Basta poco (a farsi prendere per il culo)
Ora, io Vasco Rossi non l'ho mai digerito. Non oggi, non dieci anni fa, non ai tempi delle medie, quando un'esternazione del genere ti costava in automatico diecimila punti nel già malfermo gamerscore del carisma. Un po' come portare i capelli senza il gel o la gommina. Il fatto che spenda 3 euro per un fumetto intitolato Vasco Comics, alla luce di ciò, potrebbe sembrare azione avventata e incoerente. Ma se quel fumetto l'ha scritto Enrico Brizzi, se io leggo tutto quello che lui scrive, e se soprattutto faccio finta di dimenticare come questo maledetto sillogismo in cui mi ritrovo incastrato, questo completismo compulsivo che mi prende per determinati autori, mi abbia già rifilato sonore inculate, va a finire che quel fumetto lo prendo.
Sfoglio incerto le prime pagine e trovo ad attendermi lì al varco, subdola, un'insopportabile intro dell'insopportabile autore delle insopportabili leccate di culo Raie. Ma non faccio in tempo a pensare "NoVincenzoMollicaNooo!ECheCazzo!" che dalle pagine successive mi spunta una lungherrima intervista-reportaggio di un allucinato figuro. Figuro che scopro essere il Lavagna, editor Panini artefice in passato di perle memorabili (nel presentare l'Incantatrice: "nutre per Thor un sentimento di lussuria, che il biondo dio del tuono non potrà mai e poi mai corrispondere". Sì, peccato che i due, una manciata di numeri prima, avessero giustamente provato la consistenza di un materasso ad acqua).
Insomma, uno sproposito di pagine imbottite delle peggiori minchiate, di spot della Sony, del Brizzi che, interrogato al riguardo, precisa che il suo blog (linkato qui a destra da qualche parte) è una cosa "fatta più per lavoro che per divertimento". Ma vaffanculo, va, Enrì.
E poi c'è la storia, questa storia di tre ragazzini-bambini-teppisti apparsi in un video di Vasco e ideati dal figlio, qui protagonisti di un'avventura alla Cucciolo e Beppe. Ma sotto acido. E che non fa ridere. Che proprio non brilla, da qualsiasi punto la si voglia prendere. Seguono altre interviste, backstage, intro del numero successivo e... chiudo l'albo e lo infilo nella tasca del verde sedile Alitalico. Magari lo pesca qualcuno a cui Vasco piace. E magari pure dai tempi delle medie.
In foto, 25 pagine (in cui si assiste anche ai nefasti effetti della pirateria nei videogiochi. No, davvero) frutto del lavoro di una decina di menti creative. Ora, a chi li chiedo indietro i miei 3 euro?
Sfoglio incerto le prime pagine e trovo ad attendermi lì al varco, subdola, un'insopportabile intro dell'insopportabile autore delle insopportabili leccate di culo Raie. Ma non faccio in tempo a pensare "NoVincenzoMollicaNooo!ECheCazzo!" che dalle pagine successive mi spunta una lungherrima intervista-reportaggio di un allucinato figuro. Figuro che scopro essere il Lavagna, editor Panini artefice in passato di perle memorabili (nel presentare l'Incantatrice: "nutre per Thor un sentimento di lussuria, che il biondo dio del tuono non potrà mai e poi mai corrispondere". Sì, peccato che i due, una manciata di numeri prima, avessero giustamente provato la consistenza di un materasso ad acqua).
Insomma, uno sproposito di pagine imbottite delle peggiori minchiate, di spot della Sony, del Brizzi che, interrogato al riguardo, precisa che il suo blog (linkato qui a destra da qualche parte) è una cosa "fatta più per lavoro che per divertimento". Ma vaffanculo, va, Enrì.
E poi c'è la storia, questa storia di tre ragazzini-bambini-teppisti apparsi in un video di Vasco e ideati dal figlio, qui protagonisti di un'avventura alla Cucciolo e Beppe. Ma sotto acido. E che non fa ridere. Che proprio non brilla, da qualsiasi punto la si voglia prendere. Seguono altre interviste, backstage, intro del numero successivo e... chiudo l'albo e lo infilo nella tasca del verde sedile Alitalico. Magari lo pesca qualcuno a cui Vasco piace. E magari pure dai tempi delle medie.
In foto, 25 pagine (in cui si assiste anche ai nefasti effetti della pirateria nei videogiochi. No, davvero) frutto del lavoro di una decina di menti creative. Ora, a chi li chiedo indietro i miei 3 euro?
Tanti anni fa intervistarono Laurence Olivier e gli chiesero perchè lui, il più grande attore inglese, forse il più grande di tutti i tempi (dopo Bruce Willis, ovviamente) accettasse di recitare in osceni film quali Il maratoneta (quella pellicola dove un nano corre per sfuggire ai nazisti). Lui sorrise e rispose semplicemente: "Per soldi, mio caro".
RispondiEliminaNon amo particolarmente Brizi, ma mi sembra che tu sia stato cattivo. E' un onesto scribacchino e fa ciò per cui lo pagano. D'accordo, in questo caso è d'obbligo la definizione "un tanto al chilo", ma anche Dostojevski scrisse Delitto e castigo per pagare i suoi debiti, no? Secondo me l'unico da incolpare sei solo tu, che hai sganciato soldi per quella porcheria immane (quoque tu traviato dal marchettone che gli ha fatto icselle?). Del resto, l'anziano rocker romagnolo tiene famiglia, deve pur sistemare i suoi figlioli da qualche parte!
hai ragione, Smax. Il pirla sono io
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