We can be Heroes (son tutti frosci coi telefilm degli altri)

L'Italia scopre, ovviamente con colpevole ritardo, una serie che oltreoceano spopola da mesi. Un telefilm del genere, rifletti, quindici anni fa non avrebbe avuto questo successo. Quindici, ma anche dieci anni fa, le guide TV avrebbero parlato di un accrocchio di trame risibili a uso e consumo solo di "brufolosi lettori di fumetti". Di storie da "giornalini". I super-eroi erano roba da pupi, amarcord di Super-Gulp, cose colorate e comiche e non socialmente ben accette per gli over 14. Oggi, oggi è diverso.
Al cinema gli eroi in calzamaglia sono di casa, tutti sanno chi cavolo siano non dico Wolverine, ma finanche Sabretooth o Mistica, e una serie come Heroes (che poi, sia chiaro, se vai a vedere un accrocchio di trame risibili, di storie da "giornalini" lo è per davvero) diventa il "fenomeno che ha fatto impazzire l'America". Il "telefilm culto del momento". Il "nuovo X-Files".
Dove sta il problema? Il problema è che il ludogeek, in questo sdoganamento di massa dell'eroe in mutande, pur a lungo agognato, non ci si ritrova. Anzi, il fatto che tutti sappiano chi siano Sabretooth e Mistica, e che Heroes la segue anche il pubblico di Verissimo, di Un posto al sole, di Incantesimo, gli sta sul culo. La massificazione del serial (che lui, disdegnando la TV generalista, segue in groppa al mulo da mesi, in pratica in tempo reale) gli toglie il giocattolo e lo butta in pasto alla massa incolta, gli brucia quei pochi argomenti di conversazione in pizzeria (niente più "Sai che c'è una serie pazzesca, che qui ovviamente non danno, che..."). Un'altra volta, non fossero bastati Lost e i Soprano.
Perché il ludogeek è un tipo che se la prende. Perché il ludogeek, quando vuole, sa essere un sociopatico rompicoglioni mica da ridere. Anche quello in fondo, sempre se vai a vedere, è un super-potere.

In foto, l'ex telefilm preferito di tutti quegli italiani che possiedono sia una PS3 che un 360.

Commenti

  1. Ciao Pietro!
    Be', dei Soprano, quantomeno, noi ludogeek si può parlare. Quelli in Italia, grazie a quella illuminata programmazione che li ha visti prima andare in onda su Canale 5 alle luci dell'alba, quindi a pagamento su quella tecnologia all'avanguardia del dig. terrestre, non se li è filati proprio nessuno...

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  2. "Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i soci gente come me" diceva Groucho Marx (o era Karl?).
    Battute a parte, guardiamo il lato positivo: per una volta siamo noi "geek" ad essere avvantaggiati. Premesso che Heroes mi fa cagare, ma sapete che scena ho fatto con la mia tipa quando le ho spiegato che la tizia che si buttava e guariva poteva farlo "grazie ad un fattore rigenerante ipersviluppato"?
    Gli spettatori di Verissimo non riusciranno mai a capire dettagli, sfumature e "omaggi" (o plagi?) ai nostri giornalini preferiti. E (altra citazione, sorry!), come diceva un famoso ex giocatore del Catanzaro Calcio che guidò anche la Ferrari e allenò l'Inter: "Ma chi cazzu ni vù sapì tu i supereroi!!!"
    Pensa invece ai fan di My name is Earl, che devono aspettare l'uscita del divviddì per godersi una delle migliori serie degli ultimi anni!

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  3. Porca miseria, è vero.
    Paola: "Ma che potere sarebbe esattamente?"
    Io (con tono scocciato): "Ma un fattore rigenerante come Wolverine, no?".

    PS
    Tanto non me lo guardo My Name is Earl. Inutile che insisti :-p

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