Giovani, est-europei e disoccupati

Ieri, dopo che l'Italia si era lasciata gioiosamente incaprettare dai tulipani, proponendo la formazione più improbabile e la coppia d'attacco più vintage (erano anni che non si tornava all'abusato tema dello spilungo affiancato al piccoletto di fantasia) che fosse possibile schierare. Dopo che sul triplice fischio finale gli Orange festeggiavano, gli zoccoli tradizionali ai piedi, le z*ccole altrettanto tipiche in tribuna. Dopo, insomma, hai cercato di annegare la delusione che ti accomunava ad altri 56 milioni di persone girovagando un po' per le strade di Liberty City. Solo che il gioco vero e proprio l'hai portato a termine già da quale giorno. Le missioni Assassino? Check. Quelle secondarie dei tipi cui hai magnanimamente risparmiato una raffica di AK-47? Check. Le acrobazie circensi? Check. La caccia ai piccioni e il rapporto da amichetti del cuore con Playboy X e tutti gli altri compagni di merende? Non check, ma non ti passa per la testa di dedicartici, che li sai i maroni. Così ti sei aggirato svogliatamente e senza meta, tra Algonquin e i suoi quartieri satellite, per qualche decina di minuti. Un elicottero abbattuto qui, un tuffo dall'elicottero sulla cima della Statua della Felicità là, un annoiato giro da Honkers ancora più in là. E la verità è che anche nel mondo di gioco free-roaming più free-roaming e credibile che si sia mai visto, pieno di chicche e di sorprese e di cose che tu non pensi sia possibile ci siano in un videogioco e invece poi scopri che, toh, guarda, ci sono, se non c'hai un c*zzo da fare è un attimo che ti rompi i coglioni.

In foto: ma non li organizzano i pullman dei pellegrinaggi, con vendita di batteria di pentole e motorino in regalo, a Liberty City?