Giocati al volo (Gunbird 2 e gli altri)

Negli ultimi sei giorni, mentre questo blog languiva nell'abbandono totale, mentre l'Inter bruciava cinque punti in classifica inanellando un trittico di partite orribili (ma riuscendo al contempo a fare, non si sa bene come, un punto in più dei gobbi), mentre Moggi, per sentirsi a casa, raggiungeva altri telefonanti sorridentissimi come Cuffaro a un convegno dell'UDC, mentre il televisore buono di casa era occupato militarmente da Sanremo e dalla sua scettica, ma pur sempre attenta sostenitrice che ti ritrovi in famiglia, mentre accadeva tutto questo, in quel di Ludolandia hai finito Uncharted (bello. Ma anche bella minchiata la deriva horror dell'ultima parte), buttato via Patapon al ventesimo tentativo di eseguire quella dannata danza della pioggia, assecondato un po' le spacconate di Nero in Devil May Cry 4 (quel gioco del quale puoi parlare, ma non pronunciando la parola diavolo, che quelli di Italia Uno fanno ancora bene a tempo ad incazzarsi), consumato decine e decine di match furiosi sui ring dorati di Fire ProWrestling Returns (e chi ne parla male A) è un cazzone con il naso finto o B) di giochi non ne capisce nulla. Ed è comunque un cazzone) e, giusto per quei minutini spiccioli che avanzavano, hai provato il Gunbird 2 per Dreamcast procacciato di recente. Ora, Gunbird 2, seguito di un altrettanto allucinato coin-op, è questo sparatutto a scorrimento verticale in cui, al posto della solita navicella di polistirolo armata di fionda, guidi dei personaggi. Tipo un arabo col turbante. Tipo un robot. Tipo Alucard (non quell'Alucard. N'artro).Tipo un samurai guercio. Tipo soprattutto quella gran tettona della Morrison di Darkstalkers. Quello che rende tanto affascinante lo spara-spara di Capcom/Psykyo non sono però la grafica sontuosa, le meccaniche di gioco semplici e molto old-style o il nutrito cast di personaggi. E' che al posto della solita, ubiqua e pervicace razza aliena, qui affronti una piratessa (che in quanto a forme non ha nulla da invidiare a Morrigan) e i suoi sgherri, alla guida di bislacchi macchinari trasformabili. Sì, in pratica mentre giochi ti aspetti da un momento all'altro la punizione del Dottor Dokrobei, a svelare che si tratta dell'ennesimo lavoro interinale accettato da quei poveri tre sfigati del Trio Drombo.

In foto, Gunbird 2. Uno sparatutto classico, eppure nel quale Capcom e quei zozzoni di Psykyo sono riusciti in qualche modo a infilare un sacco di roba interessante. A cominciare dalle tettone di Morrigan, certo.

Commenti

  1. Questo me lo devo recuperare. Con quel he anno di ritardo ma me lo devo recuperare

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