BadaBing cha cha (The Sopranos: Road to Respect. Tanta strada, poco rispetto)

Che Road to Respect fosse titolo degno solo di occupare le profondità dei cestoni "tutto a 5 euro" negli ipermercati Esselunga, assieme ai CD con le sigle tarocche dei cartoni animati e ai best of di Rosanna Fratello, lo sapevi bene. Eppure, la crisi d'astinenza da quello che, fottutamente a ragione, tanti definiscono il miglior serial tivvù degli ultimi trecento anni, ti ha spinto a buttarceli quei dieci (10, non 5) euro su un'asta della baia. Una settimana dopo, ti arriva a casa, lo infili nella PS2, ti ritrovi nei panni di uno sciacquino della famiglia mafiosa più famigerata del New Jersey. E beh, sì, sentire nuove battute doppiate da Gandolfini, Imperioli e soci, scorazzare nel retro di Satriale o in mezzo alle tettone del Bada Bing potrà pure essere divertente per i primi due minuti, ma dopo mezz'ora trascorsa a portare in giro panini e cabgoll e pastrami sandwich e a prendere ordini perfino dalle summenzionate spogliarelliste (donne per cui l'epito più gentile che viene speso è "broad"), in cui l'unico che ti fanno menare è un maniaco ubriaco che non oppone resistenza, in cui vedi girare il mondo vorticosamente appena provi anche solo a sfiorare la levetta destra del pad, hai chiamato buona la prima, e hai chiuso. Che va bene essere fan, va bene che per la maglietta di Cleaver (il finto film di Christopher e Little Carmine) al negozio HBO di New York ti hanno scucito venticinque sacchi, ma a tutto c'è un limite. Echecacchio.

In foto: cosa c'è di più brutto di Steve Van Zandt con il parruccone calato sul cranio nella serie? il Silvio di Road to Respect. Ah, questo è un art promozionale: nel gioco è ancora più inguardabile.