Terra di sogni. Ma soprattutto di Chimera

Mentre tutt'intorno mi si va riscoprendo il significato più intimamente cristiano della Pasqua, ammassando tra le pareti domestiche scorte belliche di derivati dal cacao, le mie nottate trascorrono placide sui campi di Resistance. La carriera da soldatino virtuale prosegue ad ampie falcate, e le 600 carte spese per giocarci pesano un po' meno. E su quei campi, mentre attendi placido il tuo respawn dopo esser stato pettinato da un colpo di bazooka, rifletti che poi, il mondo degli FPS online, se ci pensi è un po' l'avverarsi per vie oblique dei progetti continentali di Robert Schuman, dei sogni europeisti di Mazzini. Migliaia di ragazzi, virgulti di Albione o fanciulli iberici, figli d'Oltralpe e sprovvedute ma volitive nuove leve mitteleuropee, gioventù italica gretta quanto fascinosa, impegnati a scannarsi su un (finto, grazie al cielo) campo da battaglia, imprecando in cuffia in un crogiuolo di lingue all'indirizzo delle rispettive genealogie.

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