Il sicario e le api, a dorso di capra (il lungo rientro)
Come trascorri un viaggio di rientro lungo dodici ore, articolate in due voli della Qatar con una farcitura di un centinaio di minuti a Doha? Visto che la soluzione A ("con una fott*tissima dormita, che domande!") è resa impraticabile dal piccolo coro di voci bianche improvvisato, con pianti, urla, gemiti e gridolini, da una mezza dozzina di indomiti infanti arabi rompicoglioni su entrambi i voli, ripieghi mesto sulla soluzione B: sciropparti a oltranza una serie di film pescando più o meno a caso nel ricco campionario offerto dalla compagnia aerea della capretta. Così, dopo aver rivisto Guida Galattica per Autostoppisti (e aver pensato nuovamente che sì, quello che a te e a chiunque abbia letto la saga di Adams è parso un sentito, rispettoso e finanche riuscito omaggio alla sua opera, a chiunque altro - leggi, in primis, il pubblico bue stelle e strisce - sarà sembrato una roba fin troppo bislacca e sconclusionata), ti sei sorbito in sequenza Hitman e Bee Movie.
Ora, il film dell'Agente 47 non è la p*ttanata che ti aspettavi, in cui il cigliuto Olyphant esplode milioni di proiettili al rallentatore e pesta buoni e cattivi, sempre al rallentatore, restando glacialmente cool. Che la pellicola diretta dal genio Xaver Gens (nomen omen), 32enne già apprezzato per, uh, qualche corto orribile dal titolo francese?, è la p*ttanata che ti aspettavi ma con in più un sacco di roba extra che nessuno le aveva chiesto. In cui il personaggio, oltre a sparare e menare al rallentatore, è anche molto paragnosta (per come prevede e manovra, con due anni di anticipo circa, le mosse dei suoi inseguitori) e anche un po' ricchione (per il tatto con cui rifiuta le avances della gnocchissima protagonista femminile).
Bee Movie, invece, è un film bellissimo. Non fosse altro perché al suo interno sia Sting che Ray Liotta - due che a te stanno pesantemente sui cosiddetti - vengono presi a calci in c*lo. Solo che poi, subito dopo i suoi titoli di coda, hai virato sul canale dei documentari, e hai visto una roba del National Geographic in cui si dice che, tipo, tutte le api del pianeta stanno sparendo. E questo fatto, in netto contrasto con il finale gioioso del film Dreamworks, ti ha riempito di un terrore senza nome, e sei tornato, mesto, ad ascoltare gli ululati di una prossima generazione di petrolieri arabi.
In foto. Una donna così arriva praticamente a molestarlo, ma l'Agente 47, cresciuto in una loggia di assassini tutti calvi e tatuati e a quanto sembra affezionati alle gare di chi ce l'ha più lungo, non sa letteralmente che fare e la narcotizza. Andando poi a schiarirsi la mente annebbiata da queste sensazioni per lui inusuali ammazzando un altro po' di gente. No, davvero.
Ora, il film dell'Agente 47 non è la p*ttanata che ti aspettavi, in cui il cigliuto Olyphant esplode milioni di proiettili al rallentatore e pesta buoni e cattivi, sempre al rallentatore, restando glacialmente cool. Che la pellicola diretta dal genio Xaver Gens (nomen omen), 32enne già apprezzato per, uh, qualche corto orribile dal titolo francese?, è la p*ttanata che ti aspettavi ma con in più un sacco di roba extra che nessuno le aveva chiesto. In cui il personaggio, oltre a sparare e menare al rallentatore, è anche molto paragnosta (per come prevede e manovra, con due anni di anticipo circa, le mosse dei suoi inseguitori) e anche un po' ricchione (per il tatto con cui rifiuta le avances della gnocchissima protagonista femminile).
Bee Movie, invece, è un film bellissimo. Non fosse altro perché al suo interno sia Sting che Ray Liotta - due che a te stanno pesantemente sui cosiddetti - vengono presi a calci in c*lo. Solo che poi, subito dopo i suoi titoli di coda, hai virato sul canale dei documentari, e hai visto una roba del National Geographic in cui si dice che, tipo, tutte le api del pianeta stanno sparendo. E questo fatto, in netto contrasto con il finale gioioso del film Dreamworks, ti ha riempito di un terrore senza nome, e sei tornato, mesto, ad ascoltare gli ululati di una prossima generazione di petrolieri arabi.
In foto. Una donna così arriva praticamente a molestarlo, ma l'Agente 47, cresciuto in una loggia di assassini tutti calvi e tatuati e a quanto sembra affezionati alle gare di chi ce l'ha più lungo, non sa letteralmente che fare e la narcotizza. Andando poi a schiarirsi la mente annebbiata da queste sensazioni per lui inusuali ammazzando un altro po' di gente. No, davvero.
Bella caxata di fil, Hitman, in effetti. E gran topa la tipa, sempre in effetti...
RispondiEliminamazza che bonazza, mi si perdoni il francesismo. Sono andato a vedere alcune sue foto in giro per la rete. Ma chi è? Como se chiama?
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