Una questione di coscienza

Poco fa. Dopo aver visto, una pizza allucinante sullo stomaco e le palpebre appesantite da una giornataccia di lavoro, Gomorra in seconda serata. Dopo esser tornato a casa dal cinema che era già l'una, con ancora negli occhi tutta la violenza della pellicola di Garrone e la forza delle sue immagini; la barbarie in cui quella gente si trova ogni giorno a vivere; la natura contaminata da sostanze tossiche che finiamo per respirare, bere e infine gustare in una mozzarella di bufala; ragazzini dai volti scolpiti, cresciuti troppo in fretta o che troppo in fretta sono morti: da esseri viventi a decorazioni sull'asfalto.
E allora, ancora nervoso e contrariato, quindi sostanzialmente incapace di prender sonno, ti sei messo a sparare a un po' di tizi con Confidential Mission sul Dreamcast.

In foto: Confiden... eh. Un altro tipo di roba confidenziale. Che Google immagini non sempre ti amico. Specie all'alba e quando sei troppo preso a pensare che di confidenziale, in una missione in cui il finto Bond e la finta Bond girl fanno a pezzi un museo per inseguire un nano, uccidendo tremila nemici e colpendo razzi, granate, ventole spargi gas, postazioni missilistiche, juventini, valigette e floppy disk da 5 1/4, non è che ci sia poi molto.

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