Santa Monica, Brasile (una fazenda mica poi tanto brutta, eh)

Presente quella soap-parodia del Drive In in cui Beruschi veniva inseguito dalla moglie e si salvava grazie ai poteri del suo "orologiao"? Ora, ricordate la musichetta brasiliana che accompagnava quegli inseguimenti? Bene, perché se non la ricordate fa nulla. Il punto è che è proprio con quella, eseguita da un triste complessino di ottuagenari, sotto la mangrovia gigante davanti al Fairmont, si è aperta questa edizione slim-fast dell'E3. La musichetta di "Una brutta fazenda". Gli auspici, per farla breve, non erano dei migliori. Eppure il tutto sembra funzionare. Senza troppe resse. Senza troppe corse. Senza troppi nerd. Sì, ciao: quelli, ovviamente, abbondano. Grandi ospiti per il giro delle conference. Dagli ormai soliti Stan Lee e Tony Hawk, al grandissimo Steve Van Zandt (al briefing di EA per il lancio di Rock Band, visti i suoi trascorsi nell'industria discografica. Ma oggi noto soprattutto come il Silvio Dante dei Soprano) e al monolitico Slash. Per fotografare il quale, all'esterno del Fairmont, hai rischiato la vita. Enter la guardia del corpo troppo zelante che, non dando l'adeguato peso all'inconsistenza, in qualità di potenziale minaccia, di chi scrive, è scattato al vederti tirar fuori la macchina fotografica dalla sacca con un gesto a quanto sembra troppo fulmineo. Ergo: 150 kg di collo, tatuaggi e mani da muratore si stavano proiettando verso di te quando, provvidenzialmente, lo Slash in persona fulminava il suo hulkesco tirapiedi con un "Chill out, it's just a guy!". Grazie per avermi salvato la vita, signor Slash: e poi tutti a parlar male delle rockstar e a dire che, in particolar modo, i chitarristi son tutti drogati e rincoglioniti. Io, ehm... comprerò tutti i suoi CD. Forse.

In foto, tra le lottatrici della WWE Candice Michelle e Michelle McCool. E sì, lo so: è un lavoro duro, qualcuno deve pur farlo e tutte quelle altre robe da sfigato che si utilizzano come didascalie sulle riviste di videogiochi per foto del genere.