Wonder Momo: come Wonder Woman, ma (decisamente) meno bona
Wonder Momo, uno dei tanti giochi per PC Engine che ti vanno riempiendo la casa di questi tempi, è un titolo molto importante. E non perché è uscito in sala solo in Nippolandia. No. E nemmeno perché è l'ultimo gioco Namco a 8-bit. Nemmeno. A renderlo unico è il fatto che, una volta tanto, non pesti i cattivi per salvare il pianeta o una qualche povera idiota che si è fatta rapire dagli stessi. In Wonder Momo sei una ragazzina su un palcoscenico che, per intrattenere il pubblico di questa inconsueta recita scolastica, picchia a sangue dei tizi tutti uguali e si trasforma in una super-eroina. Dopodiché torna a prendere a calci nelle gengive i giovani attori suoi compagni. Ma giusto per amore del realismo scenico, eh, non per cattiveria gratuita. Come il nome e la dinamica della trasformazione (che avviene roteando sul posto) lasciano intuire, fonte d'ispirazione evidente del personaggio era la Wonder Woman dell'omonima serie tivvù. Solo che, come dire, Lynda Carter era giusto un filo più gnocca.
In foto, il primo picchiaduro al mondo (e grazie al cielo anche l'ultimo) ambientato in una recita scolastica.
In foto, il primo picchiaduro al mondo (e grazie al cielo anche l'ultimo) ambientato in una recita scolastica.
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