Arrivano i Superboys (di Super Sidekicks 2)

Un Neo Geo AES, nella sua pachidermica ingombranza, ti offre un sacco di possibilità. Che se Metal Slug e picchiaduro recenti costano quanto una macchina usata, per venti euro o giù di lì trovi pur sempre sulla Baia dei piccoli (si fa per dire, vista la mole delle cartucce) gioielli. Prendi Super Sidekicks 2. Un titolo sul calcio in cui il calcio, in fondo, conta poco o nulla. In cui le strategie di gioco, le ragnatele di passaggi, i rapidi ripiegamenti difensivi sono tutti concetti grossomodo superflui: qui conta solo prendere a calci gli avversari (letteralmente) e piazzare una lecca (ma rotante, vedi sotto) all'incrocio dei pali. Dotati di un incedere lento e piuttosto irritante - e annoveranti tra le file degli azzurri una specie di Gullit oriundo - gli atleti di Super Sidekicks 2 sono infatti in grado di esplodere delle minelle urticanti di un certo livello anche da distanze siderali: basta cazzeggiare per il campo, evitando i tackle assassini degli avversari, finché non appare la scritta Chance. Premendo il tasto del tiro in quel frangente, l'inquadratura passa in soggettiva, mostrando un impaurito portiere alle prese con il celebre ballo di Dudek, e soprattutto un bel mirino con cui indirizzare il tiro. Tiro che non sarà mai una botta secca di collo o una palla di giro a rientrare, ma una botta secca E a rientrare. In pratica i peones scapigliati che calcano il rettangolo verde di Super Sidekicks 2 sono tutti dei Roberto Carlos. Con entrambi i piedi.
Ma non è tutto. Il gioco SNK getta infatti alle ortiche quelle bambinate del fair play a tutti i costi e degli applausi e delle palle restituite e del terzo tempo coatto, proponendo un sano, maschio gioco del pallone che ricorda quello praticato da te e dai tuoi compagni di merende in gioventù: fatto di infortuni violenti (con tanto di giocatori portati fuori mentre sanguinano), arbitri travolti dall'impeto dell'azione, atleti galvanizzati dall'ammonizione dell'avversario che li ha falciati (con tanto di aura infuocata alla "Cavalieri dello Zodiaco". Ma senza parrucche da ricchioni) e soprattutto portieri che, dopo aver sventato un calcio di rigore (tirato sempre con una violentissima minella arcuata alla Shingo Tamai. Idem per le punizioni dal limite) indirizzano a chi ha calciato un deciso gesto dell'ombrello. E ciao.

In foto, la contenuta esultanza dell'estremo difensore, dopo aver spedito in corner un rigore calciato a rientrare a 195 km/h.

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