Tempo (ir)reale. Ovvero: In cerca di una buona scusa per la prossima generazione

Mentre il popolo gioisce per il ritorno del Grande Fratello, e lo fa con tanta esuberanza da devastarne la gabbia da criceti allestita in piazza; mentre Bagnasco ignora per l'ennesima volta il Concordato e il fatto di appartenenere, quantomeno sotto il profilo del diritto internazionale, a un altro paese, e detta allo Stato Italiano per filo e per segno - e soprattutto per conto del Santo Padre - il da farsi; mentre l'ex guardasigilli esce dal governo e si appresta ad entrare trionfalmente nel prossimo; mentre i gobbi si preparano all'ennesima serata di vendetta e rivalsa e scommettono i soldi destinati a pagare l'università ai figli su una vittoria che non verrà; mentre Radiant Silvergun non è che sia poi tutto questo giocone; mentre Altaìr, abbandonato a se stesso da un paio di giorni, starà assassinando al massimo le mosche al si fuori dei bastioni di Acri (provincia di CS), mentre accade tutto questo, ma proprio nello stesso istante, tu molli tutto lo spettacolo per andartene un paio di giorni a Londra. Che c'è da riprendere, sei mesi dopo, quel discorso. E se poi, prigioniero della security Rockstar, dovessi sentir parlare nelle prossime 48 ore di un paese in cui la Chiesa detta legge ma si sente incredibilmente vittima di persecuzioni appena viene ventilata la possibilità che il suo capo si becchi qualche fischio, in cui ministri si portano via il pallone (di governo) perché non hanno permesso loro di giocare a calcio usando anche le mani, in cui gobbi e teppistiultràss e spettatori del Grande Fratello e monnezza (categoria che peraltro riassume tutte le precedenti) sono ovunque, potrai per un attimo, ma solo per un attimo, far finta che quello non sia il glorioso paese in cui conduci la tua esistenza.

In foto: Bellic non è decisamente un bell'uomo. Ma almeno non ha la faccia di culo dei figuri che, da qualche giorno a questa parte, vedi troneggiare nei Tiggì e nei promo dei reality e nella TV spazzatura
(categoria che peraltro riassume tutte le precedenti). Che poi se ci pensi, se pensi a quello che potrai mai dire a un figlio di questi strani giorni, ti dici che già, che cosa potrai mai raccontargli?

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