecnico"
RispondiEliminaMa roftl!!!!