The Running Game
Anche se poi non ci gioco, o se ci gioco lo faccio per tre minuti al massimo e poi mi rompo i coglioni, continuo a scaricare roba dal Live Arcade. Tu chiamale se vuoi microtransazioni (ossessivo-compulsive). Ieri cercavo un titolo che fosse affine al sentimento di quiete interiore indottami dalla conquista dello scudetto: la scelta è caduta inevitabilmente su Smash TV. Ora, Smash TV in sala lo ricordo come un incubo. In quella sala giochi, compagna di tante giornate liceali color antracite, di più difficile c'era solo la figlia del gestore che non la dava a nessuno. Probabilmente per ridare dignità alla categoria delle figlie dei gestori di sala giochi. Vallo a sapere. Comunque, tornando al titolo Williams, l'ho comprato per Amiga, e con uno stick solo era ancora più impossibile. Ma, nonostante tutto questo, e nonostante il presentatore che sembrava Cecchi Paone affiancato da due ragazze tettone e cotonate del Drive-In, e nonostante l'iper-violenza disturbante, e nonostante il primo boss di fine livello che si smontava pezzo per pezzo e sembrava il modellino di Esplorando il Corpo Umano, Smash TV mi piaceva un casino. Perché il film "L'implacabile", nei confronti del quale aveva un evidente debito, mi faceva impazzire, e in quei giorni più semplici un gioco ti poteva piacere anche per suggestioni esterne al suo codice. E anche un po' perché cullavo il sogno impossibile di una versione adattata per il mercato italiano, in cui affrontare, all'ultimo livello, i Fabrizio Frizzi ed Elisabetta Gardini di quel cazzo di Europa Europa.
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