Beati monoculi in terra Pataporum

Di quanto questo Patapon fosse un titolo potenzialmente molto pernicioso, in grado di installarti contenuti indelebili in una qualche directory del cervello, avevi già avuto modo di dire, di ritorno dal TGS (dove ne avevi provato una demo accompagnato da una nipposignorinaSony che batteva a tempo le manine sorridendo da contratto, da orecchio a orecchio come un'idiota, con l'unico risultato di coprire il sonoro del gioco e renderti impossibile imbroccare il ritmo). Quello che ancora non potevi sapere, allora, è quanto questo gioco sarebbe stato lontano dalle semplici dinamiche da rhythm game. Patapon, allitterazione a parte, non è Parappa: forte di una componente strategica sempre più accentuata con il progredire dei livelli, ti costringe a scegliere con cura come schierare i tuoi mostriciattoli monocoli, come distribuire tra gli stessi l'equipaggiamento raccattato e su quali unità nuove investire le materie prime. Sì, alla fine come in un qualsiasi RTS vecchia scuola. Ma Patapon non è neppure, a livello di design, Locoroco: sì, i due titoli sono accomunati da una certa estetica stilizzata di sfondi e personaggi, ma le somiglianze finiscono praticamente qui. Quello dei Patapon è un mondo guerriero, in cui gli sgorbi monocoli ricordano più, tesi nello scagliare le loro lance all'indirizzo di nemici cornuti, torri, draghi e juventini, i guerrieri della pittura vascolare ellenistica, gli eroi sulle copertine dei libri di epica, che le palle multicolore di Locoroco. In cui le cornamuse che accompagnano il completamento di una missione richiamano alla mente Braveheart, le urla di vittoria di Powermonger (e al limite quelle dei tuoi subumani compagni di squadra, quando una vita fa calcavi magrissimo i campetti del rugby di periferia) e non quella ricchionata dei fiori che sbocciano mentre i Lococosi cantano le canzoncine dell'asilo dei marziani. In cui si crepa, e anche in fretta, se non impari a tenere il ritmo, tenere d'occhio lo schermo, tenere alla giusta distanza i nemici, insomma a tenere.

In foto, PataTòn: un ALTRO titolo dello scorso TGS. Purtroppo NON presente in versione giocabile.

Commenti

  1. Sì, proprio una gran bella patatòn...

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  2. Eh. Lì ne devi pestare di tamburi per avere qualche chance di superare il livello.

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