La guerra riscaldata (ma Putin non c'entra niente)

Quando vent'anni fa USA e URSS giocavano al disarmo, tutti hanno tirato un bel respiro di sollievo. I filoyankee, i comunisti, persino le maestre delle elementari che, tendenzialmente democristiane, cercavano di non prendere posizioni: che un fungo nucleare, dalla finestra di casa, non lo voleva ammirare proprio nessuno. Be', tranne forse quelli che si erano costruiti un rifugio antiatomico in giardino e speravano di poterlo utilizzare, prima o poi. Giusto per zittire la moglie rompicoglioni o il vicino scettico, mica altro. Da qualche mese, però, i russi sono tornati a indossare sulla scena internazionale la maschera dei tipi sinistri, pericolosi e pure un po' alticci. E la colpa, diciamolo, è tutta di Tom Clancy.
A furia di leggere quelle sue storie sui russi cattivi, di veder proliferare tra i gggiovani i videogame zeppi di colonnelli Kobiasvili e altri pezzi di marmo da far impallidire il Danko di Schwarzenegger, Putin e i suoi si saranno detti: "Ma cazzo, perché non la smettiamo di farci prendere per il culo dalla Casa Bianca e torniamo a terrorizzare un po' i filoyankee, i comunisti che sono passati al Partito Democratico, le ex maestre democristiane in pensione? Massì, facciamolo: checcefrega!".
Inutile dire che, per vantare una maggiore verosimiglianza dei propri titoli, gli sviluppatori di giochini elettronici
si sono buttati a pesce su questo rinnovato, distesissimo clima tra le due sponde del Pacifico, imbottendo gli elenchi delle proprie uscite di sparatutto e strategici (e anche qualche sparatutto strategico) ambientati durante un ipotetico, ma soprattutto PROSSIMO conflitto tra i due blocchi. Ora, che faccio: compro un rifugio antiatomico e mando il conto al signor Clancy, o lo denuncio alla CIA, che poi ci pensano loro, con i metodi civili che li contraddistinguono, a fargli fare per una volta i cazzi suoi?

In foto, Rocky (IV): "Se io posso cambiare, anche voi potete cambiare [sospirone]... Tutto il mondo può cambiare". See, vallo a dire a uno scrittore sessantenne di Baltimora che c'ha fatto su i miliardi.

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