When I feel heavy

Saranno i giorni festivi trascorsi in casa tanto per alimentare l'altrui tesi del mio scollamento totale dalla vita in società, guardando film e giocando a Resistance. Saranno gli effetti collaterali di tutta la feniletilamina che le tonnellate di cioccolata ingurgitate mi hanno messo a far compagnia ai neuroni. Sarà quel che sarà. Ma è un fatto che appena chiudo gli occhi vivo incubi su bilance impazzite e calorie fuori controllo. Il che, al risveglio, mi fa pensare a quel giorno, sul volo Atlanta-Las Vegas, inscritto in un triste seggiolino di mezzo tra una coppia di americani con troppe X nella taglia della maglietta. Orbene, ci siamo lasciati alle spalle il decollo da qualche minuto, e io sto cercando di finire una missione di Vice City Stories sulla PSP. Impresa che di per sè, con i gomiti stretti, non è delle più agevoli. Quand'ecco che i due sposi-Michelin tirano fuori dal bagaglio a mano hamburger prêt à porter e bustine di quel nauseabondo prosciutto essiccato. Alla paprika. Spazzolano tutto in dieci secondi netti, durante i quali il mio signor Vance, sullo schermo, se ne va un po' a puttane (e non in quel senso). Ché quella puzza di paprika sintetica mi fa perdere la concentrazione, mi fa. Qualche giro di lancetta grande dell'orologio più tardi, l'hostess reca seco un cestino pieno di snack al cioccolato. I coniugi pneumatici ne pescano a piene mani una mezza dozzina di barrette a cranio. Altri dieci secondi ed è tutto finito. Il pranzo segue lo stesso, disgustoso rituale, ma con sorpresismo finale alla richiesta della bevanda. Il marito chiede una lattina di coke, ma quando la signorina Delta gliene porge una, fa un gesto con la mano, come schifato. Lui intendeva una diet coke. Ebbe' certo...

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