La terra di Wario, che ha dentro un mondo che ha dentro un mondo che ha dentro un mondo
I giochi del Virtual Boy sono tutti bellissimi, nel loro essere vintage e futuristici al contempo, con quel finto 3D tutto color cremisi. Il giochi del Virtual Boy, se resti con il naso incollato al mascherone voodoo rossonero di Nintendo, dopo dieci minuti ti devastano gli occhi e riempiono le tempie di un dolore che non sapresti dire. Ed è un peccato, perché Wario Land (バーチャルボーイワリオランド アワゾンの秘宝 aka Bācharu Bōi Wario Rando Awazon no Hihō aka Virtual Boy Wario Land: Secret Treasure of the Awazon) sembra un titolo apprezzabile. Un platform vecchia scuola declinato in salsa Nintendo, ma con qualche trucco legato alla prospettiva in finto 3D e, soprattutto, lo spirito iconoclasta di quel vecchio marpione di Wario al posto del solito buonismo da idraulico del quasi omonimo baffone salterino vestito come uno dei Village People. Meno Peach e funghi giganti e sfondi colori pastello, più sorrisi da folle e nasi giganti e... uh, sfondi color cremisi. Che se Mario, per quanto dopato fino alla punta dei baffi dall'assunzione di micosostanze varie, è il solito eroe della solita avventura d'appendice, alla ricerca di quella finta madonnina infilzata di Peach, Wario ne rappresenta da sempre il perfetto contraltare, la nemesi cazzuta e dalle pulsioni megaloterroristiche (dal rapimento dell'intero castello in giù), e in particolare priva di quella fastidiosissima vocina italiana acuta. Che vent'anni a sentire i "Mamma mia!" dell'idraulico, da fan degli Abbah baffuto qual è, nella Landa e nel suo Mondo e ora financo nella Galassia, hanno rotto i cosiddetti.
Il problema è che i primi dieci minuti di un gioco non è che sono in grado di dirti poi tanto. Il problema è che smontare di nuovo tutto e rimetterlo nella scatola, dopo quei dieci minuti lì - che il mascherone voodoo sul suo treppiede e col pad da venti chili con battery pack incorportato non puoi mica lasciarlo in giro per casa - diventa ogni volta più frustrante.
In foto, la cover della non così comune edizione nippa, raccattata per un tozzo di pane, e per una botta di c*lo, in quel di Akiba, assieme ad altro ciarpame VB assortito. E sì, in effetti come uno dei Village People c'è vestito anche Wario.
Il problema è che i primi dieci minuti di un gioco non è che sono in grado di dirti poi tanto. Il problema è che smontare di nuovo tutto e rimetterlo nella scatola, dopo quei dieci minuti lì - che il mascherone voodoo sul suo treppiede e col pad da venti chili con battery pack incorportato non puoi mica lasciarlo in giro per casa - diventa ogni volta più frustrante.
In foto, la cover della non così comune edizione nippa, raccattata per un tozzo di pane, e per una botta di c*lo, in quel di Akiba, assieme ad altro ciarpame VB assortito. E sì, in effetti come uno dei Village People c'è vestito anche Wario.
Speriamo lo pubblichino per 3DS. Non c'ho voja di comprarmi una console solo per un gioco...
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